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Philippe Léotard

Philippe Léotard (Ange-Philippe Leotard) è un attore francese, è nato il 28 agosto 1940 a Nizza (Francia) ed è morto il 25 agosto 2001 all'età di 61 anni a Parigi (Francia).

Un nome inchiodato al cinema francese

A cura di Fabio Secchi Frau

Attore, poeta e cantante francese, nella sua lunghissima carriera girò più di settanta film. La sua vita sregolata fu la sorprendente parabola di un professore che lasciò tutto per andare a vivere sul palcoscenico, lontano dalla gente semplice e facendo della finzione la sua Maestra di Vita. Dall'aspetto dismesso, con quell'aria un po' vandalica, alcolizzato, donnaiolo e tossicodipendente, inchiodò il suo nome al cinema d'oltralpe, riprendendo e rinnovando il suo volto di film in film ma, anche in altri lidi culturali e artistici. Non particolarmente amato dalla critica e dai suoi colleghi, fu un interprete che, se avesse potuto, avrebbe rigettato molti film della sua filmografia per disprezzo verso le sovrastrutture e la superficialità. Discusso, Philippe Léotard appassionò e divise il pubblico, fra chi lo giudicava uno scellerato e chi, invece, se ne innamorò dal primo sguardo, lanciato sotto le evidenti borse.

Infanzia da avido lettore Nato a Nizza in una famiglia numerosa, Philippe Léotard fu il maggiore dei sette figli (quattro ragazze e tre ragazzi) del sindaco di Fréjus, André Léotard, e nipote del pioniere della fotografia Ange Tomasi, nonché pronipote del pagliaccio Léotard, fondatore del circo Bouglione e inventore dell'arte del trapezio. Uno dei suoi fratelli fu il politico François Léotard che diventerà ex Ministro della Difesa francese e che, più volte, sarà costretto a prendere le distanze dai suoi problemi legali. Da bambino, a causa della febbre reumatica, fu costretto a staccarsi dal resto della famiglia e ad andare a vivere ad Ajaccio, dalla nonna, appassionata lettrice, che lo invogliò a trascorrere le sue lunghe giornate a letto in attesa della guarigione, leggendo tutti i libri della loro biblioteca familiare. Fu così che Léotard si appassionò a poeti come Baudelaire, Lautréamont, Rimbaud, Cendrars ma, anche a Victor Hugo e Gustave Flaubert.

Dalla legione straniera all'insegnante
Con questa valanga di cultura addosso, seguì il mito del soldato romantico e, all'età di diciotto anni, nel 1958, si arruolò nella legione straniera a Bonifacio. Tuttavia, la vita in divisa non fu quella che si era immaginato e che aveva visto in film come Marocco con Gary Cooper e Marlene Dietrich. Vista la difficoltà fisica e psicologica cui fu sottoposto, decise di non confermare la sua permanenza nell'esercito e di tornare a Parigi per ultimare la sua istruzione. Fu così che, fra il 1958 e il 1959, si iscrisse al Lycée Henri VI ma, non integrandola con l'École Normale Supérieure, proseguì i suoi studi alla Sorbona, dove ottenne una Laurea in Lettere. Il primo lavoro trovato fu quello di insegnante di letteratura e filosofia al Collège Sainte-Barbe. Un mestiere che gli permise di entrare in contatto con l'ATEP (l'Association Théâtrale des étudiants de Paris) e con la regista Ariane Mnouchkine.

Fondatore del Théatre du soleil
Condividendo con Ariane Mnouchkine un desiderio di rinnovamento teatrale, fondò il Théâtre du Soleil nel 1964. La realtà teatrale lo appassionò a tal punto da spingerlo a entrare anche in un'altra compagnia, quella del Théâtre National Populaire, e di lasciare definitivamente, nel 1968, il suo lavoro. Pare che la scelta maturò l'anno precedente, quando Léotard debuttò sul palco con "La Cuisine" di Arnold Wesker (1967).

La carriera teatrale
Nel 1971, recitò in "Les Anges meurtriers" di Conor Cruise O'Brien, diretto da Joan Littlewood al Théâtre de Chaillot, dando il via a una lunga e premiata carriera teatrale che lo vide primeggiare in opera come "Liolà" (1973) di Luigi Pirandello, "La scorsa estate a Chumlisk" (1981) di Aleksandr Valentinovi Vampilov, "Lotta di negro e cani" (1983) di Bernard-Marie Koltès e "American Buffalo" (1983) di David Mamet. Durante tutti questi anni, entrò in contatto con registi come Henri Delmas, Gabriel Garran, Jean Bouise, Colette Dompietrini, Claude Lochy, Isabelle Sadoyan, Patrice Chéreau e Marcel Maréchal ma, soprattutto con grandi interpreti francesi come Nathalie Baye, la sua prima e più duratura fiamma.

I primi film
Parallelamente, pur continuando a recitare, si orientò anche verso il cinema, attratto e fortemente voluto da Claude Sautet e François Truffaut. Proprio quest'ultimo, lo volle come comparsa in Non drammatizziamo... è solo questione di corna (1970) e gli offrì due piccoli ruoli in Le due inglesi (1971) e Mica scema la ragazza! (1972).

Attore cinematografico negli anni ottanta
Per il suo primo ruolo da protagonista bisognerà aspettare il regista René Vautier che lo imporrà in Avoir 20 ans dans les Aurès, mentre Maurice Pialat lo inserirà nel cast di La Gueule Ouverte (1974) con la collega teatrale Baye. Tanti i film diretto da Claude Goretta (Il difetto di esser moglie del 1974 e Se il sole non tornasse del 1987), Claude Lelouch (fra i quali spiccò il suo primo film di grande successo Il gatto, il topo, la paura e l'amore del 1975 e I miserabili con Jean-Paul Belmondo del 1995) e Fernando Ezequiel Solanas. Il suo primo film con distribuzione americana fu invece Il braccio violento della legge N°2 di John Frankenheimer, mentre la sua prima candidatura ai César (come miglior attore non protagonista) fu per Il giudice d'assalto (1977) di Yves Boisset.
Negli Anni Ottanta, Léotard continuò egregiamente la sua carriera cinematografica, arrivando, dopo aver recitato con Catherine Deneuve in Il bersaglio (1982), a ottenere il César come miglior attore protagonista per La spiata (1983) di Bob Swain. Non si presentò alla cerimonia per ritirare il premio. Alcuni dissero che fu per i suoi impegni lavorativi, mentre altri per la sua vita dissoluta fatta di donne, alcol e, soprattutto, cocaina. Infatti, cominciarono proprio in questi anni i suoi problemi di dipendenza e, soprattutto, quella vita smoderata e dissoluta che lo vedrà molto spesso nelle copertine dei giornali scandalistici (soprattutto quando per ben due volte entrerà in coma etilico e quando sarà salvato svariate volte dall'overdose). Malgrado ciò, raggiunse l'apogeo della sua carriera quello stesso anno con Ciao amico di Claude Berri, nel ruolo di un commissario che indagava su una serie di omicidi dietro un traffico di droga. Fu uno dei film più visti in Francia. Ma stanco del cinema commerciale e più interessato a un tipo di cinema intimista, cominciò a scegliere titoli come Adieu Blaireau, Rouge-gorge, Le Paltoquet, Sur e, soprattutto Jane B. par Agnès V. della grande Agnès Varda. Fra i film italiani, invece, si segnalano i due film di Marco Ferreri: Il banchetto di Platone (1989) e La carne (1991). Tardiva fu, invece, la sua presenza nei cortometraggi. Fu, infatti, nel 1997 che recitò in La Momie à mi-mots di Laury Granier.

Ultimi film

Drammatico, (Francia - 1995), 169 min.
Commedia, (Italia - 1991), 92 min.
Grottesco, (Italia - 1988), 109 min.
Drammatico, (Francia - 1988), 105 min.
Drammatico, (Argentina - 1988), 127 min.
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