Snowpiercer |
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Un film di Bong Joon-ho.
Con Chris Evans, Song Kang-ho, Ed Harris, John Hurt, Tilda Swinton.
continua»
Titolo originale Seolguk-yeolcha.
Azione,
durata 126 min.
- Corea del sud, USA, Francia 2013.
- Koch Media
uscita giovedì 27 febbraio 2014.
MYMONETRO
Snowpiercer
valutazione media:
3,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La lotta di classe adesso si fa sui vagoni del treno
di Roberto Nepoti La Repubblica
Siamo nel 2031 e la Terra, causa uno sciagurato tentativo scientifico, è ridotta a un deserto di ghiaccio. I pochi sopravvissuti sono riuniti a bordo di un gigantesco treno, una "Macchina" d'acciaio dotata di moto proprio che non si ferma mai. A bordo, l'organizzazione è retta da una gerarchia altrettanto ferrea: nei vagoni anteriori, tra ogni svago e comfort, soggiornano i ricchi guidati da un dittatore di nome Wilford; in quelli più lontani dalla locomotiva, sotto la sorveglianza di gente armata, ci sono i poveri, schiavizzati, torturati e trattati come bestie. Ma, al seguito di un leader spirituale, il carismatico Curtis prepara la rivolta dei proletari in cerca di libertà. Convergono molti archetipi e molti miti inSnowpiercer, dalla biblica Arca di Noè a tutto il repertorio della fantascienza distopica il cui apice insuperato, al cinema, resta Metropolis. Se nel film di Lang la gerarchia andava dall'alto (i ricchi) al basso (i poveri), qui si sviluppa in senso longitudinale, lungo i vagoni del grande treno concepiti come una serie di "stazioni" che gli oppressi devono percorrere per affrancarsi dalla servitù. Niente di nuovo, si dirà: per decenni, stagioni recenti comprese (Elysium, Upside down), il cinema non ha fatto che riproporci parafrasi dello stesso soggetto, lotta di classe compresa nel prezzo. Questa volta, però, le cose vanno diversamente. È atipica, per cominciare, la genesi del film, una produzione tra America, Corea del Sud (che ha stanziato il più grosso budget di tutta la sua storia) e Francia ispirata al fumetto di culto degli anni 80 Le Transperceneige. Era un decennio che il regista coreano Bong Joon ho tentava invano di trarne una versione per lo schermo, prima di trovare un produttore nel collega e amico Park Chan-wook ( Old boy). E qui risiede la vera novità, che rende il film diverso da tutti i blockbuster apocalittici visti finora. Oggetto di culto cinefilo, Bong è un cineasta da festival, noto per film (The Host, Mother) caratterizzati da uno stile molto peculiare. Contrariamente ai colleghi orientali che, via via, hanno sperimentato il cinema di grossa produzione, lui non si è affatto piegato alle convenzioni del blockbuster: anzi, ha sottomesso quelle al suo stile. E se il film mette in scena la rivoluzione alla maniera di un videogame, vagone dopo vagone, con livelli di difficoltà crescenti, lo fa in modo del tutto personale: padroneggiando e articolando gli spazi del treno su cui si svolge l'intera azione con un senso della plasticità e del ritmo ammirevoli. Le possibilità del teatro dell'azione sono sfruttate al massimo, in sequenze calcolatissime eppure dinamiche come coreografie. Snowpiercerè un blockbuster di nuova generazione, rispettoso e insieme trasgressivo dei codici di genere, spettacolare e profondamente pessimista. Lo stile virtuosistico di Bong Joon ho non si mette puramente al servizio della storia da narrare, ma procede per scarti di tono e di registro, alternando scene tragiche con aperture di grottesco e perfino di comico burlesco. Altrettanto atipico è il robusto cast, dove si trovano riuniti Chris Evans (senza il costume di Capitan America), Jamie Bell (Le avventure di Tintin), Ed Harris nella parte del cinico Wilford e un'irriconoscibile Tilda Swinton in quella di Mason, la sua diabolica collaboratrice, John Hurt e il coreano Song Kang-ho, l'attore-feticcio del regista.
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