Titolo originale | Miller's Crossing |
Anno | 1989 |
Genere | Poliziesco |
Produzione | USA |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Joel Coen |
Attori | John Turturro, Albert Finney, Gabriel Byrne, Marcia Gay Harden, Frances McDormand Steve Buscemi, Michael Badalucco, Robert Labrosse, Sam Raimi, Michael Jeter, Olek Krupa, Jon Polito, Mike Starr, J.E. Freeman, John McConnell, Al Mancini, Richard Woods, Thomas Toner, Mario Todisco, Lanny Flaherty, Jeanette Kontomitras, Louis Charles Mounicou III, Danny Aiello III, Helen Jolly, Hilda McLean, Monte Starr, Jery Hewitt, Salvatore H. Tornabene, Kevin Dearie, Charles Ferrara, Esteban Fernandez, Charles Gunning, Dave Drinkx, David Darlow, Jack Davis Harris, John Schnauder jr., Zolly Levin, Joey Ancona, Bill Raye, Don Picard, George Fernandez. |
Tag | Da vedere 1989 |
MYmonetro | 3,75 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 settembre 2009
Terzo lungometraggio per i due fratelli Coen, Joel alla regia e Ethan alla produzione, dopo Blood Simple e Arizona Junior. Il loro tale...
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Ritratto di una formidabile galleria di farabutti popolata da killer e truffatori. Leo (Albert Finney) è un benevolo gangster irlandese e dirigente politico, che detta legge in una città americana dell'Est con l'aiuto di Tom un suo fidato luogotenente e consigliere (Gabriel Byrne). Ma il loro potere sulla città è minacciato da un boss italiano alla ribalta. Mentre Tom cerca di mantenere la pace, litiga con Leo per una donna e si ritrova coinvolto in una lotta per il potere tra bande di gangster. Intensa e tortuosa, la trama cammina fatalmente sul filo del rasoio, laddove nulla è ciò che sembra.
Come classificare questa pellicola senza agganciarsi al tema apocalittico del meta-genere? Proviamo a tracciare dei parallelismi col saccente conservatorismo cinico di Woody Allen? O con la spavalderia della rocambolesche e funamboliche imprese tarantiniane con la macchina da presa? O preferiamo lasciarci sedurre dal verosimile raccordo ellittico della citazione coppoliana? La caratterizzazione storica (ambientazione ai tempi del proibizionismo), ci rassicura sin da subito sul dove siamo e perché, distraendoci con l'ansia della complessità delle trame e col dover palesare quel timore reverenziale all'eccellenza targata Coen del genere filmico in questione. In Crocevia della morte l'unica verosimiglianza è in realtà conferita dalle sagome psicologiche tutt'altro che nette di personaggi contaminati da ottiche etiche polimorfi. Cinema che parla del cinema, nel fragore registico dell'intricatissimo puzzle della trama, in questo gangster movie, vi è ben poco di emotivo. A partire dal Doppelganger incarnato dal personaggio di Gabriel Byrne, nello svelamento progressivo del faccia a faccia col proprio perturbante, quasi incapace di riconoscere il proprio volto interiore. Viene da pensare che il crocevia del titolo sia l'occhio stesso della macchina da presa che esercita la propria soggettiva sullo spettatore che si scopre perennemente sorpreso dalla forza centripeta delle scelte, cercate, subite, glissate, ma mai, mai, risolutorie.
Terzo lungometraggio per i due fratelli Coen, Joel alla regia e Ethan alla produzione, dopo Blood Simple e Arizona Junior. Il loro talento visionario viene qui messo al servizio di una gangster story. Siamo nel 1929, nel periodo del proibizionismo e degli scontri a fuoco tra bande rivali. Tom è agli ordini di un potente boss, Leo, e i due, oltre ad avere molta stima uno dell'altro, sono amici. Ora, la donna fatale della situazione, Verna, provvederà a mettere uno contro l'altro i due uomini. Ad aiutarla c'è il fratello, un poco di buono. Questo film può essere accostato a Quei bravi ragazzi anche se maggiore è la dose di grottesco nel lavoro dei fratelli Coen. Il migliore degli attori è il grande Albert Finney e nella parte del fratello di Verna troviamo John Turturro destinato al ruolo di protagonista nel film successivo dei Coen, Barton Fink.
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Essendo per me impossibile non fare collegamenti con altre pellicole oserei dire che la figura di Tom è quella che in assoluto potrebbe accordarsi meglio con quella di un Padrino alla Corleone, anche se con sfaccettature diverse, si intende. Ma come ho già precedentemente detto lui non è il boss, è il suo “braccio destro”, la sua mente, il suo stratega.
Miller's Crossing è uno dei primi film dei fratelli Coen, e che personalmente ritengo essere uno di loro miglior lavori. Non è propriamente un film sulla mafia in senso stretto, ma la maggior parte dei personaggi sono mafiosi e di conseguenza anche gli ambienti in cui si svolgono le vicende lo sono. Ciò che precedenti film sulla mafia ci hanno insegnato è che i mafiosi, pur essendo criminali, tengono [...] Vai alla recensione »
È difficile recensire un film come “Crocevia della morte” poiché questo, più di molti altri film dei Cohen, è capace di spiazzarti con mille interrogativi. Innanzitutto sono da elogiare la colonna sonora di Cartel Burwell(sempre molto azzeccate le scelte musicali dei due fratelli!) e la ricostruzione storica della città dove si svolge la vicenda(che [...] Vai alla recensione »
È difficile recensire un film come “Crocevia della morte” poiché questo, più di molti altri film dei Cohen, è capace di spiazzarti con mille interrogativi. Innanzitutto sono da elogiare la colonna sonora di Cartel Burwell(sempre molto azzeccate le scelte musicali dei due fratelli!) e la ricostruzione storica della città dove si svolge la vicenda(che [...] Vai alla recensione »
La regia non è sciolta a causa dei troppi colpi di scena, metafore un po' grossolane della irrazionalità umana. La messinscena è spettacolare e un'amara ironia di fondo rende interessante l'operazione. Fotografia spettacolare e ambientazione perfetta. Byrne è poco adatto a fare il duro criminale, gli altri funzionano bene, a parte tentazioni caricaturali, talvolta riuscite, purtroppo.
Intrigante,coinvolgente,nonostante la trama appositamente ingarbugliata l'ho seguito con attenzione dall'inizio alla fine. Il personaggio principale Tom è a che fare con individui pericolosi e loschi,ma tuttavia riesce ad avere sempre il coltello dalla parte del manico in questa piccola guerra tra bande dove tutti si conoscono,ma nessuno sà bene cosa abbia in mente l'altro.
"Burton Fink"; senza dimenticare i continui paradossi che il film propone, ad esempio la fine che il protagonista rischia di fare e che gli viene risparmiata da un equivoco. Ma anche che lui stesso, alla fine del film, compirà quel gesto che all'inizio si era rifiutato di eseguire. Tuttavia, si potrebbe scrivere che questo non necessariamente basta a costruire una "Storia": in fondo lo stesso personaggio [...] Vai alla recensione »
Alla loro terza regia e dopo il buon successo di Arizona Junior, i fratelli Coen dimostrano già una sapiente padronanza del mezzo cinematografico con questo gangster movie drammatico in cadenze di western urbano, permeato da uno humor grottesco estremamente brillante. Ciò che colpisce di più di quest’opera intelligente quanto feroce è il fatto che essa si configuri [...] Vai alla recensione »
I fratelli Coen ci raccontano una storia di gangster ambientata nel periodo del proibizionismo; lo stile dei due fratelli è inconfondibile; ogni personaggio diventa caratteristico, non mi esalta oltre modo però l'attore GAbriel Byrne che in questo film veste i panni del protagonista, ovvero Tom, braccio destro di Leo (A.Finney), i due verranno ai ferri corti per via di una donna [...] Vai alla recensione »
Almeno- E dico almeno- da un punto di vista cronologico, questo film si colloca a metà tra "Blood Simple"(1984)e "Fargo"(1996). Tra i critici, alcuni hanno preferito l'esordio dei due fratelli del Minnesota; altri, invece, hanno maggiormente apprezzato la svolta "realista" del film premiato con un Oscar per la sceneggiatura, per quanto alcuni ci abbiano visto un pò un esercizio di stile senza particolari [...] Vai alla recensione »
Miller’s Crossing - in italiano Crocevia della morte - è una divertente, addolorata storia di cappelli (assurdamente snobbata dalla critica che ama solo i “grossi” film). I geniali fratelli Coen - Joel regista ed Ethan producer - nell’87 avevano raccontato una perfida, dolcissima storia di neonati, Harley Davidson e dinamite(Arizona Junior). Tre anni prima avevano esordito con una storia spietata [...] Vai alla recensione »
Con Crocevia della morte Joel Coen (che ha come di consueto al suo fianco, in qualità di produttore, il fratello Ethan) ritorna al noir: il film è un vero e proprio Viaggio all’interno del genere, con gangester italoamericani e irlandesi, l’America del proibizionismo e le furibonde sparatorie notturne dei mitra che “cantano” dalle macchine in corsa.