Considerato uno degli attori più promettenti della commedia francese, Lacoste ha cominciato a recitare giovanissimo. Aveva solo quindici anni quando, sempre a Cannes (ma nella sezione Quinzaine des Réalisateurs), si presentava alla stampa. Un ruolo da protagonista nel bel Il primo bacio, certo, ma una parte e una recitazione non abbastanza incisive da lasciare qualche residuo internazionale.
Quasi un decennio dopo, con addosso numerosi ruoli comici, affronta quello che secondo molti è uno dei personaggi più difficili della sua neonata carriera: un giovane che si innamora di un uomo più grande affetto da HIV (interpretato da Pierre Deladonchamps). Il film è Plaire, aimer et courir vite. Una performance ricca di sfumature e sottigliezze drammatiche che ben sfrutta le profondità di un aspetto che si mantiene ancora innocente, all'interno del quale, attraverso piccoli gesti, tic nervosi, cambi di tono della voce, si celano angosce, fragilità e insicurezze di un primo amore che teme la morte.
Che cosa è dunque cambiato in tutto questo tempo? Una migliore introspezione, l'enfasi sulle parole all'interno di una battuta, la capacità di rimanere in silenzio e di continuare a essere qualcun altro. Un cammino vertiginoso, denso, di un ragazzo che sognava di fare l'attore ma che si è sempre rifiutato di prendersi troppo sul serio.
L'attore protagonista esordiente
Nato a Parigi da padre avvocato e madre appartenente al Conseil National de l'Ordre des médecins, Vincent Lacoste fa il suo debutto cinematografico nel 2009 già come protagonista di un film. Si tratta del già citato Il primo bacio di Riad Sattouf (che lo dirigerà tante altre volte), grazie al quale ottiene il Prix Lumières come miglior attore esordiente. Categoria all'interno della quale finirà anche quando sarà candidato al César per il medesimo ruolo.
Diventato rapidamente uno dei più giovani volti della commedia francese (Au bistro du coin, Low Cost, Le Skylab, JC comme Jésus Christ, De l'huile sur le feu), avrà occasione di lavorare con grandi nomi femminili del cinema francese come Julie Delpy, Bernadette Lafont ed Emmanuelle Riva. Apparso nel ruolo di Goudurix in Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà, entrerà poi nel cast di Camille redouble, Jacky nel reame delle donne con Charlotte Gainsbourg, Ippocrate e Lolo - Giù le mani da mia madre. Proprio grazie a Ippocrate, con il quale sperimenterà il registro drammatico, riuscirà a ottenere la sua seconda candidatura al César (stavolta come miglior attore). Il Premio gli sarà sottratto da Pierre Niney con il biopic Yves Saint Laurent. Non sarà un episodio isolato. Candidato al prestigioso premio anche per Tutti gli uomini di Victoria (2016) e Quel giorno d'estate (2018), vedrà il Premio andare nelle rispettive mani di Gaspard Ulliel e Alex Lutz. Dopo aver recitato in Il Primo Anno, Imprevisti digitali e Illusioni perdute, continua ad alternare dramma e leggerezza, ques'ultima talvolta anche satirica e nutrita da un cinema indipendente europeo. Scelte cinematografiche che sanciscono definitivamente il suo passaggio come uno degli attori d'oltralpe più dotati ed espressivi della generazione dei trentenni.
