Titolo originale | Curse of the Golden Flower / Man cheng jin dai huang jin jia |
Anno | 2006 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina, Cina |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Zhang Yimou |
Attori | Chow Yun-Fat, Li Gong, Jay Chou, Ye Liu, Chen Jin, Li Man, Qin Junjie, Dahong Ni Junjie Qin, Jin Chen. |
Uscita | venerdì 25 maggio 2007 |
Tag | Da vedere 2006 |
MYmonetro | 3,57 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 1 dicembre 2017
Il ritorno a casa dell'imperatore per le feste del Chong Yang farà emergere terribili segreti. In Italia al Box Office La città proibita ha incassato 1,4 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
C'era una volta, nella Cina del decimo secolo, la grande dinastia dei Tang. Nella città imperiale lo sfarzo e la ricchezza si respirano in ogni dove. L'imperatore, l'imperatrice e i loro figli sono serviti e riveriti da uno stuolo di servitori adoranti. Ogni minima azione quotidiana avviene nel rigore e nel rispetto di rituali millenari, nella magnificenza quasi surreale di un mondo estetizzato e dorato. Ma, come in ogni famiglia e favola che si rispettino, il male, il segreto, l'intrigo sono dietro l'angolo. La famiglia imperiale nasconde segreti inconfessabili fino al giorno in cui, durante la festa del Chong Yang, la festa dei crisantemi legata alla famiglia e alla sua solidità, ogni minimo intreccio verrà disvelato. Un'epica battaglia metterà fine a tutti i misteri.
Il grande Zhang Yimou conclude così la sua trilogia dedicata ai wuxiapan, ovvero il genere cinematografico "cappa e spada" alla cinese; la trilogia, iniziata nel 2002 con Hero, proseguita nel 2004 con La foresta dei pugnali volanti, termina con questo straordinario affresco corale, una sorta di tableau vivant, in cui infinite masse umane prendono lentamente il sopravvento sulla scena fino a sovrastare magnificamente il grande schermo.
Niente è risparmiato in questo sconfinato ritratto in cui Zhang Yimou sembra davvero concedere tutto se stesso: pennellando sarcasticamente e causticamente l'amata Cina, omaggiando ma insieme deridendo una serie di ataviche tradizioni, con una bellezza visuale davvero rara. In un perfetto connubio tra racconto e forma artistica: mentre infatti emerge fortissima la critica all'assoggettamento incondizionato dell'essere umano in virtù di un'impellente urgenza interna di ribellione e autodeterminazione (esemplare è la figura della musa Gong Li, qui in stato di grazia, nei panni dell'imperatrice ribelle e della donna libera), contemporaneamente regia, fotografia, effetti speciali si fondono soavemente per rendere l'opera cinematografica un importante esempio di arte, con la A maiuscola.
Realista e insieme onirico, Zhang Yimou ancora una volta, ancora di più, dimostra quanto immenso sia il suo cinema, nella sua immaginifica e poetica essenza.
LA CITTÀ PROIBITA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | – | |||
€9,99 | – |
Dramma ottimo nalla messa in scena, però le sequenze dei combattimenti sono quasi nulle quindi il paragone coi precedenti film del regista HERO e LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI è del tutto inopportuno così come risulta fuorivante collocarlo nel genere wuxia. Gli attori sono tutti bravissimi, Chow Yun-Fat e Gong Li in particolare e le atmosfere ben create, mentre la narrazione [...] Vai alla recensione »
il film è un racconto mitologico. la trama è molto semplice, con tanto di non-lieto fine, come ogni racconto mitologico che si rispetti; le descrizioni delle azioni sono arricchite e ridondanti come quelle di un'iliade o un'odissea orientale, fatte di sequenze di immagini invece che di parole. il fulcro della trama è una guerra, prima sottile e covata segretamente, e poi [...] Vai alla recensione »
"CUrse of the Golden Flower"(Zhang Yimou, anche cosceneggiatore, 2006)riprende una stoia di quello che per gli Occidentali è "Media Aetas", "Medioevo"(definizione umanistica, poi omologata nei secoli), che in Oriente e in particolare in quello straordinario subcontinente che è "China"non ha invece nessun significato.
“La città proibita” ha un effetto visivo abbagliante, pieno di colori vivacissimi e dorati, masse umane immense che si muovono simultaneamente, con precisione chirurgica e scenografie di rara bellezza; il fascino grandioso della dinastia Tang è portato allo schermo in una cornice splendida che ci delizia gli occhi. Il wuxiplan, genere che ricorda il nostro “Cappa [...] Vai alla recensione »
Costruita a partire dal 1406, la Città Proibita è stata per cinque secoli la reggia degli imperatori cinesi, da Yong Le, della dinastia Ming, fino a PuYi, l'ultimo imperatore, deposto nel 1911 a seguito di una rivolta popolare. Complesso architettonico grandioso, la Città Proibita è una città nella città, con i suoi 720.
sono rimasta incantata dalla prima all'ultima scena. bellissimi i personaggi, le scene, i colori, le atmosfere, le ambientazioni, gli assalti dei ninja, bellissimo tutto, penso di nrivederlo.... magari prossimamemte in tempi abbastanza ravvicinati... complimenti a tutti, regista, scenografi, costumisti, truccatori, attori eccetera...
Film maestoso, con scenografie e coreografie insuperabili, mai viste!! CONSIGLIATO sicuramente ( e + giuste 3,5 stellettone): trama discreta; cosiccome i dialoghi e gli effetti speciali cui Zhang ci ha deliziato da tempo; costuni e fotografia impareggiabili... vera Arte, Poesia cinematografica ed Eleganza Orientale: ci inchiniamo a tale maestria. Non meritevole del top a 5 stelle, solo xché la prima [...] Vai alla recensione »
Dopo Hero e La Foresta dei Pugnali Volanti il bravissimo Yimou abbandona i combattimenti per aria e ci porta nella Citta Proibita. Ambientazioni da urlo e Gong Li da premio Oscar
non riesco a trovare un aggettivo per definire questo film!
attori,costumi,fotografia,dialoghi, effetti speciali grandiosi e spettacolari a tal punto da lasciare senza fiato
Talmente drammatico da rasentare l'ilarità. Almeno la mia. Una trama degna di "Beautiful" Spettacolare!!! Questo si. E' davvero uno spettacolo per gli occhi grazie a tutte le sontuosità, i colori....
La storia fa fatica a dipanarsi, è confusa e monotona. Mancano idee. Visivamente, però, è un signor film e la regia, nonostante le difficoltà per la pochezza della vicenda, è davvero notevole. Interpretazione solenne, ma statica e troppo ricercata. Il melodramma domina tutto quanto, si riscatta quando entrano in gioco l'azione e le scene di massa (raramente tanto [...] Vai alla recensione »
Come disse il grande Paolo Villaggio, nel ruolo del grande Fantozzi, a proposito della Corazzata Potemkin di Eisenstein, questo film E` UNA CAGATA PAZZESCA! Certo, dal punto di vista visuale/effetti speciali/scenografia, e` sontuoso; ma questa e` roba che costa poco nell'epoca digitale. E` la storia che e` deprimente, ripugnante, e a dir poco improbabile.
Ebbrezza del lusso: nel nuovo fil di Zhang Yimou, "La Città Proibita", ambientato a Pechino più di mille anni fa, nel decimo secolo della tarda dinastia Tang, lo sfarzo, l'ostentazione, la grande ricchezza, la bellezza sontuosa contrastano con le abiette trame all'interno della famiglia imperiale e sono straordinari, mai visti. Migliaia di guerrieri corazzati d'oro e d'argento invadono il Palazzo, [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Zhang Yimou ha due anime, quella realistica e intimista, che lo ha visto imporsi con film quali "La storia di Qiu Ju", "Non uno di meno", "La strada verso casa" e, appena ieri, con "Mille miglia lontano", e quella epica, colorata, sontuosa che, dopo lo splendido "Lanterne rosse", l'ha portato addirittura a cimentarsi con il kolossal in due film piuttosto recenti, "La foresta dei pugnali [...] Vai alla recensione »
Presentato come il terzo capitolo della trilogia epica di Zhang Yimou, La città proibita si colloca in realtà al bivio tra il genere wuxiapian ("La foresta dei pugnali volanti") e il dramma intimista, alla "Lanterne rosse". Come il film che ci fece conoscere il regista cinese, l'azione si concentra all'interno di un solo luogo: scacchiere, scena shakespeariana, prigione dorata.
Epico e fastoso, come l'epoca di cui narra. Zhang Yimou, regista di Lanterne rosse e La foresta dei pugnali volanti, tra i tanti film noti, racconta della sua Cina all'epoca della dinastia dei Tang. I protagonisti, i componenti di una famiglia imperiale soffocata da intrighi e malumori, sono di fantasia. Il contesto storico, no. L'azione è ambientata nel decimo secolo dopo Cristo.
Zhang Yimou è il regista che nel 1991 fece conoscere in Occidente con Lanterne rosse l'incanto del cinema cinese, e che da allora ha seguito due percorsi differenti: film realisti sulla vita presente delle persone in Cina (La storia di Qiu Ju, Non uno di meno, Vivere!) e film immersi nello splendore del passato, della Storia, delle grandi battaglie.
Non è affatto uguale a Hero e La foresta dei pugnali volanti, La città proibita. Zhang Yimou torna apparentemente sui territori che gli appartengono poco, quelli del wuxia, ma stavolta gli interessano di più il (melo)dramma di Palazzo e gli intrighi familiari, e il film ne guadagna. Niente apologie new age dell'estetica del genere, dunque, ne la solita celebrazione implicita del potere (al fine di [...] Vai alla recensione »
Il nome sui cartelloni è ancora quello di Zhang Yimou, ma la chiave per entrare nella Città proibita appartiene a Tony Ching Siu Tung, regista delle scene d'azione. Talento centrale dello spettacolo made in China, Tony Ching etc. ha firmato infatti decine di film fra cui l'inarrivabile Shaolin Soccer e le due ultime fatiche di Zhang, Hero e La foresta dei pugnali volanti.
Spacciato dalla pubblicità italiana per un film dalla parte dell'imperatrice (Gong Li), La Città Proibita di Zhang Yimou è, al contrario, dalla parte dell'imperatore (Chow Yun-Fat). Come in Hero e nella Foresta dei pugnali volanti - metafore del potere in forma di wuxiapian, film sulle arti marziali -, Zhang Yimou evoca l'essenza della sovranità e il prezzo che comporta per chi la raggiunge.
Conclusione della trilogia wuxia, cioè marziale, di Zhang Yimou (dopo Hero e La foresta dei pugnali volantI) e ripresa, dopo 12 anni, del sodalizio con la divina Gong Li, sua musa sullo schermo e nella vita. Un melodrammone cupo, malgrado gli arredi abbaglianti e quasi psichedelici, al limite della tragedia greca che dovrebbe pagare i diritti ad almeno quattro classici di Shakespeare (Macbeth, Re Lear, [...] Vai alla recensione »
Forse abbiamo assistito alle prove tecniche della cerimonia di inaugurazione dei giochi di Pechino senza accorgercene. Perché sorge il dubbio che Zhang Yìmou, sempre più "voce del regime", abbia già lì la testa e, al di là di un vulgar display of power, non sappia né voglia regalarci alcunché. Hero, più che 'insospettabile House of Flying Daggers, recava già con sé questi bug, ma li mascherava abilmente [...] Vai alla recensione »