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IWONDERFULL, un mare di commedie per viaggiare dove non si è mai andati

Una guida tra un catalogo tutto da scoprire nei prossimi 12 mesi grazie ad una vantaggiosa offerta.
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di Giovanni Bogani

lunedì 12 dicembre 2022 - News

Un anno di IWONDERFULL. Un anno di film, da scegliere fra quelli a disposizione nel catalogo IWONDERFULL, a 39,99 €. Non occorre aver ricevuto il Nobel per le scienze, per capire che si tratta di una decina centesimi al giorno. Dieci centesimi, per disporre liberamente di una library molto accattivante, quasi un festival permanente.

L’offerta abbraccia il cinema d’autore nelle sue forme più diverse, dal film drammatico al documentario. Ma se cerchi un comune denominatore, lo trovi. Si tratta sempre di autori non convenzionali, capaci di spingersi oltre. Oltre il rassicurante, il già visto, oltre la morale e le immagini “corrette”. Sono registi, e registe, capaci di sconcertare, di spiazzare: di portare lo spettatore in luoghi dove, cinematograficamente, non era mai stato. E questo accade anche nelle commedie. Proviamo a esplorarle, nel catalogo IWONDERFULL. E magari di fare un po’ d’ordine nel mare.

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DÈI E SEMIDEI. IL DIVINO E L’UMANO

DIO CON LE SCARPETTE.  Abbiamo tutti negli occhi i Mondiali di calcio e il repentino, malinconico tramonto di CR7. Ma possiamo trovare un personaggio palesemente modellato su Cristiano Ronaldo in Diamantino – il calciatore più forte del mondo, la commedia di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt, premiata alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2019. Surreale pastiche almodovariano, ci consegna un supercampione dalla psicologia infantile e psicotica. Che, forse, non è nemmeno troppo lontano dal suo modello.

DIO CON LE CIABATTE. Dio non è morto, ci avvertiva Francesco Guccini nel finale di una sua canzone, che riecheggiava la sentenza di Nietzsche. Dio esiste e vive a Bruxelles è il titolo italiano del film bello, sporco e cattivo di Jaco van Dormael. Il Padreterno è un tipo sadico e sporco. Se ne sta tutto il giorno in vestaglia e bermuda, gonfio di birra, a fumare come un dannato, e a rovinare la vita degli umani, tramite un vecchio computer. Un film dall’humour caustico, uno sberleffo tagliente pieno di idee, con una ottima regia e un’ottima colonna sonora di An Pierlé. Benoît Poelvoorde, il Dio in deshabillée, è superlativo.

ALLAH E IL VELO. Se in Belgio Jaco van Dormael disegna un Dio occidentale cinico e crepuscolare, l’iraniana Sou Abadi, dal 1998 cittadina francese, riesce a raccontare in chiave di commedia il dogmatismo islamico in Due sotto il burqa. Armand e Leila si amano, felici e “contemporanei”, a Parigi: ma il fratello di lei, Mahmoud, torna dallo Yemen del tutto trasformato, radicalizzato. Chiude la ragazza in casa, le impedisce di vedere il fidanzato. Per lui, l’unico modo per entrare in quella casa è fingersi una devota ragazza musulmana chiusa nel niqab. Tanto devota da affascinare il fratello: d’altra parte, insegna Wilder, nessuno è perfetto…



IL FUTURO È DONNA

DIVINA ISABELLE.  La padrina è una commedia che è anche un thriller, dominato da un’Isabelle Huppert immensa. Che parla arabo per metà del tempo del film, e riesce – lei: l’Attrice Drammatica per antonomasia – a farci ridere forte. Tu chiamale, se vuoi, eccezioni. Anche lei usa il velo, l’hijab, per coprirsi e mascherarsi. Non per sfuggire a un fratello radicalizzato, ma per sfuggire alla polizia. La padrina è un film tutto al femminile: ci sono donne che ingannano, donne che intuiscono, donne che rischiano. Su tutte, lei, Isabelle, coloratissima, sfrontata. Bizzarra.

VIRTUALE JULIETTE.  Juliette Binoche riesce a farti vivere emozioni, passioni, tormenti, intermittenze dell’anima con uno sguardo, persino con un silenzio. Il mio profilo migliore danza sull’abisso delle identità virtuali. La Binoche è un’insegnante universitaria, elegante e sicura. Sicura di niente, quando il suo amante giovane le sfugge, diviene evasivo e lontano. Umiliata, decide di reinventarsi sui social. Ruba una nuova identità, una nuova giovinezza: un patto col diavolo a portata di mouse. Un film sulla voglia, disperata e puerile, di essere più giovani, magari a colpi di clic.

FEROCE TITANE. Palma d’oro a Cannes 2021, Titane di Julia Ducournau è cinema furioso e visionario, violento e tenero, con i suoi corpi in transizione, gender fluid. Alexia è una adolescente serial killer, Vincent Lindon un vigile del fuoco macho in cerca di un figlio da amare. Riusciranno, incredibilmente, a trovarsi. In mezzo, di tutto: anche una scena di sesso fra una donna e una Cadillac. Un omicidio plurimo viaggia sulle note di Caterina Caselli: “Nessuno mi può giudicare, nemmeno tuuuuuu…”.

IL NOME DELLA ROSA. Si chiama La signora delle rose: profuma ma punge, anche. Una donna di mezza età, immalinconita fra le rose che coltiva, quasi in bancarotta, vede piombare nella sua serra tre personaggi assegnati dai servizi sociali: un arabo di mezz’età, un piccolo delinquente ventenne, una ragazza psicologicamente fragilissima. E scopri che il film racconta una storia di accoglienza, di solidarietà. Un film che sta dalla parte degli ultimi, con classe.

 


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