Salma Hayek (Salma Hayek-Jimenez) è un'attrice messicana, produttrice, produttrice esecutiva, è nata il 2 settembre 1966 a Coatzacoalcos (Messico). Salma Hayek ha oggi 58 anni ed è del segno zodiacale Vergine.
Dopo Frida, il film che l'ha resa celebre in tutto il mondo (per cui ha avuto una candidatura al Golden Globe e all'Oscar), Salma Hayek non è più solo "la messicana tutta curve che ballava sui tavoli in Dal tramonto all'alba" o la nuova fidanzata di Edward Norton, ma un'attrice a tutto tondo, che ha dimostrato anche di saper recitare. Inseguiva il progetto da molti anni e ha lottato con i denti per strapparlo a Madonna e Jennifer Lopez. Perché quando si mette in testa una cosa, nulla può farle cambiare idea. Lo sa bene la sua famiglia, benestante e cattolica, che aveva tracciato già per lei un destino di moglie e madre, da compiere dopo l'educazione universitaria a Veracruz. Fin da bambina voleva recitare e così sono andate le cose: dopo alcune soap opera, che l'hanno resa una celebrità in patria, si è trasferita a Hollywood. Dopo una serie di particine è riuscita a convincere Robert Rodriguez, un altro emigrante come lei, ad affidarle la parte principale in Desperado, al fianco di Antonio Banderas. Da quel momento, il regista e l'attrice, faranno coppia innumerevoli volte (The Faculty, Dal tramonto all'alba, la serie di Spy Kids), fino al recente C'era una volta in Messico, che l'ha vista acclamata da vera star al festival di Venezia, nonostante non sia mai facile per i fan italiani invocare il suo nome senza provare un certo imbarazzo. L'unico autore che sembra averne compreso le potenzialità, finora è Mike Figgis, che con lei ha lavorato due volte (Timecode, Hotel). E forse anche per questo Hayek, che è la prima star donna messicana a sfondare a Hollywood dopo Dolores Del Rio, ora insegue un futuro da regista: The Maldonado Miracle è il suo primo film. Storia di un ragazzino messicano che fugge dal Messico verso la Californa e diventa protagonista di un miracolo. Proprio come lei.
Salma Hayek si chiamava Satanico Pandemonium in Dal tramonto all’alba, film di sangue, vampiri e teste mozzate interpretato con quelli che, oltre alla coppia Dolce & Gabbana, sono i suoi migliori amici, Robert Rodriguez, George Cloonwy, Quentin Tarantino, più naturalmente Antonio Banderas. Con quest’ultimo non ha potuto girare un film di fantascienza (“Siete pazzi? Una messicana nello spazio?” era stato il grido orripilato del produttore), ma ha recitato in C’era una volta in Messico, sempre di Rodriguez. E insieme con lui è parte della febbre latina di Hollywood.
Dopo i portoricani (da Jennifer Lopez a Benicio del Toro), dopo gli spagnoli (da Banderas a Penelope Cruz a Javier Bardem) adesso è il momento dei messicani Si allontana sempre più il tempo in cui fu l’americana Madonna a interpretare Evita Peron e fu la gallese Catherine Zeta-Jones a interpretare Elena ne La maschera diZorrcr. a rappresentare Frida Kahlo è stata la messicana Salma Hayek, Alfredo Cuaròn è stato promosso regista dell’ultimo epìsodio di Hany Potter, Gabriel Garcia Bernal è Che Guevara nel film prodotto da Robert Redford.
La comunità ispanico-messicana è all’attacco, e vince. Salma Hayek in particolare ha fatto una gran carriera: adesso ha trentasette anni, è già produttrice (la sua società si chiama Ventanarosa), è pure regista (di The Maldonado Miracle con Peter Fonda e Ruben Blades), è testimonial dei cosmetici Revlon, è stata amante del bravo Edward Norton e l’ha piantato. Tutto di corsa.
È nata vicino a Veracruz, figlia di una messicana e di un libanese. Fu-ma sigari. È piccola di statura, ha un gran petto, è sempre arrampicata su tacchi molto alti e questo le dà un modo di camminare strano e sussultante, ha una bellissima pelle compatta dai riflessi bronzei, parla spagnolo con forte accento popolano e parla americano con forte accento spagnolo.
Brava? Brava, furba e imperiosa, nei personaggi di donna autoritaria, sensuale, gagliarda, indipendente: anche in Wild Wild West di Barry Sonnenfeld trionfa il suo fascino di sex-symbol latino. Bella? Formosa e microscopica, decisa e lavoratrice: bravura e bellezza sono nulla a confronto della passione con cui si identifica con i personaggi, dell’impegno forte, accanito e profondo che mette nel riuscire.
Da Lo Specchio, 22 novembre 2003
Sul piccolo e grande schermo è stata Teresa, Gata, Gloria, Carolina, Juana, Carmelita, Isabel, Esmeralda, Anita, Rosa. e Frida, ovviamente. Non si può certo dire che Salma Hayek, padre libanese e madre messicana, non abbia cavalcato il suo patrimonio latino. Piuttosto, lo ha orgogliosamente rivendicato. Proprio come la più famosa pittrice messicana, che una volta approdata a “Gringolandia” - come vengono indicati gli Usa nel biopic di Julie Taymor dedicato a Frida Kahlo - si è presa con gusto la sua rivincita di outsider in terra straniera (e ostile). Anche in After the Sunset di Brett Ratner ha cucito addosso un nome chicano, Lola. Qui invece è ladra e complice di Max (Pierce Brosnan), ripara con lui a Paradise Island, Caraibi, per godersi, lontano dal territorio statunitense, i frutti di una rapina record a base di diamanti. L’unico a dubitare che si tratti di una vacanza è l’agente Fbi Stan Lloyd (Woody Harrelson), che sta loro alle calcagna da anni e coglie l’occasione per stanarli. Una coppia pericolosa che fa finta di stare a riposo, insomma. E a dispetto del proprio nome, che in arabo allude ad una pace serena, anche la Hayek èuna lavoratrice instancabile. Da Frida -che l’ha consacrata con una nomination (più altre sei al film) come migliore attrice all’Oscar e una al Golden Globe, oltre al successo planetario - in poi, soprattutto. Ma anche prima, grazie al patrocinio di Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, da Dal tramonto all’alba via Desperado, Four Rooms e The Faculty, fino all’ultimo capitolo chicano, C’era una volta in Messico, in cui a Salma/Carolina, moglie dell’inconsolabile vedovo “Mariachi” Banderas, spettavano molte meno battute di Eva Mendes, ma cubitali titoli di testa. Salma, ampiamente sotto il metro e sessanta, non ha mai fatto mistero di essere dislessica. Ha una compagnia di produzione, la Ventanarosa, insieme al fratello Sami, con cui da tempo progetta una versione cinematografica della Legge di Murphy. E vanta pure un film da regista per la tv, The Maldonado Miracle, a tema religioso, con Peter Fonda, premiato con l’Emmy nel 2004. È una che, dopo titoli dimenticabilissimi (Facile preda, Inseguiti) si è buttata nella commedia sentimentale (Mela e tequila, Lasciarsi) ma ha lasciato scatenare la sua vena di performer (Studio 54‚ Wild Wild West). Che è riuscita a spuntare il diritto di riprodurre le opere della Kahlo, di proprietà del museo nazionale messicano. E a frequentare anche il piccolo cinema d’autore: con Ripstein (Nel cuore della città, Nessuno scrive al colonnello) e altri indipendenti (Dogma, Timecode, Hotel). Legata per quattro anni a Edward Norton, e testimone di quanto è difficile fare l’attrice a Hollywood dopo i 40 (in Searching for Debra Winger), nella campagna per i cosmetici Avon si è impegnata contro la violenza sulle donne. A breve, la vedremo insieme a Colin Farrell, in Chiedi alla polvere di Robert Towne, tratto da John Fante. E poi, con Penélope Cruz, nell’atteso western Bandidas. Una su cui, insomma, si può pensare anche qualcos’altro, al di là di pensieri (sani e) impuri. Come quelli che le dedicavano Gael Garcia Bernal e Diego Luna in Y tu mamà también. Altro che Salma
Da Film Tv, n. 15, 2005