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daniela
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venerdì 3 gennaio 2020
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è meglio spendere i soldi meglio al cinema
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Pessimo film ... venduto alla causa del pensiero unico. Il film è un inno alla immigrazione selvaggia! Zalone sarà il nuovo paladino della sinistra. Pessimo!
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joker91
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venerdì 3 gennaio 2020
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l'italietta 2.0
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Tenta inutilmente di dar vita ad una specie di VITA E BELLA mischiando commedia a messaggi forti e toppa clamorosamente. Si sente sulla sceneggiatura la mano di Virzi,penso che se avesse diretto lui il film sarebbe sicuramente uscito qualcosa di meglio,la regia di Zalone è anonima. Comunque non mi sento di condannarlo a priori,anzi da la giusta immagine degli Italiani per quello che sono,Zalone d'altronde è bravissimo nell'imitare l'Italiano medio di oggi(che è uno schifo vivente da abbattere). Zalone presenta un personaggio che è in sin dei conti un parassita della società e sarebbe bene che passasse il messaggio che con gente cosi l'Italietta senza sovranità monetaria è destinata al collasso.
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Tenta inutilmente di dar vita ad una specie di VITA E BELLA mischiando commedia a messaggi forti e toppa clamorosamente. Si sente sulla sceneggiatura la mano di Virzi,penso che se avesse diretto lui il film sarebbe sicuramente uscito qualcosa di meglio,la regia di Zalone è anonima. Comunque non mi sento di condannarlo a priori,anzi da la giusta immagine degli Italiani per quello che sono,Zalone d'altronde è bravissimo nell'imitare l'Italiano medio di oggi(che è uno schifo vivente da abbattere). Zalone presenta un personaggio che è in sin dei conti un parassita della società e sarebbe bene che passasse il messaggio che con gente cosi l'Italietta senza sovranità monetaria è destinata al collasso. C'è anche una critica molto forte alla politica attuale fatta di approfittatori e voltagabbana,forse non siamo tutti come Zalone nel film ma abbiamo tutti almeno un amico,un parente o qualche conoscente come lui... e questo non va assolutamente bene.
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lorifu
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giovedì 2 gennaio 2020
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checco zalone a tutto campo
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Ero indecisa se andare a vedere Tolo Tolo il film di Checco Zalone che in una sola giornata ha sbancato al botteghino. E per più di una ragione. Il tema trattato non è di quelli di facile digestione e ci vuole un genio per riuscire a confezionare su un problema così scottante una commedia che non scada nel paradossale e nel grottesco. Lui c’è riuscito e insieme a Paolo Virzì, coautore della sceneggiatura, ha avuto il coraggio di raccontare, con la schiettezza e[+]
Ero indecisa se andare a vedere Tolo Tolo il film di Checco Zalone che in una sola giornata ha sbancato al botteghino. E per più di una ragione. Il tema trattato non è di quelli di facile digestione e ci vuole un genio per riuscire a confezionare su un problema così scottante una commedia che non scada nel paradossale e nel grottesco. Lui c’è riuscito e insieme a Paolo Virzì, coautore della sceneggiatura, ha avuto il coraggio di raccontare, con la schiettezza e cialtroneria che gli è solita, uno dei tanti “viaggi della speranza” mescolando comico e tragico in un alternarsi di situazioni dove non risparmia pesanti fendenti a destra, a sinistra, pur senza mai schierarsi palesemente. È un film politico Tolo Tolo ma anche un meraviglioso affresco su un’umanità che mostra i lati più nobili e meschini senza distinzioni di colore. Ora è Checco, italiano sommerso dai debiti e perseguitato dai creditori che, dopo essere scappato in Africa per sottrarsi non soltanto allo strangolamento fiscale ma anche al vampiraggio familiare, a tradire i compagni di avventura con i quali ha deciso di ritornare in Italia da immigrato; in seguito sarà Oumar, colto ragazzo di colore, col sogno di diventare regista, che abbandonerà i compagni nel deserto, dando a Zalone lo spunto per pareggiare i conti e dimostrare che l’istinto di sopravvivenza ha sempre la meglio su tutto. Egoismi e opportunismi sono descritti bene e non risparmiano nessuno, né i giornalisti, socialmente impegnati, né i rappresentanti di una certa classe politica dove la mediocrità e il politichese imperano, insieme alla risaputa “furbizia italica”. Ce n’è per tutti in poche parole ma forse è proprio questo il limite di un film che mettendo troppa carne al fuoco finisce per dire tutto e niente, anche se alcune scene corali, al di là dell’ilarità che scatenano, inducono più di una riflessione. Un Checco Zalone a tutto campo quindi, che, oltre al cameo disneyano di particolare bellezza, riesce a sottolineare con molta acutezza alcuni stereotipi che ci vogliono tutti razzisti o buonisti, lasciando allo spettatore l’onere d’interrogarsi sugli effetti deflagranti di questa dicotomia.
Pur non inneggiando al capolavoro, va senz’altro premiata la capacità di Zalone di trattare un argomento così spinoso con leggerezza e ironia.
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vma
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giovedì 2 gennaio 2020
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capolavoro
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juster
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giovedì 2 gennaio 2020
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penoso
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Un completo disastro, non so neppure se chiamarlo "film". Desidererei per la prima volta in vita mia riavere il prezzo del biglietto. Che enorme fregatura.
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no_data
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giovedì 2 gennaio 2020
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si può andare al cinema!
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Proprio non comprendo tutte queste valutazione da una sola stella. OK, sicuramente non è stato esilarante come i predecessori, tuttavia riesce nell'arduo compito di far ridere lo spettatore, destreggiandosi in tematiche molto delicate. Zalone si è potuto permettere una sperimentazione, parzialmente riuscita, comunque passabile. Con tutti i miei complimenti. Sono sicuro che in futuro potrà fare meglio ed arrivare alle 5 stelle.
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dazo
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giovedì 2 gennaio 2020
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lamerica 2020
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Storia: c'è un italiano furbastro e intrallazzatore, dedito alle truffe e all'evasione, che lascia l'Italia per fare fortuna in un paese del terzo mondo dove fare affari, sfruttando le storture, la povertà e la facile corruzione di uno stato arretrato. Ma improvvisamente le cose non vanno per il verso giusto e rapidamente si trova povero trai poveri. Con un improbabile "Caronte" che lo guiderà durante questa migrazione verso la salvezza e la fortuna, il nostro "eroe" si troverà ad attraversare un inferno di miserie verso una meta che noi sappiamo non può che essere il Belpaese. Su un affollato camion viaggerà in un deserto di strade sconnesse e polverose, mentre gli altri poveri viaggiatori con il sottofondo di smielate canzoni del più becero Sanremo, sarà imprigionato e vedrà il suo passaporto strappatto.
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Storia: c'è un italiano furbastro e intrallazzatore, dedito alle truffe e all'evasione, che lascia l'Italia per fare fortuna in un paese del terzo mondo dove fare affari, sfruttando le storture, la povertà e la facile corruzione di uno stato arretrato. Ma improvvisamente le cose non vanno per il verso giusto e rapidamente si trova povero trai poveri. Con un improbabile "Caronte" che lo guiderà durante questa migrazione verso la salvezza e la fortuna, il nostro "eroe" si troverà ad attraversare un inferno di miserie verso una meta che noi sappiamo non può che essere il Belpaese. Su un affollato camion viaggerà in un deserto di strade sconnesse e polverose, mentre gli altri poveri viaggiatori con il sottofondo di smielate canzoni del più becero Sanremo, sarà imprigionato e vedrà il suo passaporto strappatto. Conoscerà l'infamia di essere ultimo tra gli ultimi, un senza patria come i suoi sventurati compagni di viaggio. Clandestino, emigrante, perseguitato riuscirà alla fine a compiere il suo destino: salire su una nave colma di umanità come lui, in un terribile viaggio della speranza verso il miraggio di un paese che non vuole altri disperati come loro e che farà di tutto per ricacciarli indietro. Nonostante che, i loro, siano soltanto i noi dei nostri nonni o bisnonni, alla ricerca di una fortuna chiamata L'America. 25 anni dopo il capolavoro mancato di Gianni Amelio, siamo ancora a raccontare la storia di un sud povero ma pieno di dignità, che bussa alla porta del nord benestante e arrogante, ma soprattutto smemorato. E in questo viaggio nella memoria che il dramma di Amelio come la commedia di Medici che fanno centro. E perdoniamoli questi difetti, le carenze di regia, un certo discascalismo, un lieto fine un po' posticcio, dei bei numeri musicali fantasiosi ma forse un po' slegati. E premiamo questa autentica macchina da incassi, che con coraggio o forse incoscienza rinuncerà forse a un bel pacco di milioni per sbattere in faccia a tutti noi una grande umanità che in questa Italia incattivita e sempre più triste e nera ci ricorda, purtroppo per l'ennesima volta, che oggi gli africani siamo noi, che 25 anni fa gli albanesi eravamo noi, che cento anni fa i nostri nonni fummo noi. Grazie Checco per averci ricordato che, questa volta, c'era veramente poco da ridere...
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luciana
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giovedì 2 gennaio 2020
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film bellissimo
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Non capisco le critiche, film profondo che fa molto riflettere e anche ridere. A parte le risate fragorose durante le moltissime battute divertenti nel film, ma al termine della proiezione c'e'stato un forte applauso. Anche mio figlio di 9 anni me e'rimasto entusiasta. Grande Checcho
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nicola
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giovedì 2 gennaio 2020
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un film confusionario che non decolla mai.peccato
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Sono andato a vedere il film di Zalone con una grossa aspettativa, dopo tanta pubblicità. Da un grande attore comico che si è fatto attendere anni per confezionare questo film, ci si aspettava un prodotto di eccellenza sia come trama che come vis comica. Che dire.........alla fine si torna a casa con una pò di amaro in bocca, non perchè ci si aspettasse di ridere tanto, no, ma semplicemente ci si aspettava un bel film. Già una pellicola aspettata per anni e che, al netto dei titoli di coda, dura meno di 90 minuti fa pensare...e vabbeh, poi nella trama si mischia di tutto, un poco dello Zalone ironico, sarcastico alle prese col fisco, ma poco pungente e frettoloso, poi si passa ad un pò di riferimento politico con estemporanei rigurgiti mussoliniani e nello stesso tempo, per bilanciare, critica al buonismo dell'accoglienza quando riferisce ai migranti che l'Italia non potrà offrire loro un ca.
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Sono andato a vedere il film di Zalone con una grossa aspettativa, dopo tanta pubblicità. Da un grande attore comico che si è fatto attendere anni per confezionare questo film, ci si aspettava un prodotto di eccellenza sia come trama che come vis comica. Che dire.........alla fine si torna a casa con una pò di amaro in bocca, non perchè ci si aspettasse di ridere tanto, no, ma semplicemente ci si aspettava un bel film. Già una pellicola aspettata per anni e che, al netto dei titoli di coda, dura meno di 90 minuti fa pensare...e vabbeh, poi nella trama si mischia di tutto, un poco dello Zalone ironico, sarcastico alle prese col fisco, ma poco pungente e frettoloso, poi si passa ad un pò di riferimento politico con estemporanei rigurgiti mussoliniani e nello stesso tempo, per bilanciare, critica al buonismo dell'accoglienza quando riferisce ai migranti che l'Italia non potrà offrire loro un ca..o perchè non ha niente da offrire. Insomma una sorta di trama frettolosa con toccata e fuga dal Kenia senza capire il senso del contesto di quella bella terra, poi... un pò di libro cuore con Dudù il ragazzino di colore strappato alla fame e alla guerra, un pò di "umor noir" con i parenti che lo desiderano morto per estinguere i debiti, ed ancora...una appena velata superficiale storia d'amore di Zalone con una ragazza di colore, mai decollata, nè articolata, salvo in un finale favolistico in cui la ragazza appare in abito bianco per sposare appunto il Checco Zalone. Poi un finale fumettistico con alcuni minuti di cartoni animati con mongolfiere ed animali per far contenti i bambini. Insomma, un film che vuole essere ecumenico ma somiglia a quel cuoco che mescola tanti ingredienti e ne esce fuori un prodotto che non ha nessuna caratteristica autentica. Zalone ha tentato un salto di qualità ma lo doveva fare valorizzando quelle che sono le sue caratteristiche di grandissimo attore brillante, geniale, fresco, e non articolare un film in cui si vorrebbe parlare del problema dei migranti, ma poi si sta attenti con battute misurate e bilanciate al politicamente corretto. Si sorride poche volte grazie unicamente alla classe di Zalone che stavolta, avendo curato anche la regia, ha frenato se stesso.
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bibi
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giovedì 2 gennaio 2020
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non date retta alle recensioni negative
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il film è bellissimo, divertente come tutti gli altri di Checco Zalone ma se gli altri erano film "belli" questo è "meraviglioso"!. Fa ridere e commuovere al tempo stesso, in sala al termine del film abbiamo applaudito tutti! Chi parla male è perché si è sentito "toccato" e molto.. quindi certamente se nutrite sentimenti xenofobi state alla larga da questo film perché è molto profondo, dolce e delicato e vi farà sentire dei vermi
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