La città proibita |
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Un film di Zhang Yimou.
Con Chow Yun-Fat, Li Gong, Jay Chou, Ye Liu, Chen Jin, Li Man, Qin Junjie, Dahong Ni.
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Titolo originale Curse of the Golden Flower / Man cheng jin dai huang jin jia.
Drammatico,
durata 111 min.
- Cina, Cina 2006.
uscita venerdì 25 maggio 2007.
MYMONETRO
La città proibita
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tragedia greca nella Cina imperialedi RobertoDBFeedback: 0 |
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sabato 23 giugno 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"La città proibita" è il capitolo conclusivo della trilogia di "cappa e spada" cinese ideata da Yimou. Esso è però un film che, a differenza dei due precedenti ("Hero" e "la foresta dei pugnali volanti")non si configura come un vagabondare per la Cina imperiale, ma come un'analisi accurata e a tratti introspettiva della vita a corte (la "città proibita", appunto)che assume i toni della tragedia. E proprio di tragedia - nel senso classico e teatrale del termine - sembra lecito parlare,perchè nella corte imperiale cinese "dipinta" da Yimou ce ne sono tutti i tratti essenziali: incesto, tradimento, ribellione al padre,fratricidio, uxoricidio. Sorretta da queste tematiche si dipana una narrazione che non conosce "tempi morti", che attira l'attenzione dello spettatore attraverso intelligenti giochi di anticipazioni ed è, infine, supportata da un impatto visivo che oramai sembra un marchio di fabbrica del regista cinese: perchè, come anche per i due precedenti capitoli, è bene non tacere degli elementi visivi (fotografia,scenografia, costumi)che si impongono all'occhio dello spettatore e divengono un elemento funzionale alla narrazione stessa. Attraverso la ricchezza di colori delle architetture, degli arredamenti e dei costumi infatti Yimou si impone di rappresentare la magnificenza ma anche la rigida vacuità della corte imperiale, al di sotto della quale si nascondono intrighi familiari e sordidi tradimenti; ogni scena viene volutamente investita di una potenza visiva notevole, che permea allo stesso modo una semplice scena di ricamo e l'imponente scena della battaglia finale. E, ultimo ma non ultimo, non si può non menzionare la straordinaria prova di gran parte del cast: su tutti svetta insuperabile la stupenda Gong Li - eterna Musa di Yimou - che in questo film conferisce uno spessore monumentale e un carattere profondamente tragico al suo personaggio, quello di un'imperatrice che tenta inutilmente di ribellarsi ad un mondo in cui le obiezioni non sono ammesse. Meno "sperimentale" nella struttura drammaturgica (e forse meno bello) di "Hero", ma migliore del precedente "la foresta dei pugnali volanti", "La città proibita" è un film notevole: qualcuno potrebbe accusare Yimou di manierismo, ma questo poco conta perchè il suo è un film capace di coinvolgere ed emozionare. E tanto basta.
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