rampante
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lunedì 27 ottobre 2014
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una storia
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Il regista Paolo Virzì gira in una zona della Lombardia, la Brianza un film tratto da un romanzo scritto dall'americano Stephen Amidon
e ambientato in una cittadina in Connecticut
Un grande film italiano dal respiro universale, cattivo ma non troppo, un giallo che spiazza e convince
Virzì si addentra di soppiatto nelle terre dei ricchi, racconta una Brianza che non è quella delle piccole fabbriche e della gente che lavora ma, quella dell'Italia che cambia, dei nuovi ricchi, dei borghesi piccoli, piccoli che fanno affari a Milano
Il capitale umano è una commedia che va verso il dramma, fa emergere quanto marcio c'è nella nostra Italia e mostra che i veri cattivi si salvano sempre mentre i poveracci qualcosa lo pagano
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iuriv
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domenica 4 gennaio 2015
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il noir senza pietà.
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Un cameriere, all'uscita da una festa in cui ha servito i tavoli, viene investito da un grosso fuoristrada mentre, in bicicletta, fa ritorno a casa. Nel tentare di scovare il colpevole della malefatta, Virzì disegna la sua storia noir dividendola in tre capitoli, ognuno incentrato su un diverso personaggio che ci accompagnerà con i suoi punti di vista.
La scelta vincente del regista è innanzitutto questa: intanto per la struttura gialla del racconto, in quanto consente allo spettatore di partecipare al gioco degli autori e a cercare il colpevole, grazie a un trama che svela i suoi segreti con parsimonia. Ne guadagna anche il ritmo, in certi frangenti vicino a quello di una commedia, che risulta pimpante e divertente da seguire.
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Un cameriere, all'uscita da una festa in cui ha servito i tavoli, viene investito da un grosso fuoristrada mentre, in bicicletta, fa ritorno a casa. Nel tentare di scovare il colpevole della malefatta, Virzì disegna la sua storia noir dividendola in tre capitoli, ognuno incentrato su un diverso personaggio che ci accompagnerà con i suoi punti di vista.
La scelta vincente del regista è innanzitutto questa: intanto per la struttura gialla del racconto, in quanto consente allo spettatore di partecipare al gioco degli autori e a cercare il colpevole, grazie a un trama che svela i suoi segreti con parsimonia. Ne guadagna anche il ritmo, in certi frangenti vicino a quello di una commedia, che risulta pimpante e divertente da seguire.
Ma l'aspetto che viene più premiato da questa scelta narrativa è l'ambientazione, che grazie anche all'apporto importante del comparto recitativo, fornisce un quadro ben definito del mondo con cui abbiamo a che fare.
E probabilmente è proprio la descrizione spietata che il regista fa dei suoi protagonisti ad essere il motore del film, trasformandolo in un noir solido, ricco di personaggi realistici e grotteschi allo stesso tempo. I caratteri in campo sono ben delineati e non sorprende che nessuno di loro sia effettivamente positivo e risolutore.
Virzì si affida ai tempi che viviamo, giocando con elementi come crisi e avidità, popolando la storia di persone poco affidabili, tutte cariche, a loro modo, di ambizioni e scariche di vera umanità. E' un mondo dove impera la ricchezza e la voglia di esibirla, dove prevale la falsità dei comportamenti e la stupidità nel metterli in atto.
A dare forma e sostanza a questo universo ci sono attori davvero indovinati. A partire da Bentivoglio, che carica il suo fallito Ossola in modo talmente plateale da farlo diventare subito riconoscibile. Oppure a Gifuni, in cui non è difficile distinguere la figura falsa e spietata che vuole portare in scena. O la storditissima moglie del capitalista, portata sullo schermo da Bruni Tedeschi, talmente vacua da non capire nemmeno cosa le succede attorno.
Tutta questa impalcatura, fatta di ambientazioni patrizie, piccoli paesi e personaggi che ci si trovano dentro a meraviglia, regge il gioco al corpo pulsante della vicenda, che rimane comunque quello di un noir in stile classico, con tanto di mistero da scoprire.
Insomma, un film che non ne sbaglia una, che funziona da qualsiasi lato lo si guardi e che utilizza il genere per disegnare uno spaccato impietoso di certi ambienti che sono dorati solo all'esterno.
Da vedere.
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no_data
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lunedì 26 gennaio 2015
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quanto vale una vita?
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La morte.Il capitale umano parla della morte,nella maniera forse più semplice e diretta in cui se ne può parlare.
Quanto vale una vita umana? il suo valore è davvero quantificabile?Possiamo davvero metterci su di un piedistallo al di sopra di tutto e di tutti e giudicare?.
Questo è il capitale umano.Attraverso il racconto di più situazioni viene descrittta la psicologia umana nelle sue sfaccettature più intime.Toccare corde subliminali dell'animo umano ,attraverso dei personaggi che descrivono l'Italia di tutti i giorni ,l'Italia in cui ognuno di noi vive.Il film non è la volontà di denunciare un fatto,un episodio,una momento,il film tenta di esporre la natura umana a nudo.
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La morte.Il capitale umano parla della morte,nella maniera forse più semplice e diretta in cui se ne può parlare.
Quanto vale una vita umana? il suo valore è davvero quantificabile?Possiamo davvero metterci su di un piedistallo al di sopra di tutto e di tutti e giudicare?.
Questo è il capitale umano.Attraverso il racconto di più situazioni viene descrittta la psicologia umana nelle sue sfaccettature più intime.Toccare corde subliminali dell'animo umano ,attraverso dei personaggi che descrivono l'Italia di tutti i giorni ,l'Italia in cui ognuno di noi vive.Il film non è la volontà di denunciare un fatto,un episodio,una momento,il film tenta di esporre la natura umana a nudo.
Ovviamente è un'interpretazione,a cui si può essere più o meno d'accordo,ma sicuramente non si può obbiettere il fatto che sia efficace.
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rita branca
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martedì 27 gennaio 2015
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nessun cambiamento ne “l’aiuola che ci fa tanto f
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Nessun cambiamento ne “l’aiuola che ci fa tanto feroci” di Rita Branca
Il capitale umano (2014) film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Luigi Lo cascio, Matilde Gioli e tanti altri
Paolo Virzì firma un grandissimo intenso film, il cui tessuto narrativo è presentato in maniera originale per lo spostamento del punto di vista da un protagonista all’altro (Dino, Carla e Serena) per cui lo stesso episodio è parzialmente presentato in maniera diversa a seconda del protagonista che lo vive e lo spettatore ne scopre gradualmente le varie angolazioni completando le sue conoscenze come nel puzzle di un giallo.
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Nessun cambiamento ne “l’aiuola che ci fa tanto feroci” di Rita Branca
Il capitale umano (2014) film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Luigi Lo cascio, Matilde Gioli e tanti altri
Paolo Virzì firma un grandissimo intenso film, il cui tessuto narrativo è presentato in maniera originale per lo spostamento del punto di vista da un protagonista all’altro (Dino, Carla e Serena) per cui lo stesso episodio è parzialmente presentato in maniera diversa a seconda del protagonista che lo vive e lo spettatore ne scopre gradualmente le varie angolazioni completando le sue conoscenze come nel puzzle di un giallo.
Come si scopre nella parte finale, il senso del titolo è attribuito alla somma destinata dal tribunale per il risarcimento della perdita di una persona vittima di un banale incidente stradale, ne è il suo prezzo insomma, calcolato secondo precisi parametri.
In realtà, a ben riflettere, “il capitale umano” è applicabile a ciascuno dei protagonisti principali e secondari del film, che lascia sconfortati poiché i comportamenti, le reazioni, i rapporti che i personaggi intrecciano, ne rivelano un valore umano davvero irrisorio, forse nell’50% dei casi riducibile a pochi centesimi.
Ciò è applicabile al personaggio di Dino Ossola, efficacemente interpretato da Fabrizio Bentivoglio, un agente immobiliare meschino e arrivista risoluto, sorprendentemente sposato in seconde nozze con Roberta, psicologa sensibile e generosa interpretata da Valeria Golino e padre di Serena che lui conosce solo superficialmente ma di cui sfrutta il rapporto apparentemente amoroso col figlio di un grosso uomo d’affari, Massimiliano Bernaschi e pensando di fare l’affare della sua vita, dopo aver chiuso l’avviata azienda che possiede, si indebita pesantemente con una banca per comperare fondi ad altissimo rischio con la chimera di ricavarne il 40 % d’interesse. Ma, come spesso succede, il sogno non si realizza e lui perde gran parte del capitale, occasione che gli permette di mettere a nudo tutta la sua bassezza quando, nel tentativo di riavere indietro la somma persa, ricatta la signora Bernaschi nel più volgare dei modi.
Altro personaggio dal bassissimo capitale umano è quello ben interpretato da Luigi Lo Cascio, un professore, aspirante scrittore e critico d’arte che è incapace di interpretare la realtà nel profondo e non tarda a rivelare la sua pochezza prossima alla nullità. A loro si aggiunge il personaggio secondario di uno zio di un paziente di Roberta Morelli, di cui si invaghisce Matilde Ossola, che si occupa del nipote solo in attesa di intascarne l’eredità.
Il capitale umano sale con il figlio infelice dei Bernaschi e di suo padre che rivela un’ossatura morale inaspettata, pur carente sotto altri profili e si impenna con le figure femminili, nell’ordine crescente di Roberta, Matilde e Carla Bernaschi, magnificamente interpretata da Valeria Bruni Tedeschi che da sola meriterebbe una lunghissima standing ovation.
Film di grandissimo spessore che consente un’esplorazione scomoda nelle pieghe contorte dell’umanità.
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stefano bruzzone
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giovedì 29 gennaio 2015
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una perla
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Virzì è bravo, molto, ma qui si è superato. Ecco il film che non ti aspetti da un Virzì che non ti aspetti. Il simpatico regista livornese dopo una raffica di commedie tutte di qualità e di successo (imparasssero da lui i cinepanettonisti...) sforna un piccolo capolavoro, fuori dal suo habitat toscano abituale , ricco di colpi di scena, originale e sapientemente diretto. Ambientato sulle colline lombarde "costringe" un esilarante Bentivoglio a sfornare una parlata da "pirlotto milanese" volutamente forzata e a tratti grottesca ed una Valeria Bruni giustamente premiata per un'interpretazione, anche se a tratti stralunata e fuori dal personaggio, assolutamente di categoria. La storia di due famiglie ruota e si intreccia attorno alla morte di un cameriere investito di notte al ritorno a casa dal lavoro in bicicletta.
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Virzì è bravo, molto, ma qui si è superato. Ecco il film che non ti aspetti da un Virzì che non ti aspetti. Il simpatico regista livornese dopo una raffica di commedie tutte di qualità e di successo (imparasssero da lui i cinepanettonisti...) sforna un piccolo capolavoro, fuori dal suo habitat toscano abituale , ricco di colpi di scena, originale e sapientemente diretto. Ambientato sulle colline lombarde "costringe" un esilarante Bentivoglio a sfornare una parlata da "pirlotto milanese" volutamente forzata e a tratti grottesca ed una Valeria Bruni giustamente premiata per un'interpretazione, anche se a tratti stralunata e fuori dal personaggio, assolutamente di categoria. La storia di due famiglie ruota e si intreccia attorno alla morte di un cameriere investito di notte al ritorno a casa dal lavoro in bicicletta. Da qui, in un Tarantino style, Virzì avanza ed indietreggia suddividendo la storia in capitoli apparentemente complicati ma in realtà di facile comprensione. Finale se vogliamo scontato ma non è importante nell'economia generale della pellicola. Imperdibile.
Voto: 8
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sabato 14 maggio 2016
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noioso
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mi piaceva il titolo ed ho pensato ad una ideologia intricata fatta di traumi ed esistenzialismo generazionale e trame complicate . Bello il titolo noioso il film paragonabile ad una telenovela velocizzata per scampare alle puntate. Attori anonimi persino antipatici nella loro Brianza mal collaudata i ragazzotti ad esempio con il mostrosetto disgraziato premiato dal finale all'americana ed anche dai luoghi comuni . Tutti sotto tono immedesimati nel caldrone della fiction ad eseguire uno schema prefdefinito che alla fine ha preso persno il sopravvento per cui la cosa più carina era il dcadentismo edile brianzolo colorato di artifizi astrusi. Piatti gli attori tran tran dove l'unico simpatico era il marito il brianzolo coi danè fortunato a Milano.
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mi piaceva il titolo ed ho pensato ad una ideologia intricata fatta di traumi ed esistenzialismo generazionale e trame complicate . Bello il titolo noioso il film paragonabile ad una telenovela velocizzata per scampare alle puntate. Attori anonimi persino antipatici nella loro Brianza mal collaudata i ragazzotti ad esempio con il mostrosetto disgraziato premiato dal finale all'americana ed anche dai luoghi comuni . Tutti sotto tono immedesimati nel caldrone della fiction ad eseguire uno schema prefdefinito che alla fine ha preso persno il sopravvento per cui la cosa più carina era il dcadentismo edile brianzolo colorato di artifizi astrusi. Piatti gli attori tran tran dove l'unico simpatico era il marito il brianzolo coi danè fortunato a Milano. Tutta la parodia era superficiale mai entrata in un contesto interiore solo battute , modi di dire ,esclamazioni incoerenti nemmeno la trasgressione della signora " dilettante " sembrava autentica corredata da un direttore teatrale che nemmeno la barba gli donava con quella sua altezza ridicola. l'ho visto fino ad un certo punto a tratti poi sempre di meno poi ad occuparmi di altro. Si la Brianza era venuta bene complimenti alol sceneggiatore mentre il finale potevano almeno risparmiarcelo sembrava l'inizio di amici della de fiolippi. Il cinema ormai è televisivo e non si riesce più a capire quale sia la vera faccia.
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luanaa
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sabato 4 giugno 2016
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rende l'idea della crisi
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Premetto che non mi piace l'odierno cinema italiano e non avevo mai visto un film di Virzì prima d'ora. Ma questo film è davvero molto buono. Fa sentire cosa è stata la crisi economica italiana: la rende palpabile. Superba La Tedeschi e ottimo Bentivoglio. Su questo film valgono, a mio parere, le recensioni sui contenuti poichè viene toccata e ben descritta (attraverso i vissuti dei vari personaggi) una realtà davvero drammatica. Sicuramente da vedere.
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fabio
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lunedì 13 agosto 2018
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vale il biglietto ma si può perdere al cinema
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Un'altra storia di crisi e miseria umana. Per tornare ancora a riflettere su che cosa è la società italiana e dove stà andando.
Sgradevole dall'inizio alla fine il film non riesce a diventare veramente scomodo, veramente duro.
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wolvie
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domenica 11 aprile 2021
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la commedia all'' italiana continua
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Provincia italiana brianzola, due famiglie intrecciano relazioni umane, una composta da arricchito speculatore finanziario con figlio adolescente viziato ed imbelle, con moglie artistoide depressa e repressa, l' altra: agente immobiliare sbruffone con seconda moglie incinta e un senso di rivalsa sociale che lo porterà sull' orlo del precipizio, con figlia adolescente attratta dalla "diversità " più che dai soldi.
Ispirato al romanzo omonimo di Stephen Amidon, ma spostando il centro geografico della vicenda nel nord Italia produttivo.
Un piccolo "Rashomon" con i diversi punti di vista di: Dino Ossola (l' agente immobiliare), di Carla Bernaschi (l' insoddisfatta e succube moglie del finanziere) e Serena Ossola ( una brava e convincente Matilde Gioli), la figlia di Dino, la trade d'union tra le due famiglie.
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Provincia italiana brianzola, due famiglie intrecciano relazioni umane, una composta da arricchito speculatore finanziario con figlio adolescente viziato ed imbelle, con moglie artistoide depressa e repressa, l' altra: agente immobiliare sbruffone con seconda moglie incinta e un senso di rivalsa sociale che lo porterà sull' orlo del precipizio, con figlia adolescente attratta dalla "diversità " più che dai soldi.
Ispirato al romanzo omonimo di Stephen Amidon, ma spostando il centro geografico della vicenda nel nord Italia produttivo.
Un piccolo "Rashomon" con i diversi punti di vista di: Dino Ossola (l' agente immobiliare), di Carla Bernaschi (l' insoddisfatta e succube moglie del finanziere) e Serena Ossola ( una brava e convincente Matilde Gioli), la figlia di Dino, la trade d'union tra le due famiglie.
Tutti i personaggi principali ruotano intorno all' indagine della polizia per scovare il colpevole che ha investito e ucciso, durante la notte, il cameriere che tornava a casa dal lavoro con la bicicletta.
Come già in "Ferie D' Agosto", ma in tono meno grottesco, ma molto più amaro, la famiglia è al centro della vicenda, non più divisa da reminiscenze post ideologiche e politiche, ma esclusivamente diretta al possesso delle cose e delle persone, in nome del Dio denaro, che determina il successo personale.
Un Virzì di nuovo efficace, dopo che in qualche film aveva perso un po' la rotta della sua eredità riguardante la commedia "alta" all' italiana.
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fabrizio friuli
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giovedì 19 agosto 2021
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drammatico e ben realizzato
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Un grave incidente avvenuto durante la notte, nel mezzo di una strada dell' Italia del nord , è diventato la causa scatenante di una situazione complicata in cui vengono coinvolti due nuclei familiari dell' Italia Settentrionale , e i membri delle due famiglie sono I personaggi che appaiono nei quattro capitoli che compongono la storia drammatica chiamata Il Capitale Umano.
Il film drammatico del regista livornese Paolo Virzi' è liberamente ispirato ad un romanzo di Stephen Amidon , e vanta un casting attoriale di un certo livello : Fabrizio Bentivoglio , che interpreta l'invadente Dino Ossola , un agente immobiliare che vuole elevarsi di rango , cercando di socializzare con un ricco uomo d'affari chiamato Giovanni Bernaschi ( interpretato da un talentuoso Fabrizio Gifuni ) , egli è un soggetto dai modi poco amichevoli ed è sposato con una donna insoddisfatta di nome Carla Bernaschi , interpretata da Valeria Bruni Tedeschi ed hanno un figlio di nome Massimiliano che sta attraversando un periodo di crisi con la sua fidanzata ( che diventa la sua ex fidanzata ) , impersonata da Matilde Gioli , invece , il giovane Massimiliano Bernaschi viene interpretato da un attore alle prime armi di nome Guglielmo Pinelli , ed è stata un' ottima idea quella di sceglierlo per interpretare il ruolo di un giovanotto viziato, tipico di alcune famiglie altolocate.
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Un grave incidente avvenuto durante la notte, nel mezzo di una strada dell' Italia del nord , è diventato la causa scatenante di una situazione complicata in cui vengono coinvolti due nuclei familiari dell' Italia Settentrionale , e i membri delle due famiglie sono I personaggi che appaiono nei quattro capitoli che compongono la storia drammatica chiamata Il Capitale Umano.
Il film drammatico del regista livornese Paolo Virzi' è liberamente ispirato ad un romanzo di Stephen Amidon , e vanta un casting attoriale di un certo livello : Fabrizio Bentivoglio , che interpreta l'invadente Dino Ossola , un agente immobiliare che vuole elevarsi di rango , cercando di socializzare con un ricco uomo d'affari chiamato Giovanni Bernaschi ( interpretato da un talentuoso Fabrizio Gifuni ) , egli è un soggetto dai modi poco amichevoli ed è sposato con una donna insoddisfatta di nome Carla Bernaschi , interpretata da Valeria Bruni Tedeschi ed hanno un figlio di nome Massimiliano che sta attraversando un periodo di crisi con la sua fidanzata ( che diventa la sua ex fidanzata ) , impersonata da Matilde Gioli , invece , il giovane Massimiliano Bernaschi viene interpretato da un attore alle prime armi di nome Guglielmo Pinelli , ed è stata un' ottima idea quella di sceglierlo per interpretare il ruolo di un giovanotto viziato, tipico di alcune famiglie altolocate. Oltre ad un eccellente casting sono stati ben assemblati tutti i personaggi del film , muniti di caratteristiche che li rendono uguali a delle persone concrete, inoltre , la ricca e tediata Carla Bernaschi, che rappresenta l' archetipo della donna italiana che , pur facendo la bella vita , conduce un'esistenza esistenza vuota , proprio come il protagonista del lungometraggio di Paolo Sorrentino intitolato La Grande Bellezza . Oltre ai personaggi, la sceneggiatura del film non si limita solo ad essere stata generata dal talentuoso Paolo Virzi', infatti egli è stato affiancato da Francesco Piccolo e Francesco Bruni , ed insieme hanno saputo creare una sceneggiatura valida e meticolosa , e questo vale anche per la regia . Nei primi tre capitoli del film viene raccontata la storia, attraverso tre punti di vista differenti cosa è accaduto prima del tragico incidente , che viene causato da un altro giovane personaggio di nome Luca , interpretato da Giovanni Anzaldo , mentre il capitolo conclusivo si sofferma sulla conclusione della storia drammatica, ed il quartultimo capitolo è chiamato proprio Il Capitale Umano. Tuttavia , sarebbe possibile constatare che , un qualsiasi spettatore potrebbe considerare la vittima dell' incidente un individuo sconsiderato, dato che ha deciso di andarsene dal luogo di lavoro con una bicicletta durante la notte , però, bisogna anche criticare il giovane Luca che, non solo ha causato il decesso di una persona , ma si è permesso di guidare un Suv che non gli appartiene, facendo finire Massimiliano nei guai con gli agenti.
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