dandy
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mercoledì 30 marzo 2011
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se vuoi qualcosa nella vita.....
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Dopo aver atteso per anni aspettando il consenso dei familiari,Penn adatta il bestseller di Jon Krauker,sulle vicende del vero Chris McCandless,riflettando sui temi eterni della mitologia americana(il mito della frontiera,il viaggio alla ricerca di se,il confronto con l'altro,il distacco dalla famiglia,la presenza di Dio).Tutti visti dalla prospettiva del protagonista,un pò no global,un pò santo e un pò folle.Penn decide di rompere la continuità spaziale e temporale riducendo al minimo l'enfasi del viaggio(solo verso la fine si comincia a interrogarsi sul destino del protagonista).Il risultato è maestoso,ammaliante e appassionante.Come tutti i film del regista non facile,ma come tutti i film del regista personale e unico.
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Dopo aver atteso per anni aspettando il consenso dei familiari,Penn adatta il bestseller di Jon Krauker,sulle vicende del vero Chris McCandless,riflettando sui temi eterni della mitologia americana(il mito della frontiera,il viaggio alla ricerca di se,il confronto con l'altro,il distacco dalla famiglia,la presenza di Dio).Tutti visti dalla prospettiva del protagonista,un pò no global,un pò santo e un pò folle.Penn decide di rompere la continuità spaziale e temporale riducendo al minimo l'enfasi del viaggio(solo verso la fine si comincia a interrogarsi sul destino del protagonista).Il risultato è maestoso,ammaliante e appassionante.Come tutti i film del regista non facile,ma come tutti i film del regista personale e unico.Molti i momenti indimenticabili(l'incontro col vecchio Ron,la lenta panoramica all'indietro dopo la "riappacificazione"di Chris con la famiglia).Straordinario il protagonista,ma il resto del cast non gli è da meno,compresa kirsten Stewart,ormai totalmente relegata all'insulsa serie "Twilight".
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breveecirconciso
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mercoledì 23 marzo 2011
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la ricerca, nelle terre selvagge
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Da guardare con gli occhi spalancati. Il film narra la vicenda, vera, di Christopher McCandless, ventiduenne neolaureato che decide di abbandonare il West Virginia, e la sua vita agiata già tracciata dai genitori, per dedicarsi ad un viaggio nella natura incontaminata, alla ricerca della Verità. Per rendersi impossibile da rintracciare, distrugge la propria identità e se ne crea una nuova, Alexander Supertramp, e parte. La meta finale l'Alaska.
Durante il viaggio Alex transita in differenti luoghi, dove incontra persone diverse tra loro, ognuna delle quali gli insegna qualcosa e impara qualcosa da lui. In quei momenti Alex cresce, matura, invecchia. Perchè questo è il viaggiare: una vita nella vita.
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Da guardare con gli occhi spalancati. Il film narra la vicenda, vera, di Christopher McCandless, ventiduenne neolaureato che decide di abbandonare il West Virginia, e la sua vita agiata già tracciata dai genitori, per dedicarsi ad un viaggio nella natura incontaminata, alla ricerca della Verità. Per rendersi impossibile da rintracciare, distrugge la propria identità e se ne crea una nuova, Alexander Supertramp, e parte. La meta finale l'Alaska.
Durante il viaggio Alex transita in differenti luoghi, dove incontra persone diverse tra loro, ognuna delle quali gli insegna qualcosa e impara qualcosa da lui. In quei momenti Alex cresce, matura, invecchia. Perchè questo è il viaggiare: una vita nella vita. E non si può gioire veramente per il raggiungimento della meta, se non si è gustato appieno ogni momento del viaggio. Paradossalmente, il vero viaggio Alex lo compie quando si ferma a condividere ciò che è il suo bagaglio.
Alla regia Sean Penn incanta lo spettatore, aiutato anche da una fotografia mozzafiato, che fa parlare i paesaggi, laddove i protagonisti dei dialoghi non sono i personaggi in carne ed ossa. E alla comparsa dei titoli di coda vien voglia di tornare là, nelle terre selvagge.
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chrychry
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martedì 22 marzo 2011
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più di un film, una storia!
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La storia vera di chris McCandless, un giovane ragazzo laurato con il massimo dei voti, da una famiglia alto borghese molto più che benestante. Un ragazzo comune, ma con un idea straordinaria: l'idea che la felicità vada cercata e trovata con le unghie. Chris si incammina per il mondo donando i suoi 20'000 euro in beneficenza. Conosce persone e vede luoghi straordinari, e Seann Penn ci accompagna per mano durante tutto il viaggio, ci porta nei pensieri di Chris, nelle sue frasi, ci fa vivere gli stessi paesaggi mozzafiato.
Potremmo parlare del film come della storia di una ricerca di qualcosa di diverso, di un evasione dalla routine, del tentativo estremo e sfacciato di seguire le proprie idee.
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La storia vera di chris McCandless, un giovane ragazzo laurato con il massimo dei voti, da una famiglia alto borghese molto più che benestante. Un ragazzo comune, ma con un idea straordinaria: l'idea che la felicità vada cercata e trovata con le unghie. Chris si incammina per il mondo donando i suoi 20'000 euro in beneficenza. Conosce persone e vede luoghi straordinari, e Seann Penn ci accompagna per mano durante tutto il viaggio, ci porta nei pensieri di Chris, nelle sue frasi, ci fa vivere gli stessi paesaggi mozzafiato.
Potremmo parlare del film come della storia di una ricerca di qualcosa di diverso, di un evasione dalla routine, del tentativo estremo e sfacciato di seguire le proprie idee. Potremmo parlare di Christopher McCandles come un idealista, ma sottrarremmo a lui tutta la sua giovinezza e fragilità e speranza che tanto ci permette di identificarci con lui. E poi si potrebbe parlare della oppurtinità o no di scappare per cercare, di ribellarsi per - in definitiva - la libertà, ma la cosa più bella di questo film è proprio che lascia aperta ogni personale riflessione.
E' uno di quei film più grandi della vita, che una volta che li hai visti non ti le dimentichi più.
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chrychry
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martedì 22 marzo 2011
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queste sono solo idee tue.
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Si vede che conosci bene il film e gli interpreti, e non manchi di sottolineare i buoni aspetti del film, ma quello che critichi sono punti di vista arbitrari. La voce di sottofondo da un senso di astrazione unico, a mio modo di vedere, per esempio, e accompagna il film come una poesia. Inquadrare la sorella credo che fosse importante per sottolineare il suo dolore, affacciata a una finestra ad attendere invano.
Fin qui però, si tratta di punti di vista, quello che proprio non mi va giù è l'arroganza di voler esprimere un giudizio sul contenuto. Se commenti la struttura del film, passi (ma non dimentichiamo i due oscar vinti per qualcosa), ma giudicare la storia seccamente, questo no! La magia del film è nel saper lasciare l'interpretazione libera, e non puoi dire: il ragazzo è arrogante, il ragazzo ha sbagliato, gli obbiettivi non andavano bene.
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Si vede che conosci bene il film e gli interpreti, e non manchi di sottolineare i buoni aspetti del film, ma quello che critichi sono punti di vista arbitrari. La voce di sottofondo da un senso di astrazione unico, a mio modo di vedere, per esempio, e accompagna il film come una poesia. Inquadrare la sorella credo che fosse importante per sottolineare il suo dolore, affacciata a una finestra ad attendere invano.
Fin qui però, si tratta di punti di vista, quello che proprio non mi va giù è l'arroganza di voler esprimere un giudizio sul contenuto. Se commenti la struttura del film, passi (ma non dimentichiamo i due oscar vinti per qualcosa), ma giudicare la storia seccamente, questo no! La magia del film è nel saper lasciare l'interpretazione libera, e non puoi dire: il ragazzo è arrogante, il ragazzo ha sbagliato, gli obbiettivi non andavano bene. Parli di quello che pensi tu, non di quello che dice il film.
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taniamarina
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martedì 15 marzo 2011
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film sopravvalutato
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Penn è un regista interessantissimo, non c'è che dire. Ad ogni fotogramma si respira la più completa ispirazione per la storia vera di un ragazzo che decide di mollare tutto e vivere nella natura. La sapienza di Penn sta nell'unire queste due contraddizioni che lo stesso giovane si portava dietro: la civiltà moderna e la natura selvaggia, creando a tratti una confusione che non disturba. Forse fa storcere un po' il naso la ridondanza eccessiva dei ricordi del giovane, quasi a voler giustificare a tutti i costi un atto così imprevedibile ai giorni nostri, scegliendo di omettere semplicemente l'amore sconfinato per la Natura che il ragazzo evidentemente provava.
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Penn è un regista interessantissimo, non c'è che dire. Ad ogni fotogramma si respira la più completa ispirazione per la storia vera di un ragazzo che decide di mollare tutto e vivere nella natura. La sapienza di Penn sta nell'unire queste due contraddizioni che lo stesso giovane si portava dietro: la civiltà moderna e la natura selvaggia, creando a tratti una confusione che non disturba. Forse fa storcere un po' il naso la ridondanza eccessiva dei ricordi del giovane, quasi a voler giustificare a tutti i costi un atto così imprevedibile ai giorni nostri, scegliendo di omettere semplicemente l'amore sconfinato per la Natura che il ragazzo evidentemente provava. L'improbabile saggezza del protagonista non fa altro che far apparire antipatico un attore oggettivamente antipatico, ma incredibilmente bravo. La ormai celebre tecnica a moviola di Penn si sofferma su di una fotografia francamente mozzafiato, eppure non ritengo qusto film un capolavoro, né il lavoro migliore di Penn. A mio avviso è una delle pellicole meno profonde del regista, troppa carne a cuocere che fa perdere l'unico vero senso del film che, dopotutto, andava messo in risalto. Alcune scene sono molto commoventi, ma sembra che Penn abbia perso il vero filo ispiratore. Da vedere, comunque
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(di chrychry)
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claudus
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mercoledì 12 gennaio 2011
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"la sostanza della natura e' la guerra"
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Mi sono permesso di scomodare Eraclito nel lancio del mio titolo ,in quanto, il film in oggetto richiede di fare un minimo di ordine :
Dobbiamo anzitutto capire se Supertramp era un imbecille oppure un ricercatore di sbagli, in quanto chi cerca, nel tempo, inevitabilmente sbaglia . ( il divenire stesso rende errato il presente facendolo passato, questo non significa che una poesia di Shakespeare sia necessariamente sbagliata)
La pellicola è stupenda se giudicata nella sua parte filmica, fotografica e scenografico/documentaria.
E' invece al limite del grottesco se valutata sul piano della scrittura: retorica, banale, prolissamente semplice.
Eliminiamo subito l'alibi che Supertramp sia un giovane .
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Mi sono permesso di scomodare Eraclito nel lancio del mio titolo ,in quanto, il film in oggetto richiede di fare un minimo di ordine :
Dobbiamo anzitutto capire se Supertramp era un imbecille oppure un ricercatore di sbagli, in quanto chi cerca, nel tempo, inevitabilmente sbaglia . ( il divenire stesso rende errato il presente facendolo passato, questo non significa che una poesia di Shakespeare sia necessariamente sbagliata)
La pellicola è stupenda se giudicata nella sua parte filmica, fotografica e scenografico/documentaria.
E' invece al limite del grottesco se valutata sul piano della scrittura: retorica, banale, prolissamente semplice.
Eliminiamo subito l'alibi che Supertramp sia un giovane ... Ha passato i vent'anni, è laureato , sa quello che vuole. Supertramp vuole reinventarsi completamente, partendo da un nome e spogliandosi di tutto ciò che aveva dovuto essere ( si spoglia della sua debolezza )
Le musiche , è stato scritto, sono stupende e infatti lo sono, altro sono i testi, che , al cospetto del lettore serio e colto , sono poco più che scarabocchi scartati da un mediocre falegname.
Abbiamo davanti a noi le solite illusioni di Sean Penn, il quale nonostante l'età non si disincanta.
Resta il sospetto che potrebbe essere un tranello che tende allo spettatore. Infatti Supertramp muore lentamente disintegrato dalla Natura, sarei tentato di dire... Torturato
E' un film di paradossi come è stato acutamente recensito da Willow ( e poco capito ) ma non per quel paradosso che intende lui.
Supertramp è un conservatore per tutto il film e poi razzola da progressista quando dice : " L' essenza dello spirito umano è quello di fare nuove esperienze ".
Questo è ovviamente in contrasto col suo fuggire dalla civiltà del divenire.
In questa logica un architetto , secondo il suo agire, non dovrebbe disegnare grattacieli, però, al tempo stesso dovrebbe farlo in quanto " prova nuove esperienze ".
Insopportabile poi l'accampamento e la retorica dei " figli dei fiori " , espressione così bella , disintegrata dal suo abuso.
Supertramp ci parla di armonia nella Natura, di empatia e dell'amore della Natura.
Questa è un'ingenuità imperdonabile ... Ma quando mai la Natura è stata buona , giusta, amorevole.
Dal punto di vista delle stelle , da una visuale macrocosmica, tutto è bellissimo ... Ma quanto più ci si avvicina alle cose tanto più si nota come " la guerra " è la sostanza delle cose, tanto più che se gli atomi non si scontrassero tra di loro, di vita non ce ne sarebbe affatto.
La violenza, la forza, le volontà fanno il mondo.
L'abbraccio acquatico di una donna adulta e Supertramp , questo avvicinarsi entra subito in conflitto con la potenza dell'onda.
La paura salva Supertramp dallo sguardo ( e dalle fauci ) dell'orso , che non lo considera neppure degno del suo stomaco, davvero umiliante quell'incontro.
Uccide un alce, per niente ... Ma perchè non cacciava cose più piccole?
Anche quì viene subito demolito dall'indifferenza famelica dei lupi che sanno bene cosa farne dell'alce .
La sua morte , se ci pensate, è ridicola ... Muore per denutrizione e avvelenamento per un errore di pagina,la quale illustrava alcune bacche piuttosto che altre.
Ma sbaglio o ha viaggiato per tutto il film ? Ma allora perchè non andar via da quel posto se mancava la selvaggina ? In Alaska , quindi, non c'è arrivato. Cosa diavolo fosse per lui quell' autobus è un mistero che il piccolo Tramp si è portato nella tomba.
Non parliamo poi della continua svendita di moralismo all'ingrosso , che tutti, fra l'altro colgono a bocca aperta, come fosse venuto un messia ... In verità, il protagonista ha solo trovato sulla sua strada una manica di ignoranti che non sapevano rispondergli in nessun modo, a parte il vecchio, che mantiene una sua decorosa integrità, nonostante l'inquieto balbettìo.
Lui è con tutti e con nessuno, gli altri sono con qualcuno, appartengono a qualche microcosmo, lui vuole essere troppo e questa ingenuità lo ucciderà.
Ancora due cose: Deve aver travisato parecchio Jack London , il quale era sì un socialista, ma era pure un cultore della forza e della razza superiore, il quale non cadde nei trabochetti del destino ed era più a suo agio con gli indovinelli della vita di un sorridente Supertramp.
" La felicità è reale solo se condivisa " - Questa è l'unica , valorosa pillola letteraria del film, tutto il resto sono banalità di un giovanotto e canzoni col fiato corto.
E intanto ci chiediamo con che cosa va condivisa la felicità per essere reale? Con qualunque cosa è la risposta ... Anche con un pacchetto di caramelle
Sean Penn farebbe bene a lavorare meglio sulla scrittura dei dialoghi , o, ancor meglio, li riduca , perchè , ha grande talento visivo ( si veda il suo episodio del film "11 settembre 2001", ha firmato quello più bello, un muto, un capolavoro strabiliante ), ma come filosofo meglio affidarsi all'omeopata di quartiere .
" E se adesso vi corressi incontro e vi abbracciassi ... potreste vedere quello che vedo io?"dice il Super
Mi ricorda la frase di Gesù , quando dice al dice al discepolo : " Puoi bere il mio calice ?"
Frase che svela tutta la solitudine umana.
Diceva Benedetto Croce:
" Fino a diciotto anni le poesie le scrivono tutti, dopo i diciotto solo gli sciocchi o i veri poeti "
Supertramp aveva un eteronimo, ma non era un poeta .
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tarelio
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lunedì 3 gennaio 2011
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capolavoro
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Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felice. Una vita tranquilla, appartata, in campagna, con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di qualche utilità e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu, per compagna e dei figli, forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo ?
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gcasale
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giovedì 9 dicembre 2010
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film ben fatto ma...
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Allora per quanto riguarda il film , devo dire che è molto curato , forse un pò lungo .
Per quanto riguarda la storia , boh , senza parole.Non condivido assolutamente quello che ha fatto il protagonista. Parla di libertà estrema ,ma io di libertà ci vedo ben poco ; scusate il termine ma vivere in un autobus al freddo senza un cristiano e senza mangiare è una bella rottura di coglioni.Una telefonata a casa la poteva anche fare,lasciare la famiglia in uno stato di sofferenza tale è da vigliacchi. E' morto a 23 anni per far cosa??? per cacciare qualche animale? boh sinceramente tutta la bellezza della sua vita non la vedo. Credo che non siamo fatti per stare soli .
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Allora per quanto riguarda il film , devo dire che è molto curato , forse un pò lungo .
Per quanto riguarda la storia , boh , senza parole.Non condivido assolutamente quello che ha fatto il protagonista. Parla di libertà estrema ,ma io di libertà ci vedo ben poco ; scusate il termine ma vivere in un autobus al freddo senza un cristiano e senza mangiare è una bella rottura di coglioni.Una telefonata a casa la poteva anche fare,lasciare la famiglia in uno stato di sofferenza tale è da vigliacchi. E' morto a 23 anni per far cosa??? per cacciare qualche animale? boh sinceramente tutta la bellezza della sua vita non la vedo. Credo che non siamo fatti per stare soli . Io sono un amante della natura , dei bei paesaggi incontaminati , degli animali , ma non condivido quello che ha fatto. Poi la caccia non la sopporto !!! Secondo me è una persona che non sa stare in società e vomita cazzate scritte da altri. Io credo che la società abbia dei lati negativi,ma anche positivi , anzi soprattutto positivi...e sinceramente fuggire è solo la soluzione più semplice , perchè cambiare le cose , rendere il mondo migliore è più difficile.
Per quanto riguarda la questione della felicità , beh diciamo che dipende anche dalla fortuna ; se sei uno sfigato e fai una vita di m... la felicità è di sicuro inversamente proporzionale...
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reservoir dogs
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lunedì 8 novembre 2010
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l'alternativa al sogno americano
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Storia di Christopher McCandless che diventò Alexander Supertramp nell'istante in cui decise di intraprendere viaggio verso l'Alaska, una vita ascetica lasciando tutto ciò che non gli era necessario alle sue spalle per riempire il suo "zaino" con luoghi, anime e frammenti di vita.
La fuga è anche un modo per conoscersi meglio, la soluzione per sentirsi l'anima e dopo un lungo viaggio in solitudine la risposta arriva: "La felicità è reale solo quando condivisa".
I paesaggi fanno sembrare il film un documentario quando in realtà la Natura ci permette di comprendere meglio il percorso fisico e psichico che Alex (e noi assieme a lui) stà percorrendo.
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Storia di Christopher McCandless che diventò Alexander Supertramp nell'istante in cui decise di intraprendere viaggio verso l'Alaska, una vita ascetica lasciando tutto ciò che non gli era necessario alle sue spalle per riempire il suo "zaino" con luoghi, anime e frammenti di vita.
La fuga è anche un modo per conoscersi meglio, la soluzione per sentirsi l'anima e dopo un lungo viaggio in solitudine la risposta arriva: "La felicità è reale solo quando condivisa".
I paesaggi fanno sembrare il film un documentario quando in realtà la Natura ci permette di comprendere meglio il percorso fisico e psichico che Alex (e noi assieme a lui) stà percorrendo.
E' risaputo che viaggio è sinonimo di introspettività ma in questo film si raggiunge l'apoteosi del binomio; una mistica alternativa al cosidetto "Sogno Americano".
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