Snowpiercer |
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Un film di Bong Joon-ho.
Con Chris Evans, Song Kang-ho, Ed Harris, John Hurt, Tilda Swinton.
continua»
Titolo originale Seolguk-yeolcha.
Azione,
durata 126 min.
- Corea del sud, USA, Francia 2013.
- Koch Media
uscita giovedì 27 febbraio 2014.
MYMONETRO
Snowpiercer
valutazione media:
3,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un'opera sontuosa e profetica da non perdere!di jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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domenica 27 luglio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel 2031 la Terra sta vivendo una nuova glaciazione: i pochi sopravvissuti vivono su un treno, lo Snowpiercer (lett. bucaneve), un’arca sferragliante che compie il giro del mondo in un anno. Sul treno la società è divisa in classi. Ogni classe ha i suoi vagoni. Gli abitanti della coda, guidati da Curtis (un intenso Chris Evans) iniziano una rivolta per conquistare la testa del treno e la locomotiva. Ma la resistenza delle classi agiate sarà durissima e il capo del treno (Harris) si dimostrerà molto persuasivo. In un estate priva di film (non solo priva di film belli, ma proprio priva di film!) come questa, talvolta mi capita di interrompere il mio tour-de-force per la visione di tutti i grandi capolavori del passato e di prendermi una serata di “rilassamento” andandomi a recuperare qualche film che mi ero perso durante la stagione cinematografica. È il caso di Snowpiercer, il più costoso film coreano di sempre (39 milioni di dollari circa), diretto dal prodigio Boon Joon-ho e prodotto dal grandissimo Park Chan-wook. Le recensioni erano buonissime (per non dire entusiastiche) e devo dire che il film ha mantenuto le aspettative. È un curioso sci-fi che, se qualcuno cercasse di spiegarvi la trama, probabilmente gli ridereste in faccia: è la storia più banale del mondo. Infatti, ditemi, quanti film ambientati in un mondo distopico-post apocalittico avete visto? Decine, centinaia. E allora vi starete chiedendo: perché Snowpiercer piace tanto? Perché se l’idea di base non è propriamente nuova, il modo in cui Boon Joon-ho la porta avanti è assolutamente straordinario. Mi spiego: il film è interamente ambientato su un treno, luogo relativamente piccolo, in cui tutti gli umani sopravvissuti sono obbligati a convivere. E la rivolta di Curtis e delle scarpe non è una sollevazione che porterà libertà, ma solo caos. Difatti il personaggio interpretato da Tilda Swindon lo dice fin da subito: bisogna mantenere l’equilibrio. Il film sembra un video-game, anche nella regia che fa uso di rallenty, spiazzanti idee e prospettive, un magistrale uso delle inquadrature e degli spazi (ridotti: ricordiamo che siamo su un treno) e Joon-ho si dimostra anche un grande direttore d’attori viste le grandi performance di tutti i comprimari: su tutti spicca la monumentale Swindon, ancora una volta imbruttita. E il film diventa un’odissea alla ricerca di una libertà che non può più esistere perché di fatto tutta l’umanità è prigioniera. Fotografia, scenografie e costumi sono da Oscar, alcune scene lasciano letteralmente a bocca aperta (quella della scuola di prima classe, con la maestrina interpretata da Alison Pill). Alla fin fine si esce prostrati di fronte ad un grande film di un grande regista, che riesce a creare un modello di sci-fi nuovo, talvolta divertente, talvolta inquietante. Ed in fondo è già un cult!
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