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Un'estate al mare con le pinne, il fucile e i Vanzina

Esce la vacanza balneare dei Vanzina, tutta cuore, sole, corna e amore.
di Marzia Gandolfi

Cinemare

mercoledì 25 giugno 2008 - Incontri

Cinemare
Se i matrimoni si celebrano alle Bahamas, la luna di miele si passa in tre, le gite si fanno in Spagna, la California si sogna soltanto, a spasso si va nel tempo, le vacanze sono sempre di Natale e il 2061 sarà un anno eccezionale, l'estate ha il sapore di sale e si trascorre al mare. Così dopo Sapore di mare uno & due, i fratelli Vanzina tornano in spiaggia e sfidano la stagione estiva, frequentata da supereroi in crisi e in calzamaglia, orsetti Black and Jack e horror sadici e "terminali". Con la bellezza di settecento copie soltanto (!) i Vanzina replicano alle solite, trasferendosi in uno, due, tre, dieci e cento luoghi di villeggiatura per vip (Forte dei Marmi, Porto Rotondo) e pensionati (Ostia), bagnati dal sole, infiammati da belle figliole in bikini e battuti da mariti sempre infoiati. Sette episodi per dodici personaggi inseriti in una sceneggiatura che qualche volta c'è e che ricorre alle risapute storie di corna, alle ammuffite gag scatologiche, ai qui pro quo sessuali e qua e là al trash smaccato. Dopo il rito del cinepanettone, che ha il suo prototipo nelle Vacanze di Natale (1983) di Carlo Vanzina, arriva il cine-ombrellone Un'estate al mare, film 'cult' ancora prima di essere girato, almeno per gli epigoni degeneri dei blobbisti Ghezzi e Giusti. A spasso nel tempo e nell'Italia dei dialetti, attori e starlette prendono il sole al Twiga di Briatore, provano brividi di piacere alla "branca menta" e si cornificano su diciannove metri di yacht by Azimut. That's entertainment, that's product placement.

Su la saracinesca
Un'estate al mare è un omaggio al cinema della spensierata e avvolgente commedia all'italiana, che tanto amiamo e che ci ha forgiati entrambi. Abbiamo girato una commedia balneare a episodi, un esperimento, speriamo riuscito, di allungamento della stagione cinematografica. Crediamo da tempo che ci sia una gran voglia in Italia di fare cinema d'estate e poi le statistiche parlano chiaro: la gente ci va in sala. Non è affatto vero che d'estate nelle città scatta il coprifuoco. La nostra battaglia sarà quella di invitare le persone a 'vivere' in agosto e vivere significa anche andare al cinema. Con Medusa ci siamo avventurati in una vera e propria impresa: produrre, girare, montare una commedia "da boato" in soli sette mesi e poi distribuirla a fine giugno, quando in Italia il cinema abbassa la saracinesca. Siamo comunque tranquilli, è una sfida che possiamo vincere.

Attori e starlette
In trentatre anni di carriera abbiamo lavorato con moltissimi artisti ma questa volta abbiamo avuto una gran bella fortuna. I tempi erano strettissimi, ci siamo organizzati in fretta e abbiamo avuto subito l'ok di tutti gli interpreti scelti per il film. È stata un'esperienza incredibile avere sullo stesso set Ezio Greggio, che conosco da trent'anni, ed Enrico Brignano, che con Un'estate al mare ha la sua vera occasione per affermarsi anche sul grande schermo. Senza contare la presenza di Gigi Proietti, mattatore assoluto del settimo episodio, o Enzo Salvi alle prese con un personaggio più sfumato e complesso. E poi c'è Lino Banfi, un vero genio della comicità, un interprete maturo e capace di fare qualunque cosa. Avevo già lavorato con Lino, scrivendo la sceneggiatura del Commissario Lo Gatto, mio padre invece lo aveva diretto in Dio li fa poi li accoppia. Carlo invece, lo dirige per la prima volta in Un'estate al mare.

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