Sarà un bello scontro quello nei cinema italiani. Infatti, a contendersi il primo posto (che sicuramente verrà ceduto da Breaking Dawn – parte I, primatista degli ultimi due weekend) saranno Il giorno in più, la pellicola con Fabio Volo tratta da un suo romanzo di grande successo, e Midnight in Paris di Woody Allen, il film che ha ottenuto i maggiori incassi nella lunga carriera di questo regista.

Iniziamo dall'adattamento del fortunato romanzo di Fabio Volo Il giorno in più. Come sempre per queste opere, un pizzico di autobiografia e un po' di considerazioni sulla sua generazione in quest'epoca difficile. D'altronde, piaccia o meno, Volo rappresenta tanti milioni di italiani che si identificano con le sue storie e leggendole non è difficile capire perché. Al centro della vicenda, il quarantenne Giacomo, sempre pronto ad avere avventure diverse, ma poco interessato alle relazioni serie. Almeno fino a quando non incontra Michela, di cui si innamora. E vissero tutti felici e contenti? Non proprio, visto che lei sta per trasferirsi a New York. È a quel punto che Giacomo la sorprenderà...

Da New York a Parigi per un prodotto atteso dai tanti appassionati di Woody Allen in Italia. Il nostro Paese è riuscito a regalare incassi discreti anche alle pellicole meno fortunate di questo regista, quindi è lecito attendersi ottimi risultati per questo prodotto, che sta piacendo un po' a tutti e che rischia seriamente di riportare in grande stile un film di Allen agli Oscar. Midnight in Paris vede protagonista una coppia che sta per sposarsi e prima delle nozze si concede una romantica trasferta a Parigi. Lui (Owen Wilson), classico sceneggiatore/scrittore frustrato, dietro a un'apparenza di persona felice, nasconde tanta insoddisfazione. D'altronde, come tutti, pensa che l'arte non sia più quella di una volta. E allora, per magia, una sera in cui vaga sconsolato per la città viene misteriosamente catapultato negli anni venti, tra Dalì, Picasso e Fitzgerald. Insomma, storia vicina a quella de La rosa purpurea del Cairo, ma con sullo sfondo la Città delle luci.

A parte questi due titoli, come spesso succede in questo periodo, il vuoto, dovuto anche al fatto che molti distributori conservano i loro film forti per le feste. Vedremo per esempio se Lo schiaccianoci 3D attirerà il pubblico delle famiglie. La confezione è di classe, considerando la regia del celebre regista russo Andrei Konchalovsky e la presenza nel cast di interpreti come John Turturro, Elle Fanning, Nathan Lane e Richard E. Grant. La storia è quella classica di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, con il principe e il malvagio re dei ratti, ma con delle idee visive decisamente più moderne.

Meno fiabesco e molto più inquietante 1921 - Il Mistero di Rookford, che ha una trama magari già sentita, ma in un'epoca (appunto l'anno indicato dal titolo) decisamente originale. Protagonista, una donna che si prodiga per smascherare tutti gli imbroglioni che fingono di saper parlare con i morti (magari i tanti scomparsi durante la prima guerra mondiale), solo per spillare soldi alla gente. Fino a quando non visita un collegio e scopre che non sempre il paranormale è un'invenzione.

Molto più terrena la storia de Le nevi del Kilimangiaro, pellicola con cui Robert Guédiguian torna a raccontare esistenze di operai e di gente semplice, spesso ignorata da tanto cinema moderno. In questo caso, l'esistenza di una coppia normale viene messa a soqquadro da una rapina, che oltre a rappresentare un danno economico, sconvolge la tranquilla vita di famiglia. Indagando sul furto, il protagonista Michel scoprirà che uno degli autori era un suo collega operaio, anche lui licenziato. A quel punto, considerando la situazione di questo giovane, non sarà facile prendere una decisione definitiva.

Chiudono il cartellone due titoli italiani. Napoletans, come indicato chiaramente dal titolo, si concentra sul capoluogo campano e sui suoi abitanti. È l'occasione di descrivere la famiglia Di Gennaro e magari analizzare meglio i loro vizi e virtù, magari mettendoli a contatto con una nuova arrivata. Decisamente meno ironico il soggetto di Sentirsidire, che mette a confronto due giovani agli antipodi: Ludovico, un ragazzo viziato e pieno di soldi; e Filippo, che nella sua esistenza ha dovuto sopportare sofferenze di ogni tipo.