el cinefilo
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sabato 1 marzo 2014
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dedicato ai titubanti sui film di stampo coreano..
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Premetto di essere un grande stimatore dei registi coreani come il maestro Park Chan-wook e dopo Snowpiercer, è entrato di diritto (prepotentemente) nelle mie grazie anche Bong Joon-ho.
Con mia tristezza e a tratti grande sgomento, ho notato nel tempo un profondo pregiudizio e scontrosità da parte del pubblico medio di capolavori del calibro di Old Boy (chiaramente l'originale), solamente per il fatto di essere film asiatici e di conseguenza molto scuri di immagini, secondo alcuni lenti e privi di pathos, insomma non delle americanate.
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Premetto di essere un grande stimatore dei registi coreani come il maestro Park Chan-wook e dopo Snowpiercer, è entrato di diritto (prepotentemente) nelle mie grazie anche Bong Joon-ho.
Con mia tristezza e a tratti grande sgomento, ho notato nel tempo un profondo pregiudizio e scontrosità da parte del pubblico medio di capolavori del calibro di Old Boy (chiaramente l'originale), solamente per il fatto di essere film asiatici e di conseguenza molto scuri di immagini, secondo alcuni lenti e privi di pathos, insomma non delle americanate. Il fatto è che registi come Park Chan- wook oltre ad avver appreso numerose nozioni dal cinema occidentale, si sono dimostrati capaci di grandi imprese, in primis la trilogia della vendetta, dove la caratterizzazione dei personaggi è un qualcosa che tocca la soglia del poetico, dove la fotografia e le inquadrature sono fotogrammi di capolavori, ma i pregiudizi che attanagliano lo spettatore medio non permettono di giudicare questi film come tali. Snowpiercer potrebbe dare la svolta a questo problema, dove il regista rivelazione Bong Joon-ho ha come principale produttore appunto Park Chan-wook.
Snowpiercer è il film più costoso della storia coreana, ma nel cast non presenziano solo attori coreani, anzi a parte il collaudatissimo e bravissimo Song Kang-hook (mr. vendetta e lady vendetta) e la giovane Go Ah-sung, partecipano solo attori occidentali del calibro di Chris Evans, Jamie Bell, il grande John Hurt, Tilda Swinton, Ewen Bremner e il cattivissimo Ed Harris.
La storia, si ambienta in un post apocalittico 2031 dove, in seguito a un malaugurato tentativo di fronteggiare l'attuale problema del riscaldamento globale, la nostra amata terra si ritrova in una sorta di era glaciale. Il ricchissimo Wilford ha creato un treno che è un concentrato di tecnologie, che viaggia costantemente su un binario senza mai doversi fermare (grazie al suo autosufficiente motore perpetuo) e al suo interno vi abitano suddivisi per classi sociali gli umani sopravvissuti alla catastrofe. Come è logico che sia, i poveri vivono in condizioni disumane nella parte posteriore del treno, mentre i ricchi oziano nel lusso nella parte anteriore, ma questa triste routine verrà interrotta dalla ribellione dei poveracci prontamente capitanati dalla rivelazione Chris Evans.
Se vi aspettate il film che ha per protagonista la Torcia Umana, vi sbagliate, il cast al completo recita in maniera impeccabile e quest'ultimo non è da meno, inoltre spiccano per bravura Tilda Swinton e Song Kan-hook.
E' un film dalle tinte sicuramente forti e brutali, ma dove la violenza è tutto fuorchè gratuita, un Tarantino avrebbe avuto l'occasione di sbizzarrirsi, ma questo Sci Fi è davvero ben calibrato in ogni sua tematica.
La fotografia e le inquadrature sono a tratti spettacolari, si vede l'idea made in Corea dei "corridoi lunghi" e man mano che si avanza per gli scompartimenti del treno si resta positivamente colpiti dagli ambienti che la scenografia è in grado di proporre.
Il film si fa strada con l'azione (con ampio spazio per dialoghi profondi e per la caratterizzazione dei personaggi) dei poveri rivoluzionari che a tratti cadranno inesorabilmente, lasciando terreno ai pochi sopravvissuti che si cimenteranno avanti vagone per vagone fino al raggiungimento della rivelazione finale. Qui mi fermo, il finale lascerà sicuramente qualche spunto di riflessione e sarà tinto di una triste nota positiva.
Consiglio di guardare questo film senza pregiudizi, per amanti del genere e non, di certi nessuno resterà deluso, personalmente io lo definisco con assoluta certezza un vero e proprio capolavoro.
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(di ego74bo)
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writer58
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domenica 2 marzo 2014
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ridateci "blade runner"
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Attenzione[spoiler]: nella recensione vi sono antipazioni sugli sviluppi e lo scioglimento della trama.
Sono andato a vedere "Snowpiercer" con aspettative abbastanza alte, dopo aver letto alcune recensioni entusiastiche che lo dipingevano come un nuovo capolavoro della fantascienza distopica, proponendo persino un confronto con opere maestre come "Blade Runner", "Brazil e "Matrix". In realtà, questo film del regista coreano Bong-Joon-ho, al di là della confezione sontuosa, si rivela un'opera mediocre che ripropone numerosi clichè del genere. Tutta la vicenda si svolge su un treno che percorre "ad anello" un itinerario lungo la superficie devastata del pianeta. Siamo nel 2031 e la terra è in preda a una glaciazione, indotta da una sostanza congelante dispersa nell'atmosfera per combattere il riscaldamento globale.
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Attenzione[spoiler]: nella recensione vi sono antipazioni sugli sviluppi e lo scioglimento della trama.
Sono andato a vedere "Snowpiercer" con aspettative abbastanza alte, dopo aver letto alcune recensioni entusiastiche che lo dipingevano come un nuovo capolavoro della fantascienza distopica, proponendo persino un confronto con opere maestre come "Blade Runner", "Brazil e "Matrix". In realtà, questo film del regista coreano Bong-Joon-ho, al di là della confezione sontuosa, si rivela un'opera mediocre che ripropone numerosi clichè del genere. Tutta la vicenda si svolge su un treno che percorre "ad anello" un itinerario lungo la superficie devastata del pianeta. Siamo nel 2031 e la terra è in preda a una glaciazione, indotta da una sostanza congelante dispersa nell'atmosfera per combattere il riscaldamento globale. Le poche migliaia di sopravvissuti sono "ospitati" sul treno. La grande maggioranza viaggia in coda, in condizioni di sporcizia e degrado subumane, mentre pochi privilegiati occupano le vatture di testa, lussuose e dotate di ogni confort. La metafora è trasparente (e, a dire il vero, piuttosto rozza e ingenua): il treno è una rappresentazione del pianeta e della sua divisione in caste caratterizzate da una feroce disuguaglianza. I "diseredati" hanno un leader, un novello Spartaco che guida una rivolta per rovesciare lo stato di cose esistenti. Per farlo si allea con un esperto di sistemi di sicurezza dipendente da una sostanza allucinogena e sostiene tutta una serie di combattimenti con il piccolo esercito che svolge funzioni di polizia sul treno. L'obiettivo è quello di arrivare fino alla locomotiva, rimuovere Wilford (il capo carismatico, nonché costruttore del treno, circonfuso quasi da un'aureola sacra)e sovvertire la brutale organizzazione vigente.
I personaggi sono bidimensionali e non approfonditi (il film costituisce l'adattamento di un fumetto), lo sviluppo della vicenda è narrato in modo lineare ed elementare, la sceneggiatura è schematica e, a tratti, imbarazzante. Il film è infarcito di luoghi comuni (le rivolte come elemento per mantenere l'equilibrio interno- in un riferimento caricaturale a Matrix-, l'assassino disposto a nutrirsi dei propri simili che diventa capo della rivolta, il capo carismatico che cede il proprio ruolo al capo degli insorti, la rivolta che si risolve in una questione "a due",come nella parodia di un western, i bambini e la maestra che ripetono una canzone apologetica delle virtù del leader, ecc, ecc).
Neanche la fotografia ispirata e alcune belle sequenze - il vagone "acquario", la locomotiva- riescono a riscattare un film che sembra riprodurre tutti gli stereotipi della fantascienza catastrofista. Valutare una simile accozaglia di luoghi comuni come un capolavoro mi pare sinceramente un'operazione incomprensibile.
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miguel-angel-barota
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giovedì 6 marzo 2014
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pochi buoni spunti in una mare di già visto
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Intendiamoci da subito: se si cerca in Snowpiercer puro intrattenimento, l’obiettivo è centrato in pieno, grazie a una storia accattivante, azione, sangue, colpi di scena. Ma se parliamo di “capolavoro”, o qualcosa di simile, be’, allora siamo davvero molto distanti.
Fin dalle premesse, Snowpiercer ci promette di parlarci, attraverso la poco velata metafora del treno, di cos’è il modo e cosa sono gli uomini: compito sempre nobile e affascinante, ma anche molto difficile, perché il rischio di scivolare nel già visto, nel banale e/o nell’assurdo è sempre dietro l’angolo. E Bong Joon-ho, purtroppo, non supera il guado.
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Intendiamoci da subito: se si cerca in Snowpiercer puro intrattenimento, l’obiettivo è centrato in pieno, grazie a una storia accattivante, azione, sangue, colpi di scena. Ma se parliamo di “capolavoro”, o qualcosa di simile, be’, allora siamo davvero molto distanti.
Fin dalle premesse, Snowpiercer ci promette di parlarci, attraverso la poco velata metafora del treno, di cos’è il modo e cosa sono gli uomini: compito sempre nobile e affascinante, ma anche molto difficile, perché il rischio di scivolare nel già visto, nel banale e/o nell’assurdo è sempre dietro l’angolo. E Bong Joon-ho, purtroppo, non supera il guado.
La situazione surrealistica del treno-mondo è senz’altro suggestiva, ma davvero troppo limitativa per la grandezza delle tematiche: quand’anche i rivoluzionari si fossero sottratti alle loro condizioni di sottomissione e abbrutimento, riuscendo a conquistare la locomotiva, cosa ne avrebbero ottenuto? Non certo la libertà, impossibile da conquistare in un mondo che è tutto lì, in qualche decina di carrozze. E se viene meno l’ideale della libertà, viene meno anche la forza vera dell’ideale rivoluzionario. Ecco allora che i personaggi che risalgono il treno da fondo a cima appaiono non tanto come uomini in lotta per il sovvertimento di un ordine sociale imposto, con tutte le implicazioni filosofiche e sociali collegate, quanto piuttosto come marionette che si muovono in un teatrino per ottenere un pranzo migliore.
Bong Joon-ho, insomma, non riesce a dare complessità a un tema che risulta appiattito e semplificato quanto l’ambiente in cui è costruito il film. È banale il vecchio saggio “ideologo” della rivoluzione, è banale il capo rivoluzionario dal passato poco nobile, è banale la mamma agguerrita alla ricerca del figlio perduto, soprattutto è banale il “super-dittatore” con tutta il corredo di retorica totalitaria, riproposto veramente troppe volte, senza neppure un minimo di originalità, dal Grande Fratello di Orwell in poi. Da notare, poi, come non giovi certamente a dare brillantezza al film la profusione di sangue che occupa tre quarti del film.
Non è tutto da stroncare, comunque. Sono da accogliere positivamente i personaggi dell’apritore di porte e di sua figlia, perché sono gli unici personaggi che finalmente sfuggono alla banalizzazione della recitazione di un ruolo prestabilito, e inquadrandosi come forze esterne e indipendenti, rispetto allo schema “dittatore vs rivoluzionari”, ci danno un punto di vista diverso e nuovo. E poi, nella parte finale, le rivelazioni che il super-dittatore fa al capo rivoluzionario offrono effettivamente interessantissimi spunti di riflessione: le rivoluzioni come strumento non di sovvertimento ma di controllo dell’ordine prestabilito, grazie al ruolo di insospettabili “infiltrati” che fomentano il popolo rispondendo invece al volere del dittatore. Sono temi, questi, profondi e attualissimi, peccato che vengano “annacquati” dalle ultime scene, che ricascano nella retorica della fantascienza post-apocalittica, con tanto di disastro finale e speranza ultima di rinascita.
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dodori
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venerdì 7 marzo 2014
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imbarazzante!!! non buttate soldi e tempo!!!
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Vedo che leggere ''regista coreano'' ha offuscato le sinapsi di troppe persone che danno un giudizio positivo di questo film allucinante e terrificante nell'accezione più negativa possibile del termine!!
Film tratto da un fumetto, prodotto e realizzato veramente male!!
Regia = 1 stella (noiosa e ridicola come nei rallenty, una emulazione continua di altri film riusciti)
Sceneggiatura = - 5 stelle (dialoghi imbarazzanti e della profondità di un cerobroleso)
Grafica = 1 stella (sembra un videogame di 10 anni fa)
Musiche = 1 stella
Montaggio = - 5 stelle (combattimenti più che irreali, scene sconclusionate messe in banale successione)
Se fosse possibile gli darei -3 stelle.
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Vedo che leggere ''regista coreano'' ha offuscato le sinapsi di troppe persone che danno un giudizio positivo di questo film allucinante e terrificante nell'accezione più negativa possibile del termine!!
Film tratto da un fumetto, prodotto e realizzato veramente male!!
Regia = 1 stella (noiosa e ridicola come nei rallenty, una emulazione continua di altri film riusciti)
Sceneggiatura = - 5 stelle (dialoghi imbarazzanti e della profondità di un cerobroleso)
Grafica = 1 stella (sembra un videogame di 10 anni fa)
Musiche = 1 stella
Montaggio = - 5 stelle (combattimenti più che irreali, scene sconclusionate messe in banale successione)
Se fosse possibile gli darei -3 stelle.
SCANDALOSO!!! SONO VERAMENTE SHOCKATO DA TUTTI QUESTI COMMENTI POSITIVI!!!!
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dave69
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lunedì 10 marzo 2014
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un modesto action movie pieno di clichè
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Girato in poco meno di 3 mesi, "Snowpiercer" è il sesto film diretto da Bong Joon-ho, giovane cineasta che - dopo aver diretto il film di maggior successo della storia del cinema sudcoreano (l'horror "The host", nel 2006) - ora, con un budget di circa 38 milioni di dollari, può vantarsi di averne girato anche il più costoso. Le premesse sono buone: in seguito ad un incidente che avrebbe dovuto ridurre il surriscaldamento globale, la Terra subisce invece una nuova glaciazione che porta ell'estizione della razza umana, fatta eccezione per un gruppo di sopravvisuti rifugiatosi su un lunghissimo treno, in moto perpetuo intorno al pianeta, suddiviso in varie classi sociali.
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Girato in poco meno di 3 mesi, "Snowpiercer" è il sesto film diretto da Bong Joon-ho, giovane cineasta che - dopo aver diretto il film di maggior successo della storia del cinema sudcoreano (l'horror "The host", nel 2006) - ora, con un budget di circa 38 milioni di dollari, può vantarsi di averne girato anche il più costoso. Le premesse sono buone: in seguito ad un incidente che avrebbe dovuto ridurre il surriscaldamento globale, la Terra subisce invece una nuova glaciazione che porta ell'estizione della razza umana, fatta eccezione per un gruppo di sopravvisuti rifugiatosi su un lunghissimo treno, in moto perpetuo intorno al pianeta, suddiviso in varie classi sociali. Il treno quindi assurge a metafora del mondo. Peccato però che alla fine lo "svolgimento" dell'opera sia alquanto deludente. Nessuna riflessione filosofica alla "Blade Runner", nè tantomeno invenzione coreografica alla "Matrix" (due dei film citati come paragoni nel presuntuoso trailer), Il film in realtà si presenta come un cupo action movie con dei personaggi che rispondono quasi tutti a dei clichè (il leader riottoso, il giovane che lo idolatra, il vecchio saggio che giuda il gruppo, i carcerieri disumani, l'esperto della sicurezza drogato) o sono maschere grottesche che sfiorano il ridicolo (la ministra, la maestrina) senza mai acquisire un vero spessore. Le classi meno abbienti naturalmente fanno la fame, vengono maltrattate e umiliate, le altre si crogiolano nel vizio. Anche per queste debolezze di sceneggiatura, l'opera di Jooh-ho, nonostante mantenga un ritmo veloce ed abbia al suo attivo qualche riuscita scena d'azione, perde man mano in fascino ed efficacia. Restano le immagini inquietanti del pianeta avvolto dal ghiaccio ed il luminoso finale. Un po' troppo poco, temo. ^_^
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ego74bo
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giovedì 6 marzo 2014
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impresentabile
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Orrendo, banale, rozzo, puerile, scontato, pieno di dettagli ridicoli e poco credibili quantunque non palesemente sbagliati, senza un briciolo di creatività narrativa, con una ritmica lento-veloce-lento-veloce che nemmeno alla skuola di cinema, piatto, noioso, copia scolorita e stemperata di altri lavori di ben altro carisma e bellezza, con una fotografia passabile e una scena finale dove Harris mette tutto il suo professionismo e per questo resta apprezzabile: lui contro il resto del film, ma questo fa passare ai miei occhi tale lavoro da orridissimo a orrido. :D Insomma, evitare, evitare ed evitare ancora.
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francesco2
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mercoledì 5 marzo 2014
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ma di coreano c'è solo il regista
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Dopo "The Road", un altro futuro apocalittico. Ma se la trasposizione del romanzo di Mc Carthy è un garbato pacchettino con alcuni momenti di presunta suspence, questo film è un passo avanti ma sino a un certo punto.
Il regista coreano, infatti, sembra avere capito bene come si confeziona un film all'"Americana", dato che nel suo lavoro non c'è praticamente traccia dell'ironia coreana, magari o magari no autocompiaciuta della sua violenza, di film come "Old Boy" o "Lady Vendetta") Al contrario, i personaggi obbediscono a dei ruoli precostituiti (La cattiva, il buono, l'anziano saggio eccetera), che sin dall'inizio trasmettono una sensazione di racconto didascalico già visto.
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Dopo "The Road", un altro futuro apocalittico. Ma se la trasposizione del romanzo di Mc Carthy è un garbato pacchettino con alcuni momenti di presunta suspence, questo film è un passo avanti ma sino a un certo punto.
Il regista coreano, infatti, sembra avere capito bene come si confeziona un film all'"Americana", dato che nel suo lavoro non c'è praticamente traccia dell'ironia coreana, magari o magari no autocompiaciuta della sua violenza, di film come "Old Boy" o "Lady Vendetta") Al contrario, i personaggi obbediscono a dei ruoli precostituiti (La cattiva, il buono, l'anziano saggio eccetera), che sin dall'inizio trasmettono una sensazione di racconto didascalico già visto.
Curiosa è, semmai, la figura del coreano, unico connazionale del regista. Non fosse per questo, forse, si potrebbe sospettare che il film non sia immune neanche da un certo razzismo. Ma sarebbe un atto di colossale automasochismo, contraddetto peraltro dal fatto che la giovane figlia sembra guardata con simpatia sin dalle battute iniziali (Le viene detto "Capisci le cose prima che si aprano le porte"). Allora, a costo die ssre cerebrotici, potrebbe essere una metafora del regista e della sua condizione di "Diverso" in quanto non-americano, e teoricamente bistrattato da chi voglia il cinema statunitense "Da popcorn".
Tutti questi massimi sistemi, in ogni caso, non tolgono che sia la perizia tecnica il maggior pregio del film; il quale ogni tanto ritaglia figure originali, come il "Preparatore di cibi"(Mi pare),e dei momenti di vivacità come la classe che inneggia al totalitarismo.
Ma appaiono momenti -A proposito di locomotive- sganciati dal contesto, non immune peraltro da momenti di commozione facile. E le riflessioni conclusive, che vorrebbero gettare più ombre sulle figure descritte e seminare dubbi politico/esistenziali sul bene degli uomini, la tirannia ecc., non tolgono che chi auspica un cinema innovativo, forse, farebbe meglio a guardare altrove.
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balestro
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domenica 16 marzo 2014
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solo un buono spunto con una pessima realizzazione
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Il problema principale dei film sono le aspettative.
Andare a vedere un film sulla base di recensioni favolose non fa altro che creare un'attesa per qualcosa di eccezionale che poi difficilmente si conferma. Andare senza grosse speranze o addirittura sfidando delle stroncature di critici e amici, porta spesso a delle sorprese piacevoli.
Quando mi sono trovato di fronte ad una serata libera e a un 4,5 stelle su 5, con recensioni esaltanto che per questo film plaudivano al nuovo classico del genere (per me i "classici del genere" sono Terminator, Matrix, Sin City, Il Gladiatore e 300... poco altro), non ho potuto evitare di andarlo a vedere.
Non posso dire che il film non valga la pena di essere visto, ma presenta tali incongruenze e lacune nella trama che non possono non pesare sul giudizio complessivo di un film che si ferma ad uno spunto interessante.
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Il problema principale dei film sono le aspettative.
Andare a vedere un film sulla base di recensioni favolose non fa altro che creare un'attesa per qualcosa di eccezionale che poi difficilmente si conferma. Andare senza grosse speranze o addirittura sfidando delle stroncature di critici e amici, porta spesso a delle sorprese piacevoli.
Quando mi sono trovato di fronte ad una serata libera e a un 4,5 stelle su 5, con recensioni esaltanto che per questo film plaudivano al nuovo classico del genere (per me i "classici del genere" sono Terminator, Matrix, Sin City, Il Gladiatore e 300... poco altro), non ho potuto evitare di andarlo a vedere.
Non posso dire che il film non valga la pena di essere visto, ma presenta tali incongruenze e lacune nella trama che non possono non pesare sul giudizio complessivo di un film che si ferma ad uno spunto interessante.
Non voglio fare una recensione. Questo articolo è rivolto a chi il film lo ha già visto e cerca dei riscontri a quello che ha visto ed ha capito. Mi concentrerò quindi sulle incongruenze più rilevanti:
- I Poveri: La domanda che tutti si fanno a metà del film è: "ma perchè i "ricchi" si portano dietro tutti i poveracci se non servono a niente (non lavorano, non producono, non servono...) e costano risorse e fatica (praticamente tutta la sicurezza è dedicata a gestirli). Arrivati anche alla fine, non c'è una vera risposta, se non si vuole accettare che servano solo come bacino per sfornare piccoli riparatori da infilare in buchi del motore... Non ha senso, visto che hanno realizzato una struttura perfetta, che dipenda dalla presenza di piccoli bambini
- Il Treno: ci presentano il treno come una macchina perfetta, creata per durare praticamente in eterno. Non ci spiegano però quale sarebbe la sua fonte di energia. Ci dicono che è un mondo autosufficiente, vediamo un vagone "cella frigorifera" e uno con qualche albero e un orticello... ma dove sono le mucche, le galline e tutti gli altri campi... non si capisce. Le dimensioni sono completamente fittizie; quando passano dentro il vagone "acquario", dove nuotano anche delle mante, quel vagone dovrebbe essere enorme, invece è grande come gli altri... non ha senso
- Anche la velocità del treno, che si vede sempre sfrecciare come un fulmine non ha senso. Il treno fa 1 giro della terra in 1 anno; Ma la circonferenza massima della Terra, all'equatore, è di 40.000Km. Mettiamo che fa un percorso contorto e quindi percorre 60.000 Km in un anno. Comunue corrisponderebbe ad una velocità di 7 Km/h, praticamente un passo veloce. Se anche raddoppiassimo tutti i valori, arriveremmo a 14Km/h, meno di una bici da passeggio...
- Le lingue: in un paio di passaggi si vede che ci sono dei traduttori per spiegare nelle varie lingue dei poveri il messaggio dei ricchi. Ma se sono rinchiusi in un vagone tutti insieme da 17 anni, vuoi che non abbiano sviluppato una lingua comune o che tutti siano almeno in grado di comprendere la lingua dei potenti??
- A parte tutto mi chiedo perchè gli ultimi superstiti abbiano scelto di andare su un treno; credo sia molto più semplice ripararsi dal freddo sotto terra
- Restano un sacco di domande non risolte. Una su tutte: perchè i 2 luogotenenti vogliono uccidere a qualunque costo la figlia del responsabile della sicurezza? Arrivano a sacrificare la propria vita e l'integrità del treno (sparando contro i vetri) pur di fermarla... ma non sappiamo perchè
Lascio tutte le altre assurdità (che tirino fuori le armi solo dopo una cruenta lotta all'arma bianca; che i ricchi prima li lasciano passare, persi nelle festine lascive, poi reagiscono con mazze e bastoni, ancora sotto esballo, sembra; che in realtà il piano sia stato tutto architettato dal "macchinista" ma basandosi su una serie di fortuite coincidenze, visto che il protagonista poteva essere ammazzato al primo scontro...
Parlano del "film più costoso della Corea" eppure... si svolge tutto in interni, dei vagoni spartani, per lo più... in cosa hanno speso tutti quei soldi? Ci si sono comprati le pallette per avere l'ispirazione, per caso? O più semplicemente il 70% del budeget è stato destinato alla promozione e a conquistare recensioni compiacenti?
E' certamente un film allegorico sul nostro mondo di oggi, che spinge a riflessioni anche profonde ful nostro stato; ma alla fine niente più che una buona idea di base con un allestimento che chiede troppe volte di spegnere il cervello per non notare tutta la fragilità della trama.
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andrea.bonino.97
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mercoledì 5 marzo 2014
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film ricco di significati mal sviluppati
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Nel 2031, in seguito ad una nuova era glaciale, le poche persone rimaste, sono a bordo di un treno rompighiaccio, che percorre ininterrottamente la terra. La testa del treno è abitata dalla classe sociale più ricca e procedendo via via che si va indietro di vagoni si arriva alla classe sociale più degradata: i poveri, costretti a vivere in spazi stretti e ridotti alla fame. Ed è proprio da qui che partirà la rivolta che metterà in moto tutti gli eventi che costituiranno i restanti 3/4 del film, con una rivolta che ha lo scopo di arrivare fino alla testa del treno e vendicarsi sul capotreno che li costringe a vivere in povertà. Film più costoso della Corea fino ad oggi, è un thriller-fantascientifico post-apocalittico con risvolti politici e sociali.
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Nel 2031, in seguito ad una nuova era glaciale, le poche persone rimaste, sono a bordo di un treno rompighiaccio, che percorre ininterrottamente la terra. La testa del treno è abitata dalla classe sociale più ricca e procedendo via via che si va indietro di vagoni si arriva alla classe sociale più degradata: i poveri, costretti a vivere in spazi stretti e ridotti alla fame. Ed è proprio da qui che partirà la rivolta che metterà in moto tutti gli eventi che costituiranno i restanti 3/4 del film, con una rivolta che ha lo scopo di arrivare fino alla testa del treno e vendicarsi sul capotreno che li costringe a vivere in povertà. Film più costoso della Corea fino ad oggi, è un thriller-fantascientifico post-apocalittico con risvolti politici e sociali. Inizio lento, crudo, migliora nella metà anche se si comincia ad avvertire un grosso senso pessimistico che coverge in un finale non proprio appagante che cerca di lasciare un moto di speranza. Snowpiercer è un film indubbiamente ricco di significati, capace di coinvolgere il protagonista, coinvolgente e tremendamente realistico che però spesso sbaglia situazioni e la quantità dei contenuti. Partendo dagli ultimi la violenza che è fin dall'inizio abbastanza accentuata, che resta piuttosto inutile e non al fine della trama, salvo in rari casi. per quanto riguarda le situazioni, sono da notare molte scene insensate o più che altro paradossali. Prima fra tutte: la lotta dei rivoltanti contro gli uomini armati di accetta, ridicola e il risultato di essa è inspiegabile. Bravissimi tutti gli attori, prima fra tutte Tilda Swinton con un personaggio tremendamente sopra le righe. Il regista ha cercato indubbiamente di rendere il film il più internazionale che mai, con un cast quasi totalmente occidentale. Avrebbe potuto osare di più, infatti i due unici personaggi orientali sono molto piacevoli. Peccato per i troppi rimandi più che ovvi alla nota saga Hunger Games.
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frettuda22
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venerdì 21 marzo 2014
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inizio interessante che annega nell'incoerente.
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Un film del genere quando si inizia a vedere promette molto, si percepisce subito che si è di fronte a un prodotto qualitativamente superiore.
Cast, scenografie e spunto narrativo iniziale fanno subito presa come poche volte succede.
Vengono subito in mente gli inizi di Matrix e Blade runner con le loro atmosfere apocalittiche e dark.
Il film poi va avanti e per quelli come me che cercano almeno un minimo di realtà o coerenza nella sceneggiatura cominciano ad apparire delle crepe che mano a mano da piccole diventano gigantesche, per finire tutto in un vuoto totale.
Per carità, le caratteristiche iniziali non vengono mai a mancare, quindi se si apprezzano queste il film risulta piacevole e interessante ma se si vuole dare un senso alla storia non ci si riesce.
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Un film del genere quando si inizia a vedere promette molto, si percepisce subito che si è di fronte a un prodotto qualitativamente superiore.
Cast, scenografie e spunto narrativo iniziale fanno subito presa come poche volte succede.
Vengono subito in mente gli inizi di Matrix e Blade runner con le loro atmosfere apocalittiche e dark.
Il film poi va avanti e per quelli come me che cercano almeno un minimo di realtà o coerenza nella sceneggiatura cominciano ad apparire delle crepe che mano a mano da piccole diventano gigantesche, per finire tutto in un vuoto totale.
Per carità, le caratteristiche iniziali non vengono mai a mancare, quindi se si apprezzano queste il film risulta piacevole e interessante ma se si vuole dare un senso alla storia non ci si riesce.
Ci sono talmente tante illogicità, talmente tanti presupposti assurdi da accettare che la cosa rende, almeno per me, difficile andare avanti.
Di solito non mi fermo a considerare se quello che vedo può essere stupido (se la storia funziona non ce n'è bisogno), ma in questo caso, passato il primo quarto d'ora, è stato un crescendo di questi momenti.
C'è poi da dire che ricordando Matrix il finale appariva abbastanza simile ma gli sceneggiatori probabilmente non se la sono sentita di plagiarlo in modo così plateale, ma il finale scelto è insensato quanto il resto del film (Come fa Paolo Bertolin a definirlo "aperto nel finale ad un abbacinante raggio di speranza"? Vedere per credere)
Non vorrei essere frainteso però, il film l'ho finito di vedere e certi momenti, sopratutto all'inizio li ho trovati molto interessanti e come ho già detto anche la recitazione e le scenografie, ma proprio perchè prometteva così bene la incoerenza della trama resta così deludente.
Purtroppo non è la prima volta che si cerca di emulare Blade Runner e Matrix con risultati approssimativi. Per quanto mi riguarda almeno ho potuto vedere Tilda Swinton, antipatica e come dice Bertolin (una delle poche cose su cui sono d'accordo) crudele.
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