barbara de martino
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domenica 7 novembre 2010
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emile hirsch è un mito
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2 anni lui gira per il mondo,niente telefono,niente sigarette,niente canni o gatti,niente piscina; LIBERTA' ESTREMA un'estremista un viaggiatore esteta che ha per casa la strada. Così dopo 2 anni di cammino arriva l'ultima e più grande avventura...l'apogeo della battaglia per disruggere il falso essere interiore suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale e per non essere più avvelenati dalla civiltà lui fugge..cammina solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia
Questo film è un capolavoro! quando l'o visto mi ha fatto pensare molto perchè ho sempre pensato che la felicità nasca dalle relazioni umane e invece adesso smentisco tutto!! E mi è bastato guardare gli o
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2 anni lui gira per il mondo,niente telefono,niente sigarette,niente canni o gatti,niente piscina; LIBERTA' ESTREMA un'estremista un viaggiatore esteta che ha per casa la strada. Così dopo 2 anni di cammino arriva l'ultima e più grande avventura...l'apogeo della battaglia per disruggere il falso essere interiore suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale e per non essere più avvelenati dalla civiltà lui fugge..cammina solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia
Questo film è un capolavoro! quando l'o visto mi ha fatto pensare molto perchè ho sempre pensato che la felicità nasca dalle relazioni umane e invece adesso smentisco tutto!! E mi è bastato guardare gli occhi di christopher MecCandless quando arriva alla sua "Odissea" - ALASKA-
EMILE HIRSCH è un MITO!
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mr.duff
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lunedì 18 ottobre 2010
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wow
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Ci sono poche parole che riassumere questo piccolo capolavolo...UNICO!Comprerò sicuramente il romanzo per capire meglio tutto ma è un film da gustare e rigustare!Consigliatissimo!
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zyklonb
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lunedì 18 ottobre 2010
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quanto e' lunga la strada che porta verso casa....
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INTO THE WILD .. un piccolo capolavoro,come una gemma grezza; uno di quei film che è già stato annoverato come "cult" da molti della mia generazione e che, ne sono sicuro, fara' sempre più proseliti con lo scorrere del tempo. Partendo dal racconto delle peripezie di un giovane ventitreenne Chris McCandlles(al secolo "Alexander Supertramp")Penn,ispirato come non mai e mosso da un'autentico rispetto ed empatia nel riguardo delle vicissitudini del protagonista che trasuda ad ogni scena,ci conduce per mano attraverso paesaggi americani mozzafiato in un viaggio introspettivo sul senso e il significato stesso dell'esistenza. Il film e' un autentico paradosso. Chris è(era)un ragazzo segnato da una famiglia conformista e oppressiva, dal rigetto di valori,doveri che la societa' contemporanea impone e, non esplicito ma lapalissiano, turbe mentali di altra natura che lo spingono nell'estremo gesto di abbandono totale della civiltà.
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INTO THE WILD .. un piccolo capolavoro,come una gemma grezza; uno di quei film che è già stato annoverato come "cult" da molti della mia generazione e che, ne sono sicuro, fara' sempre più proseliti con lo scorrere del tempo. Partendo dal racconto delle peripezie di un giovane ventitreenne Chris McCandlles(al secolo "Alexander Supertramp")Penn,ispirato come non mai e mosso da un'autentico rispetto ed empatia nel riguardo delle vicissitudini del protagonista che trasuda ad ogni scena,ci conduce per mano attraverso paesaggi americani mozzafiato in un viaggio introspettivo sul senso e il significato stesso dell'esistenza. Il film e' un autentico paradosso. Chris è(era)un ragazzo segnato da una famiglia conformista e oppressiva, dal rigetto di valori,doveri che la societa' contemporanea impone e, non esplicito ma lapalissiano, turbe mentali di altra natura che lo spingono nell'estremo gesto di abbandono totale della civiltà. Non e' un eroe, non è Rambo, anzi ne è l'antitesi ma la determinazione e il suo spirito libero lo conducono nel suo lungo peregrinare in situazioni quantomeno pericolose(la discesa in canoa delle rapide del fiume colorado);incontri segnati da una umanità e sobrietà eccezionali che, oltre a contribuire alla sua crescita come uomo, rappresentano l'ultimo baluardo di attaccamento ad una vita più stereotipata che Supertramp spezza ogni volta in virtù della sua sete di risposte e di sfida con se stesso che iconifica in un nome: Alaska. Da segnalare la splendida colonna sonora di Eddie Vedder che nutre tutto il lungometraggio di una malinconia cosi soave che tocca il cuore. Ognuno cerca il senso della propria esistenza lungo tutta una vita, alcuni senza riuscirci; Chris sul viale del tramonto il suo l'ha trovato, ha vinto la sua sfida. E io con lui
"la felicita' è reale solo se viene condivisa"
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marvelman
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domenica 10 ottobre 2010
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ben fatto ma non mi è piaciuto affatto
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Capisco tutti coloro che lo lodano e che gridano al capolavoro anche solo facendo riferimento al significato ma...NOT IN MY NAME. Divido questo commento in 2: film e realtà. Dal punto di vista cinematografico è un ottimo film, fatto bene e non solo, anche ottimamente interpretato ma la storia che racconta, il protagonista e la vicenda, nonostante siano tratti da fatti realmente accaduti, non mi sono piaciuti. Infatti ora parlo della realtà dietro il film: uno dei pochi in cui essa influenza il mio giudizio. Non condivido le scelte di McCandless, il quale dal film appare come un ragazzo forzatamente anti conformista che legge vecchi autori di biblioteca che alimentano sempre di più il fuoco che brucia la sua vecchia vita, uno che ha vuto SFIGA e ripeto sfiga per avere dei genitori così diversi da lui, i quali per quello che fanno, non giustificano assolutamente il suo desiderio di andarsene, e se proprio voleva andava a vivere altrove.
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Capisco tutti coloro che lo lodano e che gridano al capolavoro anche solo facendo riferimento al significato ma...NOT IN MY NAME. Divido questo commento in 2: film e realtà. Dal punto di vista cinematografico è un ottimo film, fatto bene e non solo, anche ottimamente interpretato ma la storia che racconta, il protagonista e la vicenda, nonostante siano tratti da fatti realmente accaduti, non mi sono piaciuti. Infatti ora parlo della realtà dietro il film: uno dei pochi in cui essa influenza il mio giudizio. Non condivido le scelte di McCandless, il quale dal film appare come un ragazzo forzatamente anti conformista che legge vecchi autori di biblioteca che alimentano sempre di più il fuoco che brucia la sua vecchia vita, uno che ha vuto SFIGA e ripeto sfiga per avere dei genitori così diversi da lui, i quali per quello che fanno, non giustificano assolutamente il suo desiderio di andarsene, e se proprio voleva andava a vivere altrove. Non vuole l'auto nuova, da in beneficenza i suoi risparmi, brucia i dollari nel portafogli e i documenti e a me viene solo da dire BRAVO PIRLA...mi spiace per il vero McCandless ma a parte cercare di vivere una vita al di là dell'ipocrisia e dei meccanismi che mettono in moto la superficiale esistenza condotta ad Atlanta appare anche come uno un pò comunista, diciamo la verità. Se uno vuole vivere nella Natura non ha bisogno di fare il BARBONE come lui, uno va a farsi parecchi viaggio in località esotiche ma senza mettersi a scarpinare per km e km scroccando pure i passaggi sulle route americane...e non solo, anche infrangendo la legge!! Potrei anche chiudere un occhio per tutte le persone che ammirano il protagnista ma io quasi l'ho detestao per tutto il film...ok che si vuole raccontare fatti realmente accaduti ma qua lo si fa con un'ammirazione che non condivido, quoto solamente il coraggio, un coraggio che poteva essere utilizzato per ben altro. Ironia della sorte il finale: dopo essere stato totalmente INCAPACE di conservare della carne (se vuoi vivere nella natura devi saperlo fare), che già che c'era poteva fabbricarsi delle punte di lancia per cacciare..., egli muore da solo e isolato nella natura che tanto gli piace. Inoltre non solo è stato sprovveduto a mangiare una pianta velenosa, che c'era scritto pure sul libro, ma si mette pure a gridare merda merda merda dopo che l'ha ingoiata..l'hai voluto tu! Hai voluto tu tutto chi te lo ha fatto fare?? E poi tadan ecco il finale che stravolge tutto...lui si rende conto di essere stato egoista perchè non ha saputo condividere le gioie dello stare insieme e invece si è abbandonato alla natura materiale che lo circondava...in pratica era veramente felice quando veniva a contatto con altre persone, le poche tracce di civiltà che gli assomigliavano vagamente e che con tanta caparbietà ha voluto evitare. Quindi dico: DOPPIAMENTE PIRLA. Già dall'inizio, come ho già detto, poteva andare a vivere da solo magari facendosi una ragazza e trovando un lavoro decente invece che (e di nuovo con l'egoista) far venire i colpi al cuore alla sua famiglia. Lezione imparata? NON FARE COME LUI
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sixy89
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sabato 9 ottobre 2010
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consumismo vs naturalezza
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Into the Wild è una poesia in pellicola, il paradosso dell'era moderna che scinde l'uomo nato nella natura da quello che è diventato, crogiolandosi in un mondo fittizio da sè stesso creato, fatto da titoli di studio, usanze, costumi, ecc.
Chris, il protagoista della storia, stufo della cattiveria dell'uomo moderno che venera il dio il denaro e costruisce la propria vita in funzione di esso, decide di fuggire e vivere la sua vita immerso nella natura selvaggia, senza regole, ne artifizi umani.
Un'opera poeatica, affascinante, mai banale o noiosa, che per quelle due ore libera nello spettatore quella naturale voglia dell'essere umano di liberarsi di tutto e perdersi nella bellezza e rudezza del mondo animale.
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Into the Wild è una poesia in pellicola, il paradosso dell'era moderna che scinde l'uomo nato nella natura da quello che è diventato, crogiolandosi in un mondo fittizio da sè stesso creato, fatto da titoli di studio, usanze, costumi, ecc.
Chris, il protagoista della storia, stufo della cattiveria dell'uomo moderno che venera il dio il denaro e costruisce la propria vita in funzione di esso, decide di fuggire e vivere la sua vita immerso nella natura selvaggia, senza regole, ne artifizi umani.
Un'opera poeatica, affascinante, mai banale o noiosa, che per quelle due ore libera nello spettatore quella naturale voglia dell'essere umano di liberarsi di tutto e perdersi nella bellezza e rudezza del mondo animale.
Voto:10
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francescol82
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giovedì 9 settembre 2010
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bello e particolare
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Bellissimo film. L'ho visto il giorno dopo aver finito di leggere il libro e devo dire che la storia è stata riprodotta veramente bene. Ottime anche le musiche.
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g. romagna
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lunedì 6 settembre 2010
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into the wild
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Christopher (Emile Hirsch), brillante studente figlio di una ricca famiglia allo sfascio decide, poco prima di iniziare il college, di far perdere le sue tracce e di iniziare a viaggiare per l'America assieme solamente al suo zaino. Il suo sogno è arrivare in Alaska e, dopo aver collezionato miriadi di esperienze, ci riuscirà. Da quella terra non farà però mai più ritorno... Tratto da una vicenda reale, Into The Wild è il classico film che parla di libertà, di fuga dal caotico magma della società dei consumi e di scoperta di se stessi. La differenza sta nel fatto che qui non esiste una via del ritorno, e che, così come si è vissuti nella libertà più estrema (ma esiste una libertà moderata?), nella libertà più estrema si muore.
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Christopher (Emile Hirsch), brillante studente figlio di una ricca famiglia allo sfascio decide, poco prima di iniziare il college, di far perdere le sue tracce e di iniziare a viaggiare per l'America assieme solamente al suo zaino. Il suo sogno è arrivare in Alaska e, dopo aver collezionato miriadi di esperienze, ci riuscirà. Da quella terra non farà però mai più ritorno... Tratto da una vicenda reale, Into The Wild è il classico film che parla di libertà, di fuga dal caotico magma della società dei consumi e di scoperta di se stessi. La differenza sta nel fatto che qui non esiste una via del ritorno, e che, così come si è vissuti nella libertà più estrema (ma esiste una libertà moderata?), nella libertà più estrema si muore. Ma ne è valsa la pena, pienamente. Sean Penn, impeccabile alla sua quinta fatica dietro la macchina da presa, sforna un lavoro pregevole, che vale la pena d'essere visionato già solo per la splendida fotografia, con panorami mozzafiato che non possono che fare da contorno impeccabile ad un personaggio che dalle proprie esperienze trae la conclusione che "Si sbaglia a pensare che la felicità stia solo nel contatto con le persone", ma anche, di contraltare, che "La felicità è propriamente tale solo quando condivisa". Arricchimento nell'interazione con l'uomo e, contemporaneamente, nella simbiosi con la natura divengono così vera pienezza di vita e, per chi ci crede, pieno contatto con Dio. Di valore la colonna sonora.
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luigi8421
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martedì 17 agosto 2010
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se si potesse darei sei stelle
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Questo è un capolavoro. Film bellissimo, commovente, colonna sonora straordinaria, paesaggi e fotografia eccezionali, e i sentimenti che escono fuori. Gli oscar hanno perso una buona occasione.
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toma90
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venerdì 18 giugno 2010
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un bel fil su una astoria di debolezza...
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Into the wild… film acclamato dalla critica e sorretto dai soliti sostenitori, derisori di una società ormai orientata al disfacimento. Esiste un tempo per le sfide nella mentalità di un giovane adolescente, un tempo in cui famiglia e soliti inculcati valori vanno lasciati alle spalle. E’ il tempo del diventare grande, il tempo della maturazione. Ma far di questo tempo, di questa esperienza giovanile un affronto alla sfida stessa che si racchiude nel termine adolescente è qualcosa di troppo. Il film non rappresenta il glorioso raggiungimento di una superiore libertà ma il profondo disprezzo per ciò che ci caratterizza. La società è imbastardita, nulla, deficiente di fronte a sfide comuni e a riguardati obiettivi.
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Into the wild… film acclamato dalla critica e sorretto dai soliti sostenitori, derisori di una società ormai orientata al disfacimento. Esiste un tempo per le sfide nella mentalità di un giovane adolescente, un tempo in cui famiglia e soliti inculcati valori vanno lasciati alle spalle. E’ il tempo del diventare grande, il tempo della maturazione. Ma far di questo tempo, di questa esperienza giovanile un affronto alla sfida stessa che si racchiude nel termine adolescente è qualcosa di troppo. Il film non rappresenta il glorioso raggiungimento di una superiore libertà ma il profondo disprezzo per ciò che ci caratterizza. La società è imbastardita, nulla, deficiente di fronte a sfide comuni e a riguardati obiettivi. La critica è buona, ma ciò che spaventa è la soluzione. Non è un superomismo nietzscheano quello che vi troviamo ma una semplice debolezza portata a compimento da una mente debole e incapace di sostenere le violenze mondane. Suicidio signori, niente più che semplice suicidio:un suicidio voluto e improvvisato, risultato di una debolezza che ha impedito al giovane protagonista di affrontare i grandi problemi che giravano intorno a se. Sarebbe bastato accorgersi di essere un perno, di essere un inabile fulcro di una situazione familiare al limite del possibile per evitare 40000 km in giro per stati uniti e messico alla ricerca di qualsivoglia soluzione a un problema che andava affrontato a livello subconscio.
Per diventare grandi, per mirare la libertà suprema sarebbe bastato dare uno stop a tale situazione:porsi in gioco,criticare se stessi, criticare il padre , la madre, il forviante pensiero secondo cui il ricco è giusto. Conosco ragazzi che hanno affrontato la situazione dentro le familiari muraglie con il solo risultato di restare isolati nella propria casa. Conosco ragazzi che hanno messo in gioco se stessi per rinsaldare voluti rapporti con forzuti ragionamenti, contrastando facili prese di posizione concluse dopo ragionamenti intarsiati su mentalità popolari e retrograde. Il fuggire, così esaltato nel libro è in realtà debolezza e armistizio. Provi il giovane viaggiatore a reinterpretare il viaggio come guerra interiore, provi esso a riaffrontare il viaggio partendo dalla base del suo intelletto. Si accorgerà questo di essere una debole dolce figura in fuga da colpe che non ha commesso ma che si è trascinato con se a furia di fuggire da responsabilità che eran tanto sue tanto del mondo che lo circondava.
Se lasci qualcosa lo devi lasciare senza rimorsi, senza pericolosi sentimenti che mangiano e corrodono l’anima. La libertà è un miraggio senza queste premesse e il finto sorriso che lo accompagna nell’ultima testimonianza tangibile di se è l’ineccepibile trionfo di un’ipocrita vittoria su una guerra mai stata combattuta.
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f.vassia 81
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giovedì 27 maggio 2010
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alla ricerca dell'uomo
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Ispirandosi alla vera ( e toccante ) storia di Chris McCandless, Penn ci accompagna in un emozionante viaggio nella natura selvaggia dei grandi spazi aperti americani, alla ricerca della radice dell'uomo, che sembra essere in realtà duplice: da una parte c'è, come per ogni creatura, l'esigenza di una reale libertà da rigide e ipocrite imposizioni artificiose ( in questo caso quelle dell'alta società borghese statunitense, ovviamente ); dall'altra, però, l'uomo, essendo "animale politico", necessita di condividere le esperienze coi propri simili ( "la vera felicità è quella condivisa" scrive Chris alla fine del suo viaggio di scoperta ).
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Ispirandosi alla vera ( e toccante ) storia di Chris McCandless, Penn ci accompagna in un emozionante viaggio nella natura selvaggia dei grandi spazi aperti americani, alla ricerca della radice dell'uomo, che sembra essere in realtà duplice: da una parte c'è, come per ogni creatura, l'esigenza di una reale libertà da rigide e ipocrite imposizioni artificiose ( in questo caso quelle dell'alta società borghese statunitense, ovviamente ); dall'altra, però, l'uomo, essendo "animale politico", necessita di condividere le esperienze coi propri simili ( "la vera felicità è quella condivisa" scrive Chris alla fine del suo viaggio di scoperta ). Ecco allora che, accanto a quello nella natura, troviamo un paradigmatico percorso parallelo tra figure di persone ancora profondamente "umane", capaci cioè di ritrovare bontà e amore per il prossimo anche nelle avversità che ogni esistenza pone. Penn mostra una maturità registica che lo candida ormai fra i maggiori autori del cinema statunitense contemporaneo: sceglie con giusta sensibilità le location naturalistiche, dirige ottimamente il promettente protagonista e gestisce con equilibrio il ritmo, che mai risulta troppo disteso o concitato; molto belle, inoltre, le ballate presenti in colonna sonora. Bisogna poi apprezzare, in conclusione, un sincero elogio alla cultura come patrimonio comune dove ritrovare se stessi e il modo in cui vivere da autentici esseri umani.
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