È forse il Lou Ye più spiazzante: indaga la confusione socio-spaziale di una Cina che cambia da una prospettiva più intima e ipnotica rispetto a quella della Sesta Generazione, ma non meno travolgente
di Daniele D'Orsi Sentieri Selvaggi
Tra i cineasti cinesi della "sesta generazione" Lou Ye occupa da sempre una posizione liminale, a metà strada tra il rispetto dei codici espressivi di stampo oggettivo-realistico dei suoi colleghi e la propensione all'astrazione ipnotica dell'immagine. Nel suo cinema il riferimento resta sempre l'ambiente urbano, la realtà concreta, cioè, di un paese sul ciglio della trasformazione socio-economica, indagata però in termini progressivamente più evocativi, meno referenziali, lontano dall'oggettività di rappresentazione in cui si muove tanto cinema cinese contemporaneo. [...]
di Daniele D'Orsi, articolo completo (4796 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 14 luglio 2022