dani fede
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domenica 3 marzo 2013
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continua ricerca
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la continua ricerca del senso della vita. ognuno di noi può trovare una parte di se stesso in questa storia strabiliante
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greyhound
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lunedì 11 febbraio 2013
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la complessità dell'animo umano
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Into the wild è un film duro da digerire per uno spettatore alla ricerca di qualche ora di evasione dalla realtà quotidiana. Non tanto per il fatto di non contenere particolari momenti di azione, risate o lacrime facili, ma proprio in quanto ci mette di fronte a tematiche profonde che, probabilmente, prima o poi nella nostra esistenza ci hanno sfiorato. Quello di Chris è un viaggio non solo di iniziazione, bensì una ricerca affannata di un significato da dare alla propria vita; una ragione che non sia solo quella di accumulare (cose, denaro o persone) ma di raggiungere ed afferrare ciò che veramente si necessita per ottenere la felicità. O, forse, uno scampolo di quest'ultima.
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Into the wild è un film duro da digerire per uno spettatore alla ricerca di qualche ora di evasione dalla realtà quotidiana. Non tanto per il fatto di non contenere particolari momenti di azione, risate o lacrime facili, ma proprio in quanto ci mette di fronte a tematiche profonde che, probabilmente, prima o poi nella nostra esistenza ci hanno sfiorato. Quello di Chris è un viaggio non solo di iniziazione, bensì una ricerca affannata di un significato da dare alla propria vita; una ragione che non sia solo quella di accumulare (cose, denaro o persone) ma di raggiungere ed afferrare ciò che veramente si necessita per ottenere la felicità. O, forse, uno scampolo di quest'ultima.
Strutturandosi attorno a dei metaforici capitoli attinenti il suo nuovo essere, la pellicola mette in mostra ciò che uno spettatore, ad un primo e semplicistico sguardo, potrebbe considerare come una semplice fuga da una realtà familiare opprimente ed anche piuttosto ottusa (almeno nel senso di priorità assegnata alle cose), nonché menzognera (leggi il falso legame esistente tra i genitori). In realtà è qualcosa di più, ovvero un allontanamento reale e spirituale da una società che non assegna importanza a quei valori in grado di riempire la vita di una persona. Quindi, secondo i canoni di Chris, con un distacco dalla famiglia vi sarebbe un abbandono contestuale della società, essendo la prima un microcosmo della seconda.
Tale situazione è racchiusa in tre situazioni rilevanti: l'arrivo a Los Angeles dopo un lungo periodo in mezzo alla natura, fatto che gli farà comprendere l'impossibilità di restare ancorato alla società odierna; il rapporto che sviluppa con la ragazza all'interno della comunità hippy, con la quale nascerà una complicità trascendente un'idea consueta di attrazione (distacco dalle passioni); e l'amicizia costruita con l'anziano soldato la cui famiglia era stata distrutta da un evento tanto improvviso quanto devastante. Il saluto finale, ai bordi dell'autostrada, lascia intravedere il rigetto di una possibilità ultima di un qualsiasi legame umano, lasciando all'anziano la sensazione di un viaggio senza ritorno.
Indubbiamente una pellicola potente, capace di indurre la riflessione su ciò che ognuno di noi vorrebbe ottenere nel corso della propria esistenza e, a seconda dei punti di vista, capire se lo sforzo profuso è stato o è sufficiente, così come la bontà dell'obiettivo da raggiungere. Chris giunse alla conclusione che la felicità può essere raggiunta solamente quando condivisa, nel momento in cui si è circondati da persone con cui si è in sintonia e, possibilmente, con al fianco un partner in grado di comprenderci nel profondo. Il protagonista arrivò a questa conclusione solamente alla fine, nel momento in cui non era più possibile tornare dal sentiero intrapreso.
A noi fare tesoro della sua esperienza, validandola, oppure contestarla con altri pensieri ed opinioni.
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intothewild4ever
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giovedì 17 gennaio 2013
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into the heart
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Io ho avuto l'enorme fortuna di scegliere di andare a vedere questo meraviglioso film, scegliendolo direttamente tra i se i film in cartello del cinema in cui l'ho visto. Lo feci senza conoscere un minimo di trama, senza aver visto un trailer, senza sapere che era una storia liberamente tratta da un libro di Jon Krakauer, basato sulla vera storia di Christopher McCandless. Scoprii tutto ciò solo quando vidi la scritta che lo spiegava nelle ultime sequenze del film e quella scritta cambiò profondamente il mio giudizio sul film.
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Io ho avuto l'enorme fortuna di scegliere di andare a vedere questo meraviglioso film, scegliendolo direttamente tra i se i film in cartello del cinema in cui l'ho visto. Lo feci senza conoscere un minimo di trama, senza aver visto un trailer, senza sapere che era una storia liberamente tratta da un libro di Jon Krakauer, basato sulla vera storia di Christopher McCandless. Scoprii tutto ciò solo quando vidi la scritta che lo spiegava nelle ultime sequenze del film e quella scritta cambiò profondamente il mio giudizio sul film. Per tutta la sua durata infatti, pur godendo delle scene che raffiguravano dei gran bei paesaggi, pur godendo per le splendide musiche di Eddie Vedder dei Pearl Jam, pur apprezzando molto la recitazione di Emile Hirsch...non potevo fare a meno di pensare che una persona così non poteva esistere, che era frutto di uno sceneggiatore spintosi un pò troppo oltre con l'immaginazione. E così, quando mi accorsi che quella storia incredibile era invece accaduta davvero...beh, rimasi folgorato sulla mia potroncina a guardare scorrere i titoli di coda, mentre il cinema si svuotava, fino a quando chi era con me non mi chiamò per nome, riportandomi sulla terra. Chiunque abbia a cuore un minimo la sorte di questo nostro pianeta, chiunque abbia a volte la sensazione che questa società non sia adatta al proprio carattere e vorrebbe prendere e scapparsene via per conto proprio, abbandonandosi completamente alla natura...beh, non deve far altro che vedere, amare e conservare questo film nel proprio cuore.
Il giovane Christopher, appena diplomatosi, sceglie di prendersi un lungo periodo per se, una sorta di anno sabatico. Abbandonado la sua sbilenca famiglia, il denaro e ogni altra necessità, sceglie di vivere a stretto contatto con la natura, nel suo più rigoroso rispetto. Avrà avventure inimmaginabili, incontrerà molte persone interessanti lungo il suo viaggio, ma capirà ciò che più è importante nella vita, solo quando si ritroverà davvero solo con se stesso e la natura...ma per capire ciò, pagherà davvero un carissimo prezzo.
Inimitabile!
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demlong
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venerdì 16 novembre 2012
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un ritorno alla natura naturans, un grande penn
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In un cinema hollywoodiano che punta sempre di più alla imago primordiale, all'aspetto contenutistico più scioccante, Sean Penn dipinge con lucida meraviglia un viaggio che non ha niente da invidiare alle fatiche letterarie di Thoreau in "Vita dei Boschi".
Un film che non manca di potenza, senza bisogno di artifici visivi. Il viaggio del giovane Christopher, sospeso in una immaterialità luce-colore che non ha eguali, è un vero e proprio ritorno alla natura naturans, ove l'incontaminato diventa sconfinato... e dove lo sconfinato diventa pericoloso. Un pericoloso ritorno alla realtà che, nel commuovente finale, ci ricorda che i nostri aspetti societari più basilari sono irrinunciabili e che siamo fragili se lontani gli uni dagli altri.
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In un cinema hollywoodiano che punta sempre di più alla imago primordiale, all'aspetto contenutistico più scioccante, Sean Penn dipinge con lucida meraviglia un viaggio che non ha niente da invidiare alle fatiche letterarie di Thoreau in "Vita dei Boschi".
Un film che non manca di potenza, senza bisogno di artifici visivi. Il viaggio del giovane Christopher, sospeso in una immaterialità luce-colore che non ha eguali, è un vero e proprio ritorno alla natura naturans, ove l'incontaminato diventa sconfinato... e dove lo sconfinato diventa pericoloso. Un pericoloso ritorno alla realtà che, nel commuovente finale, ci ricorda che i nostri aspetti societari più basilari sono irrinunciabili e che siamo fragili se lontani gli uni dagli altri. Una doccia fredda per il pubblico, scosso nei suoi aspetti più viscerali ed intimi. Penn re e deus ex-machina. Film consigliatissimo.
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stefox
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giovedì 8 novembre 2012
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bellissimo!
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Gran film, da vedere assolutamente! magari di fronte ad un camino acceso...
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cicciopippo
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giovedì 8 novembre 2012
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sean penn è decisamente meglio come attore
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Sinceramente non si può dire che questo film mi sia piaciuto più di tanto... si, i paesaggi sono davvero belli e la colonna sonora azzeccata ma oltre questo niente. La storia non mi entusiasma particolarmente nonostante a mio parere potessero renderla meglio. Manca una sana introspezione psicologica, Penn cerca di descrivere il protagonista come un uomo consapevole e maturo ma in realtà a mio parere era un ragazzo con fin troppa immaturità, o meglio, una buona componente di questo viaggio ai confini dell' umanità è proprio la fuga, una fuga dalla famiglia, dal dolore ma ancora più da se stessi. La paura dei rapporti o forse l' incapacità nei rapporti avrebbe potuto essere molto molto più valorizzata invece sembra solo accennata; fuorvia molto anche la voce fuoricampo, scelta secondo me troppo stucchevole e fuori contesto che sarebbe molto meglio stata rimpiazzata da dei monologhi "interiori" del protagonista pronunciati a voce alta nell' intento di farsi compagnia (cosa che ha fatto ma troppo poco).
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Sinceramente non si può dire che questo film mi sia piaciuto più di tanto... si, i paesaggi sono davvero belli e la colonna sonora azzeccata ma oltre questo niente. La storia non mi entusiasma particolarmente nonostante a mio parere potessero renderla meglio. Manca una sana introspezione psicologica, Penn cerca di descrivere il protagonista come un uomo consapevole e maturo ma in realtà a mio parere era un ragazzo con fin troppa immaturità, o meglio, una buona componente di questo viaggio ai confini dell' umanità è proprio la fuga, una fuga dalla famiglia, dal dolore ma ancora più da se stessi. La paura dei rapporti o forse l' incapacità nei rapporti avrebbe potuto essere molto molto più valorizzata invece sembra solo accennata; fuorvia molto anche la voce fuoricampo, scelta secondo me troppo stucchevole e fuori contesto che sarebbe molto meglio stata rimpiazzata da dei monologhi "interiori" del protagonista pronunciati a voce alta nell' intento di farsi compagnia (cosa che ha fatto ma troppo poco). Il viaggio è una fuga, una fuga continua che termina con una meta idealizzata: l' Alaska, ma tutto questo è ancora una volta poco valorizzato anche se accennato (lo si può vedere dalla sua fuga da Ron). Il punto è che la storia ha potenziale anche se sinceramente non la condivido ma tutti gli aspetti interessanti e psicologici si limitano ad essere solo accennati per dare spazio ad un inconcludente e falso barlume di libertà che insieme ai paesaggi e le inquadrature fa sembrare il film una fresca evasione quando si tratta invece di un masochista mettersi in gabbia.
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sohck
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mercoledì 7 novembre 2012
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impossibile non innamorarsi
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Se esistesse una valutazione migliore senza dubbio la darei, un capolavoro unico nel suo genere, per me supera qualsiasi altro film che io abbia mia visto. Una fotografia che ti fa innamorare della natura e la voglia di essere li con il protagonista è qualcosa di magico, e il tutto accompagnato da una musica che si presta tantissimo alle immagini indimenticabili. La maggior parte del film svolta in Alaska varebbe la visione, ma rivivere il viaggio di questo ragazzo ogni volta che lo rivedo è come se fosse la prima. Che capolavorooooo!!!!!
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break
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sabato 22 settembre 2012
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interessante
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Girovago per gli States, sceglie di staccarsi dalla società per vivere un esperienza selvaggia.
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solo un'opinione
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giovedì 20 settembre 2012
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film da spalmarsi addosso
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Viverlo
Questa volta prima di iniziare a scrivere ho voluto leggere qualche recensione qua e là.
Ho letto commenti contrastanti su questo film alcuni entusiastici altri direi quasi offensivi.
A mio avviso il punto è che questo film non va visto e seguito soffermandosi a guardare, ascoltare e
osservare ciò che racconta e ciò che ci fa vedere ma vada in qualche modo vissuto, ci sia la
neccessità di immedesimarsi per un attimo e di uscire nell'immedesimazione un attimo dopo.
Immedesimarsi per provare almeno una volta nella vita ad immaginare certe situazioni, e di uscirci
e guardare al film con la predisposizione di chi osserva oltre le immagini, di chi cerca
di vedere oltre a ciò che si percepisce solo con gli occhi.
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Viverlo
Questa volta prima di iniziare a scrivere ho voluto leggere qualche recensione qua e là.
Ho letto commenti contrastanti su questo film alcuni entusiastici altri direi quasi offensivi.
A mio avviso il punto è che questo film non va visto e seguito soffermandosi a guardare, ascoltare e
osservare ciò che racconta e ciò che ci fa vedere ma vada in qualche modo vissuto, ci sia la
neccessità di immedesimarsi per un attimo e di uscire nell'immedesimazione un attimo dopo.
Immedesimarsi per provare almeno una volta nella vita ad immaginare certe situazioni, e di uscirci
e guardare al film con la predisposizione di chi osserva oltre le immagini, di chi cerca
di vedere oltre a ciò che si percepisce solo con gli occhi.
Io penso che se la predisposizione mentale che assumiamo al momento in cui decidiamo di vedere questo film
e se la nostra attitudine rispetta le impressioni sopra citate, difficilmente potremmo terminare la visione
con un commento negativo, in caso contrario immagino che altrettanto difficilmente ariveremmo mai alla fine
del film.
Per gustarlo, ovviamente questa è solo una mia impressione, ritengo che la nostra filosofia di vita debba ritenere
possibile il fatto che la vita può essere ben diversa da ciò che vediamo tutti i giorni e da ciò che siamo abituati
a trovarci attorno e questa differenza non è gestita dal denaro, dal potere e dall'economia in generale, la vita
può esser molto diversa da ciò che appare e questa differenza si può trovare senza ricorrere a nessun mezzo "esterno"
a ciò che abbiamo già in dote al momento della nostra nascita.
Se riteniamo impossibile questo concetto molto probabilmente questo film non è per noi.
E' un film pieno, complesso, forse a tratti credo lo si possa considerare pesante, non lo considero lento
perchè la lentezza in questo film non può essere un valore ma credo si debba considerare un componente per altro
fondamentale e di coerenza con lo stile di vita che racconta.
La storia è quella di una fuga, disperata, dalla civiltà e dalla società identificata a modello di due genitori
che non sono mai stati accettati, che hanno costruito una famiglia su menzogne non tanto celate, che si comportano
secondo ordine della civiltà degli sviluppati, che rispondono ad un codice preciso del buon essere umano in società
ma che mancano clamorosamente nel loro unico e vero compito, quello di genitori, di riferimento per i due figli
adolescenti che in modi diversi vivono la loro esistenza da senza famiglia nonostante per la formalità
dell'ufficio anagrafe la famiglia esista e sia anche "stimabile".
La fuga mista alla ricerca, alla ricerca di quella profondità che in molte esistenze rimane nascosta nel nostro
io più profondo, in quella parte interiore che spesso per volontà o meno risulta irragiungibile ma che se raggiunta
si svela nei suoi reali concetti che sono quasi sempre di una semplicità disarmante.
Una sezione del commento separata andrebbe riservata sia alla regia sia alla colonna sonora, ma la ritengo superflua,
o si sceglie di vedere il film e di assaporare e godere di questa sezione o si sceglie di non farlo.
Due parti su tutte nello scorrere del tempo e delle immagini mi sono rimaste impressa forti e precise nella mente... non credo servano parole, basta ricordarle così:
"una vita con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare; un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità e poi natura, libri, musica"
"Ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti tra le persone. La felicità è dappertutto, è ovunque, in tutto ciò di cui possiamo fare esperienza; Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di vedere le cose"
Concludendo "into the wild" secondo me è un film che ti devi plasmare addosso, che devi digerire con calma anche un pò di tempo dopo aver terminato la sua visione, e quindi capire se ti sei sentito a tuo agio o meno.
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luca scial�
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martedì 4 settembre 2012
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la natura preferita alla consuetudine
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Chris si è appena laureato col massimo dei voti e potrebbe frequentare Hardard. Ma non è felice. E' stanco della società consumista e materialista in cui vive e delle bugie familiari nelle quali è cresciuto (i genitori convivono senza mai essersi sposti, essendo stati degli amanti con rispettive famiglie). Così decide di mollare tutto e dirigersi verso l'Alaska con mezzi di fortuna. Durante il suo cammino incontrerà tante persone che gli daranno qualcosa e lui ricambierà con la propria saggezza e forza di volontà.
Sean Penn traspone un libro di Jon Krakauer "Nelle terre estreme", che narra la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi nella natura selvaggia.
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Chris si è appena laureato col massimo dei voti e potrebbe frequentare Hardard. Ma non è felice. E' stanco della società consumista e materialista in cui vive e delle bugie familiari nelle quali è cresciuto (i genitori convivono senza mai essersi sposti, essendo stati degli amanti con rispettive famiglie). Così decide di mollare tutto e dirigersi verso l'Alaska con mezzi di fortuna. Durante il suo cammino incontrerà tante persone che gli daranno qualcosa e lui ricambierà con la propria saggezza e forza di volontà.
Sean Penn traspone un libro di Jon Krakauer "Nelle terre estreme", che narra la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi nella natura selvaggia. Film coinvolgente emotivamente e visivamente, con protagonista assoluta la natura con la sua forza, la sua bellezza, il suo mistero. Il genere umano resta una comparsa, con i suoi limiti e le sue debolezze. Ma il giovane Chris rappresenta la speranza di chi ancora vuole andare oltre i valori materiali in cui è decaduta la moderna civiltà. Non importa se ci riuscirà: almeno lui ci ha provato.
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