Film intervista con finale a sorpresa che punta sull'amore come strategia preventiva verso ogni forma di violenza. Documentario, Italia2021. Durata 61 Minuti.
Un uomo condannato a morte viene riconosciuto innocente e rilasciato dopo 22 anni nel braccio della morte. Ora deve affrontare una nuova sfida: sopravvivere alla libertà. Espandi ▽
Mentre scorrono immagini subacquee, una voce maschile descrive l'orribile sensazione di sentirsi isolato, abbandonato dalla società, senza possibilità di riscatto. A seguire, chi parla, seguendo una lunga carrellata, svela alcuni sobborghi statunitensi e dettagli della propria biografia. Infine, a quella voce corrisponde il primo piano di un uomo coi capelli bianchi, visibilmente traumatizzato: è Curtis McCarty, che racconta sguardo in macchina la sua storia. Con precedenti di dipendenza, accusato senza prove dell'omicidio di una sua conoscente, avvenuto nel 1982, è stato fermato, sottoposto a violenza da parte della polizia, processato e nel 1985 condannato a ventidue anni da scontare nel penitenziario governativo dell'Oklahoma.
Diciannove li ha trascorsi nel braccio della morte ma nel 2007 è stato rilasciato, dopo essere stato scagionato dall'accusa che gli aveva procurato la condanna a morte, perché da un'indagine era emerso che il perito incaricato del suo caso aveva falsificato le prove. Eppure il tempo della detenzione e il carico di stress post traumatico non si possono cancellare e non lasciano indifferenti chi osserva.
Film intervista con finale a sorpresa, A Declaration of Love al contrario evidenzia il percorso di presa di consapevolezza indicato dal titolo: comprensione e non condanna, riabilitazione e non tortura, amore come strategia preventiva verso ogni forma di violenza. Il protagonista insiste molto sul tradimento vissuto rispetto ai fondamenti della legge che da cittadino statunitense si aspettava, un ambito che è invece non esente da razzismo e pregiudizio sociale. Recensione ❯
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Ricco di informazioni e ben montato, un ritratto non apologetico di un'artista che è stata poverissima e ricca. Documentario, Portogallo2022. Durata 94 Minuti.
Un ritratto di Cesária Évora, regina della musica di Capo Verde. Espandi ▽
L'arcipelago di Capo Verde e i suoi misteri sono entrati di prepotenza nel nostro immaginario grazie a due straordinari talenti: il cinema di Pedro Costa e la musica di Cesária Évora. Due magie arcane, che ci hanno introdotto a un singolare contrasto tra una tradizione antica e i lasciti del colonialismo portoghese. Scomparsa settantenne nel 2011, Évora è rimasta nel quasi anonimato per mezzo secolo, nota solo ai propri conterranei. Una dimostrazione ulteriore della miopia occidentale, spezzata solo dall'ostinazione di alcuni giornalisti francesi. Poi finalmente i riconoscimenti per la "diva dai piedi scalzi", tardivi ma doverosi, non sono mancati. Recensione ❯
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Le luci e le ombre, i successi e le difficoltà di tre donne che furono in epoche diverse First Ladies degli Stati Uniti. Biografico, Drammatico, Storico - USA2022.
Una serie dedicata alle mogli dei presidenti degli Stati Uniti d'America. Espandi ▽
È tra i progetti più ambiziosi e meno fortunati che siano mai stati realizzati. Prodotto e diretto dalla regista Susanne Bier, che anche in epoca pre-Time is Up già scriveva e dirigeva storie di donne cariche di spessore ed emotività, The First Lady mira a raccontare in tutta la sua complessità la figura della First Lady statunitense. Lo fa scegliendo tre figure rappresentative su tutte, di epoche diverse, e mettendole a confronto a distanza, alternando di continuo le vicende dell'una e delle altre all'interno dello stesso episodio. Il risultato è un vitale dialogo impossibile tra tre donne che, a modo loro, hanno fatto la storia. Le accomuna la determinazione a non farsi bastare il ruolo di moglie e a non voler vivere all'ombra dei propri ingombranti mariti. Ad interpretarle, tre attrici d'eccezione che fanno propri i loro personaggi e li rendono tridimensionali, riconoscibili e attuali. Recensione ❯
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Dupieux si conferma il re del nonsense scatenandosi questa volta in uno spassoso gioco contro il politicamente corretto. Commedia, Francia2022. Durata 80 Minuti.
Un gruppo di vigilantes parte per un ritiro di una settimana per ritrovare lo spirito di squadra. Espandi ▽
Fumer fait tousser non smentisce la fama del re del nonsense, calando lo spettatore in una parodia dei Power Rangers per poi portarlo per mano verso tutt’altro. La struttura tra Decameron e storia di fantasmi, con i racconti incrociati accomunati dal tema horrorifico, è forse un dispositivo usurato, ma è ormai noto che Dupieux badi a tutt’altro che al contenuto strictu sensu. Soprattutto nelle ultime opere, da Doppia pelle in avanti, è sempre più evidente come sotto l’allegoria demenziale si celi una critica feroce della società in cui viviamo. Là era il mondo narcisistico dei social network nel centro del mirino, qui le battute sul tabagismo divengono grimaldello per rivelare il politicamente corretto come il vero mostro da kaiju eiga con cui occorre confrontarsi. Nello spassoso gioco di raddoppio delle assurdità, che spesso si annullano per rivelare una scomoda verità, emerge un quadro malinconico e pessimista, in cui l’ipotetico viaggio indietro nel tempo della Tobacco Force suona come l’unica speranza di rimettere a posto le cose e costruire un futuro migliore. Tante risate nell’immediato, qualche amara riflessione sulla lunga distanza. Recensione ❯
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Il rifacimento della serie omonima (1999-2000) ambientata a New Orleans. Espandi ▽
Rivisitazione di una rivisitazione, la “nuova” serie Peacock riporta sugli schermi una delle serie che più hanno sconvolto il panorama audiovisivo nei primi anni 2000. Parliamo di Queer As Folk, serie televisiva nata nel 1999 dalle talentuose mani di Russell T Davies e poi subito esportata nell’omonimo e più fortunato adattamento americano (2000-2005) ad opera di Ron Cowen e Daniel Lipman. La nuova rivisitazione è affidata a Stephen Dunn, il quale reinterpreta le vite della comunità LGBT+, al centro di questo brand narrativo, alla luce di nuove, dolenti, forme di discriminazione. Una serie che, perciò, a differenza delle sue precedenti versioni appare assai più oscura e cruda nel mostrare le difficoltà dei suoi nuovi protagonisti. La serie Peacock è capace di muoversi tra le mille sfaccettature di cui il mondo LGBT+ (e non solo) è composto, in maniera organica e mai artefatta, mostrando soprattutto gli elementi di assoluta similarità al mondo etero-normato, e che perciò si scontrano con un'ostilità aliena nel momento in cui si dovrà fare i conti con la società circostante ancora omofobica – fino alle più aspre conseguenze che fungono da incipit alla storia. Recensione ❯
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Il ritratto di un maestro le cui sfide ci fanno volare verso mete prima ritenute impensabili. Documentario, Germania, Gran Bretagna2022. Durata 102 Minuti.
Un film che svela l'uomo dietro il mito per celebrarne la vita e l'opera in occasione degli ottant'anni appena compiuti. Espandi ▽
Il ritratto di un maestro del cinema la cui coerenza è rimasta intatta pur nella molteplicità delle scelte espressive. Werner Herzog sostanzialmente è incapace di sognare. Lo sa però fare ad occhi aperti, magari quando si trova a guidare l’auto per diverse ore. E lo sa fare benissimo consentendo a tutti coloro che amano il suo cinema di andare oltre il ‘fatto’ che accade sullo schermo per coglierne il senso in profondità. È questo il leit motiv di tutta la sua filmografia così come emerge da questo percorso volutamente e giustamente cronologico. Herzog si racconta con abbondanza di citazioni e con il desiderio esplicito di tornare a pensare al proprio cinema con una prospettiva si potrebbe dire ‘pacificata’. Se, come afferma Wim Wenders, il Werner giovane non aveva un carattere proprio facile essendo molto determinato e con convinzioni incrollabili quello di oggi guarda al passato non con distacco ma come se lo osservasse dall’alto. D’altronde dichiara di ritenere un’ingiustizia della Natura il fatto che gli esseri umani non abbiano le ali. Ma è il suo cinema che ci fa volare verso mete che ogni volta si spostano oltre il pensabile e si concretizzano ‘nonostante tutto’. Recensione ❯
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Una scrittrice va a visitare una libreria dove prendono vita una serie di incontri. Espandi ▽
Scrittori, attori, poeti e registi. In The Novelist’s film, il classico formato a incontri che anima il cinema di Hong Sangsoo sembra restituire più distanza del solito e più rancori malcelati. Hong smonta qualunque tensione con la solita bonaria autoironia che torna a riguardare il suo campo, quello del cinema, e regala l’ennesima puntata in una filmografia continuativa che non deluderà gli appassionati, anche grazie alla partnership-sfida tra le due protagoniste Lee Hyeyoung e Kim Minhee. Rispetto all’opera precedente Hong sembra tornare su sentieri più consueti, ma sotto la superficie scorre comunque una discussione su quanto possa essere nocivo il processo di creazione artistica, che porta alcuni all’esaurimento e lascia altri inermi nel perenne conflitto tra arte e intrattenimento. Recensione ❯
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Una donna comincia a stravolgere la propria vita quando scopre la doppia vita che conduce il marito. Espandi ▽
Un thriller psicologico che affonda con gusto nel cliché melodrammatico e sembra prendersi sul serio anche mentre si espone al rischio della farsa. Un film stavolta a colori, ma che guarda ancor più al passato. Civeyrac gioca di maniera, a tendere verso il classico, specialmente tramite la sempre più ingombrante colonna sonora. Ma il suo - grande intenditore musicale - è un riff sulla contemporaneità, quella della donna del titolo, che in preda alla gelosia reagisce in modo inaspettato e produce una seconda parte di film che lascia esterrefatti. L’arco finale diventa un labirinto di specchi tra uomini e donne, tra colpevoli e vendicatori, che si risolve nel modo più catarticamente diretto, in un film che di diretto non ha nulla e che nel suo coraggio decisamente sui generis trova una rara essenza cinematografica. Recensione ❯
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Un appassionante coming of age ricco di colpi di scena tra intrighi di corte, scandali e manovre politiche, con una grande protagonista. Drammatico, 2022.
L'affascinante e mai narrata storia dei primi anni di vita della regina più iconica d'Inghilterra: Elizabeth Tudor. Espandi ▽
Elizabeth viene svegliata nel cuore della notte: suo padre è morto. Inizia la scalata al potere tra i fratelli: mentre il piccolo Edoardo VII sale al trono, Elizabeth e sua sorella Mary si troveranno a rivaleggiare a distanza, fino all'esito che conosciamo.
Ogni puntata restituisce sullo schermo la fitta concatenazione di trame, malefatte, intrighi di corte e di letto, scandali, manovre politiche e psicologiche, brame di potere di astuti consiglieri e sanguinarie congiure tra fratelli.
Attende invano chi si aspetta di vedere il biopic della regina Elisabetta I e la sua ascesa al trono: l'incoronazione non arriva neanche all'ultima agognata puntata - l'ottava - a sottolineare come la volontà specifica di questo affresco storico convincente e maestoso (sin dai costumi, firmati Bartholomew Cariss) sia raccontare il cammino emotivo e psicologico percorso dalla futura regnante. Recensione ❯
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Un documento straordinario, solenne e incandescente che offre la formidabile occasione di stare nella Storia. Documentario, Paesi Bassi, Ucraina2022. Durata 106 Minuti.
Il processo del 1946 per atrocità dei nazisti sul popolo ucraino, rieditato. Espandi ▽
Il regista ha fortuitamente trovato, conservata in pellicola negli archivi statali russo e ucraino, l’istruttoria del processo di Kiev sui crimini di guerra. Ne ha restaurato immagine e suono, ridando forma, a un documento al tempo stesso solenne e incandescente, paragonabile per importanza storica alle registrazioni del processo al nazista Eichmann.
Col consueto metodo già applicato ai suoi film di montaggio di materiali originali preesistenti, Loznitsa non sovrappone voce narrante alle immagini, né alcun tipo di colonna sonora aggiunta.L’interpretazione dell’immagine, del tono delle voci, dei silenzi, del linguaggio dei corpi e soprattutto del lessico di vinti e vincitori e del potere che giudica, spetta a – è una responsabilità di – chi guarda. Un film che conferma la volontà di un autore rigoroso di offrire allo spettatore la formidabile occasione di stare nella Storia. Recensione ❯
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Una donna parte per un viaggio in Norvegia per comprendere meglio la profondità dell'amore che prova per un uomo. Espandi ▽
Da qualche tempo tra Hélène e Mathieu le cose non funzionano. Il male che divora Hélène ha intossicato la loro relazione. Lei vorrebbe solo andar via, lui vorrebbe tanto che lei restasse. Affetta da un male incurabile, che le impedisce progressivamente di respirare, Hélène parte per la Norvegia in cerca di pace e di una conclusione degna della vita che ha vissuto. Mathieu non approva ma cede alla sua ultima volontà.
La regista Emily Atef mette insieme con maestria un film solare e tragico al contempo, che riesci a porre con delicatezza delle domande esistenziali che toccano la vita di ognuno. I due attori protagonisti, Vicky Krieps e Gaspard Ulliel, incarnano perfettamente il dolore che accompagna le scelte più difficili e la relativa accettazione.
La tragica e recente scomparsa di Ulliel lascia al film un gusto involontariamente simbolico e congeda il più viscontiamo degli attori francesi. Recensione ❯
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Coen intraprende un viaggio attraverso tutta la complessità di un Dio del rock durante il quale svettano esibizioni che lasciano a bocca aperta. Documentario, USA2022. Durata 73 Minuti.
Vita, canzoni, esibizioni e contraddizioni di Jerry Lee Lewis, re del rock protagonista del primo film in solitaria di Ethan Coen. Espandi ▽
Al primo lavoro da “solista”, Ethan Coen rende omaggio a un mostro sacro del rock mettendo in mostra il lato oscuro di un artista nevrotico e fuori controllo, capace di convogliare la sua inquietudine sui tasti di un pianoforte. Nel suo montaggio serrato di appena un’ora e dieci minuti, il regista insiste sulla ripetitività dei riff delle canzoni di Jerry Lee Lewis, sulla fisicità scattante e isterica dello showman, sulla naturalezza di un sound che esce dalle dita del suo autore, così come dal suo cuore, e pare sfogare un’ansia e un’inquietudine senza nome. Molti momenti mostrati dal film hanno qualcosa di impressionante: un duetto in tv con Tom Jones; i filmati televisivi anni ’60, con il pubblico sudato e affannato che circonda e quasi travolge Jerry Lee Lewis. Sul palco circondato dai suoi musicisti, seduto di tre-quarti al pianoforte, mentre canta guardando il pubblico come un pazzo scatenato Jerry Lee Lewis svetta come un Dio del rock, alla pari di Chuck Berry, di Elvis e di tutti gli altri mostri sacri ai quali è sopravvissuto. Oltre c’è un mondo di oscurità e violenza, che tocca proprio al rock rendere solo una possibilità, o al massimo un ricordo. Recensione ❯
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Un film breve di finzione, che inizia un percorso di indagine sulla generazione nata nel 2000. Espandi ▽
Bianca festeggia i suoi 22 anni il 28 febbraio 2022, in un piccolo appartamento della periferia di Mosca dove vive con la madre. Bianca è Electa per il
mondo digitale, un alter ego ispirato alla protagonista della Sagra di Primavera di Igor Stravinskij. Electa è conosciuta sui social network per le sue toccanti
performance di danza e la sua ossessione per il bianco.
Bianca è nata a Norilsk, in Siberia, una delle città più inquinate del mondo e fa parte di un gruppo di ragazzi, provenienti da tutto il mondo, che si riunisce
online intorno a Radio Esperanza Libre, un canale di podcast fondato da Anita Lopez, giovane speaker ambientalista di Río Gallegos (Argentina). Radio
Esperanza Libre è ispirata ad una radio che è stata disattivata ma che una volta trasmetteva dall'Antartide argentina, da Base Esperanza. Anita ed Electa si
sono incontrate casualmente sull'Internet perché, oltre ad essere accomunate dall'impegno ambientalista, hanno in comune una data di nascita curiosa: il 29
febbraio.
Nella vita reale Bianca è profondamente insicura, non è abituata al contatto con gli altri e fatica a relazionarsi verbalmente anche con la madre. Bianca è
chiusa nell'impeccabile gabbia esibizionistica di Electa; quando il mondo intorno a lei sembra sgretolarsi, non solo a causa del cambiamento climatico, la rete
di connessioni virtuali di Electa diventa l'unica via di fuga possibile per Bianca, l'unica reazione per riscattare la propria voglia di vivere. Il podcast registrato
con Anita lunedì 28 febbraio 2022, a soli quattro giorni dall'invasione russa in Ucraina, costituisce per Electa l'occasione di lanciare un grido di aiuto. A partire
da lì, connessioni apparentemente labili e casuali dimostrano la capacità di cancellare le distanze e aprire inaspettate vie di fuga e speranza. Recensione ❯
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Il jazz immortalato come scelta esistenziale in un'opera che è soprattutto un'esperienza che unisce tutti indistintamente. Documentario, Danimarca2022. Durata 90 Minuti.
Un documentario musicale che ritrae la musica jazz a partire dai suoi stessi protagonisti. Espandi ▽
Il lungo arco temporale di Music for Black Pigeons attiva un “effetto Boyhood” sui protagonisti della storia: vediamo invecchiare sotto i nostri occhi i musicisti, mentre muta il loro modo di relazionarsi con un mondo sempre più sfuggente e ostile (in tralice fa capolino anche la pandemia del 2020). Ma a salvare loro e noi rimane la musica e il suo mistero, impossibile da svelare o da ricondurre a un concetto universale, come confermano le variegate testimonianze rilasciate dai jazzisti di fronte alla macchina da presa. Un’esperienza spirituale, dice qualcuno, o la possibilità di avvicinarsi a maestri del passato, aggiunge qualcun altro, magari suonando con chi ha avuto l’onore di condividere un palcoscenico con quei guru. Ma Music for Black Pigeons è soprattutto un’esperienza che unisce e accomuna persone di nazionalità, età e idiomi differenti, ugualmente rapiti dal jazz. Recensione ❯
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Ali Wong interpreta Erin da adulta, quella che diventerà una volta cresciuta la 12enne Erin Tieng. Espandi ▽
All'alba dopo la notte di Halloween del 1988, quattro ragazze escono di casa in bicicletta per il loro giro di consegna dei quotidiani nel sobborgo di Cleveland. Quando il cielo prende improvvisamente un colorito violaceo, le ragazze si ritrovano in mezzo a una sorta di guerriglia tra due fazioni dotate di strane tecnologie, e non sarà che l'inizio di una cavalcata tra viaggi temporali. Liberissimo adattamento dell'omonimo fumetto di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang, Paper Girls è anche la risposta più femminile e adulta a Stranger Things, con meno fantasy e più sci-fi. Gli otto episodi della prima stagione riprendono la vicenda della serie a fumetti e le sue protagoniste, ma introducono molte varianti, anche perché il fumetto era scatenato nel buttare su carta mostri giganti, robot enormi, dinosauri, navi volanti e chi più ne ha più ne metta. Paper Girls – per ora per lo meno – non ha il budget per affrontare una simile sfida ma rimane sempre fedele al cuore della storia originale, che racconta di una guerra temporale ma soprattutto di uno scontro intergenerazionale tra vecchi conservatori e giovani smaniosi di cambiare le cose, i primi detentori del potere e i secondi disposti a rischiare tutto per i propri ideali. Recensione ❯
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