300

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Un film di Zack Snyder. Con Gerard Butler, Lena Headey, David Wenham, Dominic West, Vincent Regan.
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Storico, durata 117 min. - USA 2006. - Warner Bros Italia uscita venerdì 23 marzo 2007. MYMONETRO 300 * * * - - valutazione media: 3,30 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Un Capolavoro per il cinema degli ultimi anni Valutazione 1 stelle su cinque

di Il novantacinquino


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venerdì 9 ottobre 2015

A qualcuno potrebbe sembrare contraddittorio il titolo col voto.. Ma credete a chi scrive: non lo è per niente. Ecco il perchè.
Quando Frank Miller (veterano della Graphic novel, autore de"Il ritorno del cavaliere oscuro" o del suggestivo "Sin City") scrisse e disegnò il fumetto "300", sicuramente dal punto di vista estetico confezionò un'opera d'indubbia qualità con una storia che, di contro, poneva molti dubbi sulla sua effetiva valenza (insomma una storia pessima per delle tavole ben disegnate).
Dopo "Sin City" la voglia di fare un nuovo film "fumettoso" era ampia (stessa tendenza che porterà Miller a girare quel delirio filmico che è "The Spirit") e la Warner, vedendo le dinamiche del buon Nunnari e Snyder riguardo la trasposizione del best seller di Miller, fiutò l'affare e appoggiò ben volentieri l'iniziativa dei due. Era chiaro che, qualsiasi fosse stato il risultato, questo film sarebbe stata una vera e propria stampante di soldi (dato il successo di "Sin City"); ma nessuno si sarebbe mai immaginato l'impatto incredibile che avrebbe generato nella cultura di massa e la rivoluzione che avrebbe operato nella produzione successiva di film epici e di intrattenimento in generale.
Come si potrebbe intuire dal titolo, nonchè dall'orripilante locandina, l'opera narra della battaglia delle Termopili e della disfatta spartana. Una trama che non sarebbe neanche così malvagia, essendo questo uno degli episodi più affascinanti (assieme a Maratona e a Salamina) delle guerre Persiane e della storia greca in generale, ma essa viene resa tale da una sceneggiatura a dir poco orribile e banale. Basti pensare che il film si avvale della voce narrante, espediente che (tranne in alcuni rari e ovvi casi) è veramente disturbante e fuori luogo.
Pensiamo ad un'altro kolossal con uno spiegone iniziale fuori campo: "Spartacus" di Anthony Mann e Stanley Kubrick. Sebbene anche lì fosse presente una voce analoga a questa, perlomeno la sua funzione si esauriva in pochi secondi, in quanto illustrativa del contesto storico del film e del motivo per cui tale storia veniva narrata. In 300 la voce narrante non solo è inutile (in quanto spiega in maniera decisamente relativa il contesto e la ragione di esistenza) ma è addirittura fastidiosamente magniloquente e retorica (sembra di ascoltare un cinegiornale dell'Istituto Luce).
Per tacere dell'aspetto storico, quello era evidente sin dal fumetto che sarebbe stato poco rispettato; quindi passiamo oltre.
Passiamo all'aspetto estetico. Perché definire anche il cosiddetto "straordinario" aspetto estetico indecente?
Parlando di regia e montaggio parliamo di una catastrofe unica nel suo genere. Snyder decide di avvicinare ancora di più il suo stile al "gusto per la moviola" dell’incompetente Micheal Bay, non concependo quanto questo genere di effetto sia deleterio per il risultato finale: lo spettatore si ritroverà, nel giro di pochi istanti, stordito e confuso. In più al montaggio il regista si avvale di un ritmo frenetico che non può permettersi, in quanto le inquadrature, la fotografia e gli effetti utilizzati (che costituiscono il girato) non sono adatti allo scopo. Facciamo un’altro confronto: "Mad Max: Fury Road” di George Miller.  Questa pellicola ha dalla sua un montaggio adrenalinico nelle scene d’azione, ma esso si rivela essere efficace proprio perché fotografia, inquadrature ed effetti glielo consentono. Per adottare tale ritmo, un film ha bisogno di appropriato materiale girato: in Mad Max le inquadrature erano studiate per essere d’immediata lettura e comprensione, la fotografia era stata costruita in modo tale da essere sgargiante ma al contempo non fastidiosa per l’occhio dello spettatore. Infine gli effetti erano realizzati per lo più in maniera artigianale e non in computer grafica. Di contro il materiale di 300 non solo non ha queste qualità, ma riesce perfettamente nell’arduo compito di rendere ancora più indigeribile un prodotto che già dalle premesse non prometteva nulla di buono.
La fotografia è maledettamente patinata e spenta, mente gli effetti sono a dir poco scadenti: il sangue, che in un film così è a dir poco essenziale per il pathos e il dramma, è assente, o quantomeno poco valorizzato. Tale mancanza si fa sentire soprattutto nel finale dove ci dovrebbe essere l’apoteosi dell’eroe Leonida attraverso il massacro del suo esercito e la sua morte eroica: gli effetti, però, rendono i corpi del re e dei trecento maledettamente orribili da osservare e li avvicinano a dei manichini o a delle orribili scolopendre. Pensiamo al finale del depalmiano “Scarface”: Al Pacino, stravolto dal suicidio della sorella e nel pieno dell’ebbrezza da coca, si ritrova da solo contro i suoi nemici con una mitragliatrice in mano. La scena è a dir poco tragica: un’uomo alla fine che, pur di morire con dignità, non si arrende nemmeno di fronte all’evidenza e non fa altro che incassare duramente colpi dai nemici. Una scena che non mostra il sangue a livelli di tarantiniana esagerazione, ma in cui è comunque presente e che rende il corpo di Pacino maledettamente vero (nonostante il forte make up) e la sua sofferenza tangibile. In questo finale Stone e De Palma capirono quanto fosse essenziale mostrare in un modo adeguato (quindi attraverso il sangue) l'apoteosi di un anti-eroe così, a differenza dello “Sfregiato” di Hawks (che trovava una conclusione ben più pulita ed elegante del remake) pigiarono il pedale sulla resistenza disperata e lancinante di Pacino, con risultati a dir poco eccezionali.
Studiando il lavoro fatto dagli attori non si trova alcun farmaco per guarire il film o il suo spettatore: gli attori sono irriconoscibili e tutti uniformati alla scenografia. Sapevate, ad esempio, che Fassbender e Butler si trovavano in questo film? Ogni attore da del suo peggio non creando il benché minimo stimolo per svegliare la pellicola dal suo torpore. E non fatevi avanti citando la scena più conosciuta: uno dei punti più bassi di recitazione e di morale umana ("ambasciator non porta pena", questo sconosciuto).
Le cose da dire su questa oscenità sarebbero finite. Anche se ho preferito sorvolare sull’orribile comparto scenografico e sui costumi osceni (che mettono orribilmente in risalto il corpo ritoccato al computer dei protagonisti). Ho preferito tralasciare anche il raccapricciante messaggio di fondo e come la Storia sia stata piegata a questo. Inoltre non ho voluto dilungarmi su quanto la messinscena fosse così piatta da non variare mai il ritmo e l'atmosfera (difetto individuabile anche ne "L'uomo d'acciaio"). Infine ho preferito tacere su come tutti questi fattori (compresa l’orrida e piatta messinscena) sommati rendano il prodotto finito insopportabilmente plastico e kitsch (ovviamente un kitsch avvicinabile nemmeno al Gilliam de "L'incantevole strega").
Spezzo comunque una lancia (è proprio il caso di dirlo) a favore di Massimiliano Alto, che ha fatto un ottimo lavoro con la direzione del doppiaggio: non perchè sia un bel risultato ma perchè é riuscito in un'operazione di fedeltà all'originale che non vedevo dai tempi di De Leonardiis per la Disney e Mario Maldesi per Kubrick. Non è stato un lavoro facile e il premio se l'è meritato. Si spera che lavori per produzioni migliori.
Concludiamo parlando del capocantiere di questa pecionata (mi si passi il termine non tecnico): Snyder come regista non è irrimediabile (come invece sono altri suoi giovani colleghi) in quanto la voglia di fare e il "desiderio di Cinema” sono presenti in ogni sua produzione (dalle più interessanti come "Sucker Punch", che comunque rimane mediocre, alle più orrende e vergognose come questa o "L'uomo d'acciaio"), ma 300 era allora un film indifendibile e assolutamente indegno di qualsiasi merito e tale rimane tutt'oggi. Io gli ho dato il titolo di "Capolavoro", che è l'unico che si merita. Ma questa onorificenza va intesa nel senso più ampio: un'opera che ha messo da parte il lavoro fatto precedentemente per creare una nuova linea, rivoluzionando il genere che rappresentava. Viene da sé che in questo concetto basilare non c'é assolutamente la concezione positiva che normalmente viene data a questo termine. Soprattutto se parliamo di 300 che ha rovinato l'epico sotto tutti i punti di vista: dal messaggio di difesa campanilista (che tanto piace agli americani, soprattutto quelli del sud) alla messinscena plastica, falsamente sporca e pulita da qualsiasi goccia di sangue (che, ripeto, per questo genere è fondamentale). Vedendo infatti i prodotti post-300 come “Pathfinder - La leggenda del guerriero vichingo" e “Conan" o "Dracula Untold” o anche film come "Biancaneve e il cacciatore" vediamo come la lezione sia stata ben appresa. L’epica di un “Excalibur” o di un “Conan il barbaro” sembrerebbe irrimediabilmente perduta. Sembrerebbe, comunque, che film come “Immortals” o la prima trilogia de “Il signore degli anelli” mantengano (un minimo) tale formula; spero comunque che con l’uscita dell’ultimo capitolo di "Mad Max" ci sia un nuovo cambio di rotta (come ai tempi di questo film) e che i produttori tornino su prodotti di miglior fattura.

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