jonny settemezzo
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domenica 20 novembre 2011
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quasi emozionante
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In questo film Sean Penn narra la storia di Christopher McCandless, dell'evasione dalla vita, della ricerca della felicità interiore.
L'aspettativa era quella di troversi di fronte alla fuga dalla realtà, all'allontanamento dall'inerzia quotidiana
per liberare lo spirito attraverso un viaggio che avrebbe portato alla simbiosi con la natura, all'autentico valore della vita che
forse si connosce proprio quando ci si ritrova distesi puntando il cielo o osservando le calde distese innevate.
La percezione, invece, è stata quella di due mondi separati Chris e tutto il resto. Il fatto che Chris si trovasse
a contatto con una natura che, ti toglie il fiato, non mi ha emozianato.
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In questo film Sean Penn narra la storia di Christopher McCandless, dell'evasione dalla vita, della ricerca della felicità interiore.
L'aspettativa era quella di troversi di fronte alla fuga dalla realtà, all'allontanamento dall'inerzia quotidiana
per liberare lo spirito attraverso un viaggio che avrebbe portato alla simbiosi con la natura, all'autentico valore della vita che
forse si connosce proprio quando ci si ritrova distesi puntando il cielo o osservando le calde distese innevate.
La percezione, invece, è stata quella di due mondi separati Chris e tutto il resto. Il fatto che Chris si trovasse
a contatto con una natura che, ti toglie il fiato, non mi ha emozianato. Mi sono chiesto il perchè e ho trovato due possibili risposte:
la prima è che il regista non abbia saputo fondere i due mondi e quindi come detto inizialmente Penn ha raccontato la vicenda
personale di McCandless;
la seconda , a cui credo maggiormente, è che per cogliere l'immensità delle cose terrene, la profondità del cielo,
la leggerezza del mare, il calore della neve bisogna essere felici con se stessi e per la vita, amare e amarsi ed abbandobnare
il tormento, cosa che non è riuscita a Chris. Non era quindi l'evasione dalla vita, la ricerca della felicità, un viaggio di vita,
ma solo un modo diverso di staccare con una vita già conclusa prima dell'Alaska. Penn, in quest'ottica, è stato bravo a
realizzare, però, un "film documentario".
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metalsoldier
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lunedì 10 ottobre 2011
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lento
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La storia è bella e ha un significato profondo, ma è difficile da adattare per un film..che non rende il senso spirituale della storia. Forse neanche con un libro si può trasmettere le sensazioni di una storia del genere. Alla fine il film mi è risultato lento e pesante, recupera qualcosa solo nella seconda parte. Bisogna dare atto tuttavia della buona fattura del film: interpreti, immagini, musica, e trama (che salva il film in termini di ritmo, altrimenti sarebbe stato semplicemente e soltanto noioso).
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denzel for ever
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sabato 8 ottobre 2011
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bella storia...ma qnt è noioso
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sara pure bella la storia....ecc...straordinaria la fotografia e regia...ma è troppo noioso...a mio parere..troppo piatto
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elisatbd
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domenica 25 settembre 2011
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nuovo voto
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asile betta
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sabato 10 settembre 2011
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un viaggio per sentirsi vivi
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Cosa ha fatto penn della sua vita? Penn l'avventuroso giovane, ribelle , non conforme agli obblighi sociali, non ha mai intrapreso il suo percorso con la finalità di trovare la felicità, più di una volta penn ha avuto la magica occasione di porre fine al suo vagabondare: nel momento in cui aveva trovato quella coppia di innamorati che l'avrebbero amato come proprio figlio, o il ritorno da loro e la giovane donna pronta a donare se stessa., o l'anziano signore... Penn sapeva farsi amare , ma non voleva amare, troppa rabbia l'ha dominato o troppa paura, sentimenti così violenti da spingere il giovane ad un agito pericoloso che l'avrebbe portato vicino alla morte più di un occasione, lo sfidare la vita ALL'ESTREMO DELLE FORZE UMANE ERA IL SUO MODO DI SENTIRSI SULLA TERRA E VIVO, dichiarando a se stesso e alla natura selvaggia e ostile all'uomo che lui c'era.
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Cosa ha fatto penn della sua vita? Penn l'avventuroso giovane, ribelle , non conforme agli obblighi sociali, non ha mai intrapreso il suo percorso con la finalità di trovare la felicità, più di una volta penn ha avuto la magica occasione di porre fine al suo vagabondare: nel momento in cui aveva trovato quella coppia di innamorati che l'avrebbero amato come proprio figlio, o il ritorno da loro e la giovane donna pronta a donare se stessa., o l'anziano signore... Penn sapeva farsi amare , ma non voleva amare, troppa rabbia l'ha dominato o troppa paura, sentimenti così violenti da spingere il giovane ad un agito pericoloso che l'avrebbe portato vicino alla morte più di un occasione, lo sfidare la vita ALL'ESTREMO DELLE FORZE UMANE ERA IL SUO MODO DI SENTIRSI SULLA TERRA E VIVO, dichiarando a se stesso e alla natura selvaggia e ostile all'uomo che lui c'era. No, non credo che Penn cercasse la felicità, Penn cercava di sentirsi vivo, del resto se era l'amore o la gioia di una famiglia ad essere le promotrici della sua ricerca perchè abbandonare anche sua sorella.Penn è partito con un unico obbiettivo calpestando tutto e tutti ha voluto creare un mondo dove lui ne era il padrone , spinto e guidato da un egocentrismo sorprendente penn ha lasciato in ogni luogo che è stato un pezzettino della propria anima, quel che bastava per farsi sentire, e dire al mondo che lui c'era, ma non sarebbe stato mai pronto a lasciare tutto se stesso se non solo al termine del suo viaggio, nonchè fine della sua vita, giunto alla scoperta che per sentirsi vivi doveva prima sentirsi amato.
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vales.
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lunedì 5 settembre 2011
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spettacolare
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Uno dei film più belli che abbia mai visto. Poetico, vero, praticamente non ha difetti. Ottimo il cast, mozzafiato i paesaggi, interessante la regia ed azzeccate le musiche. In particolare mi è piaciuto perchè mi immedesimo in parte nella mentalità del protagonista: anche io sono intollerante verso l'ipocrisia, non bramo ai soldi, alla macchina e al lavoro. E a volte mi chiudo in un "mondo" tutto mio perchè non mi piace quello che mi circonda. Solo che a differenza del personaggio di Hirsch non affronterei mai un'avventura così estrema...Molto memorabile ed intensa la sequenza dell'inevitabile tragico finale, che - almeno per me - nonostante sia tale, non lascia l'amaro in bocca, perchè anche nei suoi ultimi attimi di vita, Alexander "Supertramp" era felice e soddisfatto del proprio viaggio.
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Uno dei film più belli che abbia mai visto. Poetico, vero, praticamente non ha difetti. Ottimo il cast, mozzafiato i paesaggi, interessante la regia ed azzeccate le musiche. In particolare mi è piaciuto perchè mi immedesimo in parte nella mentalità del protagonista: anche io sono intollerante verso l'ipocrisia, non bramo ai soldi, alla macchina e al lavoro. E a volte mi chiudo in un "mondo" tutto mio perchè non mi piace quello che mi circonda. Solo che a differenza del personaggio di Hirsch non affronterei mai un'avventura così estrema...Molto memorabile ed intensa la sequenza dell'inevitabile tragico finale, che - almeno per me - nonostante sia tale, non lascia l'amaro in bocca, perchè anche nei suoi ultimi attimi di vita, Alexander "Supertramp" era felice e soddisfatto del proprio viaggio.
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molenga
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lunedì 29 agosto 2011
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bela regia per una storia che disturba
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Il voto sarebbe piu` alto se la storia di Christopher McCandless-alex supertramp, non suonasse(pur sapendo che si tratta di un fatto vero) assurda: il personaggio e` un perfetto idiota, uno stupido e` perche` lo stupido fa: bravo emile hirsh, nulla da dire; e il messaggio che doveva passare era la conoscenza di se stessi tramite la fuga dalla societa` ebbene non e` passato: alex supertramp e` un ragazzo che ha avuto ma si ritrova traumatizzato dal rapporto con la famiglia; si laurea, lascia in beneficenza i soldi con i quali deve fare il master, brucia quelli che gli son rimasti in tasca e parte all`avventura. incontra degli hippiy, addirittura chi gli da un lavoro, ma lui va a dritto: deve arrivare in alaska e sopravvivere cacciando.
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Il voto sarebbe piu` alto se la storia di Christopher McCandless-alex supertramp, non suonasse(pur sapendo che si tratta di un fatto vero) assurda: il personaggio e` un perfetto idiota, uno stupido e` perche` lo stupido fa: bravo emile hirsh, nulla da dire; e il messaggio che doveva passare era la conoscenza di se stessi tramite la fuga dalla societa` ebbene non e` passato: alex supertramp e` un ragazzo che ha avuto ma si ritrova traumatizzato dal rapporto con la famiglia; si laurea, lascia in beneficenza i soldi con i quali deve fare il master, brucia quelli che gli son rimasti in tasca e parte all`avventura. incontra degli hippiy, addirittura chi gli da un lavoro, ma lui va a dritto: deve arrivare in alaska e sopravvivere cacciando. Prima di impazzire del tutto trova un buon uomo che potrebbe facilitagli la vita, tanto alex e` alla ricerca di un padre quanto lui di un figlio ma no! deve andare in alaska, dove crepa di fame, capendo-almeno questo- che le emozioni sono fatte per essere condivise.Morte di complessato
Grande regia, ottima recitazione, fotografia spettacolare e che musiche! comunque da vedere
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lalli
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lunedì 22 agosto 2011
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4 stelle
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lalli
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lunedì 22 agosto 2011
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bello ma...
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un film molto bello, spero solo che l'alce non sia stata uccisa x il film sarebbe una cosa atroce, spero che sia finta...ho letto qualcosa ma ci sono troppi dubbi al riguardo...
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enrico
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lunedì 22 agosto 2011
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the wild
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Questo film è un capolavoro. L'hanno dato ieri sera su Rai3 e nonostante il caldo e l'ora tarda non sono riuscito a smettere di guardarlo fino alle due di notte (perchè film così belli a queste ore improponibili?! Boh). "Into the Wild" lo vidi a suo tempo al cinema: il grande schermo porta all'ennesima potenza la forza suggestiva dei paesaggi e della colonna sonora originale di Eddie Vedder, decisamente una delle migliori della storia del cinema. Ho letto anche il romanzo ma questo è uno di quei casi in cui la celluloide batte la carta rilegata. Sean Penn ha fatto un grande lavoro, sia a livello narrativo che di immagini il film è perfetto.
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Questo film è un capolavoro. L'hanno dato ieri sera su Rai3 e nonostante il caldo e l'ora tarda non sono riuscito a smettere di guardarlo fino alle due di notte (perchè film così belli a queste ore improponibili?! Boh). "Into the Wild" lo vidi a suo tempo al cinema: il grande schermo porta all'ennesima potenza la forza suggestiva dei paesaggi e della colonna sonora originale di Eddie Vedder, decisamente una delle migliori della storia del cinema. Ho letto anche il romanzo ma questo è uno di quei casi in cui la celluloide batte la carta rilegata. Sean Penn ha fatto un grande lavoro, sia a livello narrativo che di immagini il film è perfetto. Ma il vero punto di forza del film e la sua portata morale. Qui non si tratta dello stucchevole moralismo americano stereotipato, ma della genesi di una morale. Questa è la storia di un ragazzo in cerca della verità, di un ragazzo che decide di privarsi di tutto ciò che è superfluo per assaporare il succo della vita. Non si tratta di un elogio della solitudine, anzi. Ci chiediamo mai perchè viviamo insieme ad altre persone, in società? No, lo prendiamo come un dato di fatto e spesso non rivolgiamo la parola nemmeno al nostro vicino di casa. Christopher MacCandless secondo me, se l'era posta questa domanda. Il nostro eroe non considera gli affetti umani un male di per sè (cosa che invece pensa dei soldi per esmpio). Egli è sempre grato e vuole bene in modo sincero alle persone che incontra nel suo incredibile viaggio eppure sa che solo la solitudine gli potrà dare l'opportunità di capire cosa conta veramente. Se state cercando uno di quei film la cui visione può darvi veramente qualcosa, se vi piacciono quei film che hanno qualcosa da insegnare (mi vengono in mente gli ultimi lavori di Eastwood come "Million Dollar Baby" o "Gran Torino") e mostrano della vita vera, una filosofia semplice e genuina, se per voi la vita è un avventura meravigliosa qualsiasi cosa facciate e se considerate l'amore una forza vitale e siete in grado di pensare voi stessi come parte di un tutto chiamato natura, questo è il film che state cercando. Il finale è molto commovente, potente ed evocativo, in una parola bellissimo. Christopher MacCandless a suo modo è un piccolo messia. Buona Visione.
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