Titolo originale | Houria |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Mounia Meddour Gens |
Attori | Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Nadia Kaci, Amira Hilda Douaouda, Salim Kissari Marwan Zeghbib. |
Uscita | mercoledì 21 giugno 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,01 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 19 giugno 2023
Dopo aver subito un trauma, una giovane appassionata di danza classica incontra altre donne che hanno vissuto situazioni simili alla sua. Insieme troveranno un modo creativo per perseguire la loro passione. In Italia al Box Office Houria - La voce della libertà ha incassato 46,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Houria è una giovane donna in Algeria, un paese che assolve i suoi terroristi e avalla il maschilismo tossico. Ballerina radiosa di giorno, la notte scommette sui combattimenti clandestini di arieti per comprare un'automobile alla sua mamma. Alla vigilia del "Lago dei cigni", è aggredita da uno sconosciuto e si risveglia in ospedale, traumatizzata nello spirito e nel corpo. Non potrà più danzare, non potrà più parlare. Qualcosa si è spezzato in lei e adesso va riparato. Nell'impresa la aiuteranno la madre, la sua migliore amica e una comunità di donne indomite che guerre, attentati e violenze domestiche non hanno piegato. Con loro, Houria troverà un nuovo corpo e un nuovo senso, artistico ed esistenziale.
Mounia Meddour, autrice di Non conosci Papicha, si lancia nel suo secondo film con la stessa energia del suo debutto. Un impeto che confina sovente con la frenesia.
C'è posto per tutto in Houria, per le simmetrie della danza e il cozzare imbizzarrito dei montoni, per il pop (italiano) e per la voce lirica della Callas, per il trauma e la riparazione, per il sole e per la luna. Il cinema di Mounia Meddour corre da tutte le parti con la sua eroina, incosciente del pericolo e al di sopra delle peripezie che accumula la sceneggiatura. Un limite che non impedisce a Houria di andare al cuore del suo soggetto, (ancora una volta) la perdita della libertà. La libertà di danzare e di vivere la vita a proprio modo, in punta di piedi e a filo del mare.
Se l'Algeria di Non conosci Papicha era quella della guerra civile, che ha devastato il Paese negli anni Novanta, quella di Houria non è meno tragica e sospettosa verso una donna al volante e alla guida della sua vita. Il film è attraversato da un'idea di libertà che non si basa su discorsi articolati ma sullo slancio, la vitalità e la spontaneità della sua protagonista. Di nuovo Lyna Khoudri, giovane attrice impetuosa e sempre contro, che segna un punto importante per la diversità nel cinema francese. Stilista ieri (Non conosci Papicha), ballerina oggi, denuncia con la stessa luminosa insolenza l'oppressione del corpo femminile contro l'oscurantismo. Nel ripiegamento rigorista che travolge ampi settori della società civile, Houria è una sorta di coscienza illuminata, Lyna Khoudri il volto della sua generazione.
Come Cédric Klapisch (La vita è una danza), Mounia Meddour evoca la ricostruzione di una ballerina dopo un trauma. La natura del trauma, accidentale nel primo, cagionato nel secondo, detta il ritmo delle due opere e le conduce in direzioni diverse. Tuttavia La vita è una danza e Houria condividono un movimento ritmico dove l'immaginario dell'artista prende il sopravvento sulle considerazioni più accademiche e formali.
Le loro protagoniste sono due promesse della danza classica, disciplina verticale della perfezione, a cui aspirare e da cui 'fuggire' per inventare un linguaggio in cui improvvisazione e scrittura coreografica si intrecciano costantemente. La ricostruzione di Élise (La vita è una danza) passa per l'arte di Hofesh Shechter, coreografo israeliano installato a Londra da vent'anni, quella di Houria è esplicitamente improntata al linguaggio di Marie-Claude Pietragalla, étoile dell'Opéra Garnier che ha danzato tutti i grandi ruoli del repertorio classico prima di incontrare Julien Derouault e di sviluppare con lui una nuova grammatica.
Quella che serve a Houria per ricominciare, quella che sfoglia appassionata nel libro di Pietragalla ("Le Théâtre du Corps") per immaginare una danza che ripari il corpo e l'anima di tutte le donne che coltivano il desiderio ardente di sentirsi vive in Algeri. Vive nonostante un radicalismo che in Houria è meno flagrante ma non meno insidioso. L'aspirante stilista che ritagliava abiti da sogno dai hijabs, concepisce adesso uno spettacolo di oralità e movimento, come un'odissea interiore, un viaggio dove la narrazione in filigrana è quella di un dolore intimo e di una memoria collettiva. Sale sul terrazzo e a un livello altro di coscienza, Houria, per condurre verso porti sicuri la sua comunità e un film permeabile alla complessità politica algerina. Su quel terreno minato, la sua gioventù è una promessa di felicità, quella che cantano Albano e Romina assumendo il colore, per loro inconsueto, della resistenza.
Houria è una giovane ballerina che si allena ogni giorno ripetendo con rigore ossessivo ogni singolo passo di danza. Lavora come cameriera in un hotel e, di tanto in tanto, tenta la fortuna scommettendo nei combattimenti clandestini dei montoni. Una notte, alla vigilia del suo debutto nel Lago dei Cigni, viene aggredita da un uomo e si risveglia in ospedale paralizzata nelle gambe e incapace di parlare.
Al trauma si aggiungerà la frustrazione di non riuscire a ottenere giustizia contro il suo aggressore. Houria e la madre sporgeranno denuncia invano alla polizia locale, corrotta da una certa indulgenza nei confronti degli ex terroristi. Da quel momento nel suo percorso di riabilitazione incontrerà altre donne con diverse disabilità, che l’aiuteranno a restituire un senso alla sua vita.
Mounia Meddour al suo secondo film sceglie nuovamente come protagonista Lyna Khoudri, la stessa intensa attrice di Non conosci Papicha. La libertà è già scritta nel nome della protagonista e, il film è quasi interamente girato con la telecamera puntata sull’emotività espressiva delle attrici e, una scenografia di fondo abbagliata di luce solare.
Houria e la sua migliore amica Sonia interpretata da Amira Hilda Douaouda, studiano danza con passione e nel tempo libero sognano di emigrare in Spagna, dove Sonia vorrebbe costruire un futuro migliore. Il mondo di Houria cambia improvvisamente dalla notte dell’aggressione. Dalla scuola di danza guidata dalla madre Sabrina (Rachida Brakni), passa repentinamente al centro di riabilitazione, dove incontra altre donne che hanno subito violenti traumi: c’è chi ha perso i figli in un attentato terroristico durante la guerra civile e chi è disabile dalla nascita.
Durante la terapia di gruppo, lo sguardo della protagonista diventa circolare, il corpo, le mani e gli occhi, sono l’unico modo che ha di comunicare. In questo piccolo gineceo, Houria impara ad ascoltare emotivamente il corpo delle altre, Halima (Nadia Kaci) ha perso i figli e le parole e come lei, è chiusa nel suo mutismo selettivo che la spinge a rigettare ogni forma di esercizio. Così, per gioco, la danza diventa la chiave inaspettata di una rinascita corale, nella quale Houria scoprirà di poter ancora coltivare la sua passione attraverso l’insegnamento.
Mounia Meddour rivolge lo sguardo della sua cinepresa unicamente verso l’universo femminile del suo paese, ferito profondamente dalle rigide restrizioni imposte dai Jihadisti durante il cosiddetto “decennio nero”. La battaglia di Houria contro l’indifferenza della polizia verso la sua denuncia, è il retaggio di un periodo oscuro per l’Algeria che è ancora latente nella cultura e nelle istituzioni. Quando Sonia decide di imbarcarsi clandestinamente su un gommone per tentare la fuga dal Paese, Houria affoga nella solitudine e nella rassegnazione.
L’altrove immaginario che la regista consegna alle sue protagoniste è anche nelle canzoni datate di un pezzo di Mediterraneo da raggiungere a qualunque costo. "Felicità" di Albano e Romina si fonde con la voce ipnotica della "Casta Diva" di Maria Callas, in un dualismo tra pop e lirica a suo modo poetico.
Il corpo è al centro dell’intero film, le mani e la lingua per i sordomuti appresa dalla protagonista, diventano una coreografia permanente e cangiante nell’arco narrativo del personaggio. Come la moda è lo strumento per cambiare le regole di una società maschilista, nella storia della Nedjma di Non conosci Papicha, qui la danza mette le ali ai sogni e porta Houria a superare il dolore e le perdite, con la forza del riscatto e della creatività.
La danza come vita, orizzonte di speranza, espressione di libertà: così la racconta Mounia Meddour, regista algerina naturalizzata francese. Che al secondo lungometraggio dopo il folgorante esordio con «Non conosci Papicha» (2018), torna ad ambientare ad Algeri una vicenda di emancipazione femminile che entra in collisione con una cultura maschiocentrica alimentata dal terrorismo psicologico e con [...] Vai alla recensione »
Su una terrazza nordafricana affacciata sul Mediterraneo, una giovane ballerina dalle punte e dai piedi consumati danza sulle note di una musica che non possiamo sentire, ma arriva comunque alle nostre orecchie. È impossibile, infatti, non riconoscere in quei gesti ondulati delle braccia e in quegli sguardi perforanti la coreografia del Cigno protagonista del ben noto balletto russo.
A Cannes 72, nella sezione Un certain Regard, venne presentato il film della regista franco-algerina Mounia Meddour "Non conosci Papicha", ambientato in Algeria durante i difficili anni 90 e incentrato su una giovane che, animata dal sogno di diventare stilista, profittava delle ore serali per far conoscere le collezioni da lei stessa ideate. La protagonista era interpretata da Lyna Khoudri, cui la [...] Vai alla recensione »
Il professor Jones va in pensione, festicciola con orologio pacchiano regalato all'uscita dall'università al primo barbone, e via verso un ritiro non glorioso, ingrigito dalla morte in guerra del figlio e da un divorzio in arrivo. Ma se il professor Henry Jones è Indiana Jones siamo sicuri che l'avventura è in agguato, nonostante gli anni che passano e l'attenzione degli studenti sia più rivolta allo [...] Vai alla recensione »
Khoudri, Rachida Brakni, Nadia Kaci Un nome un destino. In questo caso, sarebbe meglio dire "una speranza". Houria in arabo vuol dire libertà, nome non tanto adatto a una ragazza che vive in Algeria e vuol fare la ballerina classica. La vediamo mentre prova "Il lago dei cigni". Era ballerina anche la madre, rimasta vedova quando Houria era piccola (al marito hanno sparato, non è stato un incidente). [...] Vai alla recensione »
In una dimensione femminile corale si delinea la storia di Houria, una promettente ballerina di danza classica che vive in Algeria, avviata verso una carriera da professionista. La giovane donna per racimolare i soldi e acquistare un'auto alla mamma, gioca alle scommesse sui combattimenti tra caproni (ironici e suggestivi i nomi dati ai "combattenti": Obama, Bin Laden e Trump), ma un giorno la sua [...] Vai alla recensione »
Houria prova Il lago dei cigni su un tetto da cui si sente il richiamo alla preghiera, prima d'incontrare altre ballerine e sfogarsi sulle note di Single ladies di Beyoncé. Già da questa sequenza iniziale, Mounia Meddour rende esplicita la sua volontà di mettere insieme elementi eterogenei e tutto risulta inevitabilmente frammentario. Proprio come le giornate di Houria tra le prove, il lavoro come [...] Vai alla recensione »
Tra le novità in sala si segnala "Houria", film algerino di Mounia Meddour.Protagonista è una ragazza, grande appassionata di danza classica, che vive un'esperienza traumatica, dalla quale esce con gravi menomazioni fisiche. La giovane, però, si rialza, nonostante le ferite, grazie anche ad altre donne, che hanno vissuto situazioni simili alla sua.Dalla regista di "Non conosci Papicha", un altro film [...] Vai alla recensione »
A vent'anni dalla fine della guerra civile in Algeria, al di là dell'estremismo islamico, permangono i contrasti e le contrapposizioni di genere e di classe, oltre che di intransigenza moralistica. Ma si stanno diffondendo più voci che testimoniano la rinascita culturale di parte del paese, soprattutto con la lotta per l'emancipazione delle donne. Molti ricorderanno "Non conosci Papicha", esordio [...] Vai alla recensione »
Algeri. Houria, giovane e talentuosa ballerina, subisce una violenta aggressione che le strappa, insieme al sogno di una carriera nella danza, la voce. Solo grazie al supporto di un gruppo di donne che hanno vissuto esperienze simili alla sua, potrà imparare a rimettersi in piedi e troverà, proprio nella danza, un nuovo modo di esprimersi, un silenzioso grido di libertà capace di sollevarsi con forza [...] Vai alla recensione »
Secondo film dell'algerina Mounia Meddour dopo Non conosci Papicha, César alla miglior opera prima, stessa attrice protagonista, Lyna Khoudri, ora sulla breccia (ha lavorato anche con Wes Anderson). Ferita da un terrorista prima di partecipare al Lago dei cigni una ballerina deve adattarsi a una nuova condizione e sperimentare diversi linguaggi espressivi con altre donne offese dalla società.
Houria, giovane danzatrice, sogna di entrare a far parte del balletto nazionale algerino. Ma una sera, dopo una grossa vincita ai combattimenti clandestini tra arieti, subisce un'aggressione che le lascia spezzata negli arti e nello spirito, facendole perdere anche (simbolicamente) l'uso della voce. Sarà con l'aiuto della madre e di un gruppo di donne in riabilitazione che la ragazza ritroverà la forza [...] Vai alla recensione »
Houria sogna di danzare ma finirà per fare scuola di danza. Ficcatasi nel giro delle scommesse clandestine sui combattimenti tra arieti (deplorevoli le scene) è picchiata da un ceffo che fa rima con terrorista e la rende inabile al ballo, facendole perdere perfino la voce. Capolavoro di sceneggiatura scontata, déjà vu e trama telefonata, con musiche sempre sconnesse dal testo.
Nell'Algeria di oggi due giovani donne, Houria e Sonia, lavorano come cameriere ma coltivano il sogno di vivere di danza, magari riuscendo ad attraversare il mare e a sbarcare in Europa. Nel frattempo, mentre si prepara a ballare Il lago dei cigni sperando di riuscire a conquistare l'interesse di un importante talent scout, Houria (che dà il titolo al film di Mounia Meddour) si aggira di notte sfidando [...] Vai alla recensione »
Scarpette bianche... macchiate di rosso. Galeotta fu la passione della lotta clandestina tra montoni per la giovanissima danzatrice Houria (la solita splendida Lyna Khoudri). Di giorno sulle tavole dei parquet a soffrire sulle punte dei piedi sanguinanti, di sera incappucciata a seguire quei poveri bestioni costretti ad incornarsi clandestinamente. Perché i sogni di gloria davanti al coreografo importante [...] Vai alla recensione »
Tramonto. Sole e mare aperto all'orizzonte. Una bella giovane ragazza danza in tutù bianco e scarpette con le cuffie sulle orecchie. È caparbia, concentrata, potente. Volteggia elegante e precisa, ogni gesto delle braccia ha una partenza e un arrivo, ogni movimento delle pupille è misurato, ogni spostamento di peso calibrato. Cade, si rialza, ricomincia con l'ostinazione assoluta di chi sa cosa desidera [...] Vai alla recensione »
Per chi non avesse avuto la possibilità di vedere Houria - La voce della libertà in occasione dei passaggi festivalieri alla 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma o alla 19ª del Biografilm di Bologna, l'uscita nelle sale nostrane a partire dal 21 giugno 2023 con I Wonder Pictures rappresenta una nuova e preziosa opportunità da non lasciarsi sfuggire per fare proprie le emozioni che il film di [...] Vai alla recensione »
Dopo il fortunato esordio sul "decennio nero" Non conosci Papicha (al Festival di Cannes 2019), Mounia Meddour racconta, sempre con l'attrice Lyna Khoudri (che nel frattempo Wes Anderson ha voluto in The French Dispatch), l'Algeria dark di oggi in questo musical tragico, presentato alla Festa del cinema di Roma 2022. Meddour chiede alla cinepresa asfissiante di Léo Lefèvre di seguire corpo, piedi e [...] Vai alla recensione »
Una giovane donna danza sul proprio terrazzo, sotto la luce del sole. È una ballerina di danza classica, visibilmente stanca, con i piedi che sanguinano a causa delle scarpette. Ma per lei, che vive in Algeria, dove i corpi delle donne sono un tabù, quello strumento di espressione è tutto: è il simbolo della sua libertà. "Houria - La voce della libertà", secondo lungometraggio della franco-algerina [...] Vai alla recensione »
Nella Algeri odierna, Houria ha una doppia vita: di giorno è una talentuosa ballerina che sta aspettando la sua grande occasione, quella di entrare nel Balletto Nazionale Algerino; un'occasione per cogliere la quale la giovane donna tenta di tutto, conducendo una vita di sacrifici e rinunce pur di farsi notare da un famoso coreografo. Di notte, invece, Houria frequenta l'ambiente delle scommesse clandestine [...] Vai alla recensione »
Houria è una giovane donna algerina che spera di diventare una ballerina classica professionista. Nell'attesa di raggiungere l'ambito traguardo, la mattina si guadagna da vivere facendo le pulizie negli alberghi, mentre la notte assiste a combattimenti tra poveri animali costretti a un feroce spettacolo. La promettente danzatrice scommette e vince parecchi soldi.
Il corpo di Houria, protagonista del nuovo film della regista algerina Mounia Meddour presentato alla Festa del Cinema di Roma, è un crocevia. L'occhio della macchina da presa che riprende le sue braccia, le sue gambe mentre danza sta percorrendo in realtà vie nelle quali si incontrano linguaggi, desideri e storie che trascendono la dimensione individuale.
Martha Graham, colei che nella prima metà del Novecento rivoluzionò la danza facendola evolvere a manifestazione artistica contemporanea, disse: "la danza è un canto del corpo, sia esso di gioia o di pena. E' il linguaggio nascosto dell'anima". Riflessioni passate che assumono uno straordinario valore attuale di sentenza e che nel film Houria di Mounia Meddour (distribuito in Italia da I Wonder Pictures) [...] Vai alla recensione »
"Houria" in arabo ha significato di "libertà", e anche di "donna indipendente", ed è nome femminile traslitterato in varie forme. Di libertà, di indipendenza delle donne, di scelte libere e coraggiose e talvolta pagate a duro prezzo, parla Houria, secondo lungometraggio di Mounia Meddour che aveva esordito nel 2019 con Non conosci Papicha, ovvero un film che, nelle parole della cineasta algerina, descriveva [...] Vai alla recensione »