Ora su TIMVISION il film sulla vita di Florence Foster Jenkins, con Meryl Streep e Hugh Grant.
di Pino Farinotti
Florence Foster Jenkins (1868-1944), americana della Pennsylvania, era goffa, brutta e non sapeva cantare, eppure divenne un soprano di successo. Perché c'erano altre condizioni. Per raccontare il non-talento che ha successo non basterebbe una Treccani. Tutte le discipline e tutte le categorie debordano di soggetti senza talento che non solo hanno successo, ma comandano, a scapito di chi, invece, il talento lo avrebbe. Florence, in questa chiave, è il modello perfetto.
Ragazza, prese lezioni di piano, poi si sposò e contrasse la sifilide dal marito con relativi problemi alle articolazioni. Allora ripiegò sul canto. Tutti, ascoltandola la sconsigliarono, suo padre per primo, ma alla morte del genitore, diventata ricca, finanziò strutture, scuole e teatri e le si aprirono le porte.
Quando cantava, dalla platea, spesso arrivavano fischi e si levavano risate, ma la "cantante" proseguiva imperturbabile, diceva che era solo invidia. Così ebbe successo come macchietta, come velleitaria inconsapevole. Ma per tutta la vita Florence continuò a credere di essere un soprano come Frieda Hempel e Luisa Tetrazzini, vere cantanti d'opera in quell'epoca.
Stephen Frears e Meryl Streep hanno raccontato la storia di questa "artista" nel film Florence, del 2016. Co-protagonisti sono il maestro e il marito, che la sostengono e la incoraggiano, a loro volta non insensibili al patrimonio della signora. Regista e attrice sono garanzia di qualità. La Streep ha dichiarato di sentire profondamente quella parte, e la sua performance è, come sempre, impeccabile. Florence Jenkins ha ispirato anche Marguerite, diretto da Xavier Giannoli, con Catherine Frot protagonista. La storia è la stessa, trasferita in Francia. Ma c'è un'altra memoria, decisamente nobile, riguarda Orson Welles.
Charles Foster Kane, il superuomo arrogante protagonista di Quarto potere, è sposato a Emily, che, come moglie di tanto personaggio, deve avere successo, non importa come. Kane, potentissimo, le costruisce una carriera come cantante. Ma sui giornali, Emily viene definita "cantante", con le virgolette. Il marito non può sopportare un fallimento, seppure indiretto, e pure impegnandosi, quelle virgolette non riesce a toglierle. Welles, naturalmente non aderiva mai a codici conosciuti, così capovolse la causa e l'effetto e la donna, che contrariamente a Florence, è conscia della realtà, non ne esce trionfante, ma distrutta.