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no_data
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giovedì 2 gennaio 2020
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deludente!!!
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Assolutamente DELUDENTE, Zalone, questa volta in veste di "buonista" delude. La spontanea apparente ingenuità e volgarità dei suoi precedenti film lascia spazio a un eccessivo "falso" buonismo. Insomma Zalone che fa il verso a Benigni o simili NON E' ZALONE, forse siamo stati abituati male! comunque a me il film non è piaciuto; non ho riso ma neanche "sorriso".
Bmario100
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giuseppe del sole
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giovedì 2 gennaio 2020
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capolavoro assoluto
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L'erede del grande Alberto Sordi.
Ecco cos'è diventato oggi Checco Zalone, che con questo film mette in scena, nella sua meravigliosa esagerazione, l'italiano mediocre che purtroppo coincide con l'italiano medio.
L'italiano che non capisce quello che gli accade intorno, che non legge, che non sa parlare in un italiano decente, che crede come un babbèo al primo fesso che grida "invasione, invasione", tendezialmente vagabondo, sempre più estremista, sempre più fascista, sempre più chiuso nel recinto del suo paese, della sua famiglia, della sua stanza.
L'amico di colore del protagonista ama la letteratura ed il cinema italiani, che invece Zalone/italianomedio disprezza ed ignora.
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L'erede del grande Alberto Sordi.
Ecco cos'è diventato oggi Checco Zalone, che con questo film mette in scena, nella sua meravigliosa esagerazione, l'italiano mediocre che purtroppo coincide con l'italiano medio.
L'italiano che non capisce quello che gli accade intorno, che non legge, che non sa parlare in un italiano decente, che crede come un babbèo al primo fesso che grida "invasione, invasione", tendezialmente vagabondo, sempre più estremista, sempre più fascista, sempre più chiuso nel recinto del suo paese, della sua famiglia, della sua stanza.
L'amico di colore del protagonista ama la letteratura ed il cinema italiani, che invece Zalone/italianomedio disprezza ed ignora.
Checco Zalone qui impiega la sua grande popolarità e i mezzi di cui dispone per sbattere in faccia a centinaia di migliaia di italiani la loro inadeguatezza; è come uno schiaffo, un pugno in pieno viso.
Purchè lo si capisca, purchè l'italiano non sia davvero così fesso.
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lucanji
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giovedì 2 gennaio 2020
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un film che ti da un sorriso e che ti rende più tollerante
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Un film che è diverso da tutti gli altri di Zalone perchè tratta un tema molto importante nel mondo attuale. Lo fa con un tocco comico ma con un messaggio molto forte che ci unisce tutti, indipendentemente dalla razza, dal colore o dalle credenze religiose. Andate a vederlo.
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gustibus
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giovedì 2 gennaio 2020
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solo un inchino per gli incassi!
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Arrivato il "nostro"Zalone e 8milioni e passa di incassi il primo giorno.Si ieri sera la multisala dove l'ho visto era esaurita!L'attesa era spasmodica,dopo 3anni.Zalone ha scritto il film con Virzi',ma il regista e'lui.Che dirvi del film?..lui fa quasi l'immigrato andata e ritorno,ma l'idea e'che non ami l'Italia almeno per avere successo col lavoro.Non faccio spoiler..nn e'corretto!ma ci sono troppe canzonette e l'inizio del film non coinvolge per niente.Verso la fine si sorride per l'evolversi del suo lungo viaggio di ritorno.La bellezza e' che nonostante la mia indifferenza sulla visione di Tolo Tolo,auguro e penso che potrebbe battere il suo ultimo Quo Vado.
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Arrivato il "nostro"Zalone e 8milioni e passa di incassi il primo giorno.Si ieri sera la multisala dove l'ho visto era esaurita!L'attesa era spasmodica,dopo 3anni.Zalone ha scritto il film con Virzi',ma il regista e'lui.Che dirvi del film?..lui fa quasi l'immigrato andata e ritorno,ma l'idea e'che non ami l'Italia almeno per avere successo col lavoro.Non faccio spoiler..nn e'corretto!ma ci sono troppe canzonette e l'inizio del film non coinvolge per niente.Verso la fine si sorride per l'evolversi del suo lungo viaggio di ritorno.La bellezza e' che nonostante la mia indifferenza sulla visione di Tolo Tolo,auguro e penso che potrebbe battere il suo ultimo Quo Vado.Piacera'a voi critici,ma se anche batterà il record dei record,avrete il coraggio di mettere che il giudizio(nn gli incassi!)del pubblico non supera le 2stelle?..Fate i bravi.
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colombo deho
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giovedì 2 gennaio 2020
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irriconoscibile !!!
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Una vera delusione.
Assolutamente mediocre, non si ride.
Per ovvietà, se mi reco a vedere un film con Zalone mi aspetto : dinamismo, battute sagaci, humor, ec.. ecc..
Nulla di tutto questo.
Distante anni luce dalla genialità e dalla inriverenza mostrata nelle sue precedenti pellicole.
Il film appare lento a tratti persino noioso.
La prossima volta che Zalone deciderà di fare un film , non mi recherò immediatamente a vederlo ( come invece ho fatto adesso) ma aspetterò di leggere le recensioni per evitare di buttare via dei soldi spesi per la visione di un film scadente.
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Una vera delusione.
Assolutamente mediocre, non si ride.
Per ovvietà, se mi reco a vedere un film con Zalone mi aspetto : dinamismo, battute sagaci, humor, ec.. ecc..
Nulla di tutto questo.
Distante anni luce dalla genialità e dalla inriverenza mostrata nelle sue precedenti pellicole.
Il film appare lento a tratti persino noioso.
La prossima volta che Zalone deciderà di fare un film , non mi recherò immediatamente a vederlo ( come invece ho fatto adesso) ma aspetterò di leggere le recensioni per evitare di buttare via dei soldi spesi per la visione di un film scadente.
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marco 90
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giovedì 2 gennaio 2020
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per la prima volta una delusione da checco
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Ho apprezzato tutti i film finora di Checco, lo considero il comico attualmente migliore nel panorama italiano ma questo film non è stato all'altezza delle aspettative. Apprezzabile è l'intenzione di affrontare in chiave comica il tema dell'immigrazione, ma la trama è confusa e poco credibile, spesso le battute sono ripetitive e i dialoghi scontati. Secondo me il primo obiettivo di un comico dovrebbe essere quello di far ridere, e in questo film io ho riso davvero poco, qualche siparietto divertente ma nulla di più. Peccato
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antonio pagano
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giovedì 2 gennaio 2020
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la vita è bella ... vent'anni dopo
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L’unico vero difetto di questo film è che siamo tutti inevitabilmente portati a paragonarlo con i quattro precedenti di Checco Zalone e, quindi, ci sentiamo costretti a sentenziare “non fa ridere”. Certo, non fa ridere come i primi quattro e manca di quel cinismo estremo al quale Checco ci aveva abituati.
Se provassimo, invece, a considerare Tolo Tolo come opera a sé allora andrebbe piuttosto paragonato a La vita è bella di Benigni, naturalmente con le differenze dovute ai vent’anni trascorsi e alla personalità degli autori. Temi drammatici, in senso storico, rappresentati con inventiva e ilarità, insomma con chiavi narrative almeno coraggiose.
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L’unico vero difetto di questo film è che siamo tutti inevitabilmente portati a paragonarlo con i quattro precedenti di Checco Zalone e, quindi, ci sentiamo costretti a sentenziare “non fa ridere”. Certo, non fa ridere come i primi quattro e manca di quel cinismo estremo al quale Checco ci aveva abituati.
Se provassimo, invece, a considerare Tolo Tolo come opera a sé allora andrebbe piuttosto paragonato a La vita è bella di Benigni, naturalmente con le differenze dovute ai vent’anni trascorsi e alla personalità degli autori. Temi drammatici, in senso storico, rappresentati con inventiva e ilarità, insomma con chiavi narrative almeno coraggiose.
I migranti distribuiti in Europa a peso, il reporter francese che vuole raccontare il dolore altrui ma non è disposto a condividerlo, il cameriere africano appassionato di cinema neorealista italiano che ne diventa un personaggio, i naufraghi in mare che si impegnano in una coreografia alla Esther Williams, il politico a riposo (interpretato dallo stesso politico) che ha conservato lo stesso incomprensibile linguaggio del politico in attività, il mediocre che raggiunge le vette istituzionali partendo dal ruolo di vigile urbano per diventare un mediocre supponente: realtà che si fa commedia in modo geniale e non becero. Anche la chiusura non è da Checco Zalone DOC ma da racconto favolistico: non c’è una risata finale ma un cartone animato con cicogne e bambini. Del Checco Zalone classico conserva la figura del cialtrone che non fa mai i conti con sé stesso ma, a differenza dei film precedenti, viene riscattato dai buoni sentimenti che, più o meno volontariamente, ha saputo suscitare negli altri.
Per chi si aspettava un Checco n. 5 è una mezza delusione ma per chi, come me, si aspettava un film diverso dagli altri (“tutti” gli altri) è un conforto constatare che la grande tradizione delle maschere della commedia italiana (Pulcinella, Alberto Sordi, Roberto Benigni, Massimo Troisi) si perpetua in modo originalissimo in Checco Zalone. A proposito … in Tolo Tolo si ride, anche.
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burton99
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giovedì 2 gennaio 2020
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ma che film avete visto?
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Sono rimasto abbastanza basito dal leggere le opinioni del pubblico riguardo quest’ultima fatica di Checco Zalone, la prima da regista di se stesso. Non solo è il “più film” di tutti tra i suoi (si sente Virzì in sceneggiatura ed è un bene), ma è anche il più politico, sebbene comunque apartitico (altra cosa fantastica), il più intelligente e il meno adatto al pubblico medio. Avrei voluto sbagliarmi, ma avevo ragione quando, uscito dalla sala, ho pensato che il film non avrebbe avuto lo stesso impatto (non negli incassi, ma nel piacere a tantissima gente). Su questo sito leggo critiche dal pubblico, scritte senza motivare nulla ma dicendo solo che è un film “orribile” (perché non è dato saperlo).
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Sono rimasto abbastanza basito dal leggere le opinioni del pubblico riguardo quest’ultima fatica di Checco Zalone, la prima da regista di se stesso. Non solo è il “più film” di tutti tra i suoi (si sente Virzì in sceneggiatura ed è un bene), ma è anche il più politico, sebbene comunque apartitico (altra cosa fantastica), il più intelligente e il meno adatto al pubblico medio. Avrei voluto sbagliarmi, ma avevo ragione quando, uscito dalla sala, ho pensato che il film non avrebbe avuto lo stesso impatto (non negli incassi, ma nel piacere a tantissima gente). Su questo sito leggo critiche dal pubblico, scritte senza motivare nulla ma dicendo solo che è un film “orribile” (perché non è dato saperlo). È questo il problema di “Tolo tolo”: c’è troppo concetto, c’è troppo coraggio, c’è la volontà di andare a far ridere a denti stretti e di accompagnare oniricamente con sequenze musicali, interrompendo la narrazione “epicamente” (come faceva Brecht, ok forse questo è un po’ troppo ma il senso è quello lì) facendoci capire cosa intendesse dire. È la prima volta in cui Checco non piacerà a tutti, ma è anche la prima volta in cui posso dire: che film, ragazzi!
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giovedì 2 gennaio 2020
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cacata galattica
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Come volevasi dimostrare dopo due o tre film esilaranti anche Zalone ha prodotto la sua cacata mega galattica trattando argomenti delicati in modo assolutamente del tutto patetico. Film decisamente da “perdere”
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gvpcat
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giovedì 2 gennaio 2020
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no, no, questa volta proprio no
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Non mi aspettavo che continuasse il crescendo di maturità cinematografica in chiavi comica e satirica raggiunta con Quo vado? (il quarto prodotto del fortunato sodalizio con Gennaro Nunziante), mi sarei potuto attendere una radicale svolta verso ruoli meno comici e/o trame più impegnate, ma una sceneggiatura cosi confusionaria, a tratti incomprensibile, con scarso mordente comico da uno capace e meticoloso come lui non me l'aspettavo proprio.
Eppure l'immigrazione era un tema di attualità importante, così come lo erano la Lega ed i gay in "Cado dalle nubi", il terrorismo islamico in "Che bella giornata", le divergenze della coppie separate ed i vizi e virtù delle classi operaia e imprenditoriale in "Sole a catinelle" , l'attaccamento italico al posto fisso statale in "Quo vado".
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Non mi aspettavo che continuasse il crescendo di maturità cinematografica in chiavi comica e satirica raggiunta con Quo vado? (il quarto prodotto del fortunato sodalizio con Gennaro Nunziante), mi sarei potuto attendere una radicale svolta verso ruoli meno comici e/o trame più impegnate, ma una sceneggiatura cosi confusionaria, a tratti incomprensibile, con scarso mordente comico da uno capace e meticoloso come lui non me l'aspettavo proprio.
Eppure l'immigrazione era un tema di attualità importante, così come lo erano la Lega ed i gay in "Cado dalle nubi", il terrorismo islamico in "Che bella giornata", le divergenze della coppie separate ed i vizi e virtù delle classi operaia e imprenditoriale in "Sole a catinelle" , l'attaccamento italico al posto fisso statale in "Quo vado".
Sarà stato il suo esordio in regia, sarà stata la sua collaborazione con Virzi per la sceneggiatura , resta il fatto che il risultato è molto deludente.
Con dispiacere, ma lo sconsiglio vivamente.
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