Anno | 2023 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Luca Lucini |
Attori | Maya Sansa, Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Neri Marcorè . |
Uscita | giovedì 13 luglio 2023 |
Distribuzione | Adler Entertainment |
MYmonetro | Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 17 maggio 2023
Due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.
CONSIGLIATO NÌ
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Alla fine degli anni Settanta la famiglia Bottaccin si trasferisce dalla campagna a Treviso e la loro vita cambierà. Primo otterrà un posto da postino e con sua moglie Anna e il figlio Tiberio dovrà ambientarsi nel nuovo contesto urbano. Tiberio frequenterà ragioneria e, nel tempo libero, il corso di rugby organizzato da Don Marcello, mentre Anna conoscerà il proprietario di un cinema in fallimento che risolleva le sue sorti diventando un cinema porno. Quando Tiberio lo scoprirà inizierà il suo percorso di esplorazione sessuale, innamorandosi perdutamente, e con l'ingenuità propria della sua età, di una pornostar. Nel frattempo l'Italia è in pieno cambiamento a livello socio-economico, e in casa Bottaccin arriva la prima televisione a colori.
Il cambiamento radicale di vita di una famiglia è al centro del nuovo film di Luca Lucini, che mira a raccontare la perdita di innocenza di un Paese attraverso quella di un ragazzo, in quella fase cruciale di metamorfosi che è l'adolescenza, dopo la quale nulla è mai come prima.
La commedia si apre con una scena d'esame: il signor Bottaccin si appresta a prendere il suo diploma, decisamente aiutato da un professore di commissione. Segue un trasferimento dalla campagna alla città, per intraprendere il nuovo mestiere di postino. Siamo a Treviso alla fine degli anni '70, il posto fisso e il trasferimento in città diventano automaticamente sinonimi di vita nuova e più agiata. Si realizzerà solo la prima di queste speranze, il Paese in espansione è alle prese con una serie di trasformazioni, e così la vita della famiglia Bottacin. Quella di Primo, che attraverso l'incontro casuale con un travestito che gli insegna a giocare a scacchi avrà modo di aprire la mente e il cuore alla diversità. Nel frattempo sua moglie scoprirà la vita urbana, i sofficini e la prima televisione a colori, e suo figlio Tiberio dovrà affrontare i tumulti della pubertà e del primo amore. Il cast è credibile, Andrea Pennacchi interpreta il padre di famiglia che scopre la vita urbana e lavorativa al contempo, Maya Sansa una moglie presente e preoccupata, e Alvise Marascalchi il giovane Tiberio alle prese con le prime esperienze e i primi amori. Il personaggio più interessante se lo aggiudica Cristiano Caccamo che firma una delle sue performance più notevoli nei panni di un travestito che attende di potersi operare e nel frattempo insegna a Primo a giocare a scacchi e a superare le sue bigotte diffidenze. C'è anche Giuseppe Zeno, nei panni del proprietario di un cinema che per non fallire ripiega su una programmazione a luci rosse e questa sua scelta, economicamente vincente e malvista dai benpensanti che tuttavia affollano la sala, si rivela un punto di svolta nel il passaggio alla preadolescenza di Tiberio. Un ragazzo educato al cattolicesimo che frequenta il corso di rugby di Don Marcello e che, una volta entrato al cinema, resterà sedotto da una pornostar, per poi proseguire nell'esplorazione della propria sessualità attraverso riviste e filmati porno.
Purtroppo però, malgrado buone intenzioni e un cast di livello, il film stenta a decollare, seguendo dinamiche narrative molto basiche che rischiano da una parte di appiattire la storia, dall'altra di semplificare troppo alcune vicende, con soluzioni facili e sbrigative. I diversi filoni narrativi (il cambio di vita della famiglia, il rapporto di Primo con sua moglie e con il nuovo amico travestito, la pubertà di Tiberio e le sue prime esperienze, ma anche il fallimento del cinema tradizionale) risultano appena abbozzati, mancano di quell'approfondimento necessario affinché possano risultare davvero interessanti, e la regia di Lucini questa volta sembra di servizio, non convince né coinvolge mai fino in fondo, è lontana sia dall'ironia che dalla sostanza dei suoi film precedenti (su tutti, Amore, bugie e calcetto). Più vicino a un prodotto televisivo per famiglie che a un'opera con un respiro cinematografico, il film di Lucini vorrebbe trasmettere a chi guarda quella nostalgia che, come dice il giovane protagonista, riguarda le cose che non torneranno più e in questo, in parte, riesce nel suo intento.
Per conoscere la genesi della nuova fatica dietro la macchina da presa di Luca Lucini dal titolo Le mie ragazze di carta, presentata in anteprima mondiale alla 14esima edizione del Bif&st nella sezione "ItaliaFilmFest", bisogna riavvolgere le lancette e tornare a un ventennio fa, a quando il regista milanese muoveva i primi passi nel mondo della Settima Arte.