charango67
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sabato 15 marzo 2014
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14 €/ 126 minuti di vita sprecati
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Mi chiedo: Paolo Bertolin quanti soldi ha preso per scrivere la sua recensione?
non posso pensare che che pensa di questo film quanto scrive.
e mi chiedo ancora: chi mi rimborserà 14 € di biglietti spesi per questa oscenità cinematografica?
mi rivolgerò ad Altroconsumo per segnalare questo triste caso di pubblicità ingannevole.
non finisce qui
e stasera mi vedrò Blade Runner versione integrale come cura disintossicante
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gianbond
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venerdì 14 marzo 2014
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snowpirla
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Quattro stelle a un film del genere significa non aver mai visto un bel film, altrimenti per questi ci vorrebbe una costellazione. Innanzitutto: il film è di fantascienza o comico? Fa abbastanza ridere nella trama scalcinata e per gli attori degni di un fumettone di serie B mal interpretato, ma a questo punto a Zalone dovremmo dare 14 stelle. Fa molto piangere rispetto a Blade Runner che è un signor film di fantascienza ancora oggi, nel qual caso non basterebbe una galassia. Quindi, cosa sono andato a vedere? Senz'altro una c.....a coreana che disonora il cinema coreano,generalmente tutt'altro che mediocre,e disonora Ed Harris che di solito recita bene, ma qui è del tutto sprecato poichè bastava un altro qualunque per "interpretare" il protagonista di un'assurdità del genere.
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Quattro stelle a un film del genere significa non aver mai visto un bel film, altrimenti per questi ci vorrebbe una costellazione. Innanzitutto: il film è di fantascienza o comico? Fa abbastanza ridere nella trama scalcinata e per gli attori degni di un fumettone di serie B mal interpretato, ma a questo punto a Zalone dovremmo dare 14 stelle. Fa molto piangere rispetto a Blade Runner che è un signor film di fantascienza ancora oggi, nel qual caso non basterebbe una galassia. Quindi, cosa sono andato a vedere? Senz'altro una c.....a coreana che disonora il cinema coreano,generalmente tutt'altro che mediocre,e disonora Ed Harris che di solito recita bene, ma qui è del tutto sprecato poichè bastava un altro qualunque per "interpretare" il protagonista di un'assurdità del genere. Persino gli effetti speciali sono grossolani e ridicoli e certe scene di certi pseudo attori sembrano arrivare direttamente da una brutta parodia di Brazil.
Insomma, che film è snowpirla? Datemi una risposta grazie.
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jep gambardella
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venerdì 14 marzo 2014
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il treno che all’incontrario va.
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Ero seduto al cinema, guardavo il film. Ad un certo punto mi sono accorto con sincero stupore che il cartello luminoso che indica le toilette e le uscite di sicurezza situate ai lati della sala attirava la mia attenzione più dello schermo di proiezione.
Probabilmente questo deficit di concentrazione non sarà stato tutta colpa del film: si trattava infatti di un segnale luminoso attraente, molto ben realizzato, che si imponeva perentorio all’attenzione dello spettatore. Il messaggio era chiaro e intelligibile: se avessi avuto un attacco di dissenteria fulminante o avessi avvertito odore di fumo mi sarei diretto senza indugio verso la salvezza. Sarebbe quindi forse più corretto che io recensissi la luminescente infografica dell’omino (allarmato o incontinente) che s’affretta verso la porta; pure ho gettato qualche occhiata distratta verso la magia del grande schermo e, per sventura del produttore esecutivo, oggi mi trovo in surplus di tempo libero.
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Ero seduto al cinema, guardavo il film. Ad un certo punto mi sono accorto con sincero stupore che il cartello luminoso che indica le toilette e le uscite di sicurezza situate ai lati della sala attirava la mia attenzione più dello schermo di proiezione.
Probabilmente questo deficit di concentrazione non sarà stato tutta colpa del film: si trattava infatti di un segnale luminoso attraente, molto ben realizzato, che si imponeva perentorio all’attenzione dello spettatore. Il messaggio era chiaro e intelligibile: se avessi avuto un attacco di dissenteria fulminante o avessi avvertito odore di fumo mi sarei diretto senza indugio verso la salvezza. Sarebbe quindi forse più corretto che io recensissi la luminescente infografica dell’omino (allarmato o incontinente) che s’affretta verso la porta; pure ho gettato qualche occhiata distratta verso la magia del grande schermo e, per sventura del produttore esecutivo, oggi mi trovo in surplus di tempo libero.
Chi andasse a vedere questo film per sentirsi raccontare una storia interessante si ritroverebbe nella stessa condizione di Diogene che cerca un uomo con una lanterna accesa in pieno giorno. E’ lì davanti, eppure non si trova.
Ma il deficit non è solo nella fabula. E’ anche nell’intreccio.
Forse qualcuno dovrebbe ricordare agli sceneggiatori che i preliminari sono importanti nel cinema almeno quanto lo sono nel sesso. E invece no. Qui ci ritroviamo subito proiettati nel mezzo dell’azione. Il che equivale a presentarsi a una signora dicendole “Ciao, il nome nel nostro secondogenito sarà Jonathan”. E’ evidente che ci siamo persi qualcosa. Magari una decina di pagine di copione.
Per i puristi della sci-fi, non mi dilungo su incongruenze e solecismi scientifici che popolano l’intero film. In un crescendo rossiniano di sfondoni, che sarebbe l’incubo di ogni docente delle superiori, questo film è in realtà uno spietato olocausto di tutte le leggi della fisica note dai tempi di Isacco Newton: dalla termodinamica alla meccanica, dalla chimica alla balistica, senza risparmiare il buon senso comune le cui lezioni mi impartiva pazientemente mia nonna quando accendeva il fuoco del caminetto.
I personaggi sono sviluppati, con un rigore euclideo e bacchettone, in una desolante prospettiva monodimensionale. Una separazione binaria tra personaggi buoni e cattivi che rasenta l’apartheid: i buoni di qua, i cattivi di là; in mezzo non c’è più posto. Per allungare il brodo e giustificare il sacrificio del prezzo del biglietto, siamo costretti a sciropparci qualche digressione a sfondo sociologico sull’uguaglianza e la diversità fra gli uomini. Per carità, buona l’intenzione, ma la declinazione del concetto appare pelosa, ammiccante e mercificata tanto che a tratti non si capisce più se ci troviamo ancora nel film o in tweet di Renzi.
Uniche note positive (che salvano in stile E.R. una pellicola altrimenti esanime): la fotografia didascalica ma sicura e un apprezzabile lavoro di computer grafica sugli esterni. Fantasioso e onirico il design degli interni del terno, per quanto non esente da una tendenza all’inflazione ereditata da classici del genere. Tuttavia, data la debolezza narrativa che percorre il film, è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che siamo davanti ad un go-kart assemblato con i pezzi di una Rolls-Royce.
Un ultimo guizzo di vita si percepisce nelle fasi finali grazie all’apparizione di un sempre valido Ed Harris, maschera algida e efficace. Ma l’apparizione ha il solo effetto di suscitare la domanda spontanea: perché il suo personaggio non è stato introdotto prima nella narrazione, almeno per defibrillare lo spettatore? Ipotizzo un contratto a metraggio di pellicola, una sorta di cottimo in versione Hollywood.
Chiudo con un aneddoto, che ha tutta l’evidenza della vita vissuta. Sono andato a vedere il film con un amico che, stanco per una giornata di lavoro, si è addormentato dai titoli di testa a quelli di coda. Quando si è svegliato mi ha chiesto: che è successo? Tranquillo, non è successo proprio niente.
In conclusione, non andate a vederlo a meno che non vi garbi l’idea di ritrovarvi su treno in corsa lungo un binario morto.
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stefano pariani
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giovedì 13 marzo 2014
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tra sci-fi e azione contro ogni totalitarismo
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In un futuro molto prossimo il mondo ha subito una glaciazione che ha sterminato la popolazione e ogni forma di vita. Il paesaggio è desolato e ricoperto ovunque di ghiaccio e neve. Solo un lungo treno si snoda ininterrottamente in questa landa bianca, attraversando tutto il globo in un moto perpetuo; sui suoi vagoni viaggiano come in un’arca di Noè i superstiti dell’umanità, rigidamente suddivisi in classi sociali, governati da un sistema totalitario che privilegia i benestanti e mortifica i miserabili, costretti a vivere ammassati nelle ultime carrozze in pessime condizioni igieniche. Quando la situazione diventa intollerabile, la massa di reietti guidata da Curtis (Chris Evans) risale di vagone in vagone per abbattere il potere del fantomatico Wilford (Ed Harris), una sorta di Grande Fratello che dalla testa del treno tiene in mano la sorte di tutti i viaggiatori.
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In un futuro molto prossimo il mondo ha subito una glaciazione che ha sterminato la popolazione e ogni forma di vita. Il paesaggio è desolato e ricoperto ovunque di ghiaccio e neve. Solo un lungo treno si snoda ininterrottamente in questa landa bianca, attraversando tutto il globo in un moto perpetuo; sui suoi vagoni viaggiano come in un’arca di Noè i superstiti dell’umanità, rigidamente suddivisi in classi sociali, governati da un sistema totalitario che privilegia i benestanti e mortifica i miserabili, costretti a vivere ammassati nelle ultime carrozze in pessime condizioni igieniche. Quando la situazione diventa intollerabile, la massa di reietti guidata da Curtis (Chris Evans) risale di vagone in vagone per abbattere il potere del fantomatico Wilford (Ed Harris), una sorta di Grande Fratello che dalla testa del treno tiene in mano la sorte di tutti i viaggiatori. Il film, a metà strada tra fantascienza e azione, è un’avvincente riflessione sulle dinamiche del potere e si schiera apertamente contro ogni forma di regime totalitario, mostrando le responabilità del leader, che accetta il suo ruolo di eroe non senza titubanze, ma che alla fine è pronto a sacrificarsi e non cede alle lusinghe del tiranno. Il microcosmo riprodotto all’interno del treno è la cupa visione di una società che vive come sotto anestesia, inconsapevole del proprio destino e in balia di forze superiori, mentre il mondo all’esterno, uniforme e bianco, ha ancora una sua struggente bellezza. Forse non tutto è ancora andato perduto e il finale si apre ad una nota di speranza.
Presentata all’ultimo Festival del Cinema di Roma, la prima pellicola in lingua inglese del coreano Bong Joon-ho (“Memories of a murder”) porta alla conoscenza del grande pubblico il suo regista, che in patria è famoso come Park Chan-wook (“Stoker”), qui in veste di produttore. Tra squarci di poetica violenza e potenti scene d’azione, l’azzacato cast schiera tra gli altri un’irriconoscibile Tilda Swinton, ambiguo e subdolo vicecomandante del treno che pare una caricatura con enormi occhiali e sporgente dentiera.
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brando10
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martedì 11 marzo 2014
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corre il treno...insieme alla noia.
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Così è rimasta solo una ferrovia..in un mondo ghiacciato dall' umanità che cercava la soluzione al riscaldamento globale. Sulla ferrovia corre un unico treno che non si ferma mai(?..),beh, non è come i nostri, ma nel futuro tutto sembra possibile.. Dentro al treno l'umanità, ovvero ciò che ne rimane..i poveri in fondo,col cibo fatto con rifiuti..le guardie armate a proteggere l'elite nella testa del treno,il cui leader,uno stranito Ed Harris,(bei tempi quando col suo impeccabile gilet guidava il volo di Tom Hanks nell'Apollo 13..)si annoia a morte nel triste e disadorno locale del locomotore. Una noia mortale, con la più che scontata rivolta del popolo,cui una mai così brutta,superindisponente Tilda Swinton tenta malamente di porre un rimedio.
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Così è rimasta solo una ferrovia..in un mondo ghiacciato dall' umanità che cercava la soluzione al riscaldamento globale. Sulla ferrovia corre un unico treno che non si ferma mai(?..),beh, non è come i nostri, ma nel futuro tutto sembra possibile.. Dentro al treno l'umanità, ovvero ciò che ne rimane..i poveri in fondo,col cibo fatto con rifiuti..le guardie armate a proteggere l'elite nella testa del treno,il cui leader,uno stranito Ed Harris,(bei tempi quando col suo impeccabile gilet guidava il volo di Tom Hanks nell'Apollo 13..)si annoia a morte nel triste e disadorno locale del locomotore. Una noia mortale, con la più che scontata rivolta del popolo,cui una mai così brutta,superindisponente Tilda Swinton tenta malamente di porre un rimedio. Raramente lascio i miei streaming,stavolta ho raggiunto una sala di proiezione,come faccio normalmente di fronte a spettacoli con alte aspettative; stavolta non è scattata la magia... ha prevalso la noia.
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[+] ok...questa è la trama
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fedemanfede
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martedì 11 marzo 2014
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soldi buttati via
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barracuda argento
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martedì 11 marzo 2014
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deludente ...
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Snowpiercer al cinema; "...dal trailer sembra bello, andiamo a vederlo domani sera..."; è questa la frase che ho detto ad alcuni miei amici qualche giorno fa.
Il pentimento è stato drastico...
Purtroppo devo dire che il cinema ha ancora una volta dimostrato il suo calo di fascino, di aspettative e soprattutto di credibilità...
Prima di tutto analizziamo la trama: la parte iniziale sembra discreta, con presupposti abbastanza realistici, seppur come è lecito, trattandosi di fantascienza, un tantino esagerati dal punto di vista chimico. Tuttavia già in questa prima parte del romanzo si può notare una grande pecca: l'irruenza con la quale subentrano i sottotitoli (che hanno lo scopo di spiegare frettolosamente ciò che è accaduto prima) sembra davvero voglia nascondere, coprire e sovrastare l'epoca passata per lasciare spazio al vero e proprio film.
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Snowpiercer al cinema; "...dal trailer sembra bello, andiamo a vederlo domani sera..."; è questa la frase che ho detto ad alcuni miei amici qualche giorno fa.
Il pentimento è stato drastico...
Purtroppo devo dire che il cinema ha ancora una volta dimostrato il suo calo di fascino, di aspettative e soprattutto di credibilità...
Prima di tutto analizziamo la trama: la parte iniziale sembra discreta, con presupposti abbastanza realistici, seppur come è lecito, trattandosi di fantascienza, un tantino esagerati dal punto di vista chimico. Tuttavia già in questa prima parte del romanzo si può notare una grande pecca: l'irruenza con la quale subentrano i sottotitoli (che hanno lo scopo di spiegare frettolosamente ciò che è accaduto prima) sembra davvero voglia nascondere, coprire e sovrastare l'epoca passata per lasciare spazio al vero e proprio film.
In questo modo lo spettatore si ritrova spiazzato e catapultato in un'epoca che non è la sua e con una reltà così diversa da non riuscire ad ambientarsi pienamente, cosa che invece è essenziale nei film fantascientifici. Sarebbe invece stato opportuno far iniziare la storia già sul treno, e poi, tramite l'utilizzo dei flashback, spiegare ciò che è avvenuto nei precedenti 30 anni.
A parte questo, i personaggi che si presentano sono della categoria "tipo", ossia quelli che hanno caratteristiche che si mantengono uguali in tutte le situazioni ed in tutti i film. In primis spiccano il capo rivoluzionario disposto a scarificare tutto pur di riuscire nel suo scopo, il giovane che è ipnotizzato dalle capacità del capo ed è il suo leccapiedi, il vecchio saggio che è l'unico che mantiene un confronto o una conversazione con il capo, e soprattutto il tecnico elettricista drogato.
Per non parlare degli errori di sceneggiatura: caro Bong Joon-ho, se vuoi costruire un film di fantascienza d'accordo, ma non puoi spiattellare al pubblico cose simili:
- I corpi ibernati di coloro che avevano provato a scappare (tra l'altro come sempre accade in posizioni inverosimili) non vengono sepolti dalla neve (quindi non visibili) dopo
7 anni di nevicate e bufere incessanti ?
- Se all'inizio del film viene congelato il braccio di un vagabondo di terza classe con la sola esposizione all'aria esterna, come mai qualche giorno dopo questo avvenimento
la cinese ed il bambino riescono a stare completamente fuori dal treno senza morire in pochi secondi ? E' forse possibile che un cambiamento climatico radicale avvenga da un giorno all'altro ?
- Non mi sembra di aver visto in alcuna inquadratura un allevamento di scarafaggi così grande da essere in grado di sostentare un migliaio di persone per 15 anni.
- Cosa si da da mangiare ai polli e agli altri animali se c'è cibo appena sufficiente a sostentare i ricchi ?
- All'inizio del film si dice che l'era glaciale ha distrutto ogni forma di vita, sia animale che vegetale: come è possibile allora la comparsa di un orso bianco in età adulta alla fine del film (se così si può definire) ?
La mancanza ed il "maltrattamento" di temi importanti (alcuni esattamente l'opposto di quelli che ci si sarebbero aspettati) è poi imperdonabile (esempio fulcro è il tradimento di un amico).
Colpi di scena assolutamente non riusciti e scene che spiegano alcuni piccoli misteri sono così prevedibili da far passare la voglia di proseguire la visione del film.
Infine colonna sonora insufficiente, attori di medie capacità ma con dialoghi scadenti e scontati, il tutto accompagnato da un finale insensato, incomprensibile e incoerente.
L'unico merito di questo film è forse stata la fotografia, in particolare per quanto riguarda gli effetti speciali, a mio parere davvero buoni.
Tuttavia un film, mio caro Bong, non può basarsi sugli effetti speciali, ma principalmente su una trama ben costruita ed inevitabilmente priva di errori, poi eventualmente accompagnata da decori vari.
Sicuramente uno dei film più deludenti degli ultimi anni.
Sinceramente non capisco come si sia pronunciata la parola capolavoro per quest' opera; spero di aver letto male alcuni commenti precedenti al mio.
Grazie dell'attenzione a tutti e buona serata.
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madi12
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lunedì 10 marzo 2014
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da non crederci
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Credo che se si fosse devoluto il prezzo del biglietto ad Amnesty International o Save the Childen la serata avrebbe avuto un senso.Mi piacerebbe conoscere il rapporto Spese/ Incasso ( a livello mondiale ovviamente...)
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stefo74
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lunedì 10 marzo 2014
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orrendo
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Dare una stella a sto film è fargli un regalo. La tentazione era di venire via dopo 20min come due signori vicini a noi, in realtà con la pausa di 5 minuti ne abbiamo approfittato e siamo scappati alla grande!!! Se odiate qualcuno consigliategli questo film.. una tortura.
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dave69
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lunedì 10 marzo 2014
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un modesto action movie pieno di clichè
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Girato in poco meno di 3 mesi, "Snowpiercer" è il sesto film diretto da Bong Joon-ho, giovane cineasta che - dopo aver diretto il film di maggior successo della storia del cinema sudcoreano (l'horror "The host", nel 2006) - ora, con un budget di circa 38 milioni di dollari, può vantarsi di averne girato anche il più costoso. Le premesse sono buone: in seguito ad un incidente che avrebbe dovuto ridurre il surriscaldamento globale, la Terra subisce invece una nuova glaciazione che porta ell'estizione della razza umana, fatta eccezione per un gruppo di sopravvisuti rifugiatosi su un lunghissimo treno, in moto perpetuo intorno al pianeta, suddiviso in varie classi sociali.
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Girato in poco meno di 3 mesi, "Snowpiercer" è il sesto film diretto da Bong Joon-ho, giovane cineasta che - dopo aver diretto il film di maggior successo della storia del cinema sudcoreano (l'horror "The host", nel 2006) - ora, con un budget di circa 38 milioni di dollari, può vantarsi di averne girato anche il più costoso. Le premesse sono buone: in seguito ad un incidente che avrebbe dovuto ridurre il surriscaldamento globale, la Terra subisce invece una nuova glaciazione che porta ell'estizione della razza umana, fatta eccezione per un gruppo di sopravvisuti rifugiatosi su un lunghissimo treno, in moto perpetuo intorno al pianeta, suddiviso in varie classi sociali. Il treno quindi assurge a metafora del mondo. Peccato però che alla fine lo "svolgimento" dell'opera sia alquanto deludente. Nessuna riflessione filosofica alla "Blade Runner", nè tantomeno invenzione coreografica alla "Matrix" (due dei film citati come paragoni nel presuntuoso trailer), Il film in realtà si presenta come un cupo action movie con dei personaggi che rispondono quasi tutti a dei clichè (il leader riottoso, il giovane che lo idolatra, il vecchio saggio che giuda il gruppo, i carcerieri disumani, l'esperto della sicurezza drogato) o sono maschere grottesche che sfiorano il ridicolo (la ministra, la maestrina) senza mai acquisire un vero spessore. Le classi meno abbienti naturalmente fanno la fame, vengono maltrattate e umiliate, le altre si crogiolano nel vizio. Anche per queste debolezze di sceneggiatura, l'opera di Jooh-ho, nonostante mantenga un ritmo veloce ed abbia al suo attivo qualche riuscita scena d'azione, perde man mano in fascino ed efficacia. Restano le immagini inquietanti del pianeta avvolto dal ghiaccio ed il luminoso finale. Un po' troppo poco, temo. ^_^
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