danybau
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sabato 13 dicembre 2008
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sean penn fa le prove di cult-movie
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Ottima regia e buona fotografia, classico esempio di come cercare a tutti costi di creare un nuovo mito giovanile cadendo però spesso nell'ipocrisia e nella retorica del bello e dannato così pieno di sè da finire ucciso dal proprio egocentrismo
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venerdì 12 dicembre 2008
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riflessione
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ho letto un pò di post e non credevo che ci fossero cosi tante visioni diverse, dettate dalla maestria o non degli attori, regista ecc ecc.
Dalle emozioni suscitate o non, dal banale discorso della libertà o non banale, dai migliori film passati o non. dalla visione soggettiva, dagli occhi di chi guarda, dalla propria storia personale, da quello che conta nelle nostre vite e quello che non conta. da quello che si vede o quello che non si vede, da ciò a cui si vuole fuggire o no, mi viene da pensare, grazie per i commenti vari, posso usare questo film come specchio per capire da cosa sono avversa, per capire cosa mi prende tanto quando guardo scene di amore per se stessi, quando uno ha talmente fiducia nella vita che ci si tuffa (anche se c'era la paura dell'acqua) perchè sa che la vita lo prende lo sorregge, che la vita gli fa fare le esperienze e che lui non deve avere nessun timore di provare e lui prova a vivere come a lui sembra giusto, e non sono di certo io a dire a lui cosa è meglio fare.
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ho letto un pò di post e non credevo che ci fossero cosi tante visioni diverse, dettate dalla maestria o non degli attori, regista ecc ecc.
Dalle emozioni suscitate o non, dal banale discorso della libertà o non banale, dai migliori film passati o non. dalla visione soggettiva, dagli occhi di chi guarda, dalla propria storia personale, da quello che conta nelle nostre vite e quello che non conta. da quello che si vede o quello che non si vede, da ciò a cui si vuole fuggire o no, mi viene da pensare, grazie per i commenti vari, posso usare questo film come specchio per capire da cosa sono avversa, per capire cosa mi prende tanto quando guardo scene di amore per se stessi, quando uno ha talmente fiducia nella vita che ci si tuffa (anche se c'era la paura dell'acqua) perchè sa che la vita lo prende lo sorregge, che la vita gli fa fare le esperienze e che lui non deve avere nessun timore di provare e lui prova a vivere come a lui sembra giusto, e non sono di certo io a dire a lui cosa è meglio fare... chi sono io per dire ad un altro quello che è giusto o sbagliato. forse suo padre aveva bisogno di tutto ciò.. è un film ,certo, ma riflettiamo, arriva alla morte, ma la morte arriva per tutti, e mi piace pensare che la sua libertà se la sia portata un pò oltre al tuffo della vita.
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piero grant
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mercoledì 3 dicembre 2008
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ottimo film, ma messaggio di fondo errato!
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Il film senza dubbio è molto bello. Ottima regia di Sean Penn, con altrettanto magistrale interpretazione Emile Hirsch e colonna sonora di tutto rispetto. La pellicola ti cattura, facendoti entrare in piena empatia con il giovane Christopher McCandless aka Alexander Supertramp, che decide di mollare tutto, soldi, studi, amici e famiglia (era di famiglia benestante), per intraprendere questo avventuroso viaggio, fino le terre d'Alaska. Il tutto basato su una storia vera. Ecco, ora però una riflessione sull'insegnamento del film, che a mio avviso, è negativo; cioè un ragazzo, scappa dai "problemi", dai "veleni" della società, dimostrando codardia, immaturità e profondo disinteresse per il prossimo.
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Il film senza dubbio è molto bello. Ottima regia di Sean Penn, con altrettanto magistrale interpretazione Emile Hirsch e colonna sonora di tutto rispetto. La pellicola ti cattura, facendoti entrare in piena empatia con il giovane Christopher McCandless aka Alexander Supertramp, che decide di mollare tutto, soldi, studi, amici e famiglia (era di famiglia benestante), per intraprendere questo avventuroso viaggio, fino le terre d'Alaska. Il tutto basato su una storia vera. Ecco, ora però una riflessione sull'insegnamento del film, che a mio avviso, è negativo; cioè un ragazzo, scappa dai "problemi", dai "veleni" della società, dimostrando codardia, immaturità e profondo disinteresse per il prossimo. Se si vuole vivere bene, ma vivere nella società civile, ci si deve impegnare per cambiare, ma non nei boschi, nella NOSTRA società, siamo uomini, dotati di razzocinio. Ecco questa è la nota negativa. In un mondo malato, non serve abbandonare tutto per dirigersi in una ambiente che non è il nostro, "contro" natura, ma fare in modo che questi "veleni" come dice lui più volte si affievoliscano, ma se tutti facessero questo affascinate e pericolo viaggio nelle terre del nord, sarebbe la fine dell'uomo. Detto questo, il film è molto bello, con concetto errato.
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betty
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martedì 2 dicembre 2008
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una storia drammatica, intensa e indelebile
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Into the wild lascia attoniti per l'intensità delle sue immagini e della sua storia.
Il viaggio catartico verso la libertà significa, per il protagonista, perdonare e scaricare il fardello del rancore originario. L'incontro con padri e madri putativi e le promesse d'amore che lascia sul suo sentiero non sono sufficienti per arrivare in tempo all'appuntamento con la sua maturità, che si cristallizza nella prigione della sua stessa scelta estrema.
Finisce in una terra ostile, che è quella della solitudine, ma riscatta, nell'ultima ora, la sua anima, cedendola al cielo, felice.
L'amore che si sente tra i due fratelli è intenso e struggente, come carica di significato è l'azione continua di scrittura autobiofrafica per parlare con sé, prima ancora di sé.
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Into the wild lascia attoniti per l'intensità delle sue immagini e della sua storia.
Il viaggio catartico verso la libertà significa, per il protagonista, perdonare e scaricare il fardello del rancore originario. L'incontro con padri e madri putativi e le promesse d'amore che lascia sul suo sentiero non sono sufficienti per arrivare in tempo all'appuntamento con la sua maturità, che si cristallizza nella prigione della sua stessa scelta estrema.
Finisce in una terra ostile, che è quella della solitudine, ma riscatta, nell'ultima ora, la sua anima, cedendola al cielo, felice.
L'amore che si sente tra i due fratelli è intenso e struggente, come carica di significato è l'azione continua di scrittura autobiofrafica per parlare con sé, prima ancora di sé.
E ciò che lascia scritto al mondo è la continuazione della sua stessa vita, che prosegue, in questo modo, negli altri che non è riuscito a ritrovare.
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fabius
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lunedì 1 dicembre 2008
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w l'orso
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Bel film, con i tempi giusti e la cura della personalità personaggio. Bellissima la scena del grizzly che lo ignora com se in quel contesto l'uomo non esista e non viene preso in considerazione. Fosse stato un film italiano il ragazzo avrebbe fatto sesso con la ragazzina nella comunità Hippy (con visione del rapporto),avrebbero fumato una canna e ci sarebbe stata una spruzzatina di politica qua e là che non guasta mai (si fa per dire...)
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haiku_yukan
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sabato 22 novembre 2008
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alla ricerca della verità
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Grande capacità di regalarti emozioni e significati nuovi ad ogni proiezione, così come sa stimolarti liberandoti dalla passività di spettatore, qualità che solo i capolavori posseggono. Per il resto è semplicemente un film che non può essere spiegato, ma va sentito mentre scorre dentro e rievoca le emozioni, che molti di noi, non ricordano più di aver provato...O forse molto più semplicemente direi: "non tutti possono davvero capire cosa c'è dietro le cose", molti anzi non ci hanno mai provato, ma credono di poter essere ugualmente felici...Come io non capisco loro, così gradirei, da chi appartiene a questa categoria, che non si esprimesse su un film, obbiettivamente, troppo oltre per molti.
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Grande capacità di regalarti emozioni e significati nuovi ad ogni proiezione, così come sa stimolarti liberandoti dalla passività di spettatore, qualità che solo i capolavori posseggono. Per il resto è semplicemente un film che non può essere spiegato, ma va sentito mentre scorre dentro e rievoca le emozioni, che molti di noi, non ricordano più di aver provato...O forse molto più semplicemente direi: "non tutti possono davvero capire cosa c'è dietro le cose", molti anzi non ci hanno mai provato, ma credono di poter essere ugualmente felici...Come io non capisco loro, così gradirei, da chi appartiene a questa categoria, che non si esprimesse su un film, obbiettivamente, troppo oltre per molti...
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riccardo
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venerdì 21 novembre 2008
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purtroppo
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Un pò mi dispiace..... purtroppo non ha avuto il sucesso che meritava.
E' davvero un capolavoro non c'è dubbio.
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ziogiafo
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venerdì 21 novembre 2008
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alla ricerca della... libertà - 1^ parte
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ziogiafo - Into the Wild, USA 2007 - Tratto da un bellissimo romanzo intitolato “Nelle terre selvagge” di Jon Krakauer, il film rievoca l’appassionante storia vera di Christopher McCandless, che negli anni novanta abbandonò la sua famiglia ed ogni tipo di comfort per intraprendere un avventuroso viaggio verso la “sua libertà”… Lo stile narrativo adottato dal bravo attore-regista Sean Penn (direi sorprendente in questa particolare opera), è quello incantevole del “road movie” anni settanta, utilizzando anche degli opportuni flashback per spaziare nel pregresso dell’interessante vita del giovane protagonista. La suggestiva colonna sonora si avvale di bellissime canzoni composte ad hoc da Eddie Vedder, che si fondono in maniera emozionante con la stupenda fotografia, pilastro fondamentale di questo affascinante film.
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ziogiafo - Into the Wild, USA 2007 - Tratto da un bellissimo romanzo intitolato “Nelle terre selvagge” di Jon Krakauer, il film rievoca l’appassionante storia vera di Christopher McCandless, che negli anni novanta abbandonò la sua famiglia ed ogni tipo di comfort per intraprendere un avventuroso viaggio verso la “sua libertà”… Lo stile narrativo adottato dal bravo attore-regista Sean Penn (direi sorprendente in questa particolare opera), è quello incantevole del “road movie” anni settanta, utilizzando anche degli opportuni flashback per spaziare nel pregresso dell’interessante vita del giovane protagonista. La suggestiva colonna sonora si avvale di bellissime canzoni composte ad hoc da Eddie Vedder, che si fondono in maniera emozionante con la stupenda fotografia, pilastro fondamentale di questo affascinante film. La storia cammina lenta in un susseguirsi di meravigliose immagini, di terre incontaminate e incantevoli scenari che il regista cattura accuratamente con la macchina da presa, esaltando le bellezze naturali di queste terre selvagge in cui il tenace Chris (Emile Hirsch) si immerge “anima e corpo”. L’unico obiettivo del giovane avventuriero è quello di raggiungere l’Alaska, e per portare a termine il suo ambizioso progetto è disposto a rinunciare a qualsiasi cosa. Rifiutando ogni tipo di “benessere”, ostentato dalla società consumistica moderna, si libera velocemente di tutti i suoi beni materiali e parte con entusiasmo verso una nuova vita. Chris, sul suo cammino… incontrerà tante persone interessanti, con le quali si intratterrà piacevolmente, anche se per brevissimo tempo.
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ziogiafo
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venerdì 21 novembre 2008
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alla ricerca della… libertà - 2^ parte
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Queste nuove conoscenze saranno importanti per lui, “serviranno” a colmare quei vuoti immensi di affetto familiare, ed anche a ritrovare quella dimensione “umana” dopo i grandi silenzi che gli vengono imposti dalla natura selvatica, in cui si trova a vivere, in estrema solitudine e per lunghi periodi. In questi particolari momenti, Chris ricorda con sofferenza le molteplici incomprensioni familiari del passato, di cui lui fu sempre la vittima designata, sin da bambino. Per questi motivi si era trascinato in un “modus vivendi” formale fino a ventidue anni, solo per accontentare gli intransigenti genitori… che non erano mai entrati in sintonia con le sue reali esigenze. Era andato via dunque per ribellarsi a tutto questo, abbandonando quei falsi legami e quel triste passato.
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Queste nuove conoscenze saranno importanti per lui, “serviranno” a colmare quei vuoti immensi di affetto familiare, ed anche a ritrovare quella dimensione “umana” dopo i grandi silenzi che gli vengono imposti dalla natura selvatica, in cui si trova a vivere, in estrema solitudine e per lunghi periodi. In questi particolari momenti, Chris ricorda con sofferenza le molteplici incomprensioni familiari del passato, di cui lui fu sempre la vittima designata, sin da bambino. Per questi motivi si era trascinato in un “modus vivendi” formale fino a ventidue anni, solo per accontentare gli intransigenti genitori… che non erano mai entrati in sintonia con le sue reali esigenze. Era andato via dunque per ribellarsi a tutto questo, abbandonando quei falsi legami e quel triste passato. L’unico affetto vero di Chris era Carine, la sorella più piccola, di cui sentirà la mancanza. Per raggiungere la sua meta il giovane “esploratore” si troverà a viaggiare per oltre due anni attraverso gli Stati Uniti, con mezzi di fortuna, fermandosi di tanto in tanto per qualche lavoretto o per qualche sosta di “meditazione” prima di arrivare a quelle fredde e immense terre dell'Alaska. Stupendo è l’incontro di Chris con il vecchio Ron (un meraviglioso Hal Holbrook) - un militare in pensione - saggio e fragile allo stesso tempo. Questo delicato approccio tra il giovane e il veterano (fondamentalmente due persone sole) sfocerà in un simpatico confronto delle loro differenti esistenze, dando luogo ad una reciproca e commovente solidarietà. Commovente è anche il finale del film che non si può raccontare perché è tutto da vedere… Leggete con attenzione le importanti didascalie finali sui titoli di coda. Ottima prova del giovane attore californiano protagonista, ottima la regia, struggenti le musiche, bravi tutti gli altri attori, favolosa la fotografia. Alla ricerca della… libertà. Cordialmente, ziogiafo
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