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Million Dollar Swank, al Giffoni la dura di Hollywood

La Robert De Niro in gonnella si racconta al pubblico del festival.
di Ilaria Ravarino

Hilary Swank al photocall
Hilary Swank (Hilary Ann Swank) (49 anni) 30 luglio 1974, Bellingham (Washington - USA) - Leone.

venerdì 15 luglio 2011 - Incontri

Minuta, vestita in giallo canarino e in equilibrio su gigantesche scarpe a zattera rosse, la due volte premio Oscar Hilary Swank è apparsa ieri al festival di Giffoni per incontrare il pubblico dei ragazzi. Qualcuno la chiama «la Robert De Niro in gonnella», lei fa la modesta e glissa: «Qualsiasi associazione vogliate fare con De Niro, mi rende una donna felice». Nessuno dice invece che da qualche tempo Hollywood non la ama come prima, i tempi dei grandi film d'autore sono passati, Boys Don't Cry e Million Dollar Baby risalgono al 2000 e al 2005 e quel che è venuto dopo, più o meno di diritto, è stato trascurabile o trascurato. Lei mette le mani avanti, spiega di non avere «rancori», con orgoglio sottolinea che «non ho mai fatto un film Disney» e che «quando vado al cinema non guardo i film pensando che il ruolo di quell'attrice lo avrei voluto fare io. In sala sono un normalissimo spettatore». Di una bellezza strana e imperfetta, la Swank tende a sfuggire a tutti i canoni di Hollywood. Inafferabile e all'occorrenza anche aspra, è uno strano oggetto femminile che non nasconde le proprie cicatrici fisiche («Servono a ricordare che sei vivo e umano. Che sanguini»), né quelle biografiche («Con i 3000 dollari che ho preso con Boys Don't Cry non sono riuscita nemmeno a pagarmi l'assicurazione sanitaria»), che si allena col Kraf Maga, training militare dell'esercito israeliano «perché è ottimo anche per l'autodifesa», e che a patti con lo star system non ci è mai voluta andare. Anche a costo di tenere per sé un incredibilmente naturale, e ancor più incredibilmente sottoutilizzato, talento.

Che ricordo ha del suo primo Oscar?
Me lo consegnò Roberto Benigni. Ero seduta in attesa di sapere il nome del vincitore, in ansia. Lui ha aperto la busta e ha perso un sacco di tempo, facendo battute e scherzando. Quegli istanti me li ricorderò per sempre: sono una sua fan ma mi ha fatto soffrire.

Le piace il cinema italiano?
Sono una grande ammiratrice di Fellini, uno dei miei registi preferiti. Ho visto tutti i suoi film. Recentemente mi sono appassionata a Gabriele Muccino: abbiamo parlato di qualche possibile progetto da condividere, anche più di uno.

Si diceva che avrebbe avuto un ruolo ne Il mago di Oz di Sam Raimi: è vero?
Mi sarebbe piaciuto perché adoro Sam Raimi, con cui ho fatto The Gift. Siamo amici, lui è un grande creativo e un artista a tutto tondo. Oz l'avrei tanto voluto fare, ma c'è stato un conflitto politico all'interno degli Studios: diciamo che ci sono persone che avrebbero dovuto lavorarci, e io non ero una di loro. Non nutro risentimento per questa scelta, capita. Con Raimi farò un altro film, prima o poi.

Che ruolo avrà nei suoi prossimi film, New year's eve e Resident?
In New year's eve, una commedia, sono una dei producer dello show di capodanno, quello che viene organizzato a fine anno a Times Square. In Resident sono un'avvocatessa da poco separata che se ne va a vivere da sola a New York. È un film dall'atmosfera alla Rosemary's baby.

In Million Dollar Baby il suo ruolo inizialmente era destinato a Sandra Bullock: ne avete mai parlato?
Sandra non aveva ancora firmato, aveva solo fatto qualche colloquio. Sono cose che succedono: parli di un progetto, poi il film viene finanziato ma magari il tuo attore ormai ha preso altri impegni. Non so bene cosa sia successo nel caso di Million Dollar Baby, comunque rispetto Sandra sia come donna che come attrice e le nostre conversazioni non riguardano mai fatti di lavoro. Se dovesse consigliare un film da vedere al cinema?
La scorsa settimana ho visto Beginners, mi è piaciuto molto. È un dramma con Ewan McGregor, che spiega come l'infanzia influenzi la vita dell'adulto.

Cosa ama dell'Italia?
La sua cultura e l'accoglienza. A 16 anni ho abitato a Milano, la gente mi ha fatto sentire molto protetta. E poi adoro la calda generosità degli italiani, che ti ricorda quanto siano importanti famiglia e amici, e amo il rito del mangiare tutti insieme allo stesso tavolo. Trovo entusiasmanti le doti umane degli italiani.

Come giudica la condizione femminile in Italia?
Quando avevo 16 anni ho passato molto tempo nel vostro paese, che adoro. Tutto sommato la situazione oggi non è tanto diversa da allora. La sfida per le donne è ancora aperta, e non solo in Italia ma in tutto il mondo: viaggiando molto, vedo donne diverse in diverse culture che hanno gli stessi problemi. C'è ancora molto cammino da fare, anche se le cose stanno migliorando. Credo che in questo momento dobbiamo soprattutto essere unite.

Cosa pensa del Festival di Giffoni?
Che è stupendo. Per i ragazzi che vengono qui è fantastico confrontarsi con culture diverse, mi sembra una formula bellissima. Per me è stato incredibile oggi poter pranzare con ragazzi nigeriani, giordani, afghani. Per un bambino della Nigeria, per esempio, è difficile vedere a casa i film che proiettano qui: è un'opportunità incredibile per loro.

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