filippaccio
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lunedì 28 luglio 2008
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bello da piangere!
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"C'è una gioia nei boschi inesplorati, C'è un'estasi sulla spiaggia solitaria, C'è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, e c'è musica nel suo boato. Io non amo l'uomo di meno, ma la Natura di più." ( George Byron ).
Un film per sognatori, per chi idealizza sempre ogni contesto, sospeso su una corda irreale quanto il suo perdersi. E chi sogna lo amerà, cosi come chi e' con i piedi per terra rimarrà perplesso di fronte alle scelte di vita di Chris McCandless. Un sognatore però ha quanto meno il dovere di dargli il massimo. Superpartes le musiche di eddie vedder, che prendono il 10 e lode da qualsiasi angolazione si voglia esprimere il proprio giudizio.
[+] into the wild - l'ultimo volo del falco,
(di mina)
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[+] le aquile volano dentro di me
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[+] il viaggio di una vita
(di paola)
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vale88
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lunedì 28 luglio 2008
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se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e...
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Per tutti coloro che giudicano tale film un flop, io dico che non stanno giudicando il film, stanno giudicando la vita di Chris... Ora io mi domando "chi siamo noi per giudicare le decisioni prese dagli altri?" Io ho trovato in questo film un inno al coraggio, alla ribellione sia dalla falsa società che dalla famiglia troppo opprimente, alla libertà "estrema" e all'inseguimento dei propri sogni senza limiti, poichè se davvero lo vogliamo non esistono limiti...
Non mi sono accontentata di vedere il film, ho anche letto il libro... Spettacolare... ciao
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(di sterling)
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[+] giudicare le decisioni di altri? sei confusa?
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[+] grande sterling
(di gianluca68)
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schizoid
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lunedì 28 luglio 2008
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into the wild
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kia____bz
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sabato 26 luglio 2008
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la morte di chris
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la morte di christopher secondo me bisogna vederla in tutto un altro modo......insomma...lui si è morto...ma ha trovato la felicità....ha scoperto che esiste la felicità. Infatti non per niente egli si addormenta x sempre con il sorriso....
dovrebbe fare riflettere tutti.Vale la pena di morire x scopire la verità?????
per secoli è secoli persone come filosofi hanno cercato la verità....
e allora xhe la sua morte dovrebbe essere sbagliata?
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shangaimonamur
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venerdì 25 luglio 2008
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into the movie
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Il film è un classico on the road...e come in ogni On The Road che si rispetti, da "Easy Rider" a "Una Storia Vera"...il film si basa sui paesaggi mozzafiato e sull'incontro del protagonista con gente , più o meno interessante.....
La linea narrativa è spezzettata, ci sono parecchi Flashback e il tutto ci viene racontato dalla sorella di Cris, e da Cris stesso...
A me personalmente il film è piaciuto...le citazioni altolocate e la massima di turno potrebbero far storcere il naso a qualcuno...forse in alcuni caso son troppo forzate, ma il complesso non può essere rovinato da delle piccolezze del genere...Se nel cinema parlano le immagini...Into The Wild ne ha di cose da dire. Voto 3.5
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(di pep82)
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lauretta marechiaro
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lunedì 21 luglio 2008
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ciatazioni all'ultimo respiro
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Da citare ancora è Antoine de Saint-Exupéry con il sentimento della continua insoddisfazione e la ricerca di un sogno illusorio, con l’incompiutezza della vita, accompagnata dal paradosso della realizzazione effimera delle aspirazioni: “Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Nel teatro stanzone del mio giardino il filmato è corroso dalle sensazioni di de-jà vu che il protagonista del film trasporta: la storia è vera. Un vero ragazzo nel 1992 ha perso la vita cercando la sua Alaska, e la fotografia alla fine del film ne è una testimonianza. Inoltre non ci sono che continui rimandi testuali alla storia scritta da chi ne ha recepito il senso, che se non fosse realmente stato subito ciecamente dal protagonista avrebbe comunque un valore pedagogico.
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Da citare ancora è Antoine de Saint-Exupéry con il sentimento della continua insoddisfazione e la ricerca di un sogno illusorio, con l’incompiutezza della vita, accompagnata dal paradosso della realizzazione effimera delle aspirazioni: “Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Nel teatro stanzone del mio giardino il filmato è corroso dalle sensazioni di de-jà vu che il protagonista del film trasporta: la storia è vera. Un vero ragazzo nel 1992 ha perso la vita cercando la sua Alaska, e la fotografia alla fine del film ne è una testimonianza. Inoltre non ci sono che continui rimandi testuali alla storia scritta da chi ne ha recepito il senso, che se non fosse realmente stato subito ciecamente dal protagonista avrebbe comunque un valore pedagogico. Chi donerebbe ventiquattromila dollari invece di studiare, vivere, chi rifiuterebbe un’automobile nuova e scapperebbe, solitario, alla volta dell’ignoto? Forse un po’ tutti, ma qui dobbiamo essere leali con chi si sedimenta nella socialità delle relazioni umane e quindi sostenere la famiglia e il bene sudato e meritato. Non farlo significa dare senso all’animalità umana che tende più alla solitudine (anche se con un orologio d’oro al polso è un po’ difficile chiedere e elemosinare un pezzo di pane, ma il protagonista del film ci riesce) che alla lotta comune. Il mondo prima razionale e poi amazzonico che il giovane laureato si trova a scegliere è una metafora morta da tempo, ma una serata fumosa può essere sopportata, fino all’ultimo soffio di realtà prefilmica che appare come la nostra stessa vita. Il film rende il reportage come una specie di parodia alla memoria del protagonista, mentre il narratore che è intradiegetico (è la sorellina del giovane avventuriero) fa muovere il fratello un po’ come vogliono i genitori, ma non può toccarne più i movimenti, giacché lui taglia completamente i rapporti non soltanto con i parenti, ma anche con la sua confidente dell’infanzia. L’intero film è supportato da filetti che appaiono tra una scena e l’altra, o in ordine sparso, con le parole che descrivono il viaggio del protagonista. Una sorta di lavagna digitalizzata a mo’ di diario di bordo da condividere con il pubblico, murales immediati dei pensieri che vanno a scavare nella mente dello spettatore e a riattirarne l’attenzione. Voto: 6/10. Ma pecca un po’ in originalità (così suggeriscono gli addetti ai lavori e gli esperti specialisti).
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miao
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domenica 20 luglio 2008
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i gatti danno voto 3,5
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alla micia il film irrita, al gatto no.
saluti
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stefano corradi
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sabato 19 luglio 2008
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into the wild
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Un film mediocre pieno di banalita'. Se questo è il cinema "anticonformista" preferisco un cinema conformista ma realizzato bene. Le riprese del film sembrano prese a prestito da uno spot pubblicitario e mai rappresentano il disagio umano del giovane protagonista. Una serie infinita di scene retoriche di personaggi banali condiscono un film, che dovrebbe raccontare una storia estrema ma che di estremo c'è soltanto la mediocrità con cui viene rappresentata in tutti i termini cinematografici. La critica è stata benevola forse perchè il nome del regista è Sean Penn "l'anticonformista" che guarda caso presiede le giurie internazionali dei più importanti festival del cinema. Caro Sean non basta fare qualche dichiarazione "fuori dal coro" per realizzare bei film.
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Un film mediocre pieno di banalita'. Se questo è il cinema "anticonformista" preferisco un cinema conformista ma realizzato bene. Le riprese del film sembrano prese a prestito da uno spot pubblicitario e mai rappresentano il disagio umano del giovane protagonista. Una serie infinita di scene retoriche di personaggi banali condiscono un film, che dovrebbe raccontare una storia estrema ma che di estremo c'è soltanto la mediocrità con cui viene rappresentata in tutti i termini cinematografici. La critica è stata benevola forse perchè il nome del regista è Sean Penn "l'anticonformista" che guarda caso presiede le giurie internazionali dei più importanti festival del cinema. Caro Sean non basta fare qualche dichiarazione "fuori dal coro" per realizzare bei film. I film quando sono dei grandi film od addiritura delle opere d'arte non sono conformisti o anticonformisti ma sono soltanto belli.
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laura
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venerdì 18 luglio 2008
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domanda!
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Anzichè fare una recensione vorrei porre una domanda...
Secondo voi è un fil adatto ad una bambina di dieci anni?
Grazie,
Laura
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(di tyler durden)
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[+] bellissimo
(di vale88)
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[+] harold e moude non questo
(di sterling)
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[+] harold e maude. miracolo a milano. ladri di bicicl
(di sterling)
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zacx
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giovedì 17 luglio 2008
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incredibile film che riprende il libro con fiducia
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Bellissimo film che riprende con molta attenzione il romanzo: chiaramente non poteva esserci tutto, ma il necessario è presente e i particolari inseriti non stonano ma si inseriscono a pennello col tutto.
Un film che riguarderei ogni giorno, che ti fa riflettere sulla vita.
Interessante come Chris McCandless si accorga alla fine del suo "sbaglio" (che tuttavia manifesta una profondità del suo carattere): riconoscerà che in fondo: "La felicità è reale solo quando è condivisa".
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