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Butterfly Vision, un film importante per cercare di svelare l'identità del conflitto in Ucraina

Un'opera ormai fuori dal tempo che, non senza ambiguità, si concentra su una donna soldato tornata alla vita dopo una guerra fatta di prigionie e torture. Presentato in Un Certain Regard. 
di Roberto Manassero

giovedì 26 maggio 2022 - Cannes Film Festival

L’opera prima del giovane regista ucraino Maksym Nakonechnyi dimostra, se ce n’era ancora bisogno, quanto la guerra in Ucraina, per molti cominciata lo scorso 24 febbraio, in realtà va avanti da così tanto tempo da essere entrata nella quotidianità, nelle abitudini, nei corpi e nei pensieri di chi la vive dall’interno. In Butterfly Vision si parla di veterani, si discute a tavola delle operazioni militari, dei fronti di guerra; si vive lontani dal conflitto in una normalità sospesa sulla certezza e sull’inevitabilità del conflitto.

Come molti lavori realizzati negli ultimi anni, il film, girato lo scorso autunno, è inevitabilmente fuori dal tempo, superato dall’invasione russa e dallo scoppio di una guerra estensiva. Il film svela in realtà quanto il conflitto sia soprattutto una questione d’identità, di scontro fratricida (cosa mai del tutto sottolineata qui in Italia), ma è indubbio quanto per il regista la presenza di un nemico da combattere e odiare faccia passare in secondo piano l’impresentabilità dei propri compagni. Rimane un film comunque importante, nonostante le ambiguità da cui è attraversato.

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