Un giovane cerca suo padre dopo che è scomparso mentre lavorava a un progetto altamente classificato per il governo degli Stati Uniti che coinvolge gli extraterrestri. Espandi ▽
Una plateale dimostrazione di spregiudicatezza: l’idea di base è tracotante, titanica, insomma, degna soltanto di un visionario, ma quando l’azzardo chiama, György Pálfi risponde pronto. Questo nasce soprattutto dal taglio che il regista cerca di dare, la commistione dei generi più disparati rasenta quasi l’assurdo. Si passa dal poliziesco, al politico-indiziale, fino alla svolta fantascientifica, tutto ciò senza uscire dai confini del road movie e senza dimenticare gli inserti di mockumentary.
Pálfi è un vero e proprio demiurgo di un proto-post-modernismo in salsa trash: il regista attinge cioè da un immaginario sgangherato post social e mette insieme un’accozzaglia eccezionale, che è a metà tra il bizzarro e l’assurdo.