Titolo originale | Su Zhou he |
Anno | 2000 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Cina, Francia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Lou Ye |
Attori | Xun Zhou, Hongsheng Jia, Zhongkai Hua, Anlian Yao, Nai An . |
Uscita | giovedì 14 luglio 2022 |
Tag | Da vedere 2000 |
Distribuzione | Wanted |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,31 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 luglio 2022
Un corriere viene accusato di omicidio. Quando esce di prigione sembra incontrare l'alter ego della sua presunta vittima. In Italia al Box Office La donna del fiume - Suzhou River ha incassato 44 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Attraverso il fiume Suzhou, "sporco di secoli di rifiuti industriali e spazzatura", si mescolano racconti e leggende, storie di criminalità e di romanticismo, di donne dal medesimo volto e dai destini similari. Un fotografo e cameraman è innamorato di Meimei, ballerina di night club, mentre un corriere di nome Mardar cerca incessantemente il suo amore perduto, Moudan. Quando Mardar incontra Meimei è convinto che si tratti della sua Moudan.
Nell'anno dell'uscita di In the Mood For Love e del trionfo del mélo griffato Wong Kar-wai su scala mondiale, ai festival di Rotterdam e Parigi fa strage di consensi anche La donna del fiume - Suzhou River di Lou Ye, esponente della cosiddetta "sesta generazione" di registi cinesi, concentrata sull'indagine del disagio urbano della Nuova Cina.
Il riferimento non è pretestuoso, visto quanto lo stile ancora acerbo ma promettente di Lou debba all'autore hongkonghese, tanto che si potrebbe semplificare La donna del fiume - Suzhou River come il racconto di un doppio hitchockiano stile La donna che visse due volte eseguito ricorrendo allo stile di Hong Kong Express. Ma sarebbe riduttivo, benché sommariamente indicativo sui riferimenti di un ambizioso decamerone incentrato sul fiume Suzhou. La soggettiva è costantemente quella del narratore-cameraman-alter ego, che racconta storie altrui e di se stesso, in un continuo intersecarsi di volti e personaggi, tra ragazze-sirena e rapimenti da noir.
Il racconto del corriere Mardar, che insegue ovunque il suo amore Moudan, diviene l'asse portante per un viaggio tra i fumi dell'alcol, confuso come lo sono i sogni ubriachi, stratificato come è la capacità affabulatoria di chi racconta storie per il solo gusto di raccontare storie. Il volto di lei, sia essa Moudan o Meimei, è sempre quello di Zhou Xun - allora giovane promessa, che diverrà poi stella dello star system cinese - incarnazione della femminilità fragile e volitiva, innocente e sensuale, di una ragazza-sirena inafferrabile.
È soprattutto nella cornice che apre e chiude sulla sfida lanciata da Meimei ("Se ti lasciassi mi cercheresti ovunque come ha fatto Mardar?") e nello stile di riprese e montaggio che è inevitabile riscontrare tracce di Wong Kar-wai. O in topoi strettamente legati al suo cinema: amori impossibili e spleen esistenziali, frammenti di immagini sparsi come memorie difficili da ricostruire in maniera fedele, una voce over che sentenzia sulle pene d'amore e sui paradossi del destino.
Dove Wong affida i suoi racconti alle luci al neon della metropoli, Lou sceglie Suzhou, il fiume che attraversa Shanghai e che della città offre una prospettiva obliqua e inusuale. Un luogo di commercio e traffici illeciti, una transizione fluida tra civiltà e barbarie, realtà e sogno.
La macchina da presa diviene così indistinguibile dalla soggettiva del narratore, spesso a bordo di una barca e come tale oscillante, mentre osserva l'umanità che popola le rive del Suzhou. Alcuni spunti - tra cui la rivalità tra il narratore e Mardar, che con ogni probabilità è un'invenzione prodotta dalle pene d'amore del narratore - avrebbero forse meritato un maggiore sviluppo, ma La donna del fiume - Suzhou River vive della sua natura incorporea, sceglie di non approfondire e di sorvolare, di rimanere impalpabile come il sentimento d'amore e la sua inevitabile incompiutezza. Di scorrere, come le acque di un fiume che ha visto troppo per poterlo raccontare.
LA DONNA DEL FIUME - SUZHOU RIVER disponibile in DVD o BluRay |
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Nella mia ignoranza totale del cinema cinese, non posso che attenermi a quello che ho captato in questo film di Lou Ye, La donna de fiume (Suzhou River), che merita senz’altro di essere visto. Il film, restaurato recentemente, è del 2000, ma sembra ancora più vecchio: sembra uscire infatti da una delle prime telecamere digitali i cui movimenti non erano controllati [...] Vai alla recensione »
I film cinesi e, soprattutto, coreani mi lasciano sempre a bocca aperta per le trame semplici e magiche che riescono a tessere. Di questo film ho apprezzato la forza delle attrazioni d'amore, nella sua più alta accezione. E il suo conseguente, per inerzia, fatalismo. Bravissima Zhou Xun e la voce narrante idella traduzione.
... si fa nero sotto i ponti/ non c'è luna nè un cielo/ dorme mai quella città. Questa è una "rivisitazione" della celebre canzone adattata al film. Sospendete il giudizio piuttosto chiedetevi a che si deve questa mania della rivisitazione, del repechage non solo nel cinema ma anche nella politica o ancor più su.
"Se ti lasciassi mi cercheresti ovunque come ha fatto Mardar?" chiede Mei Mei al suo amante, sapendo già che sarebbe impossibile. Ecco, La donna del fiume, uscito in Italia grazie a Wanted Cinema, è un film sulla vertigine dell'affabulazione in cui si dispongono due storie che si intrecciano e si sciolgono e dove il narratore è anche soggetto stesso della narrazione, oltre che sguardo.
La donna del fiume - Suzhou River (Su Zhou he, Cina, Germania e Francia, 2000, 83') è il racconto di un racconto. E forse è il racconto di un racconto di un racconto. Girato oltre vent'anni fa in 16 millimetri dall'allora trentacinquenne Lou Ye - e arrivato in Italia solo adesso, in un'edizione restaurata e filologicamente attenta -, il film è una lunga soggettiva di un narratore che resta fuori scena. [...] Vai alla recensione »
Donna che visse due volte, sul fiume che attraversa Shanghai. Nel 2000, vediamo le vecchie agendine elettroniche, e i telefoni pubblici con le monetine. Un fotografo si fa pubblicità stampigliando l'indirizzo sui muri. Ma il Suzhou River somiglia al Tamigi di Charles Dickens nel "Nostro comune amico": spazzatura, catapecchie, traffici illegali, disperati e meno disperati che ne ricavano da vivere. Vai alla recensione »
L'arduo compito che hanno dovuto affrontare i cineasti della cosiddetta «sesta generazione» del cinema cinese (tra i più conosciuti da noi: il capofila Jia Zhang-ke, Wang Xiaoshuai, He Jianjun e il maggior teorico Zhang Yuan) è stato quello di dover conciliare e superare una doppia tradizione: da un lato quella cinematografica della «quinta generazione» (quella, per intenderci, di Tian Zhuangzhuang, [...] Vai alla recensione »
Tra i cineasti cinesi della "sesta generazione" Lou Ye occupa da sempre una posizione liminale, a metà strada tra il rispetto dei codici espressivi di stampo oggettivo-realistico dei suoi colleghi e la propensione all'astrazione ipnotica dell'immagine. Nel suo cinema il riferimento resta sempre l'ambiente urbano, la realtà concreta, cioè, di un paese sul ciglio della trasformazione socio-economica, [...] Vai alla recensione »
Per aspera ad astra, espressione latina che significa "attraverso le asperità fino alle stelle", emerge dalle rive notturne di un passato cinematografico carico di pulsioni e suggestioni, La donna del fiume-Suzhou River, realizzato nel 2000 e distribuito solo ora per la prima volta in Italia (dopo essere stato presentato al Festival del cinema di Pesaro nel 2000 appunto) dalla Wanted Cinema in occasione [...] Vai alla recensione »
Schermo nero, voci di due amanti. «Se un giorno me ne andassi, mi verresti a cercare?» chiede lei. «Sì» risponde lui. «Mi cercheresti per tutta la vita?». «Sì». «Stai mentendo». 30 secondi nel film e La donna del fiume introduce già l'elemento che ne modella la logica narrativa ed estetica: l'atto del mentire. Segue uno degli incipit più folgoranti del cinema cinese: frammenti dall'inquinato milieu [...] Vai alla recensione »
Come se il Wong Kar-wai di Hong Kong Express o di Angeli caduti si mettesse a ballare con l'Hitchcock di La donna che visse due volte, e a celebrare l'incontro (o il ballo...) ci fosse - a bordo di una chiatta - nientemeno che il Jean Vigo di L'atalante. È denso di echi e riferimenti cinefili, La donna del fiume-Suzhou River del cineasta cinese Lou Ye, presentato al Festival di Rotterdam nel 2000 ma [...] Vai alla recensione »
L'amore come desiderio, ossessione, traguardo impossibile. È questa la Cina che ci racconta il regista Lou Ye. La donna del fiume - Suzhou River è un film del 2000, portato adesso in sala da Wanted Cinema nella versione restaurata che avevamo visto a Berlino. Il risultato è di grande effetto. Lou Ye conosce il cinema occidentale, ma lo reinventa col suo tocco personalissimo.