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Addio a Sidney Poitier, se ne va anche l'ultima stella dell'Actors Studio

Pino Farinotti omaggia l'indimenticabile attore che ha fatto del suo lavoro una filosofia e una cultura. 
di Pino Farinotti

Sidney Poitier Altri nomi: (Sir Sidney Poitier ) 20 febbraio 1927, Miami (Florida - USA) - 6 Gennaio 2022, Los Angeles (California - USA).
sabato 8 gennaio 2022 - News

Sidney Poitier aveva 94 anni ed è più che naturale che fosse l’ultimo sopravvissuto di quel primo leggendario gruppo dell’Actors Studio, fondato a New York nel 1947 da Elia Kazan e Lee Strasberg. I suoi compagni erano Marlon Brando, Paul Newman, James Dean, Montgomery Clift, Rod Steiger, Anthony Franciosa, fra gli altri. Non solo hanno cambiato il cinema, hanno fatto dell’”Actors” una filosofia e una cultura. Una rivoluzione.    Essere attori dell’Actors significava un lavoro massacrante sulla coscienza, sull’estetica e sui gesti. Detto in una sintesi certo semplificata, l’attore doveva richiamare memorie e sentimenti veri, provati, e poi esprimerli. 

Poitier assunse quel metodo alla perfezione. Il colore della sua pelle poteva essere un incentivo in più. Nel quadro della questione razziale nessun attore è stato più decisivo di lui. Ha davvero aperto un orizzonte. Tutti i divi di colore delle ultime generazioni, da Denzel Washington a Morgan Freeman, Will Smith, Samuel L. Jackson, Eddie Murphy, Danny Glover, sono figli suoi. Venerdì sera La7 lo ha ricordato trasmettendo Indovina chi viene a cena, il film che più identifica l’attore. Scelta perfetta. L’ “orizzonte” parte da lì. John (Poitier) e Joanna, 23enne bianca, di ottima famiglia borghese e liberale, si sono innamorati e hanno deciso di sposarsi. Occorre convincere le famiglie. In una delle sequenze iniziali sono su un taxi e l’autista, nello specchietto retrovisore li vede baciarsi. É sconcertato.

Era il primo bacio “misto” del cinema. Il film era firmato da Stanley Kramer, i genitori della ragazza erano Katharine Hepburn e Spencer Tracy, esponenti autorevoli della cultura democratica. Correva l’anno 1967. John Prentice è un medico, ma che medico: tiene conferenze in tutto il mondo, ha incarichi governativi, è responsabile dei rapporti degli Usa con l’Africa. E poi… è Sidney Poitier, aitante e bello. Non è davvero difficile innamorarsi di lui. Il colore della pelle è un dettaglio.

L’obiezione era: gli autori avrebbero dovuto avere più coraggio, scegliere come protagonista un operaio o un impiegato. Ma allora Hollywood era ancora… Hollywood, i sentimenti e i modelli dovevano essere buoni e belli. Può essere una lacuna del film, ma non è importante. Ciò che vale è che dopo quel film, in America e non solo, i matrimoni misti ebbero un’impennata esponenziale. Ribadisco: l’orizzonte di Sidney.

In quello stesso anno è protagonista de Lacalda notte dell’ispettore Tibbs, di Norman Jewison. Poitier si misura con Rod Steiger, uno sceriffo di Sparta, cittadina del Mississippi, dove la gente di colore non è amata. Il rapporto fra i due, peraltro colleghi dell’Actors, all’inizio è di antagonismo forte. Ma poi Tibbs, con pazienza e fermezza, e con argomenti inoppugnabili, porta il “bianco” dalla sua parte.

 


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