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Sofia Coppola: «Priscilla è un viaggio nella vita emotiva di una donna. Ed Elvis è solo un personaggio secondario»

La cineasta racconta il suo ultimo film, un lavoro impressionistico che racconta un femminile in continua evoluzione. Dal 27 marzo al cinema.
di Paola Casella

mercoledì 20 marzo 2024 - Incontri

Alla vigilia dell’uscita il 27 marzo di Priscilla, il film su alcuni anni fondamentali della vita di Priscilla Presley, e dopo la partecipazione in concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia (dove l’attrice che interpreta Priscilla, Cailee Spaeny, ha conquistato la Coppa Volpi per la sua interpretazione), la regista e sceneggiatrice Sofia Coppola racconta le sue scelte rispetto alla storia della donna che ha sposato Elvis Presley giovanissima, e ha poi trovato il coraggio di uscire dal cono d’ombra della superstar.

Non è la prima volta che Coppola racconta una giovane donna chiusa in un luogo di ricchezza e privilegio, che tuttavia è anche una prigione: è stato così in Marie Antoinette ma anche in Somewhere e nel corto La vita senza Zoe, che Sofia ha scritto e suo padre, Francis Ford Coppola, ha diretto. “Per la verità La vita senza Zoe era una storia voluta da papà per raccontare la mia esperienza di ragazzina nel periodo in cui abbiamo vissuto in un grande albergo newyorkese. Però effettivamente mi interessano le storie di donne confinate in luoghi privilegiati ma isolanti: credo che sia perché quei luoghi sono metafore dei limiti e delle restrizioni che subiscono le donne, soprattutto se artiste”.

Come sua madre Eleanor, documentarista vissuta all’ombra del marito. “Priscilla Presley faceva parte della generazione di mia madre, e mi è sempre stato a cuore raccontare l’esperienza femminile in tempi in cui ci si aspettava che le donne ricoprissero ruoli rigidamente codificati. E mi piace anche raccontare come i ruoli delle donne siano cambiati nel corso del tempo”, dice la regista.

Certo non dev’essere stato facile per la giovane Priscilla lasciarsi Graceland e la vita con Elvis alle spalle. “Mi sono sempre chiesta quanta forza deve avere richiesto all’epoca compiere quel passo”, concorda Sofia Coppola. “Per me rimane un mistero dove una donna così giovane abbia trovato quel coraggio: ha saputo dimostrare grande determinazione e volontà, ma del resto l’aveva già fatto quando, appena adolescente, aveva deciso di trasferirsi a Graceland. Ad un certo punto, nel corso della ricerca di una propria identità individuale a prescindere da Elvis, Priscilla ha incontrato persone che non appartenevano al mondo luccicante del marito e che erano finalmente interessate alle sue opinioni. Ma soprattutto come madre si è resa conto di non voler far crescere sua figlia Lisa Marie in un luogo improbabile come Las Vegas”.
 


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In foto i due protagonisti del film PriscillaJacob Elordi e Cailee Spaeny.

Il film è basato soprattutto sul memoir di Priscilla Presley “Elvis and Me”. “Ho voluto raccontare la storia esclusivamente attraverso il suo punto di vista, facendo di Elvis un personaggio secondario. Non sapevo nulla della vita privata della star, al di là del fatto che fosse umorale e avesse un grande genio creativo. Ma grazie al libro di Priscilla ho potuto apprendere che cosa succedeva dietro le porte chiuse di Graceland e scoprire un altro Elvis, visto dalla prospettiva di sua moglie”.

Sofia fa parte di una grande famiglia cinematografica, che comprende la madre Eleanor, il fratello Roman e la cugina Gia, oltre ovviamente al padre Francis. “Ho imparato molto da loro e sono cresciuta in un ambiente stimolante dal punto di vista creativo. E sono felice di aver trovato una forma artistica che mi ha permesso di esprimermi e di poter abbracciare la cultura cinematografica della mia famiglia”. Ma le sue ispirazioni sono state anche musicali: “Gli idoli rock con cui sono cresciuta erano Elvis Costello, Joe Strummer dei Clash e Susie and the Banshees. E li seguo ancora!” Tuttavia non le è stato concesso di utilizzare le canzoni di Elvis Presley nel suo film: “La Fondazione Presley è molto protettiva della sua immagine e non ne accetta versioni creative al di fuori di quella voluta dal cantante. Avevo sperato che la presenza di Priscilla potesse aiutarci, ma non è stato sufficiente”.

Coppola ci tiene a ribadire che Priscilla non è un biopic. “Da spettatrice mi hanno sempre incuriosito le storie delle celebrità, che ormai sono diventate quasi un genere cinematografico. Ma Priscilla è un lavoro impressionistico, un viaggio nella vita emotiva di una donna. E credo che lei sia in qualche modo sia collegata alle protagoniste degli altri miei film, nel tentativo di raccontare un femminile in continua evoluzione”.


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