Anno | 2021 |
Genere | Biografico, Drammatico, Storico |
Produzione | Francia, Paesi Bassi |
Regia di | Paul Verhoeven (II) |
Attori | Virginie Efira, Charlotte Rampling, Lambert Wilson, Olivier Rabourdin, Daphne Patakia Clotilde Courau, Louise Chevillotte, Hervé Pierre. |
Tag | Da vedere 2021 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,41 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 maggio 2021
La vicenda di Benedetta Carlini, una mistica e suora cattolica italiana, vissuta all'epoca della Controriforma. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, Il film è stato premiato a National Board, 2 candidature a Lumiere Awards, Al Box Office Usa Benedetta ha incassato 145 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Benedetta Carlini ha nove anni e una Madonna per bambola. Un intervento divino l'ha salvata alla nascita e promessa alla Vergine Maria. Entrata bambina nel convento di Pescia, che diventa il suo grande terreno di gioco, cresce in bellezza e 'santità'. Perché Benedetta ha straordinarie qualità affabulatorie. Le sue visioni, i suoi sogni e le stigmate le valgono il biasimo della badessa e il sostegno popolare. Tra miracoli e comete, Benedetta 'fa la volontà' di una figlia che salva dalle grinfie del padre predatore. 'Sorella' intraprendente, Bartolomea alza la posta e la introduce al piacere. Intanto gli ecclesiastici locali provano a trarre profitto da questa mistica esaltata, perché se lo scandalo minaccia l'ordine prestabilito, sovente serve gli interessi della chiesa. Da copione, il Nunzio di turno deciderà di farne un falò. Ma le strade del signore, si sa, sono infinite.
Nei film di Paul Verhoeven c'è sempre un momento di un'audacia stupefacente, impensabile per un altro regista. Benedetta è Verhoeven allo stato puro.
Adattamento di "Atti impuri. Vita di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento", Benedetta è la nuova e mistica provocazione di un autore che attendiamo sempre come un messia. Perché nessuno lavora il visibile come lui, nessuno si prende il piacere di fare cinema nudo come lui, nessuno attiva il femminile come lui. Antesignana di Catherine Tramell (Basic Instinct), Rachel Stein (Black Book) e Michèle Leblanc (Elle), suor Benedetta 'surfa' sulla follia della sua epoca, già epidemica (la peste sta falciando Firenze), donando filo da torcere ai suoi inquisitori con esplosioni di piacere e blasfemia. Per le ragioni sommariamente riassunte dal titolo italiano del libro di Judith C. Brown, suor Benedetta fu oggetto di una sorveglianza costante. Sul piano della fede, le stigmate e le visioni della religiosa condussero le autorità del tempo a investigare dettagliatamente al fine di decidere l'opportunità della sua canonizzazione, sul piano personale stabilirono che Benedetta Carlini avesse una relazione sessuale regolare con un'altra sorella, Bartolomea. Verhoeven mette mano alla ricerca storiografica della Brown facendone qualcosa di enorme, che lascia (grandi) questioni in sospeso: Benedetta era una mitomane manipolatrice o una profetessa? Era una santa in contatto soprannaturale con Cristo oppure una lesbica in rapporto carnale con Bartolomea? Allergico a qualsiasi forma di manicheismo, Paul Verhoeven è esattamente dove lo aspettavamo, nelle zone d'ombra del desiderio e della fede.
E le ombre nei suoi film stimolano sempre la carne. L'oscenità provoca l'invisibilità perché mostrare è il principio stesso del cinema per un autore selvaggio e brutale, che definire morale o immorale non è sufficiente. E anche un po' vano. Benedetta non fa sconti a religiosi e bigotti, si prende grassamente gioco delle ipocrisie di un'istituzione che santifica o manda al rogo secondo i suoi umori e i suoi interessi politici, tuttavia non è lì l'essenziale ma nel desiderio di Verhoeven di fare quello che ha sempre fatto tanto bene. Vomitando, letteralmente, sublime e grottesco, incide la superfice con la complicità della sua eroina, maga, strega e sempre custode e padrona della finzione. In quel teatro della crudeltà che fu la Storia, le donne di Verhoeven, nessuna esclusa, si mettono in scena 'vestite' di un'indistinguibile miscela di sincerità e simulazione. Abitata da un misticismo furioso e letteralmente innamorata di Cristo, Benedetta non si accontenta di immaginarsi vivere un idillio carnale con degli avatar virili di Gesù nei suoi sogni più torridi ma piega la fede alla sua volontà e ai suoi desideri con Bartolomea, un giovane donna di estrazione modesta per cui prova un'attrazione irresistibile.
Alla maniera di Showgirls o di Black Book, Verhoeven conferma la spettacolarità del femminile declinato in tutti gli stati della carne: orgasmi, stigmate, secrezione, autoflagellazioni, defecazione, torture ginecologiche, necrosi, gravidanze. Insomma, estasi e tormento di un corpo femminile sempre sospettato di simulare e sempre 'costretto' a confessare la verità, con l'esorcismo o con strumenti che infliggono terribili sofferenze. Come la Rachel di Black Book, ebrea in un mondo di nazisti, Benedetta per sopravvivere deve farsi attrice potente, una 'superfemmina' che guarda gli uomini guardarla alla maniera di Sharon Stone. Poco importa sapere, come per la sua Catherine Tramell, se Benedetta è colpevole o no.
A interessarci davvero è quello che accade nel segreto della cella, una quinta nascosta agli occhi degli inquisitori di dio ma non a quelli di un'altra donna (la badessa destituita di Charlotte Rampling), dove Benedetta smette finalmente di fingere. Sotto la veste immacolata e le dita abili di Bartolomea, rivelerà al mondo la sua verità (e il piacere femminile). Nel 'rinascimento' mostruoso degli uomini, questa volta è Virginie Efira che osa il 'pensiero stupendo' e infernale. Santa e strega insieme, prende su di sé tutti i mali del mondo e si produce e riproduce nella commedia umana. Perché il suo doppio possa bruciare sul rogo e lei godere sulla terra (di Toscana). Amen.
Sognato per anni, Paul Verhoeven si presenta con questo Benedetta, film tanto entusiasmante quanto potente e moderno. Tutto costruito sul principio della sospensione dell'incredulità - i miracoli e le visioni vengono da Dio o sono il frutto di una messa in scena (del cinema)? - cui è opposta la santità della carne e delle sue pulsioni. Verhoeven gioca a tutto campo, l'ironia non è rivolta mai al Mistero [...] Vai alla recensione »
"Ogni novità è pericolosa, ogni singolarità è sospetta": questo slogan, citato in Immodest acts, il libro della storica statunitense Judith C. Brown che ha ispirato il film di Paul Verhoeven, apre il rapporto degli inviati del nunzio fiorentino al convento di Pescia, nella Toscana della Controriforma. Nel convento, suor Benedetta Carlini darà del filo da torcere agli inquisitori, sputando sublime [...] Vai alla recensione »
La maschera e la carne, immagine sacraprofana di una santità che veste il corpo esattamente come la sensualità. Ecco la Benedetta di Paul Verhoeven: finalmente, dopo un anno d'attesa, in Concorso a Cannes 74. È un'icona sospesa tra mistica e mistificazione, tra falso e realtà, perfettamente coerente con la poetica di un autore per il quale da sempre la verità è la prova più pregnante della menzogna, [...] Vai alla recensione »
Benedetta Carlini è personaggio non troppo conosciuto ma è destinato a guadagnare notorietà da ieri sera quando il Festival di Cannes ha battezzato Benedetta, il nuovo film di Paul Verhoeven che, a 83 anni da compiere il giorno dopo il riavvolgimento del red carpet, ha dedicato proprio a lei. Una donna scomoda. Una suora particolarmente sensibile agli appetiti sessuali e dalle inclinazioni omosessuali. Vis [...] Vai alla recensione »
Come spesso accade al festival di Cannes, il film di apertura dà il «la» a tutta la programmazione. Carax con Annette, ha cantato il mondo dello spettacolo. Verhoeven con Benedetta lo ha celebrato innalzandolo come un' estasi di gioia sensuale. La storia ispirata alla vita vera di una monaca benedettina vissuta nell' Italia medievale e accusata di atti «bestiali» (ovvero omossessuali) diventa nella [...] Vai alla recensione »
In concorso "Benedetta", il nuovo film del regista di "Basic Instinct" di Emiliano Morreale CANNES - Era annunciato come l' immancabile film-scandalo del festival e in effetti, per chi si accontenta, può andare. Sesso e religione, violenze assortite, una statuetta della Madonna trasformata in dildo. Alla base c' è la vera storia di Benedetta Carlini, badessa di Pescia dal 1591, visionaria mistica processata [...] Vai alla recensione »
Paul Verhoeven torna a dare scandalo: cinque anni dopo «Elle», il regista olandese ha presentato sulla Croisette «Benedetta», un'altra pellicola controversa che non ha lasciato indifferenti critica e pubblico del Festival di Cannes. Il film è ispirato a una storia vera, quella della mistica Benedetta Carlini, raccontata da Judith Brown in «Atti impuri» del 1986: la giovane Benedetta, figlia di una [...] Vai alla recensione »
Proviamo a immaginare un dildo ricavato da una piccola scultura lignea della Vergine Maria. Ma anche una grande statua della Madonna che cade sopra una bimba adagiando la mammella scoperta nella bocca dell'innocente sottostante. E ancora una giovane madre superiora mitomane che si dice incaricata da Cristo in persona di salvare il mondo. Fino, ça va sans dire, a una passione lesbica sado-masochista [...] Vai alla recensione »
Trash, porno-soft, iconoclasta, blasfemo: "Benedetta" di Paul Verhoeven sembra fatto per irritare svariate categorie di spettatori, non per forza bigotti. Dal libro "Immodest Acts"di Judith C. Brown, sottotitolo "La vita di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento", lo scandalo annunciato di questo Festival altro non è che un lussuoso B-movie lesbo-chic-conventuale che fa sorridere, e ridere, [...] Vai alla recensione »
Alla fine del XV secolo, un fanciulla devota alla Madonna entra nel convento di Pescia, ma l'arrivo di una pecoraia scatena una passione erotica, che porta sconquasso e rovina, mentre la peste incalza. La vita di Benedetta Carlini, mai diventata santa, dà lo spunto a Verhoeven per raccontare un mondo sostanzialmente corrotto (la Madre superiora - Charlotte Rampling - più attenta alle finanze che alle [...] Vai alla recensione »
L'inizio è con i titoli di testa, che appaiono su sfondo nero con font comune, oro e bianco, ed è strano perché oggi non ci sono film con titoli di testa come questi, così scontati, così "vecchi", e già capisci che Benedetta appartiene a un'altra epoca, a un mondo che sembra non competere a questo, di mondo, ma non perché ambientato a Pescia nel Seicento, no no, perché invece è un film inadeguato, [...] Vai alla recensione »
Benedetta Carlini compie il suo primo "miracolo", o per meglio dire testimonia la sua vicinanza a Dio quando ancora bimbetta riesce a sventare il furto di una preziosa collana della madre da parte di una banda di briganti facendo defecare un uccellino sul viso di uno dei criminali. Il confine tra divino e goliardico, tra lettura di fatti casuali e dichiarazione di fede è labile fin dalla primissima [...] Vai alla recensione »
Una vecchia teoria in psicologia parla dell'orgasmo in chiave di sinestesia associabile a una forma di trance, ovvero uno stato di alterazione in cui subentra una diversa personalità. Teoria che si basa sulle esperienze di una ex-suora che sosteneva di provare durante i rapporti sessuali emozioni simili alle estasi mistiche e ascetiche della vita di convento.
Scritto - con David Birke, dopo che l'abituale Gerard Soeteman ha mollato per divergenze creative, ossia "troppa sessualità" - e diretto da Paul Verhoeven, Benedetta si appoggia al saggio di Judith C. Brown Atti impuri - Vita di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento per raccontare Benedetta Carlini (Virginie Efra), una suora del XVII secolo controriformista che dopo essere entrata in convento [...] Vai alla recensione »