Anno | 2021 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Giappone |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Mamoru Hosoda |
Attori | Kaho Nakamura, Rina Izuta, Tina Tamashiro, Kôji Yakusho, Sometani Shôta Ryô Narita, Kenjirô Tsuda, Mamoru Miyano, Toshiyuki Morikawa, Mami Koyama. |
Uscita | giovedì 17 marzo 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Koch Media, I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,15 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 gennaio 2022
Un toccante racconto di formazione, di legami familiari, di amore tra genitori e figli. Una storia che approfondisce l'amicizia che trascende la specie e i legami tra le nostre vite. In Italia al Box Office Belle ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 237 mila euro e 141 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Suzu, liceale della provincia giapponese, ha perso la madre da bambina e da allora non si è mai ripresa. Timida, distante dal padre, incapace di dichiararsi all'amico d'infanzia diventato nel frattempo il ragazzo più desiderato della scuola, Suzu ritrova la voglia di cantare - perduta da quando è orfana - grazie a U, una app scaricata da cinque miliardi di persone che permette di realizzare in un mondo virtuale le aspirazioni frustrate della vita vera. Dentro U, all'insaputa di tutti tranne della migliore amica, Suzu è Belle, cantante bellissima e amatissima. L'incontro con un misterioso drago detto "la Bestia" cambierà ogni cosa: spinta a scoprire l'identità dell'utente che si cela dietro la Bestia, Suzu/Belle sarà costretta a uscire una volta per tutte dall'isolamento in cui da troppo tempo vive reclusa.
Il maestro dell'animazione giapponese Mamoru Hosoda adatta La Bella e la Bestia all'epoca delle app digitali e nel confronto fra reale e virtuale aggiorna la riflessione sulle maschere che ciascuno di noi indossa per offrirsi allo sguardo degli altri.
Gli occhi sono i veri protagonisti del nuovo lavoro d'animazione di Mamoru Hosoda: occhi pieni di lacrime per il dolore; occhi coperti per la vergogna di mostrarsi al proprio amore; occhi fissi e impotente di fronte a schermi sovrapposti a centinai. Occhi, ancora, che scavano nell'anima degli altri per vedere il vero io nascosto dalle personalità virtuali o imprigionato dai traumi del passato.
Il tema cardine della poetica di Hosoda resta il medesimo: la forza dei legami familiari e la loro influenza sull'identità dei personaggi. Diversamente da Mirai, però, dove il risentimento e l'affetto di un bambino nei confronti della sorellina erano proiettati nel futuro, qui l'amore spezzato di Suzu per la madre è una zavorra che risospinge la protagonista nel passato. La voce spezzata e il canto dimenticato sono la metafora del suo dolore, della sua incapacità di uscire dalla condizione di bambina in cui la tragedia l'ha bloccata. Come in Lezioni di piano, Suzu riesce a cantare e a ritrovare la voce solamente celandosi agli occhi degli altri, prima nascondendosi sotto un tavolo durante le provo del coro di cui fa parte, poi, al cuore del racconto, interpretando un altro sé nella realtà parallela di U.
Lo spunto e la realizzazione figurativa dell'applicazione sono naturalmente debitori di Ready Player One, ma ciò che interessa veramente a Hosoda, dopo l'incipit con lo spot promozionale dell'azienda, non è tanto la dicotomia tra reale e virtuale, ma la liberazione della protagonista dal fantasma della madre e di conseguenza l'opportunità di rivelare al mondo il suo unico e vero volto; i suoi unici e veri occhi.
Anche il riferimento a La Bella e la Bestia, affrontato con gli immancabili numeri musicali richiesti dal genere animato (quasi caricaturali nel loro sentimentalismo mieloso e nella loro estetica pop), più che a un aggiornamento dello scontro fra bellezza esteriore e interiore, rimanda alla ricerca di una realtà celata dalla maschera, con la scoperta dell'identità "originaria" della Bestia e la rivelazione del trauma che ha generato le sue ferite.
Visivamente, l'animazione di Belle è giocata sull'opposizione, tipica di Hosoda, fra il fotorealismo digitale del mondo di U - che è immateriale, immaginifico, coloratissimo e pesantemente kitsch - e le campiture impressioniste della campagna, debitrici come già in Mirai della tradizione pittorica giapponese. Lungo tutto il film la tentazione del regista di sfogare il gusto per il fantastico e il meraviglioso nelle vastità del digitale è forte (e appesantisce non di poco il racconto), ma per fortuna Belle non dimentica mai la sua origine umanista, il legame con i corpi e i sentimenti dei personaggi e la rappresentazione di un confronto autenticamente drammatico, non tanto fra reale e virtuale, ma fra giovani e adulti, fra una figlia abbandonata e i suoi genitori in qualche modo entrambi traditori.
La vita vera è il cuore di Belle, e per una volta il virtuale non è il centro visivo del film, ma solo una fase di passaggio.
BELLE disponibile in DVD o BluRay |
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Guardato senza sapere nulla, dopo 5 minuti l'avrei spento, ma invece è stata una bella sorpresa! E' un rifacimento della bella e la bestia ( Con Bella non avevo capito, ma quando è apparso il drago uguale alla Bestia, mi si è accesa la luce. ) E a mia sorpresa, è il miglior film su questo genere ( Non sono amante della bella e la bestia Disney ), basato sulle tecnologie [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta Mamoru Hosoda racconta storie sospese tra due dimensioni temporali e reali: come l'infanzia e l'età adulta di Mirai, o l'umanità e i lupi di Wolf Children o, ancora, il presente e il (vicino) passato de La ragazza che saltava nel tempo. Nella vertigine che lo porta ad alzare sempre la posta in gioco, stavolta l'autore giapponese raddoppia.
Ad ogni consumatore seriale di Anime è capitato, almeno una volta nella vita, di doversi confrontare con lo scetticismo dello spettatore cresciuto (quando va bene) a pane e Film Disney: dal "ma i cartoni non sono roba per bambini?" al "come fai a divertirti guardando quelle assurdità?", dal "ti stai bevendo il cervello con quelle porcherie" fino all'immancabile "non è un po' troppo violento per te, [...] Vai alla recensione »
Labile è il confine tra temi ricorrenti e déjà vu, tra perfezionamento e replica, persino tra esaltazione e dubbio. Salutato in tempi oramai lontani come il nuovo Miyazaki, un po' per la traiettoria poco fortunata del Castello errante ma soprattutto per il più che ispirato La ragazza che saltava nel tempo, Mamoru Hosoda è da anni e da un buon numero di opere una delle certezze dell'animazione giapponese: [...] Vai alla recensione »
Si chiama U, pronunciato come lo you inglese, il mondo accanto al mondo o al di sopra del mondo di Suzu, la diciassettenne protagonista di Belle (Giappone, 2021, 121'). U è un sogno, una rete complicata di molti sogni, tanti quanti le centinaia di milioni di adolescenti che da ogni continente si incontrano sulla sua piattaforma, una fra le molte che chiamiamo social.
Altro che metaverso. Preparatevi per una pop star dai capelli rosa che impazza nella realtà virtuale cavalcando una gigantesca balena blu: è Belle, l'avatar di Suzu (Kaho Nakamura), un'adolescente che non canta da quando ancora bambina le è morta la madre. Accedendo all'app di U, scopre una rutilante, fantasmagorica metropoli digitale e, sopra tutto, riscopre la sua voce, diventando un fenomeno globale, [...] Vai alla recensione »
Procura sempre un certo divertimento veder tornare come nuove, dopo un passaggio in Giappone, storie che senza il refresh in animazione sarebbero considerate noiose, cariche di sentimentalismo e poco adatte ai tempi social. In principio fu "Heidi" di Johanna Spyri, che da un bel po' neanche i bambini svizzeri leggevano più, riproposto in animazione e diventato di culto per almeno una generazione.
E' una vecchia favola, ma immersa fino al collo nella contemporaneità. Del classico della Disney «La Bella e la Bestia» conserva i personaggi, le canzoni, le rose ed il castello, ma trasporta questi elementi in un social network dai colori pop e dal- le musiche sentimentali. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, «Belle» è l'ultima opera del maestro dell'animazione giapponese Hosoda, che nel 2019 [...] Vai alla recensione »
Progetto a lungo accarezzato dal maestro dell'animazione Mamoru Hosoda, che lo ha prodotto col suo studio Chizu, Belle arriva nelle sale "a tenitura" (e non come evento). Geniale reinterpretazione del classico La Bella e la Bestia ambientata nel metaverso, è la storia di Suzu, adolescente timida che, nel mondo virtuale di U, diventa la carismatica Belle, icona musicale per miliardi di follower.
Sezu, una 17enne liceale, vive con il padre nella prefettura di Kochi, in Giappone, chiusa in se stessa dopo la prematura morte della madre. Un dolore gran- de che non è riuscita a superare e che l'ha allontanata non solo dalla vita sociale, ma anche dalla sua grande passione, il canto. Quando un giorno entra in un mondo virtuale popolato da cinque miliardi di persone online, diventa Belle, avatar [...] Vai alla recensione »
La prima cosa che riempie gli occhi di meraviglia guardando Belle è la visionarietà dei mondi immaginati e disegnati. Il regista Mamoru Hosoda, già candidato al premio Oscar, si inserisce a pieno titolo sulla scia dei maestri dell'animazione giapponese come Miyazaky, con tematiche che lo vedono molto sensibile ai problemi della crescita degli adolescenti.
Fino a qualche anno fa Mamoru Hosoda veniva indicato da appassionati ed esperti di animazione giapponese come il più degno erede del lascito artistico di Hayao Miyazaki, che aveva come al solito annunciato un suo ormai improbabile ritiro. Difficile tuttavia indicare il motivo di tale incoronazione, per le evidenti differenze di stile e temi che separano i due registi.
Suzu ha una doppia vita: una reale («realtà, ancora quella parola»: il dubbio di Neo riecheggia...) in cui è una studentessa oppressa dall'ansia sociale; e una virtuale, all'interno della cornucopia digitale U, dove lei e milioni di altre persone smettono le maschere e tolgono le briglie alla propria identità più autentica. Quando la Bella incontra una Bestia che attenta agli equilibri di U, il gioco [...] Vai alla recensione »
Insicura, timida, impacciata e con la voce tremolante nella vita reale. Superstar canora davanti a una platea plaudente di persone nel mondo del web (per la precisione in [U]: "un'altra realtà nella quale puoi iniziare una nuova vita"). È Suzu, una liceale di diciassette anni, che vive in campagna con il padre, chiusa in sé stessa dopo aver perso la madre da piccola.
Mamoru Hosoda è ormai diventato un nome cardine tra gli autori di anime, i film d'animazione nipponici. Ed è il regista che ha saputo dare, con Summer Wars, nel 2009, la più lucida rappresentazione della realtà virtuale che governa le nostre vite, che rappresenta come un livello parallelo di esistenza, l'illusione di una seconda vita. Quel film fu riconosciuto quale l'opera che meglio aveva saputo [...] Vai alla recensione »