In un Giappone del XVI secolo, immerso nella guerra civile, lo spazio per l'affetto è spesso legato alla sopravvivenza. Espandi ▽
Nel Giappone del XVI secolo attraversato da un vero e proprio conflitto feudale interno, il racconto segue l'intrecciarsi di diverse storie dove guerra, famiglia, ambizione e amore ne sanciranno i successi, le sconfitte, i ritorni e, in generale, i destini.
L'equilibrio che si inizia a rompere partendo dal villaggio di Omi, lì vi ritornerà, finiti i saccheggiamenti e le violenze la vita ritorna quella di prima, ma a quale prezzo. Recensione ❯
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Una storia semplice che diviene una parabola senza tempo sulle stagioni della vita e sulla generosità d'animo: il capolavoro di Ozu. Drammatico, Giappone1953. Durata 137 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Cronaca venata di amarezza del viaggio di un'anziana coppia che per la prima volta fa visita ai figli sposati nella metropoli. Espandi ▽
L'incomunicabilità tra genitori e figli è la base di questo film del maestro giapponese. Due vecchi fanno un viaggio a Tokyo per vedere i propri figli. Questi pensano bene di spedirli per il weekend in un posto per turisti. Durante il viaggio di ritorno la madre muore. Recensione ❯
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L'epico racconto di sette samurai che scelgono di difendere gli abitanti di un villaggio dalla violenza di briganti sanguinari. Drammatico, Giappone1954. Durata 207 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Da sempre e per sempre un punto di riferimento, il film vanta tante imitazioni quanti sono i plausi ricevuti negli anni. Espandi ▽
Quando nel 1954 questo film arrivò in Occidente, il terreno era già predisposto. Quattro anni prima Kurosawa, regista massimo, aveva portato a Venezia il suo Rashomon, e aveva sconvolto il cinema. Ci accorgemmo che un cinema lontanissimo per cultura e geografia poteva contenere pronunciamenti morali e stilistici molto alti, con tanto di simboli, che sono indispensabili se si cerca la considerazione della critica. Rashomon era un grande film, affascinante, complicato e un po' contorto. I sette samurai era grande e bello, importante, rapido e divertente. Giappone 1500. Una banda deruba e uccide i contadini di un villaggio nella stagione del raccolto. Recensione ❯
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Nel Giappone feudale del 1500 si combatte la lotta fratricida tra Taro e Jiro, figli del potentissimo Hidetora, infiammati da odio smisurato. Espandi ▽
Nel Giappone feudale del 1500 si combatte la lotta fratricida tra Taro e Jiro, figli del potentissimo Hidetora, infiammati da odio smisurato. La loro sete di vendetta porterà morte e distruzione per tutto il paese. Grandiosa, spettacolare, violenta rappresentazione della follia umana e delle crudeltà del fato, a metà strada fra tragedia greca e dramma shakespeariano, il film si muove tra maestose scene campali (premio Oscar per i costumi) sorrette da un'impeccabile fotografia, alternate a sequenze che si ricollegano direttamente al teatro tradizionale nipponico. Recensione ❯
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Un soldato giapponese, suonatore d'arpa, decide di restare in Birmania dopo la fine della guerra per dare sepoltura ai commilitoni. Espandi ▽
Alla fine della seconda guerra mondiale un plotone di soldati giapponesi, con un comandante appassionato di canto corale e un soldato, Mizushima, suonatore di arpa birmana, si deve arrendere alle forze inglesi. Mizushima accetta di andare a convincere alla resa un plotone di strenui resistenti. Non ottiene il risultato sperato e assiste a una carneficina di connazionali. Da quel momento, soccorso da un monaco, diventerà buddista e si dedicherà alla sepoltura dei compagni d'arme.
Kon Ichikawa realizza un capolavoro del cinema in cui il pacifismo assume connotati lirici e spirituali. Il regista alterna primissimi piani intimi a immagini in cui è il paesaggio a parlare. Come nella sequenza iniziale in cui per presentare lo scontro non è necessario mettere in scena chissà quali effetti.
È sufficiente fare una panoramica dall'alto sul terreno e inserire i suoni di ordigni che esplodono nel fragore di un combattimento che non è essenziale vedere. Ci ha già pensato e ci penserà il cinema cosiddetto 'bellico'. Qui, in attesa di visualizzare i colpi prodotti da una resistenza irrazionale, è sufficiente la voce del narratore ad immergerci in una condizione dell'esistere che purtroppo l'uomo non aveva e non ha smesso di reiterare. Recensione ❯
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La città di Tokyo è sconvolta da una serie di omicidi accomunati da una misteriosa incisione a forma di X sul corpo delle vittime e perpetuati da persone normali senza alcun legame tra di loro. Espandi ▽
Un'ondata di bizzarri omicidi affligge Tokyo. Oltre ad essere accomunati da un rituale (l'incisione di una X sul petto), l'assassino viene costantemente ritrovato sul luogo del delitto in stato confusionale. L'indagine del detective Takabe e dello psicologo Sakuma li porta in contatto con un misterioso giovane di nome Mamiya, apparentemente implicato nella vicenda. Recensione ❯
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Ame e Yuki conducono una vita semplice con la madre Hana ma in realtà celano un segreto cruciale. Espandi ▽
Dal momento in cui i genitori si conoscono fino alla maturità, Yuki con la sua voce fuoricampo accompagna il racconto di come sua madre si sia innamorata di un uomo lupo (l'ultimo rimasto) e abbia così partorito lei e suo fratello Ame, bambini lupo capaci di trasformarsi (prima involontariamente, successivamente a comando) da lupi in umani e viceversa. Attraverso una vita prima in città e poi in campagna, prima isolata e poi necessariamente in mezzo agli altri bambini Yuki e Ame sviluppano personalità diverse e modi diversi di venire a patti con la propria doppia natura sotto lo sguardo della madre. Recensione ❯
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Un'allegoria della vita, della crescita e della perdita. Una delle fiabe più visionarie e amate di Hayao Miyazaki. Animazione, Giappone2001. Durata 125 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Uno dei film più interessanti della cinematografia nipponica recente ha dovuto attendere la conquista dell'Oscar per il miglior film d'animazione per poter accedere ai nostri schermi. Espandi ▽
Il titolo più celebrato - un Orso d'Oro e un Oscar - e forse amato del corpus miyazakiano, quello destinato a mettere d'accordo tutti, dai fan agli amanti occasionali del lavoro del regista giapponese. Giunto dopo le fatiche de La principessa Mononoke e dopo uno dei molti annunci di ritiro infine non concretizzatisi, La città incantata sintetizza con un linguaggio sempre più ricco i temi cari sin dagli inizi di carriera al regista, calandoli in un contesto totalmente fiabesco e allegorico. Miyazaki rilegge Lewis Carroll, ha detto qualcuno, ma di fronte a un nuovo classico ha poco senso enumerare gli antecedenti: la forza de La città incantata è infatti tale da porlo come esempio a pieno titolo di racconto pedagogico contemporaneo, allegoria della crescita e della perdita (così inizia la storia, con un biglietto di addio) sotto forma di fiaba, in cui il piano superficiale di lettura non deve compromettere in alcun modo la godibilità della sua fruizione per poter veicolare i propri simbolismi. Recensione ❯
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Un'attenta riflessione sulla natura dell'uomo e sulla sua inclinazione alla menzogna guidata da un esasperato spirito di autoconservazione. Drammatico, Giappone1950. Durata 88 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Nel Giappone medievale, un samurai attraversa un bosco con la moglie avvolta da un ampio velo per recarsi a un tempio. La donna attrae sessualmente un fuorilegge, che li osserva passare. Questi violenta la donna e uccide il marito. Espandi ▽
Nel Giappone medievale, un samurai attraversa un bosco con la moglie avvolta da un ampio velo per recarsi a un tempio. La donna attrae sessualmente un fuorilegge, che li osserva passare. Questi violenta la donna e uccide il marito. La versione dei fatti viene raccontata in modo diverso dal bandito, dalla donna, dallo spirito dell'uomo ucciso, che parla per bocca di una medium, da un vagabondo che ha assistito, non visto, alla scena. Qual è la verità? Film decisivo per la storia del cinema. Arrivò sconosciuto a Venezia e divenne subito leggenda. Aprì la via al cinema d'oriente fino a quel momento pressochè ignorato. Recensione ❯
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Uno scambio di anime e corpi che nasconde una parabola universale e senza tempo, semplice e insieme spettacolare. Animazione, Giappone2016. Durata 106 Minuti.
Mitsuha e Taki sono due adolescenti che vivono in due parti molto diverse del Giappone. I loro sogni li avvicineranno. Espandi ▽
Film d'animazione che ruota intorno a due personaggi: Mitsuha, una studentessa delle superiori che vive in una cittadina di montagna con la sorellina, la nonna e il padre (anche se quest'ultimo è spesso fuori casa per via del suo lavoro come sindaco); e Taki, anche lui studente, che vive nel centro di Tokyo e svolge un lavoro part-time in un ristorante italiano. Un giorno, Mitsuha ha un sogno in cui lei è un ragazzo che vive a Tokyo. Taki fa anche lui un sogno in cui è una studentessa di un liceo femminile in un paese di montagna che non ha mai visto. Quale sarà il segreto che si cela dietro questi sogni? Recensione ❯
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Capolavoro di Ozu secondo solo a Viaggio a Tokyo. Un'opera in cui il regista affronta per la prima volta il tema destinato a occupare una posizione centrale nella filmografia dell'autore, quello della disgregazione o ricomposizione del nucleo familiare. Commedia, Giappone1949. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film è il titolo che ha messo le fondamenta per il periodo più florido di Ozu: il suo cinema del dopoguerra. Espandi ▽
Shukichi, professore vedovo, e la figlia Noriko trascorrono felicemente le loro giornate insieme, ma la zia Masa insiste perché Noriko si sposi. Shukichi comincia a vagliare dei possibili pretendenti, ma intuisce ben presto che la figlia non ha nessuna intenzione di abbandonarlo. Di fronte alle pressioni di Masa e convinto di operare nel giusto, Shukichi inventa quindi uno stratagemma che possa persuadere Noriko: fingerà di volersi risposare con una donna più giovane. Recensione ❯
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Tra aneddotica e archivio cinematografico, uno svelamento seducente che non si vorrebbe finisse mai. Documentario, Italia, Belgio, Cina, Giappone2021. Durata 150 Minuti.
Un documentario sul leggendario compositore Ennio Morricone. Espandi ▽
Giuseppe Tornatore ha collaborato col Maestro - definizione per una volta appropriata - in un arco temporale che va da Nuovo Cinema Paradiso (1988) a La corrispondenza (2016), frequentandolo per circa trent'anni. Nel 2018 ha scritto "Ennio. Un maestro" (Harper Collins), intervista fluviale e conversazione franca, a trecentosessanta gradi: in Ennio ne riprende argomenti, andamento cronologico e tono disteso, modesto, autocritico con cui Morricone si era concesso alle sue domande. Attorno a lui, nel film, una schiera di musicisti, registi, colleghi ed esperti portano testimonianze rilevanti e inerenti una carriera straordinaria, che supera il concetto di prolifico: centinaia le opere firmate, da Il federale (1961) all'unico Oscar vinto per una colonna sonora, The Hateful Eight nel 2016, a 87 anni. Morricone - che, come tutti i classici, non morirà mai e di cui è quindi legittimo parlare al presente - vive perennemente con la musica in testa e va a tempo anche quando fa esercizio fisico sul tappeto di casa. Miniera di osservazioni stilistiche e curiosità legate alla storia del cinema (tra tutte, la collaborazione mancata con Stanley Kubrick per Arancia meccanica), non scevro di momenti di pura commozione, Ennio è racconto fluido, documento ricercato, filologico, che si mette a disposizione di curiosi, cinefili e studiosi, anche per eventuali indagini integrative. Un esempio di economia di narrazione, di contrappunto studiato e sudato che traccia la differenza tra mera compilazione d'intrattenimento e pura opera di (ri)creazione. Recensione ❯
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Il maestro dei rapporti famigliari eleva il suo linguaggio con un'amara analisi delle disuguaglianze sociali. E diventa un classico vivente. Drammatico, Giappone2018. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La famiglia, per definizione, non si sceglie. O forse la vera famiglia è proprio quella che si ha la rara facoltà di scegliere. Espandi ▽
In un umile appartamento vive una comunità di persone che sembra unita da legami di parentela. Così non è, nonostante la presenza di una nonna, di una coppia e una bambina trovata per strada. La famiglia, per definizione, non si sceglie, o forse la vera famiglia è proprio quella che si ha la facoltà di scegliere. Il “libero arbitrio parentale” è un tema ricorrente nel cinema di Kore'eda: dallo scambio di figli di Father and Son alla sorellanza estesa di Little Sister.
Buoni, cattivi, giusto e sbagliato, diventano concetti ribaltati sullo spettatore e sui suoi dubbi, con una padronanza della narrazione che guarda Akira Kurosawa, ancor più che al consueto termine di paragone di Ozu. Con Un affare di famiglia si ride, ci si commuove e si rischia di finire con il cuore in frantumi. Mai così pessimista, e mai così lucido, Kore-eda è ormai un classico vivente. Recensione ❯
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Uno struggente capolavoro, destinato ad accompagnare a lungo lo spettatore, come un monito tanto crudele quanto prezioso. Animazione, Giappone1988. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un tragico film su un ragazzo e la sua sorellina nella loro battaglia per la sopravvivenza nel Giappone della seconda guerra mondiale. Espandi ▽
Negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, il quattordicenne Seita e la sua sorellina di quattro anni Setsuko rimangono orfani dopo la morte della madre durante un raid aereo delle forze americane a Kobe. Dopo aver lasciato la zia, si trasferiscono in un rifugio abbandonato. Senza superstiti tra i parenti e i fondi d'emergenza e le razioni esaurite, Seita a Setsuko combattono per sopravvivere le avversità come i loro compatrioti, alla fine della guerra. Recensione ❯
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