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Venezia 2010: è il turno di The Town

Ben Affleck porta a Venezia il suo secondo film da regista.
di Gabriele Niola

Vivere e morire a Boston
Ben Affleck (Benjamin Geza Affleck) (52 anni) 15 agosto 1972, Berkeley (California - USA) - Leone. Regista del film The Town.

mercoledì 8 settembre 2010 - Incontri

Vivere e morire a Boston
La carriera da regista di Ben Affleck, ora al suo secondo lungometraggio dopo Gone baby gone, sembra inidirizzata sul binario migliore e pienamente in sintonia con la tradizione americana. Film di genere e personali. Non fa quindi eccezione il nuovo The town, poliziesco ambientato in uno dei quartieri più degradati e disperati di Boston.
Al di là delle storie dei personaggi sono il contesto e il paesaggio i veri marchi di Affleck regista: "Giro a Boston perché mi trovo bene e la conosco, del resto mi sembra che per essere davvero plausibile devi essere in linea con l'ambientazione". In linea con l'ambientazione ma non necessariamente con i romanzi di partenza, stavolta infatti il finale l'ha cambiato: "In realtà ho fatto molte modifiche, il romanzo era lunghissimo, e siccome ad un certo punto ho sentito che anche lo spirito era un po' cambiato ho pensato che occorresse mutare anche il finale".
Con lui anche Rebecca Hall, Jeremy Renner e Jon Hamm, tutti presi dalla necessità di prepararsi a ruoli, in un modo o nell'altro, legati a Boston e dunque tutti in dovere di informarsi, capire, girare per la città e trovare il proprio modo di inserirsi in quella cultura.

La prima cosa è il casting
"Il casting è fondamentale e io l'ho fatto bene! A quel punto la gran parte del lavoro era fatta e mi è bastato mettere questi grandi attori sul percorso giusto" sostiene Ben Affleck, solo che il percorso giusto è stato per ognuno diverso.
Per Rebecca Hall si è trattato di "parlare molto del personaggio delle sue origini, da dove venisse e cosa cercasse, anche se poi Ben mi ha anche dato molta libertà nel disegnarlo". Per Jeremy Renner, impegnato con il ruolo che più di tutti doveva rappresentare lo spirito di Boston, la questione è stata più complessa: "Il punto è che ogni ruolo è diverso e complesso a modo suo, dunque va approcciato senza pensare a ciò che si è già fatto, ad esempio non ho pensato per nulla al mio personaggio in The hurt Locker" ha dichiarato l'attore che ha poi agginuto "Ben mi ha aiutato portandomi a conoscere i criminali nelle carceri. Parlando con loro ho cercato di capire l'etica dietro la loro vita, le costrizioni in cui sono cresciuti e le difficoltà che hanno affrontato e che li hanno formati".
Il più entusiasta di tutti però era certamente Jon Hamm, felice di liberarsi dell'ingombrante personaggio che interpreta in Mad Men: "Come attore vorresti fare sempre cose diverse, anche se hai la fortuna come me di lavorare in prodotti superbi. Per molto tempo mi sono arrivate solo sceneggiature ambientate negli anni '60, quindi quando è arrivato Ben con questo personaggio qui sono stato felicissimo di accettare".

Uscire dal giro
The town si inserisce in quel filone di cinema poliziesco (ma anche noir), in cui il protagonista è solo, stretto tra due fuochi (da una parte la polizia e dall'altra la criminalità), braccato da tutti e disperatamente intenzionato a scappare con il suo amore. Una base, quella della fuga, su cui Affleck sembra trovarsi a proprio agio, infatti anche le sue altre sceneggiature (tra cui Will Hunting genio ribelle) lo dimostrano: "Sono conscio di come ci siano similitudini tematiche tra questo film e gli altri che ho scritto. L'idea della difficoltà di scappare dal posto da cui sei venuto rimanendo fedele a te stesso è qualcosa che mi interessa molto, ma c'è anche l'idea che i bambini paghino le colpe dei padri. Penso pero' che la prossima volta proverò qualcosa di nuovo".
Per arrivare a disegnare la sua storia di ordinaria disperazione a Boston, Affleck si è inserito nel solco del grande cinema del realismo sociale della Warner Brothers: "I vecchi film della Warner sono fantastici e mi hanno ispirato anche inconsciamente. Mentre giravamo la scena in cui Jeremy Renner è dietro la cassetta delle lettere ho subito pensato a James Cagney!". Per raggiungere quell'ideale, secondo Ben Affleck, il segreto sta tutto nel legame con i luoghi e in questo ha imparato molto da Gomorra: "Quel film è incredibile!" dice l'attore-regista "mi ha influenzato tantissimo a livello di stile e soprattutto ci credi perchè vedi che gli attori sono davvero del luogo come i personaggi".
Infine sul tema di glorificare un criminale con un racconto nel quale il pubblico tifa per lui, il regista è netto: "Non si tratta di glorificare ma di fare un ritratto complesso. Il protagonista ha sbagliato, lo sa, vuole cambiare e non è fiero della sua vita. Però per fare un buon film bisogna anche raccontare l'uomo oltre al criminale, la sua personalità e la sua complessità. Ho cercato di utilizzare la violenza mai in maniera gratuita e sempre mostrandone le conseguenze. Siamo tutti adulti e possiamo capire che dietro azioni esecrabili ci sono uomini che magari sono costretti a farle e vorrebbero cambiare".

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