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Francesca Cavallin: di televisione, cinema d'autore e d'arte

Intervista alla protagonista de L'uomo che cavalcava nel buio.
di Alessandra Giannelli

Un anno intenso per Francesca Cavallin
Francesca Cavallin (48 anni) 23 giugno 1976, Bassano del Grappa (Italia) - Cancro. Interpreta Patrizia nel film di Salvatore Basile (II) L'uomo che cavalcava nel buio.

martedì 5 maggio 2009 - Televisione

Un anno intenso per Francesca Cavallin
Il 2009 l'ha vista, e la vede, protagonista di molte fiction. È stata Liza in Puccini, Margherita ne Il bene e il male; sarà il nuovo personaggio femminile di Un medico in famiglia, giunto alla sua sesta edizione, nonché, il 10 e l'11 maggio prossimi, Patrizia accanto a Terence Hill nella fiction, sempre per Rai Uno, L'uomo che cavalcava nel buio. Francesca Cavallin è stata anche modella, attrice di cinema nonché critico d'arte per La7, considerata la sua laurea in Storia dell'arte Contemporanea.
Francesca, è un momento intenso per la tua professione, ce ne vuoi parlare?
Sono contentissima, spero duri...quest'anno è andato benissimo, dal punto di vista lavorativo e mi auguro escano delle buone cose, che mi diano lo spunto per fare meglio!
Chi è "L'uomo che cavalcava nel buio"?
È Terence Hill, neanche Rocco (il suo personaggio); bisogna, una volta nella vita, vivere l'esperienza di vedere Terence Hill andare a cavallo: è uno spettacolo meraviglioso, giuro, ha un movimento straordinario, un tutt'uno con l'animale, è splendido, una bella cosa da vedere. Però, il suo personaggio è un uomo che, nel credere in quello che fa, riesce a salvare la vita di altre persone, riesce a far credere in se stessi attraverso le passioni che una persona ha e questo, soprattutto nei confronti del mio personaggio, ma anche di quello di mia figlia, é un invito a superare le paure nella vita e riuscire a godersi le passioni attraverso la speranza.
In questa fiction tu interpreti Patrizia, che personaggio è?
Il mio è il personaggio di una donna ferita, è vedova, il marito è scomparso durante una gara di equitazione e di questo incidente è incolpato il personaggio di Terence. Questa ferita non riesce a rimarginarsi, sono chiusa nel mio mondo, non mi apro alla vita e impedisco a mia figlia di crescere in maniera serena; non le permetto, ad esempio, di avvicinarsi ai cavalli per il terrore che ho nei loro confronti, vista la morte di mio marito. In questo modo, però, castro mia figlia che è una ragazzina chiusa, riservata, appunto paurosa.

Che esperienza è stata recitare al fianco di Terence Hill?
L'avevo già incontrato in Don Matteo, anche se non avevo avuto scene con lui e, invece, qui ho molte scene, ma anche scontri. Lui per me è il colpevole, all'inizio emerge il mio astio nei suoi confronti e, di fatto, sono la sua antagonista. C'è stato anche un episodio in cui gli ho dovuto dare una sberla e io volevo fare per finta, ma lui mi ha detto di dargliela sul serio e gli ho chiesto di insegnarmelo. Poi, gli ho dato il ceffone e lui mi ha confessato che avevo avuto il privilegio di essere stata la prima donna a schiaffeggiarlo. Lui è una persona divertente, che ti mette a tua agio, ti dà una serenità che riesce a comunicare a tutta la troupe. Infatti, noi abbiamo lavorato da luglio a settembre lo scorso anno, nei mesi più caldi, insomma c'erano tutti i presupposti perché il film fosse una tortura, girando poi in un maneggio. Invece, andavamo tutti al lavoro con il sorriso, grazie sia al regista, che è stato splendido (Salvatore Basile), sia alla serenità di Terence. Con lui ho fatto scene molto intense, mi ha sempre messo a mio agio, é rispettoso e generoso, cose importanti nel nostro lavoro.
Qual è il messaggio di questo film tv?
Ci sono vari significati, è una grande metafora, una fiaba contemporanea. Secondo me, uno dei messaggi è che con la paura non si vive e che ognuno di noi ha il suo scopo nella vita, anche se non si riesce a capirlo fin da subito. Ciascuno ha la sua vocazione, può essere una cosa semplice, ma anche complicata, l'importante è trovare la propria dimensione per essere felici.
Sarai anche nella prossima serie del medico più famoso d'Italia; è stato difficile entrare a far parte di questa collaudata e celebre famiglia?
Ci sono voluti ben tre provini. C'è stata una selezione, per questo è stato difficile. L'ultimo provino l'ho fatto con Giulio Scarpati, il quale, come "L'uomo Del Monte" ha detto "si", ma non è stato solo lui, naturalmente, ma un concorso di fattori mi ha permesso di entrare a far parte di questa famiglia. Io sono una cioccolataia nella fiction che arriva dall'Olanda e ci saranno tanti avvenimenti!

Patrizia, Bianca o Liza, chi delle tre somiglia più a Francesca Cavallin?
No, ma c'è stata anche Margherita, la moglie in crisi ne Il bene e il male e ci sarà anche l'imperatrice Giustina, in Sant'Agostino con Alessandro Preziosi, che andrà in onda ad ottobre e farò un personaggio cattivissimo. Io sono tutte e nessuna. In realtà, non sono nessuna di queste, sono solo personaggi. Attingo da me e da quello che vedo fuori, che ho studiato. Molto spesso, per prepararmi mi ispiro a dei quadri, ad eroine della letteratura, a personaggi che ho incontrato nel mio corso di formazione.
Ci fai un esempio, attingendo alla pittura?
Un personaggio che mi piace molto è Giuditta. Mi piace moltissimo Ofelia, anche soltanto dal punto di vista estetico, per alcuni stilemi che io riprendo; mi lascio ispirare dalle epoche, dagli sguardi.
È vero che hai definito "sexy" Woody Allen?
Si, è vero perché mi fa ridere, ha una comicità intelligente, sottile. A me piacciono molto gli uomini che fanno ridere, mi conquista più un uomo che mi fa ridere piuttosto che uno bello. Riconosco la bellezza maschile, da un punto di vista oggettivo, come una figura o un' icona, ma, a carattere generale, a me interessa di più un uomo che fa ridere. Un uomo che trovo affascinante è lui.
Ti piacerebbe lavorare con lui?
Impossibile, la vedo una cosa remota, ma mi piacerebbe tanto. Trovo che sia un genio, è stato il primo a vincere un Oscar per un film comico, con Io e Annie! Genio!
Pensando ad un suo film, quale delle sue protagonisti femminili avresti voluto interpretare?
Il mio film preferito rimane, appunto, Io e Annie, ma anche Interiors. Ci sono vari personaggi della sua vastissima produzione che mi sono piaciuti, ma rimango legata a questi due.

Quando reciti c'è un'attrice a cui ti ispiri?
No, dipende dal personaggio che devo interpretare, ma posso guardare alcune cose di alcune attrici, ma non mi ispiro in maniera pedissequa a nessuna, sarebbe molto presuntuoso da parte mia. Penso che ognuna di noi abbia la propria personalità. Mi lascio suggerire delle cose, come me le lascio suggerire dai quadri, ma non vado a ispirarmi a un'attrice. Ci sono molte attrici che stimo, come Cate Blanchett, che trovo straordinaria, una degna erede di Meryl Streep: due stili diversi, ma meravigliosi. Definisco la Blanchett un essere sovrannaturale, per questa bellezza particolare, non banale; ha un potere interpretativo, ma anche mimetico come, ad esempio in Io non sono qui, quando ha interpretato Bob Dylan.
C'è un personaggio che, in futuro, sia in tv sia al cinema, vorresti interpretare?
Non ho un personaggio, non mi pongo limiti, auspico che si veda in me qualcos'altro rispetto alla buona, alla mamma; mi piacerebbe un personaggio un po' borderline. In questa prossima fiction Alessandro Jacchia, il produttore, mi ha dato una buona chance perché sono un'antagonista. Mi auguro che ci possa essere questa apertura nei miei confronti e non ricadere in un cliché. È un augurio che mi faccio, ma anche una speranza!

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