Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Nicolas Silhol |
Attori | Céline Sallette, Lambert Wilson, Yun Lai, Stéphane De Groodt, Violaine Fumeau Séverine Warneys, Hyam Zaytoun, Antoine Levannier, Nathalie Dubourdieu, Alice de Lencquesaing, Camille Japy, Yannick Choirat, Arnaud Bedouët, Charlie Anson, Pierre-Loup Silhol, Xavier De Guillebon, Jacques Chambon, David Sighicelli, Franck Adrien, Yves Yan, Romain Sandère, Nicky Marbot, Edith Saulnier, Nancy Ruiz, Cyril Bergeron, Célandine Parent, Alexandre Ceu, David Chour, Erwan Gourbin. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 19 marzo 2017
Il suicidio di un impiegato costringe la responsabile delle risorse umane di una grande azienda a rimettere tutto in discussione, anche se stessa.
CONSIGLIATO SÌ
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Un impiegato, Didier Dalmat, si suicida sul posto di lavoro e fa in modo di farlo a pochi passi dall'ufficio della responsabile delle risorse umane che si occupava di lui: Emilie Tesson-Hansen. La donna poco prima, pressata da Didier nel garage dell'edificio, gli aveva detto esasperata che avrebbe dovuto capire una semplice verità: l'azienda lo voleva far fuori. Il suicidio la tocca dunque da vicino e la porta a riflettere molto criticamente sulle pratiche che ha appreso dal suo superiore. Alle riunioni con le organizzazioni sindacali viene inoltre estromessa e inizia a sentirsi come una sorta di capro espiatorio. Situazione che peggiora ulteriormente quando l'ispettrice del lavoro Marie Borrel concentra la propria indagine su di lei.
La coscienza ai tempi delle risorse umane è un lusso pericoloso e in
L'approccio è dunque chiaramente militante, assai più che in
Il tutto però solo in privato, in riunioni esclusive, magari in ritiri aziendali, perché altrove parole come licenziamento ed esubero sono bandite e si pratica invece a una sorta di tecnica del bastone e della carota. Da una parte il mobbing e dall'altra il miraggio di una ricollocazione proposta, con l'accuratezza di un cecchino, a soggetti che non in grado di accettarla, perché per esempio non possono trasferirsi in una sede distante dovendo accudire i genitori.
La protagonista ha inoltre una famiglia e un marito in cerca di lavoro, che cerca di preparare ad affrontare i colloqui, arte in cui lei è maestra. La scarsa fiducia che sente nella propria professione le rende però progressivamente più difficile anche questo supporto al marito, tanto che avrà più facilità a confrontarsi con quella che dovrebbe essere la sua nemesi, ossia l'ispettrice del lavoro. Quest'ultima, per quanto possa apparire a tratti amichevole, è però a sua volta soggetta a una burocrazia che preferisce risultati svelti a più lunghe e approfondite indagini, che rischiano di pestare troppi piedi.
Il principale pregio del film è nel restituire, con una buona e altrove rara capacità di sintesi, la complessità reale del mondo del lavoro, il senso di soffocamento e il prezzo della ribellione al sistema. La riuscita dell'operazione è determinata in larga parte dagli attori: Céline Sallette, già vista in Un sapore di ruggine e ossa e nella serie tv