La storia autobiografica della regista che sa stordire lo spettatore. Presentato a Un Certain Regard 2019 e dal 27 agosto al cinema.
di Claudia Catalli
Nedjma è una ragazza vivace che ama la moda e sogna di fare la stilista. Frequenta l'università, esce di nascosto la sera con la sua migliore amica, ma nell'Algeria degli anni Novanta viene mal giudicata da chi disprezza la libertà - di pensiero, di vestiario, di movimento, di stile di vita - femminile. La voglia di mettere su la sua prima sfilata viene dunque vista come un affronto dai fondamentalisti del posto, e la sua vita e quella delle sue amiche inizia a prendere una piega sempre più pericolosa.
Per il suo debutto nella fiction la documentarista Mounia Meddour sceglie una storia che le è cara, perché è la sua. Le fondamenta autobiografiche si percepiscono chiaramente: Papicha - termine algerino per il nostro 'hipster' - è un crescendo di tensione narrativa ed emozioni mutiple che arrivano dritte allo spettatore e lo stordiscono, raccontando una realtà ancora attuale.