Titolo originale | Banshun |
Anno | 1949 |
Genere | Commedia |
Produzione | Giappone |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Yasujirô Ozu |
Attori | Yumeji Tsukioka, Chishû Ryû, Setsuko Hara, Haruko Sugimura, Hohi Aoki, Jun Usami Kuniko Miyake, Masao Mishima, Yoshiko Tsubouchi, Yoko Katsuragi. |
Tag | Da vedere 1949 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,22 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 ottobre 2020
Il film è il titolo che ha messo le fondamenta per il periodo più florido di Ozu: il suo cinema del dopoguerra. In Italia al Box Office Tarda primavera ha incassato 7,1 mila euro .
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Shukichi, professore vedovo, e la figlia Noriko trascorrono felicemente le loro giornate insieme, ma la zia Masa insiste perché Noriko si sposi. Shukichi comincia a vagliare dei possibili pretendenti, ma intuisce ben presto che la figlia non ha nessuna intenzione di abbandonarlo. Di fronte alle pressioni di Masa e convinto di operare nel giusto, Shukichi inventa quindi uno stratagemma che possa persuadere Noriko: fingerà di volersi risposare con una donna più giovane.
In una scena di Tarda primavera Shukichi deve dire qualcosa di importante a Noriko che, quasi a intuire quel che il padre vorrà dirle, passa freneticamente da una stanza all'altra. I due si inseguono per la casa e, nei brevi momenti in cui si incontrano, Shukichi riesce solo ad accennare qualche parola di quel che vorrà rivelarle.
Questa è solo una delle molte sequenze consegnate alla storia del cinema da Tarda primavera, uno dei capolavori di Ozu Yasujiro, per molti secondo solo a Viaggio a Tokyo, di quattro anni successivo: un'opera in cui il regista affronta per la prima volta il tema destinato a occupare una posizione centrale nella filmografia dell'autore, quello della disgregazione o ricomposizione del nucleo familiare. Per Ozu l'analisi di questo microsisma passa attraverso l'inquietudine di due personaggi, obbligati da fattori esterni a prendere una decisione, che nessuno dei due condivide, destinata a cambiare irreversibilmente il corso delle loro vite.
Tarda primavera arriva nel 1949, dopo due film (Il chi è di un inquilino e Una gallina nel vento) in cui il regista ha esorcizzato il dolore della guerra appena conclusasi, e rappresenta per Ozu Yasujiro l'inizio di una ricostruzione, il tentativo di analizzare i rapidi mutamenti di una società scissa tra tradizione e progresso, tra gli eccessi legati alla prima - che hanno condotto il Giappone alla rovina - e i pericoli del secondo, guidato dall'influenza statunitense. La presenza del conquistatore americano non si palesa attraverso soldati o esseri umani, ma mediante i segni tangibili della loro dominazione, come la bellezza di Gary Cooper, termine di paragone per il promesso sposo di Noriko, o un cartellone della Coca Cola che si staglia in mezzo alla campagna, che Ozu immortala sottolineando lo sconvolgimento in atto. Quel che rimane fuori schermo è l'intervento diretto a livello culturale del nuovo Paese egemone: Tarda primavera, come tutti i film giapponesi dell'epoca, è stato infatti sottoposto al vaglio della censura statunitense, che ha espunto ogni riferimento alla guerra e ogni scena che riguardasse la sacralità della tradizione nipponica, tra cui una visita al cimitero.
Ma le forbici della censura non possono nulla contro la potenza della narrazione di Ozu, già al suo culmine. Generalmente considerato il primo capitolo della cosiddetta "trilogia di Noriko", così chiamata per il nome dei personaggi interpretati da Hara Setsuko - i titoli successivi sono Il tempo del raccolto del grano e Viaggio a Tokyo -, Tarda primavera è il film che più lucidamente affronta la sconfitta dell'individuo o di un nucleo contro le norme non scritte. Le spighe intrecciate, che per Noriko rappresentano l'unità del nucleo familiare - un'immagine che David Lynch saprà recuperare in Una storia vera - non possono nulla contro ciò che la società impone come giusto o conveniente, per bocca della petulante zia Masa, interpretata da Sujimura Haruko (abbonata nei film di Ozu al ruolo di pettegola o maleducata).
Il conformismo ha così la meglio sulla volontà: un padre e una figlia che non chiedono altro che poter continuare a vivere insieme sono ostacolati da fattori insormontabili. Il Giappone che non chiede altro di poter rimanere simile a se stesso e a quel che è stato, è costretto a fare i conti con la Coca Cola del Nuovo Mondo.
Il pragmatismo della storia e la falce del tempo procedono inesorabili, esigendo una decisione da parte di Noriko in merito al suo futuro e al suo ruolo in società. La figura del professore, un Ryû Chishû che al solito misura ogni gesto con impareggiabile minimalismo, assume così una statura morale elevatissima: pur essendo il primo a subire gli svantaggi della situazione creatasi, riesce a ordire una messinscena per il bene della famiglia nel suo complesso, quasi un sacrificio in vista di una felicità "da costruire", come il padre cerca di spiegare goffamente alla figlia.
Straordinario il lavoro della fotografia sui chiaroscuri e sul contrasto tra il nero dominante nei momenti di svolta e il bianchissimo sorriso smagliante di Noriko, pari a quello compiuto sul colore nel quasi-remake che Ozu girerà undici anni più avanti, Tardo autunno.
Un'opera che prepara il terreno per il capolavoro di una carriera, Viaggio a Tokyo, che trasformerà in malessere metropolitano, trattenuto in spazi angusti, il principio di malinconia che già attraversa qui la spaziosa e serena dimora di Shukichu e Noriko.
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Il vedovo Shukuchi vuole che la figlia ventisettenne,Noriko,si sposi.A premere è anche la zia,a quell’età una ragazza deve sposarsi,Nori è già in ritardo. Nori è dolce,sempre sorridente,non ha nessuna voglia di sposarsi,vuol restare col padre,condividere la sua vita tranquilla di lavoro e studio che fluisce silenziosa nella casa,interrotta solo dal buffo e ridanciano zio “immorale”,come lo apostrofa [...] Vai alla recensione »
In primo piano, in una delle scene finali, l’accurato, pensoso, movimento della mano che manovra il coltello sulla superficie della mela, per ritagliarne un nastro senza soluzioni di continuità, mostra, come per lo spirito Zen, la stessa intensa attenzione debba esser posta nel compiere le azioni più banali e le attività più importanti.
Shukichi (Chishu Ryu), è un vedovo di 56 anni che insegna a Tokyo, ma vive in una cittadina non vicinissima alla capitale insieme alla figlia Noriko (Setsuko Hara). Lo vediamo occupato con un allievo, Hattori (Jun Usami), a correggere uno scritto nel quale si parla di un certo Friedrich List. Il cognome esatto è come quello del compositore, mentre la figlia si occupa del vestiario [...] Vai alla recensione »
Si intravedono significative,seppur,apparentemente non trascendentali novità nel cinema di Ozu.Innanzitutto il sonoro.Ad accompagnare,passo dopo passo,non solo i protagonisti,ma anche lo spettatore,che a cominciare dai passaggi più lievi,per terminare a quelli più drammatici,viene trasportato dolcemente nel racconto,in cui il regista,con maestria assoluta,riesce a districarsi con [...] Vai alla recensione »
Passionevole ed esteticamente, oltre che emozionalmente, capolavoro sentimentale e melanconico di Yasujiro Ozu, al quale l'immaginificazione trainante e cinematicamente dinamica dei treni che si volgono in direzioni diverse, ma al tempo giusto si ritrovano nella stessa stazione e sugli stessi binari, rasenta la combinazione dei caratteri monolitici, quindi magnifici e xilografici, dell'infinita [...] Vai alla recensione »
Non conoscevo Ozu. Dopo questo film dovrò vedere anche gli altri suoi. Film di una delicatezza memorabile. Il Giappone dopo la guerra con i suoi valori confusi, vivi solo quelli della famiglia, ma già dimentico della guerra o quasi. Un cartello della Coca Cola, il paragone con Gary Cooper ..... come dire che gli Usa non hanno vinto la guerra, ma hanno iniziato la loro invasione mentale. [...] Vai alla recensione »
Quando Tarda primavera (Banshun) uscì sugli schermi giapponesi era il 19 settembre del 1949 e mancavano ancora due anni e mezzo alla fine effettiva dell'occupazione alleata (ma principalmente statunitense) del territorio giapponese siglata sei mesi prima. Yasujiro Ozu era già famoso e considerato tra i registi più importanti già da tempo, almeno dall'inizio degli anni Trenta, ma i primi due film che [...] Vai alla recensione »