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Sakura Ando, l’attrice dalle mille maschere da svelare su Biennale Cinema Channel

Un’interprete da cui non si può sfuggire. Con Kurosawa in Shokuzai - disponibile in streaming - genera attimi di puro cinema.
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di Emanuele Sacchi

Sakura Andô (38 anni) 18 febbraio 1986, Tokyo (Giappone) - Acquario. Nel film di Kiyoshi Kurosawa Shokuzai (Penance).
martedì 27 luglio 2021 - mymovieslive

Può essere indifferentemente sexy e nerd, sgraziata oppure stilosa. Una ragazza tenera e indifesa, capace di estrarre le unghie per colpire, o una lottatrice indomita, disposta a tutto per raggiungere il proprio scopo. Di certo Sakura Ando non può suscitare indifferenza. Figlia e sorella d’arte, nel pantheon delle attrici più ricercate del Sol Levante è entrata dalla porta principale, nel 2008, sfondandola senza indugio, con un debutto che raccoglie tutti gli elementi caratteriali di cui sopra.

Il ruolo della malvagia Koike in Love Exposure di Sono Sion è di rara complessità: una manipolatrice e fanatica religiosa che non si ferma di fronte a nulla e calpesta vite intere pur di ottenere ciò che desidera. Da allora ogni ruolo controverso, in cui la femminilità deve confrontarsi con una società misogina e patriarcale, oppure sfuggire a ogni stereotipo e spiazzare con il proprio comportamento, è inequivocabilmente suo. 
 

Alle spalle Ando ha un albero genealogico complesso, dominato dal cinema e dall’anticonformismo. La madre Kazu Ando era protagonista di An Adolescent - girato dal padre di Sakura, Eiji Okuda - mentre la sorella Momoko è sia regista che attrice. Davanti alla macchina da presa è stata protagonista di Kakera: A Piece of Life, film che ha contribuito a sovvertire molti stereotipi sull’omosessualità, mentre come regista ha diretto proprio la sorella Sakura in 0.5mm

Nell’arco di una carriera relativamente breve (poco più di un decennio) Ando è divenuta una star indiscussa in Giappone, in particolare grazie ad almeno tre interpretazioni straordinarie. La più famosa è quella di Nobuyo, moglie uxoricida di un marito violento, che si dà al taccheggio e alla formazione di una famiglia clandestina in Un affare di famiglia (guarda la video recensione) di Hirokazu Kore’eda, Palma d’oro a Cannes 2018. 


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