Titolo internazionale | Drift Away |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Regia di | Xavier Beauvois |
Attori | Jérémie Renier, Iris Bry, Victor Belmondo, Marie-Julie Maille, Madeleine Beauvois Olivier Pequery. |
MYmonetro | 2,75 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 febbraio 2021
Un uomo entra in crisi quando il suo ruolo di agente di polizia lo mette a un bivio.
CONSIGLIATO SÌ
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Le scogliere della Normandia fanno da scudo alla tranquilla vita di provincia di Laurent, un gendarme che vive a dieci metri dalla caserma e che è ben dedito al suo lavoro. Le responsabilità non mancano, pur se in un contesto non metropolitano: il suicidio di un turista parigino, un delicato caso di molestie su minori, e un allevatore locale che si sente oppresso da severe norme europee. Nulla turba però i suoi progetti di vita, che vanno dai lavori casalinghi a una proposta di matrimonio alla compagna Marie, con la quale si prende cura della figlia Poulette. Ma la routine è destinata a interrompersi bruscamente, gettando all'aria tutti i piani di Laurent.
Acuto osservatore della condizione umana, Xavier Beauvois torna a raccontare le difficoltà striscianti della società francese contemporanea in un dramma che attira lo spettatore in uno squisito teatrino di normalità per poi far detonare la vita di un uomo colpevole del suo stesso impegno.
Erano vent'anni, dai tempi di Selon Matthieu, che Beauvois non ambientava un film in Normandia, dove lui stesso vive in una fattoria. Per il suo ritorno sceglie i paesaggi celebri e pittoreschi di Étretat, simbolo di quella bellezza nordica desueta e forse un po' monotona, con le scogliere a picco che si affacciano sulla Manica. Perfetta per lo studio caratteriale - che diventa parabola tragica - di Laurent, che nella bella interpretazione del sempre affidabile Jérémie Renier rende ambiguo il confine tra passione e nevrosi, tra la natura di brav'uomo e capofamiglia e un eccesso di controllo, tanto sulla scelta dell'abito per il matrimonio della compagna quanto sul benessere dei suoi concittadini. La mano esperta del regista si vede tutta nella prima parte, che invece di annodare la trama attorno a un evento principale ne lascia scorrere diversi in contemporanea, delineando con superba precisione l'universo privato e professionale di Laurent. Il classico caso che viene a turbare la quiete del villaggio di provincia sembra non esserci, o meglio, potrebbe essere ognuna delle vicende tra le quali Laurent si districa con ammirevole dedizione. Proprio come nella vita vera, quella francese di cui il regista di Uomini di Dio coglie le correnti politiche e sociali più scottanti: i problemi strutturali dell'industria dell'agricoltura, il malcontento della provincia che si ribella, la violenza delle forze di polizia.
Rumori e inquietudini che restano sullo sfondo, ma che al tempo stesso posizionano Albatros come opera raffinata, dalla struttura narrativa inusuale e dall'autentico senso del territorio. Anche solo come dissezione del mondo delle forze dell'ordine, sarebbe abbastanza per iscriverlo in una ricca tradizione recente del cinema d'indagine francese, da Polisse a Les misérables, dal non dissimile Roubaix, une lumière al fondamentale documentario Un pays qui se tient sage. Come scoprirà lo stesso Laurent, le cose belle rischiano però di non durare, e una volta scoperte le sue carte Beauvois si lascia prendere la mano - non per la prima volta in carriera - in un finale laborioso che eccede nella rappresentazione del senso di colpa e della miseria individuale, oltre che nello spingere sulla simbologia dell'albatros che dà al film il titolo originale. Un ultimo atto che se non altro ridicolizza per bene certi ideali di privilegio maschile, e francese in particolare, anche se chissà quanto consapevolmente. Prima della tempesta, nell'esplorare il lato più inquietante della quiete, Albatros rimane comunque un encomiabile ritratto umano, in cui il talento d'osservazione del regista e il senso personale per il vissuto del luogo ben si combinano per gettare uno sguardo oltre la scogliera.
Una cittadina della Normandia, stretta tra il mare e la campagna. Paesaggio mozzafiato, cui fa da contraltare una quotidianità tranquilla seppur segnata dai crimini grandi e piccoli che compongono la vita di oggi. Ed è all'apparenza tranquillo anche il protagonista, Laurent, sergente della Gendarmeria, un poliziotto che ama il suo lavoro, che non ha mai usato la pistola d'ordinanza, che guida con sicurezza [...] Vai alla recensione »
Beauvois torna al Nord e alla sua Normandia, a documentare il quotidiano della gendarmerie di Étretat, località dominata dalle suggestive falesie che, sotto la nomea di cartolina, si rivelano luogo tragicamente prediletto per uomini spinti al suicidio dalle contingenze. Fra contadini messi alle strette da norme proibitive e ordinari drammi familiari, il petit lieutenant Jérémie Renier si industria [...] Vai alla recensione »
Laurent, un poliziotto di stanza a Étretat, uccide involontariamente una persona che sta per suicidarsi, nel tentativo di salvarla. Da pochi giorni aveva chiesto alla sua compagna di sposarlo, mentre il clima nella cittadina è aspro per i problemi di lavoro e inquietudini sociali. In preda al dramma morale, abbandona polizia e famiglia e si avventura in mare.
Laurent (Jérémie Renier), Marie (Marie-Julie Maille) sono uniti dalla loro deliziosa, piccola Poulette (Madeleine Beauvois); sono una famiglia giovane e bella, insomma perfetta, alla quale manca solo la legalità del matrimonio. Ma Marie sta già cercando l'abito: dovrà essere bianco. Il suo Laurent, anche se da dieci anni ormai vivono insieme, vuole un matrimonio romantico e tradizionale.
Promette risvolti assai inquietanti l'immagine di un suicida che si è appena lanciato da una scogliera mentre una coppia di sposini è intenta a farsi scattare delle foto immediatamente dopo il matrimonio. Promette risvolti inquietanti soprattutto perché, appena pochi minuti prima, Laurent - protagonista del lungometraggio Albatros, ultima fatica del cineasta francese Xavier Beauvois, presentata in [...] Vai alla recensione »
Girano molte leggende su Étretat, in Normandia. È una piccola località sul mare, con scogliere bellissime. Si dice che in una delle grotte sommerse addirittura Arsenio Lupin nascondesse i suoi tesori. Chissà se ci ha pensato il regista Xavier Beauvois quando ha deciso di ambientare Albatros (Drift Away), in concorso alla Berlinale 2021, proprio lungo quelle coste.
Xavier Beauvois (1967) esordisce in concorso alla Berlinale con un film tutto sommato di qualità intitolato Albatros , mentre il titolo internazionale suona Drift Away , come dire "alla deriva". La deriva è quella che prende la tranquilla esistenza del protagonista Laurent, interpretato dallo straordinario attore belga Jérémie Renier, che si candida immediatamente all'Orso d'Argento.