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Da Tenet a Dark, il paradosso temporale non smette mai di stupire

Un escamotage molto utilizzato da scrittori e registi di fantascienza, che funziona molto bene sia al cinema che in TV.
di Andrea Chirichelli

venerdì 28 agosto 2020 - News

Come oramai noto a tutti, Tenet gioca molto sul concetto di paradosso temporale, un escamotage, che, nonostante sia stato molto utilizzato da scrittori e registi di fantascienza, non smette mai stupire e meravigliare.

Giusto poche settimane fa è terminata la serie tv che ha fatto del viaggio nel tempo la sua cifra stilistica, la tedesca Dark, creata da Baran bo Odar e Jantje Friese, che in sole tre stagioni è riuscita a farsi amare e apprezzare da un pubblico vastissimo, tanto da vincere a sorpresa un sondaggio svolto tra gli utenti del celebre sito Rotten Tomatoes, come “Migliore Serie Originale Netflix”, battendo in finale niente meno che Black Mirror.

Al cinema, di recente, abbiamo visto giocare col tempo gli Avengers, in Endgame (guarda la video recensione), miglior incasso della storia del cinema, nei cult movie Looper, Primer, L’esercito delle dodici Scimmie e Donnie Darko, in Star Trek, e nel forse più riuscito tra gli episodi del franchise di Harry Potter, Il prigioniero di Azkaban.

Per gli appassionati del tema consigliamo anche Arrival di Denis Villeneuve, Edge of Tomorrow di Doug Liman e i meno noti, ma altrettanto validi Los Cronocrimes, Triangle e Time Lapse. Se siete appassionati di animazione giapponese invece, la serie da vedere è Steins;Gate.


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