Tarda primavera |
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Un film di Yasujirô Ozu.
Con Yumeji Tsukioka, Chishû Ryû, Setsuko Hara, Haruko Sugimura, Hohi Aoki.
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Titolo originale Banshun.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 104 min.
- Giappone 1949.
MYMONETRO
Tarda primavera
valutazione media:
4,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Strane leggi di naturadi Paola Di GiuseppeFeedback: 25409 | altri commenti e recensioni di Paola Di Giuseppe |
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mercoledì 18 agosto 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il vedovo Shukuchi vuole che la figlia ventisettenne,Noriko,si sposi.A premere è anche la zia,a quell’età una ragazza deve sposarsi,Nori è già in ritardo. Nori è dolce,sempre sorridente,non ha nessuna voglia di sposarsi,vuol restare col padre,condividere la sua vita tranquilla di lavoro e studio che fluisce silenziosa nella casa,interrotta solo dal buffo e ridanciano zio “immorale”,come lo apostrofa scherzosamente Nori,che si è voluto risposare a tutti i costi. Lei vuol occuparsi del padre,delle sue camicie sporche,dell’ordine in casa,si troverebbe in difficoltà da solo. Ci sono tante forme d’amore,nella vita,bisogna necessariamente star dentro gli schemi e le convenzioni sociali e prender marito?Ed essere infelice,probabilmente,come le dice il buon padre,anche se poi ci si abitua,e la madre morta spesso si rifugiava a piangere in un angolo della cucina. E’ una legge di natura. Il sorriso di Nori,da un certo punto in poi del film,cambia,resta solo sulle sue labbra,non negli occhi. Farà un ultimo viaggio col padre a Kyoto, mentre la primavera esplode nel suo più pieno rigoglio,e quindi indosserà il kimono delle spose. Il padre ha smantellato le sue deboli difese,la vita di Nori non è la sua,"Io devo restarne fuori. È questa una legge della natura" costruire la propria vita con una persona con cui s’impara a condividere tutto,questa è una legge di natura. "Non si diventa felici perché ci si sposa, ma nel costruire insieme una nuova vita;e ciò può richiedere anche molto tempo" Lui ha già vissuto(l’ipotesi ventilata di un matrimonio con la vedova trovata dalla zia è servita solo per convincere Nori),dunque è giusto che resti solo a sbucciare quella mela in una casa ormai del tutto vuota. Poco importa se il gesto,all’improvviso,s’interrompe e la testa gli cade sul petto e la stanza sembra stringersi intorno a lui. Bisogna essere forti,la legge di natura lo impone,sembrano dire i sorrisi delle onde del mare che s’infrangono sulla battigia nella scena finale. Ozu arriva così,con questo terzo film del dopoguerra,alla nudità estrema del racconto,ad un’essenzialità che soggioga,tanto è rigorosa,perseguita con caparbia determinazione e dunque ben a ragione osserva Galbraith: “Come Kurosawa, una delle cose più impressionanti di Ozu è la sua capacità di tagliare tutto il superfluo, riunendo tutto in una forma che è apparentemente semplice e senza fronzoli ma di monumentale espressività “. Infelicità o felicità sono parole vuote,accettazione è la loro media,ai confini della rassegnazione,forse,ma la scelta non c’è, a vita fa il suo corso. Eppure "Tarda primavera" comunica serenità e saggezza,quell’aggettivo mette in guardia al punto giusto, prima di cominciare. Stoicismo? forse, il “teatro” di Ozu attinge ad una sapienza antica che sa sorridere con leggerezza. Tutto è vita così come viene,e la macchina,accovacciata anch’essa sul tatami nelle varie stanze separate da pannelli aerei fruga negli angoli,riprende di profilo o di spalle il parlare qualsiasi nel lessico quotidiano, percorre però inesorabile ogni muscolo del viso quando è lì che si addensano le emozioni,e ce le fa leggere. Fascino di un grande cinema,quello di Ozu,che non cerca spettacolarità, azione, trasalimenti. Della fondamentale problematicità e conflittualità del reale,della sua contraddittorietà scarica le tensioni nella suprema compostezza della forma. L’assurdo del vivere umano si riscatta così,nella sua accettazione,che non è sconfitta,solo consapevolezza.
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