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X-Men: L'inizio, l'intervista a Angel e Riptide

Zoë Kravitz e Álex González svelano i segreti del set.
di Robert Bernocchi

L'attrice Zoë Kravitz alla premiere americana del film X-Men: L'inizio di Matthew Vaughn.
Zoë Kravitz (Zoë Isabella Kravitz) (35 anni) 1 dicembre 1988, Los Angeles (California - USA) - Sagittario. Interpreta Angel Salvadore nel film di Matthew Vaughn X-Men: L'inizio.

lunedì 30 maggio 2011 - Incontri

È una strana coppia di attori quella formata da Álex González e Zoë Kravitz. Il primo è uno spagnolo, al suo primo impegno importante con il cinema americano, che per sua fortuna non ha battute nella pellicola, visto che il suo inglese è decisamente incerto e degno degli allenatori italiani che lavorano in Inghilterra. Lei, invece, è una figlia d’arte. Il padre è, infatti, il cantante Lenny Kravitz, la madre Lisa Bonet, che ancora viene ricordata per una torrida scena con Mickey Rourke in Angel Heart - Ascensore per l'inferno. Insieme, svolgono uno dei roundtable del junket di X-Men: L’inizio.

Cosa pensa del personaggio di Magneto? Le è piaciuto interpretare un cattivo?
Álex González: Se c’è una cosa che è chiara nel film, è che noi non vogliamo giudicare, ma cerchiamo di capire le ragioni delle sue scelte. Alla fine, Magneto dice che il nemico è dentro di noi. Personalmente, avevo già interpretato un cattivo ed è un tipo di ruolo che mi diverte molto. Nella vita non puoi essere antisociale e maleducato, quindi mi sembra divertente avere questa possibilità sullo schermo.

Qual è il vostro rapporto con la saga degli X-Men?
Zoë Kravitz: Io li conoscevo, anche se non sono molto appassionata dei fumetti. Diciamo che ho fatto i compiti e casa e ho visto i film, tanto che adesso li apprezzo molto. Peraltro, mi piace molto il potere del mio personaggio e vorrei averlo anche nella vita reale. Mi piacerebbe volare, sarebbe tutto più facile e molto utile anche per i miei trasferimenti di lavoro. Comunque, per dar vita ad Angel ho anche dovuto sottopormi a sessioni di trucco che iniziavano alle tre di notte per creare il mio tatuaggio.
Álex González: Non ho mai letto il fumetto, ma ho adorato i film. Tra l'altro, mia sorella è una grande fan. Quando le ho detto che mi avevano scelto, lei non aveva capito che si trattava della serie americana, ma credeva che fosse un film spagnolo con questo titolo. Quando ha compreso quello che mi era stato offerto, ha quasi pianto ed era molto eccitata, anche più di me. Comunque, non mi ha fornito molti consigli, perché il personaggio è diverso dal fumetto, quindi ho preso le mie decisioni in maniera autonoma. Credo che non sia il tipico film d'azione, parla di essere orgogliosi della diversità, di ritenerla un pregio piuttosto che un difetto.

Come pensate che potrebbero evolversi i vostri personaggi in un eventuale sequel?
Zoë Kravitz: Lei in questo film affronta una trasformazione importante, quindi credo che potrebbe risultare anche più dark in una nuova pellicola. Ovviamente, per il sequel dipenderà dal pubblico, se andrà o meno a vedere questa pellicola.
Álex González: Non ne sono sicuro, credo che anche lui potrebbe essere un po' più dark.
Zoë Kravitz: Mi copia sempre le risposte... (risate)

Che differenze avete trovato nel lavorare al vostro primo blockbuster?
Álex González: In Spagna abbiamo una buona industria, ma in America siamo su un piano assolutamente diverso. Non è solo questione di budget, è proprio una situazione generale e questo film mi ha aperto gli occhi a riguardo. Mi sento molto fortunato perché tanti attori spagnoli mi hanno aperto la strada, come Antonio Banderas, Penelope Cruz e Javier Bardem. Io sono molto grato a tutti loro, perché mi hanno aiutato molto, così come hanno fatto per tanti altri miei colleghi.
Zoë Kravitz: É stata un'esperienza completamente diversa dai miei film indipendenti. Qui ci sono diversi livelli di lavoro, per esempio tanti effetti speciali, delle cose che non ho mai dovuto affrontare prima. Nelle pellicole piccole c’è un lavoro di squadra e capisci meglio cosa sta succedendo, qui invece bisognava fidarsi.

Come avete ottenuto la parte?
Zoë Kravitz: Ho fatto un provino filmato a New York e due settimane dopo ho avuto un incontro con Matthew Vaughn.
Álex González: Ho svolto quella che era la mia prima audizione per un film americano e dieci giorni dopo mi hanno chiamato per un incontro con Matthew. Quando sono stato preso, ero spaventato di lavorare con un regista così importante, dei grandi attori e Bryan Singer come produttore, ma poi mi sono reso conto che loro sono molto umili. Peraltro, sono stato fortunato di non aver dovuto parlare inglese, perché avrei avuto molta più pressione. In questo periodo, ho potuto migliorare un po' il mio inglese, ma non ho ottenuto grandi risultati. Per quanto riguarda il mio approccio al personaggio, quando ho visto la prima immagine nel fumetto, ho notato che era molto elegante e ho pensato che questa impressione mi potesse essere utile. Peraltro, mi hanno fatto provare tanti costumi diversi e quando abbiamo finito, io insistevo a continuare visto che ci avevo preso gusto...

Ha ricevuto consigli dagli attori veterani sul set? E come è andata con i suoi coetanei?
Zoë Kravitz: Ho ricevuto diversi consigli dai miei genitori, ma come avviene per tutti i figli. Sul set, nessun attore vuole consigliarti e spiegarti le cose, semplicemente lavorando insieme si osservano questi talenti per prendere esempio, ma senza chiedere nulla. Il cast giovane era molto legato, una cosa importante visto che delle riprese lunghe come queste possono diventare un incubo. Una scena in cui i ragazzi sono coinvolti un una festa è emblematica, sono semplicemente delle persone che si divertono e che si comportano come farei io al posto loro. Credo che il film funzioni sia come prodotto supereroistico, che come storia di formazione. Peraltro, qui abbiamo a che fare con la prima generazione di mutanti.

Quali altri cinefumetti vi piacciono? E per quanto riguarda i personaggi degli X-Men, a parte quelli che interpretate, chi vi sembra più interessante?
Álex González: Mistica è un personaggio fantastico, ma anche Angel. Per quanto possa sembrare strano, mi piacerebbe interpretare un ruolo del genere.
Zoë Kravitz: Potrai farlo la prossima volta… (risate). A me piace molto la serie di Batman e il primo Spider-man

Qual è stata la sfida maggiore per voi?
Zoë Kravitz: Per me, il lavoro con i cavi è stato molto impegnativo, perché bisogna preparare bene il proprio corpo. Inoltre, tante scene sono state fatte con il green screen, quindi devi usare la tua immaginazione. Ti senti stupido perché non c'è nessuno, allora devi impegnarti e credere in quello che fai.
Álex González: In effetti, era difficile credere a questo mondo verde e bisognava lavorare di immaginazione perché non esiste. Devi avere fiducia e tornare bambino, quando eri impegnato a giocare, solo che i giocattoli qui sono molto costosi. Per esempio, sul set muovevo le mani per creare un tornado, ma non avevo idea dell’effetto finale.

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