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L'apparizione, di fronte a un mistero quasi mai si può rimanere intatti

Il film di Xavier Giannoli segue il filone dell'inspiegabile che fa saltare tutte le abitudini quotidiane e sfida attraverso le immagini le nostre convinzioni. Al cinema.
di Roy Menarini

L'Apparizione

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Vincent Lindon (64 anni) 15 luglio 1959, Boulogne-Billancourt (Francia) - Cancro. Interpreta Jacques Mayano nel film di Xavier Giannoli L'Apparizione.
sabato 13 ottobre 2018 - Focus

La storia del cinema ha spesso avuto a cuore la figura della mistica. Ancora oggi, la Giovanna d'Arco narrata nel 1928 da Carl Theodor Dreyer è caso di scuola per spiegare come il cinema abbia cercato la purezza attraverso il linguaggio filmico. In quel caso, la potenza del primo piano garantiva al tempo stesso l'assoluta trasparenza della pulzella e il mistero insondabile della fede. Il volto era contemporaneamente accesso e negazione dell'assoluto, tanto che molti anni dopo Jean-Luc Godard spinse la protagonista del suo Questa è la mia vita, Anna Karina, a riconoscersi e commuoversi proprio di fronte a La passione di Giovanna D'Arco.

La visionaria di L'apparizione non ha, opportunamente, le stesse fattezze di Renée Falconetti ma ne ribadisce il pallore e gli occhi febbrili.
Roy Menarini

Nel film, a un certo punto, uno dei religiosi che più insiste perché si dia pubblica rappresentazione alle convinzioni della ragazza, cita Bernadette, altra famosa mistica del culto mariano. In questo caso, la donna (canonizzata dalla Chiesa Cattolica), viene ricordata per una versione della sua vita assai spettacolarizzata, hollywoodiana. L'omonimo film con Jennifer Jones viene ricordato come uno strano unicum per gli anni Quaranta, con il suo mix di estasi e cattivo gusto.

Le visioni di Bernadette, nella realtà, originarono il culto di Lourdes, su cui un altro esempio di cinema d'autore contemporaneo - l'omonimo Lourdes di Jessica Hausner - ha riflettuto in termini al tempo stesso laici e affascinati. Da ultimo, anche una serie televisiva italiana - l'intrigante Il miracolo (guarda la video recensione) ideato da Niccolò Ammaniti - si è domandato che spazio ha o avrebbe il sacro nella cultura contemporanea se non vi fossero risposte chiare ad avvenimenti apparentemente miracolosi, come il sanguinamento di una statua della Madonna.


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In foto una scena del film L'apparizione.
In foto una scena del film L'apparizione.
In foto una scena del film L'apparizione.

La commissione chiamata a indagare l'attendibilità delle visioni in L'apparizione è decisamente più innocua degli inquisitori di Giovanna d'Arco. Si tratta di persone della Chiesa e del sapere, cui si aggiunge un giornalista, scettico per natura, e ficcanaso per mestiere. I risultati cui giungerà saranno al tempo stesso ambigui e sconvolgenti, perché di fronte a un mistero quasi mai si può rimanere intatti.

Al di là, però, del modo in cui Xavier Giannoli imposta la questione metafisica, quasi come se ci trovassimo di fronte a una detection poliziesca - idea già venuta al nostro Damiano Damiani con L'inchiesta - la domanda da farsi è quale ruolo viene affidato questa volta al cinema.
Roy Menarini

Sì, perché in passato, registi particolarmente votati a svelare la grazia e l'assoluto attraverso il mezzo cinematografico (da Bresson a Bergman) interrogavano il silenzio di Dio o le sue presunte epifanie investendo la settima arte di un compito importante: rappresentare il sacro attraverso il profano (il cinema è talmente profano che è vietato in varie parti del mondo).

Forse è chiedere troppo a Giannoli e al suo L'apparizione di emulare gesta estetiche così ambiziose. Eppure va sottolineato come la cultura contemporanea, sempre più de-sacralizzata e infastidita dall'idea stessa di morte e di assenza, stia tornando a porsi domande alte e profonde. L'apparizione sembra seguire il filone dell'inspiegabile che fa saltare tutte le abitudini quotidiane, molto materiali e concrete, come succede anche in modi diversi a The Leftovers o Les Revenants (ancora una volta serie televisive), e che - tra apparizioni, sparizioni, ritorni - sta in fondo chiedendo alla narrazione per immagini di sfidare le nostre convinzioni.


RECENSIONE

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