Anno | 2019 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Eros Puglielli |
Attori | Luca Argentero, Antonia Truppo, Galatea Ranzi, Gianluca Gobbi, Tommaso Ragno Sebastian Dimulescu, Angelica Bellucci, Gualtiero Burzi, Luis Molteni, Paolo Romano, Massimo Poggio, Giulia Rebecca Urso, Chiara Muscato, Ewa Spadlo, Francesco Marino. |
Uscita | giovedì 7 febbraio 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
MYmonetro | 2,87 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 11 febbraio 2019
Copperman ovvero Anselmo è un uomo che viaggia nel mondo con l'innocenza di un bambino e il cuore di un leone. In Italia al Box Office Copperman ha incassato 297 mila euro .
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Anselmo è un bambino molto particolare. Dotato di grandissima fantasia e sensibilità, affronta la quotidianità da solo con la madre in maniera tutta sua: ha sviluppato un'ossessione per i colori, per le forme circolari e soprattutto per i supereroi. Desidera tanto possedere anche lui dei superpoteri per poter salvare il mondo come il padre, che in realtà lo ha abbandonato subito dopo la sua nascita. Questo desiderio cresce dopo aver conosciuto Titti, una bambina molto stravagante, che però viene costretta ad allontanarsi presto da lui. Anselmo cresce ma non smette di guardare il mondo in maniera infantile tanto che, grazie all'aiuto di un caro amico di famiglia, si trasforma in Copperman, l'uomo di rame, che di notte aiuta a ripulire il proprio paese dalle ingiustizie. Le responsabilità di Copperman diventeranno più grandi quando finalmente Titti tornerà a casa.
Questo di Eros Puglielli sembra un cinema di altri tempi.
Non solo per le atmosfere vintage date da una (curatissima) scenografia che riporta direttamente indietro ad altri anni, ma soprattutto per l'approccio genuino e fresco con cui si avvicina a certe tematiche. L'espediente supereroistico qui non ha infatti nulla di ultraterreno, ma diventa una semplice fantasia infantile per affrontare dei traumi, delle problematiche intrinseche nei personaggi. Senza pietismo ed al tempo stesso senza superficialità, si mettono in campo le classiche dicotomie tra buoni e cattivi filtrate dagli occhi di un bambino che non è mai cresciuto.
Vengono alla mente alcune opere di Jean-Pierre Jeunet in cui non ci si interfaccia solo con il racconto di un personaggio, ma il suo mondo diventa visivamente anche quello dello spettatore. Ed è quello che prova a fare Puglielli con il proprio film e quello che riescono a ricreare anche i bambini (non) cresciuti interpretati perfettamente da Luca Argentero e Antonia Truppo.
La linea sottile tra il gioco infantile e la complessità di certe dinamiche messe in campo è percorsa con molta cura, forse anche troppa, tanto che a volte si ha la sensazione che questa delicatezza abbia frenato un po' l'elemento di intrattenimento e l'impatto emotivo del film sullo spettatore. La tenerezza e la semplicità con cui la figura del supereroe viene scissa dalla grande macchina industriale degli ultimi anni per ridimensionarla ad uno spazio umano, però, travalica anche qualche imperfezione nella struttura narrativa e stabilisce il vero pregio del film, ovvero quello di guardare oltre certi schemi e provare ad aprire il nostro cinema ad approcci inusuali. Uno sforzo coraggioso e lodevole, da sostenere.
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Eros Puglielli prova raccontare il tema dell'autismo in modo leggero, ma non superficiale, usando uno stile che fa il verso agli eroi Marvel. Esperimento molto rischioso, ma perfettamente riuscito, grazie ad una straordinaria interpretazione di Luca Argentero e dei bambini, che penetrano il cuore dello spettatore. Molto buona la regia che valorizza al meglio luoghi particolari e meno noti della [...] Vai alla recensione »
Buongiorno, purtroppo ultimamente i film "Non popolari" rimangono nelle sale pochissimo, solo nella settimana in uscita almeno a Milano e provincia..mi è già capitato con la banda grossi per esempio..peccato volevo proprio vederlo con mio figlio che tralaltro è Asperger. Elisabetta
C'è una bella fotografia in questo film, una bella ricerca delle location e dei costumi. Altrettanto non si può dire della trama sfilacciata nel finale nè della regia che si perde nel risultato generale. Ma la cosa che come spesso accade fa difetto alla cinematografia italiana sono gli attori. Il padre di lei, che dovrebbe incarnare il male è intrepretato come un alter [...] Vai alla recensione »
E' la bella storia della vita di un bimbo con una leggera forma di autismo. La madre, con cui cresce, gli racconta che suo papà è assente perchè è un supereroe impegnato a salvare il mondo; ma la verità è che li abbandonò entrambi alla sua nascita. Questa bugia influenzerà tutto il resto della sua esistenza.
Il cerchio: la forma perfetta, dove tutto torna. Un rifugio dal caos moderno, un "luogo" in cui sentirsi al sicuro e rincorrere la perfezione. Anselmo ne è affascinato, si incanta davanti alla lavatrice che gira, dove tutti i colori alla fine diventano bianchi. È il "cerchio della vita", quello a cui si riferiva anche Il re leone, con tutte le sue specie e le sue leggi.
Da qualche anno anche il cinema italiano sfida lo stock industriale del superman, dal dittico del Ragazzo invisibile di Salvatores all'eroe coatto di Lo chiamavano Jeeg Robot. Più che con questa via nazionale al fantastico, qui l'avventura parte da quel "adesso ve lo faccio vedere io chi sono" dell'infanzia, proteina psicologica di rivalsa che ognuno interiorizza ed elabora nella vita sociale dall'adolescen [...] Vai alla recensione »
I cerchi. I colori. La percezione soggettiva di Anselmo, un bambino particolare. Ma anche il cerchio che apre e chiude la storia di Copperman. Anche se non è perfetto. La voce inizialmente off del protagonista ormai adulto che poi subito si rivela non costruisce un flashback lungo quanto il film. C'è in Copperman il suo sguardo. Ma anche il suo udito e il suo corpo.
Per diventare Anselmo, protagonista di Copperman, la cine-fiaba di Eros Puglielli che fa pensare un po' a Forrest Gump e un po' a Lo chiamavano Jeeg Robot, Luca Argentero ha cancellato se stesso. Niente tempia grigia da 40enne irresistibile, niente sorriso accattivante, niente toni da commedia romantica. Stavolta l'attore, nato dal Grande Fratello (anno 2003), si trasforma da capo a piedi nel modo [...] Vai alla recensione »
C'era una volta a Spoleto il piccolo Anselmo. Viveva solo con la madre, perché il padre li aveva abbandonati. Ma lui non lo sapeva, perché la mamma gli aveva detto che in realtà il papà era partito per una missione. In pratica era un supereroe, come le figurine che il piccolo amava collezionare. Anselmo non era un bambino "sveglio" come gli altri. In compenso era molto preciso e soprattutto aveva un [...] Vai alla recensione »
Bambino "speciale", una volta uomo fatto Anselmo non cambia: continua a guardare il mondo con occhi fiduciosi e crede nei supereroi. Lui stesso ha un'identità segreta, ossia Copperman, raddrizza-torti dall'armatura di rame inefficiente come il Kick-Ass del film omonimo e difensore della maltrattata Titti, che ama da quando erano bambini. I colori vividi della prima parte fanno pensare a Wes Anderson; [...] Vai alla recensione »
Abbandonato dal padre, Anselmo vive con la madre, anche ora che è adulto. Si fa per dire, perché si comporta come se fosse ancora un bimbo. Gli fa, quasi, da padre, il fabbro Silvano, che gli costruisce l'armatura da Copperman, sorta di supereroe che gira di notte per far giustizia, spesso con esiti disastrosi. Non è cambiato l'amore, fin dall'infanzia, per Titti.
Copperman, probabilmente, non è né il supereroe che il cinema italiano si merita, né quello di cui ha bisogno: forse non è nemmeno un supereroe, nella misura in cui protende e aspira, per naturale inclinazione, a una straordinaria normalità. La sua origin story non è la paraboletta di borgata di Jeeg Robot e nemmeno il teen drama mascherato del ragazzo invisibile, ma piuttosto l'educazione sentimentale [...] Vai alla recensione »