Guadagnino omaggia Argento con un film personale, riflessivo, originale nello stile visivo e coraggioso nella messa in scena. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
La giovane danzatrice americana Susie Bannion arriva nel '77 a Berlino per un'audizione e attrae l'attenzione della famosa coreografa Madame Blanc. Quando conquista il ruolo di prima ballerina, Olga, che lo era stata fino a quel momento, accusa le dirigenti di essere delle streghe. Intanto Susie e Madame Blanc sviluppano un legame sempre più stretto che va al di là della danza.
Luca Guadagnino si allontana il più possibile dallo stile visivo e anche dalle modalità di messa in scena dell'originale.
Si libera dalle convenzioni dell'horror per aprire il suo Suspiria a una lettura che immerge la trama in una riflessione sulle Madri Patrie.
Un progress verso la disgregazione dei corpi e il rischio del troppo facile oblio degli orrori dei nostri tempi.
In occasione dell'uscita al cinema di Suspiria, dal 1° gennaio in sala, Veronica Bitto interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.